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mercoledì 15 settembre 2010

E' pieno di quattrini ma se viaggia tocca a noi pagare il conto

Perchè Jospeh Ratzinger, il Papa, capo di uno stato ricchissimo al quale ogni anno il nostro stato versa, direttamente o indirettamente, o omette di chiedere sotto forma di ici e altre tasse, milioni e milioni di euro, non si paga i viaggi che fa, o più semplicemente non se ne sta a casa e magari fa un discorsetto ai palermitani via internet?
Quanti poveri o malati ci aiuti con 2.000.000 e passa di euro?

"Il papa arriva a Palermo, ma la sua visita costerà oltre due milioni alle istituzioni locali Se lo stato non pagherà, Comune, Provincia e Regione si dovranno far carico delle spese. Proprio in un momento in cui le casse sono in condizioni pessime Costerà due milioni e mezzo di euro, la visita di Papa Ratzinger a Palermo, e il Comune, la Provincia e la Regione sperano che sia lo Stato a sborsarli. Sia perché le casse sono vuote e si sta già grattando il fondo, sia perché la trasferta di Benedetto XVI in terra siciliana potrebbe passare come “grande evento”. In un summit tenutosi a villa Whitaker tra il prefetto Giuseppe Caruso e le istituzioni locali coinvolte, è emerso chiaramente che se da Roma non arrivano i fondi, ogni istituzione dovrà farsi carico delle spese. Ed è quasi certo che non arriveranno. Così, i contribuenti dovranno farsi carico dei costi per lo spiegamento di forze previsto: 1.000 volontari della protezione civile, 3.000 uomini delle forze dell’ordine, 1.100 vigili urbani, 60 medici, 200 barellieri, 18 ambulanze, 3 pronto soccorso mobili e oltre 180 volontari di Croce Rossa e Misericordia, 12 autogru, 22 chilometri di transenne, 600 pullman."
(Vania Lucia Gaito su "Il Fatto Quotidiano" di oggi 15/9/2010)

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Il prossimo Presidente della Repubblica avra' una quarta

"E' assolutamente legittimo che per fare carriera ognuno di noi utilizzi quel che ha, l'intelligenza o la bellezza che siano. E' invece sbagliato pensare che chi è dotato di un bel corpo sia necessariamente un cretino. Oggi la politica ha anche una dimensione pubblica. Ci si presenta anche fisicamente agli elettori. Dire il contrario è stupido moralismo". Così Giorgio Stracquadanio, deputato Pdl, ospite del programma Klauscondicio commenta le affermazioni fatte qualche giorno fa dalla deputata Fli Angela Napoli, che aveva denunciato la "prostituzione" di alcune colleghe in cambio di nomine politiche. "Se anche una deputata o un deputato facessero coming out e ammettessero di essersi venduti per fare carriera o per un posto in lizza - insiste Stracquadanio - non sarebbe una ragione sufficiente per lasciare la Camera o il Senato".
(repubblica.it del 13.09.2010)

"I numeri ci sono. Arriviamo a 20 deputati senza iniezioni del Pdl: si tratta di gente che fino ad ora non ha votato la fiducia a Berlusconi". Il segretario del Pri Francesco Nucara, dopo l'incontro con Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli, annuncia che nascerà il nuovo gruppo a sostegno del governo "o qualche giorno prima o subito dopo il 28 settembre, quando Berlusconi parlerà in Parlamento". Nucara dice di non sapere se nel gruppo ci saranno esponenti di Futuro e Libertà e sostiene di non aver avuto alcuna promessa da parte del premier.
(repubblica.it del 13.09.2010)


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lunedì 13 settembre 2010

Prima candelina per un quotidiano ben "fatto"

Venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 settembre 2010 si è svolta a Marina di Pietrasanta (LU), nel Parco della Versiliana, la festa per il primo compleanno de IL FATTO QUOTIDIANO, un quotidiano che non riceve alcun finanziamento pubblico, che ha ottenuto 44.000 richieste di abbonamento ancor prima di uscire col primo numero nel settembre 2009 (fatto unico nella storia della stampa in Italia) e che attualmente vende piu' di 100.000 copie al giorno. Un quotidiano, soprattutto, che finora ha mantenuto tutte le promesse fatte dai suoi ideatori e fondatori (in particolare quella di attenersi ai fatti, tutti e non solo alcuni, e di raccontarli separati dalle opinioni) e che non ha potenti da coprire o da non scontentare: risponde solo al lettore e se questi non lo compra più chiude, come dovrebbe essere per tutti i giornali. Il Fatto Quotidiano rappresenta un'incredibile novità nel panorama informativo italiano e una scommessa riuscita: spesso è il solo giornale a dare certe notizie scomode, al punto che all'inizio, all'estero, le consideravano false, non trovandole riportate in nessun altro quotidiano italiano cosiddetto "indipendente": ben presto hanno capito che la causa era il bavaglio che la stampa italiana si è auto-imposto. La redazione è composta da un gruppo di giovani giornalisti promettenti e da alcune firme prestigiose: giornalisti di talento e di provata onestà che servono la verità e il lettore e nient'altro, ridando dignità a un mestiere infangato da troppi servili pennivendoli di regime.

In questi tre giorni si sono tenuti alcuni incontri e dibattiti estremamente interessanti che hanno visto una partecipazione di pubblico davvero sorprendente (vedi foto), con numerosi arrivi anche da regioni lontane. Hanno preso parte alla manifestazione, che si è svolta senza alcun intoppo, Tabucchi, Massimo Fini, Don Gallo, Chiaberge, Granata, Di Pietro, Padellaro, Telese, Travaglio, Vauro, Vincino, Lillo, Veneziano, Beatrice, il procuratore Greco, il sindaco di Pietrasanta, Paolo Flores D'Arcais, ecc. Alcuni dei temi trattati (laicità, corruzione e proposta di una nuova legge per combatterla, situazione politica italiana, stato dell'informazione, satira) hanno prodotto frutti interessanti.

Un'atmosfera serena, un confronto stimolante, una riunione di persone che amano il loro paese, la Costituzione e che chiedono legalità e rinnovamento. Giovani e meno giovani che non ne possono più di una classe politica corrotta e incapace, di un paese in declino da tutti i punti di vista, di un enorme conflitto di interessi che inquina ogni settore della società; che non ne possono più di un paese fermo su se stesso, di un ordine del giorno che da quindici anni vede al primo posto, anzichè i grandi temi quali quelli del lavoro, della legalità, della disuguaglianza sociale, i debiti e i processi del presidente del Consiglio e i disperati tentativi per salvare quest'ultimo dagli uni e dagli altri.

La voglia di cambiare sta crescendo in questo paese, lo si è avvertito anche a Marina di Pietrasanta. Sempre più persone stanno aprendo gli occhi. Non so fino a quando le balle del premier e dei suoi fidi alfieri posizionati nei posti strategici dei media riusciranno a frenare quest'onda che cresce, e cresce, e cresce.

L'agonia di questi maiali coi soldi anche in bocca è cominciata, questo è sicuro. Quanto sarà lunga e dolorosa, per chi già non ne può più, non so dire.

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venerdì 10 settembre 2010

Somewhere (di Sofia Coppola)

Somewhere è un film che può lasciare con l'amaro in bocca. Se ti aspetti un film tradizionale (una storia con un inizio e una fine, un amore contrastato che poi fiorisce, una tragedia da cui ripartire, un delitto con un colpevole da scoprire, uno sviluppo lineare e tipico, insomma) resti deluso e, con i titoli di coda ad illuminare la tua rapida fuga dalla poltroncina, può sembrarti di aver visto una pellicola senza capo nè coda e senza una fine sensata. E' il tipico effetto che produce un'opera in chi la guarda senza essere preparato e quindi aperto a tutto ma avendo già un'idea di quel che potrà essere. Ebbene, Somewhere quest'idea la spiazza e ti lascia quindi un po' perduto.
Ma è un attimo e capita solo a chi è entrato in sala pensando di poter guardare il film della Coppola col pilota automatico: un errore che si paga con quello straniamento che ti prende un po' alla fine.
E' un film che non ti aspetti, che vuole farti provare una certa sensazione e che ci riesce così bene da lasciartela addosso per un pò.

Sofia Coppola ci descrive la non-vita di una non-persona. Johnny Marco è una celebrata star del cinema e non esiste. Vive in un hotel (il famosissimo Chateau Marmont di Los Angeles) e si sposta in altri hotel quando deve presentare un film, fare una sessione di foto o rilasciare un'intervista. Non ha rapporti con le altre persone, semplicemente le incontra, ci parla, le usa o ne viene usato. Ha un matrimonio fallito alle spalle e una splendida figlia che non lo vede quasi mai e per questo soffre. Viaggia con la sua Ferrari il cui rombo ci accompagna sordo e monotono per tutto il film o viene prelevato e portato a destinazione dalla macchina della produzione. La sua giornata è scandita dai pochi impegni mondani, da un paio d'ore in sala trucco e per il resto dal nulla. Beve, fuma, va a feste, fa sesso con donne sempre pronte, dorme, sta seduto sul divano, fa la doccia, si impasticca, si affaccia sul terrazzo con la sigaretta fra le dita, mangia, e poi ancora sesso, divano, sms, un giro in Ferrari, lo sguardo perso nel vuoto, due parole col portiere o con il cameriere, un approcio con la vicina di stanza, le telefonate di Marge che gli pianifica vita e lavoro, qualche squallido spettacolo di lap dancers goduto direttamente in camera. Anche il sesso è grigio e scorre via senza dar luce a una vita senza brio. Un fantasma di vita che ti fa sentire inutile, vuoto, perso. Una successione di gesti senza emozione, di vuoti rituali, di insulsi momenti, luccicanti ma stupidi, lussuosi ma finti. La copertina della vita, senza niente dentro. Una bella copertina, magnifica, ma niente oltre quella. E così si sente Johnny, nel suo intimo: perso, vuoto. Lo capisci dai suoi occhi, dall'espressione che ha quando si guarda allo specchio, dalla faccia che fa quando sta stravacato da solo sul divano ad aspettare niente dopo aver fatto niente, dal vuoto delle sue risposte e dei suoi silenzi quando i giornalisti gli rivolgono qualche insulsa domanda da classica conferenza stampa di presentazione, da come si muove, da come ti guarda. Sembra una tortura, non una vita. Una tortura di lusso, s'intende: sempre bella gente, suite spettacolari, feste e donne di classe sempre disponibili e vogliose. Ti svegli nel cuore della notte e se ti va ti fai portare in camera un intero assortimento di gelati, non ti manca niente e comunque puoi avere tutto quel che vuoi subito, nessun desiderio è impossibile ed è proprio questo che rende la vita indegna di essere vissuta, priva di un senso, di quel senso che motiva il nostro agire e non ci fa sentire come banderuole che si agitano al vento giorno e notte senza posa e senza scopo. Solo la presenza della figlia illuminerà la vita di Johnny squarciando definitivamente il velo di quella finzione: a piedi verso una nuova vita, o meglio: verso una vita, per provare a vivere, o per provare a convivere con quella sottospecie di vita che la fama gli ha dato.

Coppola vuole rendere proprio questa sensazione, con la macchina da presa, e ci riesce, tessendo sapientemente una tela che avvolge pian piano lo spettatore, lo ipnotizza, lo strania, lo anestetizza fin quasi ad annoiarlo, lo catapulta in quel non senso e in quel vuoto che è la vita di Johnny, in apparenza dorata e da sogno in realtà vacua e angosciosa: l'angoscia di chi vaga e non sa per dove e perchè e fino a quando. Non sa perchè c'e' e cosa deve fare, il tempo passa, i bicchieri si svuotano, le sigarette si consumano, le feste iniziano e finiscono, il sole sorge e poi risorge e tutto è sempre uguale a se stesso, fisso in un'immobilità che pare serenità ed invece è orrore che urla, orrore del nulla fatto vita. A volte la regia può apparire snervante, con quelle lunghe sequenze che paiono non finire mai, con quel soffermarsi su una scena troppo a lungo, a volte quasi il tempo che Johnny mette a fumarsi una sigaretta. Si tratta di un originale espediente tecnico che serve a farci sentire pure a noi quell'apatia insopportabile che avvolge Johnny. Sembra noia, invece è immersione nell'apatia della sua vita, che finiamo per toccare con mano, per sentire come nostra, ed è questo che vuole fare la Coppola: farcela sentire sulla pelle, farci annoiare, farci sentire inutili e senza scopo, vuoti come Johnny.

In questo senso è un film originale e che comunque centra il suo scopo, quello di fornirci il ritratto di un certo modo di non vivere e di farcelo percepire davvero come se in quell'ora e mezza fosse la nostra vita ad essere descritta. Proviamo fastidio, un po' di noia, siamo apatici, tristi, proprio come Johhny. E alla fine magari ci chiediamo che senso abbia quella fine, con Johnny che si incammina a piedi verso chissà cosa: una nuova vita, o almeno un nuovo equilibrio che gli renda sopportabile quella che ha e dia un senso ad alcune delle cose che fa. Ma la fine un senso ce l'ha, è quello che Jonnhy decide di andare a cercare e che non sappiamo se troverà. Di certo se lo troverà sarà con sua figlia, la brava e bella Cloe (Elle Fanning).

Un film poetico? Troppo complesso? Noioso? Originale? Banale? Estremamente profondo nella sua apparente semplicità? Un pretenzioso esercizio di stile? Un'intuizione riuscita? Forse un po' di tutto questo. Comunque un film che colpisce il bersaglio.


Somewhere
U.S.A., 2010
98'
Regia: Sofia Coppola
Cast: Benicio Del Toro, Michelle Monaghan, Elle Fanning, Stephen Dorff, Laura Ramsey, Alden Ehrenreich, Robert Schwartzman, Paul Vasquez, Chris Pontius, Laura Chiatti, Becky O'Donohue, Simona Ventura, Susanna Musotto, Nino Frassica
Tram (filmup): Somewhere è uno sguardo penetrante e commosso nell'universo dell'attore Johnny Marco (Stephen Dorff), che vive a Hollywood, nel leggendario hotel Chateau Marmont. Johnny se ne va in giro sulla sua Ferrari e casa sua è un flusso continuo di ragazze e pasticche. Totalmente a proprio agio in questa situazione di torpore, vive senza preoccupazioni, fino a quando giunge inaspettatamente allo Chateau la figlia undicenne, Cleo (Elle Fanning), nata dal suo matrimonio fallito. Il loro incontro spinge Johnny a riflessioni esistenziali, sulla sua posizione nel mondo. Quale strada intraprendere adesso?

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domenica 5 settembre 2010

Fischi legittimi e reazioni prevedibili

Alla festa del PD di Torino ha partecipato ieri il Presidente del Senato Schifani, che è stato abbondantemente fischiato e contestato dalla folla presente per diverse ragioni fra le quali il suo passato che dire oscuro è poco e la mancanza di chiarimenti sullo stesso. In precedenza si era beccato parecchi fischi pure Marini, su quel palco, ma in quel caso nessuno aveva detto nulla.

Subito si sono levate voci di sdegno e di ferma condanna dell'episodio: Bersani, Fassino, Napolitano hanno stigmatizzato l'episodio, mettendo in mostra una verve che da tempo non si vedeva. Pure Fini ha voluto timbrare, alla vigilia di Mirabello, magari per fare un po' di riscaldamento, e naturalmente non poteva mancare il sempre presente Casini. Ci sono poi i fedelissimi Cicchitto e Gasparri. Partiamo: Fassino: "Squadristi, come quelli dei pullman a Fini", Fini: "Intollerabile", Pier Ferdinando Casini: "La mia solidarietà al presidente Schifani è totale. Il Pd deve riflettere molto seriamente se vuole avere un futuro nella società italiana: Di Pietro e i 'grillini' seminano odio e sono incompatibili con qualsiasi progetto serio di governo", Bersani: "Il dibattito politico, anche il più aspro deve segnare un confine netto con la prepotenza e la prevaricazione, Napolitano: "Deploro l'intimidatoria gazzarra contro Schifani. (...)il tentativo di impedire il libero svolgimento di manifestazioni e discorsi politici è un segno dell'allarmante degenerazione che caratterizza i comportamenti di gruppi sia pur minoritari incapaci di rispettare il principio del libero e democratico confronto e di riconoscere nel Parlamento e nella stessa magistratura le istituzioni cui è affidata nel sistema democratico ogni chiarificazione e ricerca di verità. Perciò deploro vivamente l'episodio verificatosi oggi a Torino ai danni del Presidente del Senato e ogni forma di contestazione aggressiva sia verso figure di particolare responsabilità istituzionale sia verso qualsiasi esponente politico nell'esercizio della sua inconfutabile libertà di parola e di opinione" (prolissetto il presidente eh?), Schifani stesso: Siete un esempio di antidemocrazia, perché volete impedire a due personalità politiche di parlare", Fabrizio Cicchitto: "Quello che sta accandendo a Torino è il frutto del clima infame che Di Pietro e una parte della sinistra stanno creando nel Paese. C'è il rischio elevatissimo che siamo appena all'inizio", Maurizio Gasparri: "Le parole di Fassino non cancellano la gravità di quanto è avvenuto. Nell'esprimere solidarietà al presidente Schifani non si può non evidenziare il clima di intolleranza creato dalla sinistra. Insulti, odio, astio producono frutti velenosi. Alcuni svolgono un ruolo di punta ma altri fanno i fiancheggiatori. Basta pensare alle parole di Bersani dell'altro ieri".

Tutto bene, sia i fischi (legittimi eccome, in una democrazia, sia pure violentata quotidianamente da figuri senza scrupoli come la nostra) che queste reazioni (preventivabili), ma una cosa a Fassino vorrei dirla: prima di parlare pensaci dieci volte e poi lascia stare (sarà stato un calo di zuccheri?). Un conto è il caso dei pullman di Fini (c'e' una testimonianza, si stavano preparando pullman per andare a fischiare Fini, pagando i contestatori), un altro il caso di Torino: cittadini stufi del marcio imperante che finalmente si fanno sentire. Certo, impediscono a Schifani di parlare, ma per dire "fuori la mafia dallo Stato" e slogan simili avrebbero dovuto fare una raccomandata? Se togli anche la protesta di piazza, gli slogan, i fischi, cosa resta? Le monetine a Craxi fuori dall'Hotel Raphael (per alcuni avvisi di garanzia, non ancora per processi o condanne, si badi bene) andavano bene e questi fischi no? Diciamo piuttosto che è ora di farsi sentire. Il caso di Schifani è intollerabile (seconda carica dello Stato avvolta in ombre limacciose da sempre), non lo è invece la contestazione di ieri.

In quali altre occasioni possiamo farci sentire? Solo nei regimi è vietato contestare. Siamo tiranneggiati da una cricca piduista e fascista e non possiamo neppure fischiare... Attenti a voi, indegni rappresentanti di niente non eletti da nessuno: questi fischi sono solo i primi. Chi si comporta onestamente e non ha nulla da nascondere o da chiarire o da farsi perdonare non prende fischi, che io sappia.

Napolitano, dal canto suo, forse in crisi di astinenza da firma, ha solo fornito una doverosa difesa d'ufficio della seconda carica dello Stato. Quanto a Fassino e Bersani, il PD nemmeno sa di esistere, figurati un po' se ci capisce qualcosa in tutto quel che succede. Quanto ai politici, si portino la claque da casa se vogliono sorrisi e applausi; blindino i comizi, chiamino l'esercito, li facciano in videoconferenza, se ne vadano via per sempre...

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sabato 4 settembre 2010

Lo zampino...

(aggiornato 5 set 2010 ore 12.00)


Potrei dire che la RAI (di tutto di più; in particolare: di tutto) stasera ha fatto l'ennesima figura di merda planetaria, mandando in onda uno spot al momento di un calcio d'angolo e mancando così il gol dell'1-1 (complimenti al regista, un vero genio). E lo dico. Aggiungo anche che il quartetto che ha commentato la partita (Quartetto Tetra, per la depressione che ispira coi commenti sempre negativi e per la sfiga che probabilmente potrebbe anche portare) ha fatto schifo, mentre la Nazionale, pur con una difesa da registrare e con alcune carenze psicologiche da colmare, ha giocato benino e ha vinto, che poi questo serviva, a Tallin. Tornando al Quartetto Tetra, cominciamo col dire che impiegare cinque uomini (pagati dai contribuenti) e di questi mandarne addirittura tre all'estero, più cameramen vari etc, per commentare una partita è una vaccata: due sarebbero gia' troppi. Quando poi devi pure sopportare commenti superficiali, insulsi e rancorosi, affermazioni ridicole e pressapochismi in quantità industriale che più che sottolineare e impreziosire la visione dell'evento disturbano e irritano chi ascolta ti accorgi che la misura è colma. Non insisterò sul fatto che la cronaca è discontinua, piena di errori e di piccole bestialità (Palombo definito come uno che corre e dà quantità, manco fosse un mediano vecchio tipo con torace a quattro ante e piedi a ferro da stiro: ma questi lo vedono giocare due volte all'anno o cosa?). Non insisterò su questo fatto perchè è palese. Mi preme osservare invece una delle tante incomprensibili assurdità di questo quartetto: l'atteggiamento prevenuto nei confronti di questa nuova nazionale di Prandelli (nostalgici del Lippi-so-tutto-io?), nella quale niente va bene, niente funziona, tutto va male e andrà peggio, etc. e la sottile, inspiegabile, ridicola, bambinesca ostilità nei confronti di Cassano, che penso abbia il torto ai loro occhi di non giocare nel Milan nell'Inter o nella Juve. Cassano ha giocato un primo tempo non soddisfacente, a sentire certi soloni; deve essere stimolato, ci aspettiamo di più da lui e menate varie e poi, quando l'Italia sta per naufragare drammaticamente in Estonia, il genio barese (che nel primo tempo si è impegnato alla morte servendo diversi palloni interessanti e sfiorando pure il gol) estrae dal cilindro due colpi di magia (vedi gazzetta dello sport) e ci fa vincere la partita: gol di testa e immenso assist di tacco a Bonucci per il raddoppio. Non solo ci fa vincere la partita, ma zittisce i commenti idioti e prevenuti che fin lì avevano inquinato la cronaca. Dossena che dice che Cassano ha messo lo zampino in entrambi i gol sfiora il metafisico (ma siamo scemi o cosa? Uno segna di testa e poi fa un assist di tacco che gli Estoni ancora adesso si chiedono cos'era e così facendo "mette lo zampino"?), Gentili descrive il primo gol (che nessuno ha visto in diretta) come se la palla picchiasse addosso a Cassano... E che dire di Collovati che si distingue sempre per la benevolenza che ha per i cugini blucerchiati (quando parla di sampdoriani i suoi giudizi da inspiegabili diventano spiegabilissimi) e di Mazzocchi che si fa notare come d'abitudine per gli occhiali più che per il resto? Del regista abbiamo detto.
Il fatto è che ora abbiamo un ct normale ("Cassano è un esempio per tutti" ha detto a fine match); chi commenta sta invece sulla luna, crede di saper tutto e invece fa la figura di chi nulla vede e nulla sa. Non ci vuole un fenomeno, basterebbero due occhi e zero pregiudizi.
Insomma: soldi del canone buttati nel cesso.
E' troppo chiedere una cronaca competente, appassionata, imparziale, scevra di personalismi, cazzate, rancoretti da asilo nido? E una regia che non ceffi i gol? Sembra che sia pretendere troppo, ahimè.

5 set 2010, ore 12:00
Non sono il solo ad aver avuto questa impressione....
http://www.tuttomercatoweb.com/sampdoria/?action=read&idnet=c2FtcGRvcmlhbmV3cy5uZXQtMTM0OTI (Pedulla' su TMW e su datasport)

(nella foto: l'inarrivabile Quartetto Cetra)

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giovedì 2 settembre 2010

Timidi segnali di risveglio civile?

Marcello Dell'Utri, ideatore di Forza Italia, senatore PDL, da sempre stretto collaboratore di Berlusconi, suo socio e già dirigente Fininvest, condannato in via definitiva per false fatturazioni e frode fiscale e condannato in appello a 7 anni per concorso esterno con Cosa nostra, autore di dichiarazioni memorabili su Mussolini, sul fascismo e su Vittorio Mangano, sospettato di far parte della nuova P2, giorni fa è stato duramente contestato al ParoLario di Como dove, in piazza Cavour, avrebbe dovuto presentare i suoi (molto discussi e, a detta di molti, probabilmente falsi) “Diari” di Mussolini. La contestazione è partita spontanea e ha visto protagonisti studenti, pensionati, gente comune, sebbene alcuni esponenti del PDL abbiano parlato di azione premeditata che anche loro potrebbero, volendo, mettere in atto (un avvertimento a Fini?).
Oggi circa cinquanta giovani appartenenti ai centri sociali hanno protestato all'esterno del Teatro della Verdura, in via Senato a Milano, mentre erano in corso le letture tratte dai diari di Mussolini, recentemente acquistati da Marcello Dell'Utri, assente.
Sempre oggi, all'apertura della mostra del cinema di Venezia, bordate di fischi contro Gianni Letta (chi fischiava pensava certamente più a Bondi) e qualche significativo ululato di disapprovazione per Rocco Buttiglione. Lo stesso Letta è reduce da una pesante contestazione subita dai terremotati dell'Aquila.
Cosa voglio dire con questo? Che è giusto fischiare e contestare chiunque abbia il titolo di onorevole o che è giusto e bello impedire a una persona di parlare o di presentare un libro? No.
Voglio dire che è sacrosanto contestare chi, per parole fatti od omissioni, lo merita, e che finalmente assistiamo a qualche timido segnale di risveglio civile. E che non è giusto quel che Berlusconi e i suoi soci stanno facendo a noi, al nostro paese, alla democrazia e alla libertà da vent'anni a questa parte. Non è giusto e sarebbe stato impossibile in qualsiasi democrazia occidentale.
Facciamoci sentire, è ora di finirla con questa oligarchia corrotta che pensa solo agli affaracci suoi demolendo lo stato e infischiandosene delle leggi e dei reali problemi di noi inermi cittadini teleidioti. Devono capire che non tutti guardano il Grande Bordello o Beautiful e non tutti sono disinformati. Devono capire che non è più aria, che la corda, troppo a lungo tirata, sta per spezzarsi, che è ora di mollare la poltrona, di farsi giudicare se indagati e di pagare per gli errori commessi, come normali cittadini. O di sparire per la vergogna.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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domenica 29 agosto 2010

Italiche tristezze domenicali

Oggi parleremo di Minzolini, Diaco, Carfagna, Maroni, Tremonti, Marchionne e Alfano. Scusate i termini forti.
L'intervista che Augusto Minzolini ha rilasciato a Pierluigi Diaco a Uno Mattina è quanto di più inutile, squallido e propagandistico si possa immaginare. D'altra parte un cuoco che usa cattivi ingredienti non cucinerà mai nulla di commestibile. Accarezzato da domande inesistenti che vertevano su temi irrilevanti, Minzolini ha fornito risposte lunari. Non so cosa sia, tutto questo, ma di certo non è giornalismo. Mi vergognerei a rivederla una seconda volta, come non possano vergognarsi certe persone non so dire. Di certo è un corpo estraneo a una democrazia compiuta.

La Carfagna (e' ministro), tempo fa, fu celebrata per un suo presunto riavvicinamento alle tematiche e alle esigenze dei non eterosessuali (come se riconoscere pari diritti a tutti gli uomini sia un optional). Dissi subito che si trattava di uno sporco bluff. In questi giorni la cortese ministra ha confermato questa palese verità, mettendo ancora una volta in campo i suoi pre-giudizi. Solo in Italia può essere ministro delle (im)pari opportunità una persona con simili idee. Solo in un paese di merda come questo è possibile che ancora oggi siano negati certi diritti a certe persone solo per il fatto di non dichiararsi eterosessuali. Nel marciume imperante oggidì un padre di famiglie (nel senso che ne ha già due o tre) che va a puttane o a trans o magari ha pure l'amante maschio o frequenta minorenni o candida alle elezioni amiche e amichette è ben considerato; un omosessuale onesto è vessato e trattato come una bestia da Stato e Chiesa.

Il ministro Maroni, che sta cercando di far credere che quella baggianata della Tessera del Tifoso serva a combattere la violenza negli stadi mentre serve a tutt'altro e forse addirittura a niente (se escludiamo spaccare le palle ai tifosi onesti e pacifici -il 95%- che un tempo potevano andare allo stadio e adesso vi rinunciano per non doversi sottoporre a lungaggini, schedature e procedure da stato di polizia inammissibili e cervellotiche), ha affermato di non aver nessuna intenzione di parlare con i violenti. Se ne deduce che da anni non parla col leader del suo partito, che un giorno sì e l'altro no incita alla violenza (i proiettoli pronti per i magistrati, i milioni di padani col fucile già pronto, ecc). Per non parlare del suo celebre morso alla caviglia di un poliziotto, atto per il quale fu anche condannato.
Per combattere la violenza negli stadi (e in qualunque altro posto) sarebbe sufficiente applicare la legge e ingabbiare chi va allo stadio per delinquere, in modo da permettere al resto dei tifosi di godersi in pace il match senza il pericolo di imbattersi in bestie travestite da ultras. Ma capisco bene che con questa classe dirigente l'applicazione della legge e la carcerazione dei colpevoli non siano programmi ben visti... basta dare un'occhiata ai ceffi e agli avanzi di galera che girano per le due Camere. Meglio colpire nel mucchio con misure inutili e aventi pure secondi fini commerciali oltre che di schedatura. Io, incensurato, non entro allo stadio se non mi faccio schedare. Un parlamentare condannato per un reato a scelta entra, e senza pagare. Intanto la violenza negli stadi non diminuisce, mentre dimuniscono gli spettatori (e aumentano gli abbonati alle pay tv, anche a quella del premier...).

Tremonti e Marchionne, ovvero l'economista col record di previsioni sbagliate che si è fatto ministro (e adesso che Berlusconi traballa addirittura premier in pectore) e l'imprenditore col maglione che cita i filosofi del passato, attaccano la legge sulla sicurezza sul lavoro (che Tremonti definisce addirittura un lusso) e i diritti dei lavoratori. Per Tremonti oggi in Italia non c'è piu' spazio per certi diritti, per Marchionne è il mercato a definire diritti e dignità del lavoro. E tutto questo mentre migliaia di persone ogni anno muoiono sul posto di lavoro. Questi due sono dei poveri reazionari che vorrebbero trasformare l'Italia in una nuova Cina. Marchionne mi sembra uno di quei vecchi padroni dell'Ottocento che la storia ha provveduto a seppellire ed è ormai certo che ha preso la berlusconite, quella terribile malattia che ti porta a credere di poter fare e disfare le leggi secondo i tuoi interessi e che ti fa credere che si possano sacrificare diritti conquistati con secoli di lotte sull'altare dei tuoi sporchi conti personali. Dimenticavo: Marchionne ha già deciso che i tre operai di Melfi hanno torto e la Fiat ha ragione: che un giudice abbia deciso il contrario, in primo grado, è come sempre irrilevante: altro chiaro sintomo di belusconite acuta.

Alfano, ministro dell' (in)Giustizia, ci riprova col processo breve, che tenta di spacciare per una priorità del paese mentre è solo un'impellenza del suo capo in mille processi invischiato: vuole ridurre i tempi dei processi fissando un limite, ma non intende far nulla per risolvere i problemi strutturali che rendono oggi i processi lunghi. Quindi se, poniamo, corrompi un testimone (un esempio a caso...) e dopo un certo limite di tempo non ti giudicano, sei libero. Sarebbe come stabilire per legge che, per risolvere i problemi delle lunghe liste di attesa per le risonanze magnetiche, se passano due mesi e non te la fanno, non te la fanno più e buonanotte; invece di aumentare il personale sanitario, i macchinari e ridurre sprechi e inefficienze. E' la solita immunità studiata apposta per il pluri-inquisito che abbiamo come premier. Come dice oggi Di Pietro, Alfano o è ignorante (nel senso che ignora la materia) o ci fa, nel senso che fa gli interessi di chi ministro lo ha nominato, e in entrambi i casi non merita la carica che ha. Io propendo per entrambe le ipotesi. Squallore misto a tristezza: ecco cosa comunica leggere notizie come queste.

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mercoledì 25 agosto 2010

Schiavi e sanguisughe

La fiat (fabbrica automobili italiana torino - ma non doveva andare in Serbia?), la grande azienda automobilistica di cui un po' tutti noi siamo stati, durante la nostra vita, più volte azionisti involontari e idioti, avendo sempre versato soldi pubblici quando le cose andavano male e avendo sempre visto i grandi (im)prenditori mangiarsi a quattro palmenti il profitto ottenuto col sudore e il sangue degli operai quando le cose andavano bene, si sta comportando in modo vergognoso e arrogante con i tre operai di Melfi. Detto che per comprare una Fiat ci vuole fegato (mia opinione personale, s'intende), è veramente scioccante vedere come venga permesso a un'azienda di fare quel che sta facendo a tre lavoratori rei, anche secondo i giudici, di un bel nulla. Viva l'uomo col maglione che sa cinque o sei lingue ma non ha cuore, viva questo Stato di merda che umilia gli operai, che assiste alla morte dei lavoratori senza far nulla e che ti abbandona come un ferrovecchio quando perdi il posto; viva i manager che non fanno un cazzo tutto il giorno e si ficcano in gola secchiate di miliardi e che quanto più sbagliano tanti più miliardi incassano come buonuscita per andarsene fuori dalla palle. All'inferno i colletti bianchi.

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lunedì 23 agosto 2010

L'autolesionismo non mi irrita, anzi mi diverte

Su La7, stasera, a "In Onda" (eccessivamente breve) erano ospiti di Telese e Costamagna (ottimi) Marco Travaglio e Maurizio Belpietro. A volte per mangiare una gustosa fetta di torta devi sorbirti l'immangiabile portata che la precede, se sei a casa della nonna e devi fare buon viso a cattivo gioco, girandoti il dito sulla guancia come a dire che è una squisitezza: speriamo che Travaglio non si offenda se lo paragono a un dolce.

Io lo sto a sentire Belpietro, sempre. E devo dire che a volte mi sembra pure un buon giornalista, rigoroso, inflessibile, indipendente, serio, financo bello. Non un capello fuori posto, vestito in maniera impeccabile, tono tranchant e sguardo fiero e di ghiaccio. Poi ci penso e mi chiedo se sono diventato completamente scemo. Mi accade la stessa cosa con Feltri. Con Vespa e Fede, invece, non ho di questi sbandamenti.

Il punto non è se sei antiberlusconiano o no, si tratta di un falso problema creato ad arte da chi col berlusconismo ci mangia e non vuol smettere di mangiarci, infischiandosene di tutti quegli interessi che siano appena più generali del suo piatto. Essere schifati dal fatto di essere governati da una persona invischiata in mille processi, arrogante, politicamente impresentabile da sempre, irrispettosa delle regole, tutta tesa al proprio vantaggio personale anzichè al bene del paese, già riconosciuto responsabile diretto e indiretto di corruzioni di testi e giudici, capace di proporre e far approvare più di 40 leggi a suo esclusivo beneficio, non è sintomo di antiberlusconismo, è il segno che sei ancora un cittadino serio e responsabile, obiettivo e critico, che tiene parecchio al suo futuro, alla libertà e alla democrazia. Parlare di antiberlusconismo e non porsi i problemi citati è invece segno che il tuo cervello è in vacanza da una vita e tu, rimasto solo, come una spugna hai assorbito tutta l'acqua del lavello, peccato fosse melma.

Il punto è che io, se desidero riparare la mia autovettura, mi affido a un meccanico serio e onesto; e per decidere qual è il più serio, non leggo per principio la rivista di meccanica edita dal più potente dei meccanici della mia zona: essere stupidi si può, ma non oltre un certo limite. Allo stesso modo, se desidero informarmi, mi avvalgo dei servizi di un giornalista serio, che (fino ad oggi) non ha mai raccontato di proposito una balla, che non ha mai calunniato di proposito nessuno, che non si contraddice o non si smentisce al primo stormir di foglie, che cerca di servire la verità e così facendo rispetta il lettore, che non deve difendere o trattare coi guanti nessun padrone e che non deve rendere conto a nessuno di quel che scrive. Un giornalista di talento (perchè scrive pure bene), rigoroso nelle fonti e lucido nell'analisi, che scrive per un giornale che non riceve finanziamenti pubblici (a differenza di tutti gli altri) e che non è edito da un grande imprenditore e tantomeno da un imprenditore entrato in politica o da suo fratello.... Un giornalista grazie al quale sono venuto a conoscenza di fatti che altrimenti avrei ignorato ancora e che critica chiunque lo meriti, senza trattamenti di favore: penso che nessun giornalista in Italia sia così cattivo nei confronti del PD. Un giornalista che non sai se è di destra o di sinistra: viene accusato di entrambe le cose, e ditemi voi se questa non è una medaglia di cui andar fieri, se fai quel mestiere. Una persona libera che fa il suo lavoro sapendo che nel momento in cui dovesse mostrarsi partigiano o inaffidabile o bugiardo (per esempio come Feltri, che ha calunniato diverse persone per mesi e poi lo ha ammesso, salvo poi ricominciare con altri) sarebbe subito punito dai lettori e dovrebbe chiudere bottega, non avendo la protezione di un padrone o l'ombrello del finanziamento pubblico che ti tiene in vita anche se, stampando ogni giorno che Dio manda in terra balle e calunnie variamente assortite, non vendi quasi più copie.

Leggo Travaglio insomma, se desidero sapere quel che succede. E altri giornalisti e scrittori bravi e seri come lui: M. Fini, Padellaro, Bocca, Gomez e tanti altri. Mi fido di chi ha sempre dimostrato di meritare fiducia. Rifuggo invece da chi serve un padrone o da chi si è già giocato la faccia. Se ho voglia di una mela, non la chiedo alla strega di Biancaneve: le rotelle del cervello mi girano ancora per il verso giusto. "Libero" non dà notizie, manganella chi non si allinea: sono due cose diverse. E Belpietro non mi appare obiettivo ed equidistante, mai. Non mi appare mai disinteressato, insomma: ma magari è una mia impressione. Libero, poi, lo paghiamo tutti, con il finanziamento, e lo paghiamo per servire un interesse di parte. Il Fatto Quotidiano lo paga solo chi decide di comprarlo e chi lo compra lo fa perchè sa che non ha dietro di sè poteri forti ai quali servilmente inchinarsi.

Ma, naturalmente, ciascuno di voi è libero di gettare l'argent come meglio crede. Anche, poniamo, comprando giornalacci insulsi che manganellano a comando i nemici di Papi: se vi piace acquistare carne marcia dal macellaio che viene indicato come il migliore su una rivista da lui edita, accomodatevi pure: l'autolesionismo non mi irrita, anzi mi diverte da morire. Io, scusate, certi ambienti non li reggo, mi manca l'aria.

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domenica 22 agosto 2010

La perenne insoddisfazione dell'essere umano

Uno dei tratti più fastidiosi e autolesionisti che si possono individuare negli esseri umani è l'incapacità di accontentarsi e di godere, anche solo per un po', di quello che si è ottenuto. Questo difetto, in minima parte presente anche in me (eh sì, appartengo anch'io alla specie umana, con tutta evidenza per uno strano scherzo del destino) e che io trovo comunque deleterio, è naturalmente presente in varie sfumature nelle diverse persone: si va dall'insoddisfatto cronico perennemente alla ricerca di qualcosa di diverso da quello che ha appena conquistato e che sino a poco prima diceva essere l'unico scopo della sua vita, all'insoddisfatto "normale" che insegue un sogno, coltiva un desiderio, magari per anni, e poi, quando più o meno miracolosamente e con più o meno sacrifico è riuscito a realizzarlo, comincia pian piano, gradatamente ma sin da quasi subito, ad avvertire e a riversare sugli altri una rinascente e crescente insoddisfazione: quel che si è avuto adesso non è più così desiderabile, in fin dei conti non si capisce come si facesse prima a desiderarlo con così tanta forza, altre cose mancano, quelle sì importanti, e quelle si vagheggiano, naturalmente sino a quando, a Dio piacendo, non si saranno raggiunte pure quelle, in una perversa spirale senza fine e senza senso.

In alcune persone, quelle che più hanno marcato questo tratto, la cosa raggiunge toni francamente assurdi e irritanti. Sono sempre più convinto che avessero ragione da vendere Oscar Wilde e George Bernard Shaw quando con notevole intuito affermavano che "In questo mondo non vi sono che due tragedie: una è causata dal non ottenere ciò che si desidera, l'altra dall'ottenerlo. Quest'ultima è la peggiore, la vera tragedia." Perchè se una persona è affetta dal morbo che sto analizzando finisce per non godere davvero mai di nulla, non parliamo poi delle piccole cose saper trarre felicità dalle quali è in fin dei conti uno dei veri segreti per vivere bene. Desidera, vagheggia, insegue, smania e si distrugge per raggiungere la meta agognata, rende impossibile la vita a chi gli sta accanto, non vive che per quella e non perde occasione per lamentarsi della propria infelicità causata, a suo dire, dalla mancanza di quella e poi, una volta che fa centro, la tensione in lui scema per un attimo e, anzichè fluire in una pacata e meritata soddisfazione, che dia requie al corpo stressato da una così estenuante corsa e ai familiari resi insofferenti da tale costante insoddisfazione, finisce per trasformarsi quasi subito in delusione e in una nuova tensione verso altri obiettivi, ancor più irraggiungibili, unitamente a una rinascente insoddisfazione motivata dal fatto di non riuscire a possedere mai, in definitiva, quello che gli manca.

Questo difetto si manifesta in persone comuni e in persone fuori dal comune, negli sconosciuti e nelle celebrità, negli incapaci e negli individui talentuosi, nelle donne e negli uomini, nei giovani come negli adulti: non risparmia nessuno, sembra essere una caratteristica ineliminabile dell'uomo. Entro certi limiti, essa ha anche risvolti positivi: è infatti grazie a questa costante tensione verso quel che non abbiamo ancora fatto o che non abbiamo ancora ottenuto che diamo un senso alla nostra esistenza, mettiamo alla prova le nostre capacità, tendiamo il nostro corpo e la nostra mente sino ai loro limiti, inseguiamo il meglio non accontentandoci del peggio e contribuiamo nel nostro piccolo, chi più chi meno, a migliorare il nostro piccolo mondo o quello più grande in cui tutti viviamo. Ma quando questa insoddisfazione travalica i limiti di una sana ambizione e di una ragionevole ricerca dello sconosciuto e dell'inesplorato diventa un limite e non più una qualità, una pietra al collo e non più una freccia al proprio arco. Perchè ci sfianca di continuo proiettandoci verso obiettivi sempre nuovi, per la maggior parte futili, e ci impedisce di goderne una volta raggiunti: e questo non è dare un senso alla vita o cercare di procurare a sè e ai propri cari quel che di meglio si può avere, questo è girare a vuoto generando in se stessi e negli altri perenne insoddisfazione e depressione miste a infelicità.

Può esservi il caso di chi sogna da una vita di acquistare una casa in modo da assicurarsi un tetto o di svincolarsi dall'incubo di un affitto che si mangia tre quarti del misero salario e da quello di uno sfratto sempre possibile. Una volta divenuti proprietari immobiliari però si hanno responsabilità e fastidi prima sconosciuti, nuovi pensieri che possono disturbare il riposo notturno, senza contare che spesso per arrivare ad acquistare una casa ci si deve mettere volontariamente al collo il cappio di un mutuo trentennale che sostituisce all'incubo dell'affitto o all'incubo dello sfratto quello di non riuscire a far fronte al debito e vedersi così portar via la casa frutto di tanti sacrifici. O può esservi il caso di quello che insegue l'amore della vita e, dopo una serie incredibile di disavventure sentimentali, pensa di aver finalmente trovato la persona giusta con la quale coronare il suo sogno d'amore e costruire una famiglia, ma non fa i conti con le mille insidie che una vita in comune può presentare e con le numerose sfumature del carattere della persona che si credeva perfetta per noi e che magari dopo pochi anni scopriamo incompatibile con il nostro modo di vivere e di vedere le cose. E può esservi il caso di quello che insegue e raggiunge il benessere economico senza però trovare quella felicità che erroneamente credeva dipendere dall'entità del saldo bancario.

Tutto questo per dire che ogni cosa della nostra vita ha sempre mille sfacettature e almeno due facce come ogni medaglia, sicchè puntare tutto quel che abbiamo su una singola carta ci destina ad un sicuro fallimento, perchè ogni rosa ha le sue spine (ma ha anche il suo profumo, i suoi colori e la sua bellezza). Ma la mancanza di questa consapevolezza, ignota ai più, non giustifica certo quella perenne insoddisfazione che abbiamo testè stigmatizzato e che rovina la vita di moltissime persone, anzi: è proprio la caducità della vita e la vanità delle cose materiali che dovrebero spingerci a godere di quel che abbiamo e di quel che riusciamo eventualmente ad ottenere, con merito o per fortuna, senza affogare sempre nel tormento che ci danno gli inevitabili aspetti negativi che ogni conquista positiva porta naturalmente con sè e senza passare la nostra esistenza a desiderare continuamente quello che ancora non si ha, in una folle corsa senza senso che ci porta di tutta fretta verso la morte impedendoci, di fatto, di trarre qualche gioia sincera e duratura dalla vita che ci è stata data e che non sappiamo quando ci verrà richiesta.

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venerdì 20 agosto 2010

I complici dei pedofili non ne possono più degli omosessuali

Il vescovo emerito (?) di Grosseto, tal Babini, che è già assurto tempo fa ai disonori della cronaca (o della cronica, visto il suo stato) per una serie di violente dichiarazioni razziste e omofobe e che di recente ha criticato severamente gli uomini di chiesa che si macchiano di atti omosessuali, ritenendoli addirittura peggiori degli atti di pedofilia perché «si tratta di uomini viziosi e perversi, che si sono abbandonati a oscene pratiche contro natura», torna a vomitare alcune nefandezze che sarebbero già irricevibili se pronunciate da un ubriaco al bar, figurarsi se provengono da un vescovo della Chiesa cattolica.

In sintesi, ecco il suo "pensiero": «Tutti conoscono le disordinate tendenze di Elton John e la sua vita depravata, dunque svolgere una sua esibizione davanti alla casa di Dio é offensivo»; «I cattolici farebbero bene a scendere in piazza per protesta contro Elton John. Incredibile che canti davanti ad una chiesa. Non se ne può più degli omosessuali». «Meglio non nascere che vivere certe esistenze».

Si permette a certi figuri di vomitare frasi razziste e omofobe e di incitare alla discriminazione solo perchè vanno in giro con una tonaca. Se mi venissero in mente, anche solo per caso, simili oscenità, mi suiciderei: "meglio non nascere che vivere certe esistenze", dopotutto...
Non eccedo nel mio commento perchè mi spiace prendermela con chi è palesemente affetto da gravi problemi; contesto solo che si dia eccessivo spazio a certi deliri e poi magari si accetti il fatto che un presidente del Senato chieda 700 mln di risarcimento a un giornale che si è limitato a pubblicare notizie sulle sue frequentazioni con mafiosi.

Il sito su cui questo illuminato personaggio scribacchia si definisce "blog di libera informazione cattolica" e se lo si visita si possono cogliere perle siffate:

"Gli islamici sono un pericolo come del resto tutti quelli contrari alla fede Cattolica. Ne abbiamo fatti entrare troppi ed ora non lamentiamoci. Diamo loro lavoro, quello che manca ai nostri.

"L’Aids si combatte solo con una attività sessuale ordinata e legata ai sentimenti. Ma questo risulta difficile da comprendere per coloro che sono a favore di aborto, eutanasia e unioni gay, e sono sempre più lontani dal significato della vita."

"Finiamola con il Ramadan."

Ribadisco: tutte le religioni, e certamente quella cattolica, sono gabbie mentali che deprimono l'umanità, l'intelligenza e la sensibilità dell'essere umano e che, sulla base di dogmi inventati e di regole assurde e spesso ripugnanti, dividono gli uomini e seminano odio fra loro, impedendo loro di condurre un'esistenza libera da condizionamenti e da pre-giudizi e di ragionare con la propria testa e con il proprio cuore.

Non vogliono che un omosessuale canti davanti al Duomo perchè ha una vita disordinata e perversa. Ma proteggono i preti che violentano i bambini e i loro superiori che li coprono. E vorrebbero guidare la nostra vita, dettarci le regole, dirci cosa è bene e cosa è male.

Ma levatevi dalle scatole, non avete la statura morale necessaria nemmeno per far la predica a un batterio.


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giovedì 19 agosto 2010

Intervista al prof. Calisson (13 agosto 2010)

(Politica e Persone, anno 2, numero 4)

CALISSON: "BOSSI FAREBBE MEGLIO A NON INTERVENIRE IN QUESTA FASE"

Il celebre politologo francese ci offre il suo solito sguardo disincantato sugli affari di casa nostra.
"Quanto a Berlusconi, la sua fine è appena iniziata, o viceversa."

Siena - Incontriamo il celebre prof. Calisson nella sua residenza senese una soleggiata mattina di agosto. Ci apre la porta la sua domestica, che sussiegosa ci accompagna attraverso il salone fino a uno splendido patio dove ad aspettarci ci sono il celebre studioso transalpino, seduto davanti a una pila di libri, gli occhiali appoggiati sul naso e un martini in mano, e il suo bassotto sonnacchioso e davvero poco interessato al nostro arrivo.

D: Prof. Laurent Calisson, lei che tanti volumi di successo ha scritto sulla nostra storia politica recente, come valuta il momento politico italiano, dopo la clamorosa rottura tra Fini e Berlusconi?
R: Bon, è indubbiamente presto per fare previsioni sull'evoluzione di questa non del tutto inaspettata crisi, tuttavia penso che il nuovo gruppo parlamentare nato da questa scissione renderà la vita parecchio difficile nei prossimi mesi all'esecutivo.

D: Figa! Questo lo sa pure il mio criceto. Cioè, ehm... volevo dire... e approfondendo un tantinello l'analisi?
R: What is "figa"?

D: Ehm, nulla, nulla... E, caro Professore, cosa diciamo a proposito del ruolo di Bossi? Non rischia di divenire sempre più centrale nel panorama politico? E quali sono i rischi possibili di una tale evoluzione?
R: Mah... Con questi chiari di luna Bossi farebbe meglio a stare in disparte ed osservare gli eventi, ha tutto da perdere se si intromette in questa lite da cortile, mi creda. Vedo invece che non esita a mettere, appena può, il "dito" tra i due litiganti...

D: Che fa, Prof. Calisson, allude, per caso?
R: No, no... non mi fraintenda: è che in "medio" stat virtus, la Lega ha fatto tesoro di questa antica saggezza. E proprio il medio spesso utilizza a fini politici...

D: Resta il fatto che la scissione di Fini, Bocchino e compagnia bella creerà non pochi problemi a una maggioranza che pur avendo un vantaggio numerico colossale in Parlamento si ritrova ora a dover contare i voti uno per uno, cosa ne dice?
R: Sono d'accordo, tenga conto poi che molti lì dentro arrivano a contare a malapena sino a dieci. Si tratta in ogni caso di un interessante processo di autodistruzione, forse l'unico processo a cui il premier non riuscirà a sottrarsi, eh eh...

D: Già... (mah!) e... di Italo Bocchino, che rappresenta sempre più la voce narrante di questa nuova compagine politica il cui leader è Fini, cosa possiamo dire?
R: Berlusconi potrebbe scoprire per la prima volta che si trattava di un valido politico e non di un capisaldo del suo programma di governo...

D: Ma Professor Calisson!!! Che cosa mi fa adesso, satira politica e della più facile e becera?
R: No, non era mia intenzione, stia sicuro, e poi oggi come oggi anche il più bravo umorista fatica a mettere insieme due battute che non siano subito surclassate dalle uscite da manicomio di questi campioni del burlesco che non avete eletto...

D: Uhm... e che ci dice di Bersani? A suo parere, sta sfruttando in maniera adeguata l'opportunità che gli si è presentata o, come spesso è accaduto, il PD non saprà offire una valida alternativa a questa maggioranza a brandelli?
R: Chi, scusi?

D: Bersani, il leader del PD.
R: Ah sì, è ancora lui il segretario, vero? Che dire... la sua musica mi è sempre piaciuta, il suo modo di porsi, così fresco e giovane, così capace di arrivare direttamente ai giovani. L'ho apprezzato sin da "Chicco e Spillo". Ma sbaglio o è un po' che non si sente un nuovo pezzo di Samuele Bersani?

D: Lasciamo perdere, Professore... ci dica invece qualcosa su Marchionne: ha fatto molto discutere la sua recente affermazione circa la smobilitazione di Mirafiori a favore di una delocalizzazione in Serbia... Cosa ne pensa?
R: Dico che Melchiorre, che di recente... ehm, Marchionne, che Obama giusto pochi giorni fa ha inspiegabilmente lodato pubblicamente, presumo per il cachemire sempre in tinta coi calzini, ha ancora una volta dimostrato un vecchio assioma sempre valido.

D: E cioè, scusi?
R: Che l'abito fa il monaco, eccome se lo fa. Basta togliersi la cravatta e mettersi un bel maglione colorato da trecento euro che subito il sindacalista cala le difese e, gli occhi brillanti di genuina commozione, si fa mettere nel sacco con gran facilità. Se ci pensa, è un vecchio trucco. Il PD si è subito innamorato perso di questo padrone a collo alto, di questo capitalista che vuol fare il compagnone col maglione da scampagnata domenicale e il risultato è stato che l'operaio è il nuovo schiavo moderno e i sindacalisti sono divisi come un governo di Prodi e utili come un secchio d'acqua salata in alto mare.

D: Ritiene dunque che Marchionne non abbia portato nulla di nuovo nel mondo produttivo del nostro paese?
R: Ritengo piuttosto che sarebbe stato meglio meglio prenderlo nel sedere come d'abitudine e cioè con la cravatta d'ordinanza: lo stile è sempre lo stile, dopotutto, anche in certe situazioni poco carine.

D: Ma Professor Calisson, mi tolga un dubbio: è sicuro di aver scritto proprio lei tutte quelle analisi politiche che l'hanno resa giustamente famosa?
R: Senza ombra di dubbio. Penso che lei si riferisca a betsellers indiscussi quali il saggio "La politica spiegata a un deficiente", il romanzo autobiografico "Dove ho messo la tessera elettorale che domani si vota" e il pamphlet "Voto chi mi pare e se mi gira nemmeno ci vado, a votare": mi sono costati anni di studio ma ne è valsa la pena, mi creda. I volumi che lei ha ricordato, e che tanto successo mi hanno portato in Francia e in tutta Europa, sono assolutamente miei. Si figuri che ho ancora lo scontrino, se vuole glielo faccio vedere...

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lunedì 16 agosto 2010

Sarebbe come se Erode aprisse un asilo

"...qualsiasi ipotesi secondo cui chi ha vinto le elezioni fa l'opposizione e chi le ha perse fa il governo viola l'articolo uno della Costituzione, ovvero che la sovranità appartiene al popolo."
Questo dice il ministro della Giustizia Alfano, PDL. Quindi sa che esiste la Costituzione.
Alfano, Alfano.... cosa mi ricorda questo nome? Ah già, il Lodo Alfano, quella merdina secca di legge di merda salva premier, che era antidemocratica, ingiusta, ad personam e violava clamorosamente la Costituzione e che incostituzionale è stata dichiarata dalla Corte apposita. E parliamo della Costituzione, proprio quella che, disse il premier più volte, è vecchia, va rivista, è sbagliata, fu scritta nel dopoguerra dai comunisti, è un impaccio per chi vuol governare. E non parliamo poi dei deliri di Gasparri e di quelli odierni di Bianconi, che è stato fulminato in serata da una nota del Qurinale: gente che non conosce la Carta.

Ma.... volere la secessione, non riconoscere l'unità d'Italia e pulirsi il sedere col tricolore sono comportamenti citati in qualche articolo della Carta, Mister Angelino Alfano? Sono robaccia della Lega, alleato del PDL: dovrebbe esserne al corrente.

Adesso torna bene la Costituzione eh?, citata fra l'altro a sproposito. Questo è rendersi ridicoli.
E non parliamo della legge sul legittimo impedimento, altro pateracchio che presto finirà nel cesso.
Decidere su scioglimento Camere, elezioni etc spetta a Napolitano e non ad altri e i riferimenti alla "Costituzione materiale" sono risibili. Discorsi del genere palesano scarsa conoscenza della materia e/o volontà di seminare zizzania e generare indebite pressioni.

La verità è che avevano una maggioranza oceanica che avrebbe potuto permettere loro di fare qualsiasi nefandezza (oltre a quelle già fatte) e che adesso invece devono contare i voti col pallottoliere e col fiato in gola a ogni votazione: hanno fallito in maniera ridicola, oltre ad aver governato in maniera orribile e contro gli interessi del paese. Prodi con una manciata di voti di scarto ha governato per quasi due anni, questi ne avevano un centinaio e sono franati come un castello di carte al primo sbuffo.

Questi qui calpestano giorno e notte la Costituzione, demoliscono la democrazia, delegittimano le istituzioni, non rispettano i rapporti tra i poteri, non si dimettono neppure se indagati, processati o condannati per reati gravissimi, e adesso citano l'articolo 1! Un po' di dignità non guasterebbe.
Uno che ha firmato il lodo Alfano si appella alla Costituzione e la definisce una guida: sarebbe come se Erode aprisse un asilo.

Oppure un po' come... se un premier, che in base a una sentenza ha corrotto un testimone (Mills) per sfangarla in un processo che lo vedeva alla canna del gas e che in base a un'altra sentenza (definitiva) si è avvantaggiato enormemente della corruzione di un giudice operata con il suo denaro e nel suo interesse, ebbene è un po' come se un premier così chiedesse, che so... le dimissioni di un presidente della Camera sulla base di una vicenda immobiliare ancora tutta da definire, di lieve entità e montata ad arte da pseudo-giornalisti al soldo del premier stesso e già rei confessi di precedenti campagne di stampa diffamatorie e vergognose.
E' già successo, dite?

A proposito, la casa di Arcore come fu acquistata? Sarebbe carino se il piduista Silvio (tessera 1816) ci illuminasse, ormai abbiamo questa strana passionaccia per gli immobili acquistati dai politici. Che anche Silvio abbia acquistato a sua insaputa? Si sa, nella casa delle libertà si fa tutti un po' come ci va!

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domenica 15 agosto 2010

Adesso sì che siamo più sicuri

ll nuovo codice della strada era entrato in vigore solo da quattro ore e mezza, ed ecco la prima maxisanzione: un automobilista si è visto portare via 62 punti in un colpo solo. Alle 4,30 di stamattina alla Polizia stradale di *** è arrivata la segnalazione di un furgone che viaggiava a zig-zag sull'autostrada A4 in direzione ***, sbandando anche sulla corsia d'emergenza. Gli agenti lo hanno aspettato e hanno dato l'alt, ma il furgone non si è fermato. Lo hanno allora inseguito per 4 chilometri, costringendolo a fermarsi (...). Qui il conducente (...) è sceso e ha cominciato a insultare i poliziotti. Ed è scattato l'arresto per resistenza a pubblico ufficiale. Poi c'è stato l'alcoltest. Visto che il giovane ha meno di 21 anni, il suo tasso alcolemico sarebbe dovuto essere secondo le nuove regole a zero, mentre il suo fiato ha fatto impennare l'etilometro a 2,5, cinque volte il massimo consentito per gli over 21.
Conseguenze: 10 punti tolti per guida in stato di ebbrezza; 10 per aver rifiutato di sottoporsi al test per la droga; 5 per la mancanza delle cinture; 6 per essere andato a zig zag e quindi non aver rispettato la segnaletica orizzontale. Totale 31. Ma visto che l'ubriaco aveva la patente da marzo e quindi da meno di tre anni, tutti i punti tolti sono raddoppiati, salendo a 62. La patente è stata ritirata, e ora il giovane rischia una pena fino a 2 anni e dovrà subire, per aver guidato ubriaco, un processo penale. (repubblica.it del 14.08.2010)

Inoltre poichè si era giocato il jolly in questa manche perde altri 15 punti. Ma se sceglierà il pacco giusto potrà partecipare al televoto e rientrare alla guida fin da martedì grazie al ripescaggio del pubblico. Senza contare che potrà comprare una vocale e girare la ruota.
Una curiosità: 2,5 è 5 volte zero? Ma 0*2,5=0... Non è chiaro.

Quel che è chiaro è che inaspriscono due o tre sanzioni ma per le strade io ogni giorno vedo fare cose inenarrabili e controlli zero: non ci sono uomini, non ci sono pattuglie, non ci sono soldi, se li è mangiati il governo: è una svolta teorica, questo nuovo codice. Sarebbe come stabilire che chi butta le cartacce per terra si prende 5 frustate e poi venire a sapere che in tutta Italia le forze dell'ordine dispongono sì e no di 20 fruste e pure logore. L'unico fastidio che il nuovo codice mi arreca è che io, che ero uso sbronzarmi regolarmente durante i miei viaggi autostradali notturni comprando una boccia di grappa all'autogrill, dovrò ricordarmi di acquistarla all'ora di cena perchè dopo le 22 non me la venderanno più...
Infine sentite questa: per chi viaggia fino a 95 in centro abitato, a 136 sulle statali e provinciali dove il limite è 90, fino a 178 in autostrada l'importo della sanzione rimane fissato a 155 euro, ma i punti prelevati scendono da 5 a 3. Per la fascia che va da 40 a 60 km oltre il limite la sanzione aumenta da 370 a 500 euro, ma i punti prelevati da 10 svaporano a 6. Ancora un po' e sarà previsto un buffetto sulla guancia per chi guida come un criminale. Una vera stretta, eh?

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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giovedì 12 agosto 2010

Il dito ha interrotto il silenzio


Dopo alcuni giorni di preoccupante silenzio il dito medio di Bossi è tornato a parlare alla stampa. Ecco due immagini tratte dal video di SkyTg24 che immortalano, la prima, il momento in cui il Senatore della Repubblica esprime con l'ormai celebre dito la sua opinione davanti al giornalista (donna) che gli ha rivolto una domanda su un possibile governo tecnico e poi, la seconda, il tronfio ed intelligente ghigno da bar sport con cui il Senatore della Repubblica ammicca agli astanti accompagnando il tutto con un suono gutturale imperdibile che solo chi usufruirà del video potrà gustarsi nella sua interezza.
Adesso si può ben dire che Bossi, "mediamente", dice cazzate.
Davvero, ormai non saprei più come fare senza il dito medio di Bossi, prossimo a ricevere la laurea honoris causa (lui o il dito?). Grazie di esistere, Senatur. Viva l'Italia!
Per i buongustai e per i perversi, ecco il video:
http://tv.repubblica.it/copertina/governo-tecnico-bossi-fa-il-dito-medio-a-sky/51660?video=&ref=HREA-1
Guardatelo tutto, il video: è IMPRESSIONANTE. E' Senatore della Repubblica. Vi sembra non dico un senatore, ma una personalità con un incarico pubblico che risponde a una domanda? O piuttosto cosa vi sembra? Anche a voi??
E' Senatore. Decide della nostra vita. Fa un gestaccio, ride sguaiatamente cercando l'appoggio degli avventori, manca di rispetto a un giornalista e a una donna (al paese tutto, ma siamo abituati), esprime due concetti in croce (se van su quelli della sinistra poi cambiano le leggi che non gli piacciono -immigrazione, elettorale- e questo non va bene).
Vado a farmi un goccetto.

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mercoledì 11 agosto 2010

Prego, dopo di lei...

Le possibilità che Fini si dimetta "sono pari a zero". E certo, prima di lui, "che non è nemmeno sotto processo", dovrebbe essere "Berlusconi a dimettersi, al contrario imputato in più processi" e con lui, "per lo stesso motivo, i ministri Matteoli, Fitto e il sottosegretario Bertolaso". Parole di Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera.
Al di là della tenera curiosità che sempre mi stimolano coloro i quali scoprono dopo vent'anni di che pasta è fatto Berlusconi, dico che "quando ce vo', ce vo'". E finalmente Bocchino ha detto chiaro e tondo quel che pensiamo da giorni. Dimissioni? Prego, dopo di lei, caro Papi. E dopo la sua cricca.
Stendiamo invece un velo pietoso sulla squallida campagna di stampa orchestrata da giornalisti già condannati per diffamazione in passato, da giornali che NON appartengono a Berlusconi ma da suoi familiari o sostenitori e da emittenti tv che pur essendo sue seguono una linea rigorosamente autonoma.
Cavaliere, non siamo tutti idioti. Forse molti, ma non tutti. Su quel "molti" giostra il filo a cui è appeso. Si riguardi.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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martedì 10 agosto 2010

Altro che blocco dello scrittore...

Se un giorno ti mancano le idee (a me non capita: io devo pure contenermi, spesso) nessuna paura: un sacco di idioti nel mondo lavorano per te e per il tuo blog, basta restare in ascolto.

Nichi Vendola non potrebbe ricevere la comunione “perché ostenta la sua condizione perversa e malata di omosessuale praticante”. Parole di monsignor Vincenzo Franco, che ha aggiunto: “A questa gente come lui, un gran furbacchione che specula sulla sua presunta vicinanza alla Chiesa, i vescovi e i sacerdoti sappiano dare un bel calcio nel sedere”. E' il vescovo di Otranto. Di chi ostenta razzismo e idiozia non ha detto nulla.
Non mi stupisco, perchè la Chiesa Cattolica notoriamente discrimina da sempre i non eterosessuali, i conviventi (purchè non ricchi e/o famosi), i non cattolici, ecc. Di recente abbiamo appreso che i suoi vertici erano pure usi a coprire i pedofili. Semplicemente, rilevo l'ignoranza umana, il razzismo e la violenza di una persona che sara' anche uomo di Chiesa ma di certo non parla da uomo. Il punto non è che la Chiesa non intende dare il corpo di Cristo a un omosessuale: è una setta, ha le sue regole ed è libera di applicarle, purchè non in contrasto con le leggi di un paese che si ostina a voler considerare sotto la sua influenza. Il punto è che questi qui, che dicono di parlare in nome di Cristo e che invece offendono Cristo a giorni alterni e vivono in aperto contrasto con il suo verbo, offendono le persone, le discriminano, seminano odio, incitano alle divisioni, vomitano insulti scientificamente risibili e umanamente disgustosi. E vivono e parlano in un modo che con Cristo non ha nulla a che vedere.

Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, ha emesso un’ordinanza che impedisce all’artista Morgan di esibirsi nel teatro Romano della città veneta il prossimo 4 settembre in occasione del “Festival lirico”.
Morgan è quello che ha ammesso di aver usato droga e per questo è stato cacciato dal Festival di Sanremo. Ha ammesso di fare quello che fa la maggioranza degli Italiani.
Tosi è quello che è stato condannato per aver pronunciato parole che incitano all'odio e alla discriminazione razziale. Un sindaco. Condannato per parole razziste.
Mi sono sempre piaciuti i somari che pretendono di far lezione ai professori. Tipo Berlusconi che ha più processi che capelli e si è pure fatto le leggi ad hoc per sfangarla e adesso osa chiedere le dimissioni di Fini per una vicenda (di denaro privato) di cui ancora non si è capito nulla tranne che i media di regime la stanno usando per delegittimare un nemico politico con la solita tattica già vista per i casi Prodi, Di Pietro, Boffo, Lario, ecc.
Tosi: "Uno che si vanta di fare uso di cocaina non può venire ad intrattenere il pubblico veronese".
Tosi, condannato per parole razziste, fa la morale a Morgan. Condannato per razzismo, non vuole Morgan a Verona e impedisce a un artista di fare il suo lavoro con un'ordinanza che viola una decina fra leggi e principi costituzionali.
Poi dice: ce l'hai con uno per partito preso. No, no: ce l'ho con uno perchè si comporta in modo ignobile, è ben diversa la cosa.

La tragedia della Love Parade di Duisburg (20 morti e più di 500 feriti a causa di solari errori organizzativi) come punizione di Dio per gli eccessi di una gioventu' perduta. A sostenere la tesi e' il vescovo ausiliario di Salisburgo, Andreas Laun, secondo cui la Love Parade e la partecipazione ad essa sono 'una sorta di ribellione contro la Creazione e contro l'ordine divino, sono un peccato ed un invito al peccato'.
Uhm... queste parole mi hanno spinto alla riflessione... Dio è grande ma non può tutto. Ad esempio, non può evitare la morte dei bambini e degli innocenti, i terremoti, ecc. E contro l'idiozia, l'ignoranza e l'oscurantismo può poco.
Io vorrei sapere chi e cosa e come e quando ha dato mandato a certe persone di parlare a sproposito in nome di Dio. Quale Dio, poi? Ognuno se n'è fatto uno e lo fa parlare a piacere.

Chiudiamo con De Rossi che, da capitano degli azzurri della nuova Italia di Prandelli, ci fa cortesemente sapere che Cassano è cambiato, da 3-4 anni precisa (davvero?), che adesso merita il numero 10 e merita di stare in Nazionale e vedremo comunque cosa accadrà quando ci saranno i momenti difficili (tanto per portare un po' di rogna).
Peccato che appena un mese e mezzo fa avesse detto che Lippi aveva fatto bene a non convocare Cassano, che Cassano segna poco e peccato che comunque, più volte negli anni passati, avesse detto o fatto capire tutt'altro.
Scusa De Rossi, ovvero il coerente, ma se è cambiato da 3-4 anni e merita il "10", non ci avrebbe fatto comodo in Sudafrica, al fine di evitare quella indimenticabile figura sportiva di merda planetaria?
Io lo dico sempre: più parli più aumenta il rischio di sparare cazzate o di contraddirti, nel tempo, in maniera pacchiana.

Come vedete, giornata proficua per chi va a caccia di grandi e piccole idiozie.


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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domenica 8 agosto 2010

Chi non vota è più astuto di chi vota?

Tutti, nel "PDL che non c'è più", parlano di quando andare a votare: a novembre, così facciamo paura agli innocui compagnucci del PD e impediamo al traditore Fini di organizzarsi, a marzo che è un mese che ci porta buono, oppure domattina presto prima di far colazione così freghiamo tutti, ecc. Fingono di non ricordare che non spetta a loro, nè all'opposizione (quella finta e quella vera), nè ai presunti traditori decidere se e quando sciogliere le Camere e andare a nuove elezioni, ma a Napolitano. Adesso direte: allora stiamo freschi! Condivido, non è che come custode della Costituzione l'attuale presidente abbia uno score brillante (eufemismo), in ogni caso muovere le mandibole cianciando di elezioni e di prerogative che non competono a te è sinonimo di arroganza mista a idiozia. Andare a votare in queste condizioni, poi (legge elettorale antidemocratica, monopolio tv in mano all'attuale premier, leggi ad personam approvate o allo studio che proteggono i delinquenti consentendo loro di continuare a delinquere dai posti di potere, barbarie diffusa) sarebbe una vergogna mondiale e, di fatto, stupido e inutile. Ma voi avete mai visto un privilegiato che annulla di sua iniziativa i suoi immondi privilegi? O un ladro che si ammanetta da solo? O un aspirante dittatore che si converte di botto alla democrazia costituzionale? No? Appunto. Come uscirne? Non so, ma sarà ben dura uscirne morbidamente. Che gli Italiani meritino lo schifo attuale è fuori di dubbio: lo hanno voluto o non hanno fatto nulla per evitarlo. Parlo della maggioranza, si intende. L'unica cosa che han saputo fare quelli che ragionano un filo di più è non votare (vedi incremento dell'astensione), che come scelta mi pare però assai stupida perchè controproducente, quindi non sono così sicuro che dopotutto questi siano davvero quelli che ragionano un filo di più: semmai, solo un filo... Perchè non votare quando si potrebbe votare per chi (ancora) è pulito, o lo sembra? Lo so, scelta ristretta... ma non votando mandi su i soliti ladri, tanto peggio tanto meglio non mi pare una tattica proficua se ti sbatti 8 ore al giorno per meno di 1000 euro. Fare filosofia è bello, ma non porta il pane in tavola. Nel frattempo le cinque tv di regime e i quotidiani fedeli alla cricca spargono un po' di merda su Fini (la questione delle case): strano, non si erano mai occupati con tanta solerzia di case comprate chissà come (Scajola), di presunti favori tra parenti (Bertolaso), di reati, scandali e vergogne assortite (il premier e la maggioranza, prego mischiare le carte e pescare a caso nel mucchio, non si sbaglia comunque). Questi servitori fedeli che dicono di fare informazione dove andranno a nascondersi quando il castello di argilla franerà? Saranno abbastanza veloci da cambiar maglia senza farsi accorgere?

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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