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mercoledì 27 aprile 2022

Ti lascio alla tua vita lieve


Ogni tanto ci ripenso, certo.
A tutto il tempo che ho buttato via con te, da quel giorno agli esordi del servizio civile.
Ero un poco spaesato, ci siamo conosciuti. 
Interpretavamo il servizio in modo diverso. Eravamo diversi. Ma cominciò qualcosa. 
Non detti retta ai primi segni.
Ogni tanto ci ripenso, certo.
A quanto ti ho dato, senza secondi fini, come faccio sempre.
Pensavo che fossi solo un po’ grezzo, ma in fondo buono.
Pensavo fossi solo un po’ egoista e maleducato, ma in fondo affezionato.
Pensavo che fossi solo poco garbato, poco raffinato, ma in fondo sincero.
Pensavo che sapessi valutare il mio disinteresse e la mia amicizia.
Pensavo che per te certe cose avessero un valore, al di là della tua superficialità che credevo di difesa e di facciata e che invece, ahimè, era tua sostanza.
Pensavo che fossi più intelligente, più sentimentale, più vero.
E invece mi hai fregato.
Mi hai usato fino a quando il bilancio per te era positivo, poi hai chiuso come si disdice un abbonamento a una rivista.
A mia scusante dico che, a parte i primi segni che ho colpevolmente ignorato, non era poi facile capire che valevi molto meno di quel che credevo e che non vi era nulla di sincero e di veramente partecipe in te.
Il modo in cui hai chiuso ha certificato il mio errore, ma mi ha anche fornito prova indiscussa di quel che sei: ecco perché non ho ripensamenti né rimpianti, solo tanta tristezza.
Sì, lo so: il taglio è avvenuto per una cosa davvero futile.
Ma era solo l’ultima, di goccia. E poi a traboccare è stato il tuo vaso, già pieno di boria e falsità di cuore, non il mio: e questo colpo di fortuna mi ha salvato da altri anni di teatrino.
Il casus belli è stato un’inezia, ma è proprio questo fatto, e il modo col quale hai chiuso, ad avermi dato la prova di quel che sei e delle menzogne che sei sempre stato. Ecco perché proverò sempre tristezza ma non riaprirò mai, per nessuna ragione al mondo, questo infame capitolo della mia vita. Hai portato con te altre due persone e hai guastato tutto il guastabile, del resto il centro della tua vita sei sempre stato tu.
Ti lascio alla tua vita lieve. Lieve perché superficiale, non perché sapientemente leggera.

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lunedì 25 aprile 2022

La giornata tipo di Mr. Putin


Putin uccide donne e bambini come io bevo una birretta, però è culo e camicia con quell’esaltato di Cirillo 1 di mestiere patriarca (meno male che ce n’è solo uno), partecipa raccolto e contrito alla Messa, facendosi il suo bel segno della croce (mi ricorda qualcuno in Italia, ovviamente non assassino ma violento nelle parole e molto meno astuto) e poi chiama al telefono il Macron per congratularsi per la rielezione, come si usa nel bel mondo (“da, da, Emmanuel, le bombe sui bimbi, lo so, l’hai già detto, ma dimmi di te, piuttosto: l’hai denazificata per bene la Marina eh! Vecchio volpone!”). Ci sta che in serata faccia pure una donazione a Emergency con PayPal e rinnovi l’abbonamento deluxe su pornhub (so come si chiama perchè ce l’ho pure io, è l’unico mio vizio oltre a quello di giocare a scacchi contro il pc in mutande).
Mi immagino la giornata tipo di Putin:
Colazione, bombardamenti su teatri e asili, qualche civile maciullato e qualche bambino deportato; chiacchierata con capi di stato appena rieletti o freschi nonni; un po’ di zapping alla tv; posa mine anti uomo nelle case depredate di Bucha i cui proprietari ormai giacciono riversi per le strade dopo essere stati giustiziati come neanche i cani; aperitivo col Lavrov (non è un tipo di speck o un nuovo cocktail della steppa, è il suo ministro della Verità); pranzo frugale a base di grano ucraino con contorno di minerali di Donetsk e Donbass-gas, per dolce barrette di acciaio e carbone; quattro balle alla tv di stato e quattro farneticazioni a quelle internazionali, sonnellino, riunione coi generali (quelli rimasti) per pianificare quale territorio si cercherà di prendere dopo il Donbass e la Crimea (ehi, so che c’è un’offerta sulla Finlandia, che ne dice Vladimiro? E’ in scadenza, poi arriva il nuovo listino Nato); cinque o sei missili su Kiev (stazioni e palazzi) -nb: dire che erano piene di nazi; un’ora di palestra; un’occhiata ai documenti del giorno; un salto in Chiesa; cena leggera; quattro tiri su Odessa; lista dei nuovi dissidenti da avvelenare in primavera estate; serie tv; chattatina con Assad; sms con Kim Coso; preghierina al buon Dio e a letto con l’orsacchiotto, in un bel lettone con sopra la testata la mappa del mondo colorata di rosso sangue. 

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lunedì 18 aprile 2022

Le nuove merdacce degli anni Duemila




Ti scassano i maroni tre mesi per l’agnello pasquale (che nemmeno mi piace, preferisco il cinghiale). Comprano il cappottino al cane (e lo portano a passeggio con la caviglia e l’ombelico scoperti). Inviano aiuti in Ucraina (crocchette per cani). Sovvenzionano canili. Si commuovono per il cane che aspetta da un mese che il suo padrone (morto) torni a casa. Spendono fortune per gatti e cani.
Sono persone sensibili, sono esseri umani empatici e rispettosi della natura e degli animali (ma non di tutti: i topi e gli scarafaggi lo sanno). Solidali e altruisti, pieni di buoni sentimenti. Sono donne e uomini così buoni e comprensivi, dal cuore immenso, che ti fanno sentire inferiore e brutto.

Ma... vengono per rubarci il lavoro e le nostre donne, hai notato che sono tutti muscolosi e ben vestiti e hanno il cellulare, sono solo uomini e quasi mai donne e bambini, si lamentano perchè l’hotel che li ospita non ha il wi-fi, andrebbero bombardati in mare, ci portano le malattie, prendono trentacinque euro al giorno, sono tutti delinquenti, vogliono fare una sostituzione etnica, prima gli Italiani!, abbiamo sbagliato a provocare Putin, Bucha è una delle tante bugie ucraine, si stanno uccidendo da soli per incolpare i Russi, nel Donbass gli Ucraini hanno fatto ben di peggio, Azov è nazista (da noi non lo è nessuno), l’Arabia è il nuovo Rinascimento (che sega le ossa dei giornalisti scomodi ma fa guidare le donne), mandiamo da anni armi per uccidere Yemeniti ma non possiamo forzare l’articolo 11 per aiutare i poveri Ucraini. E di fronte ai crimini orrendi di un mostro chiamato Putin che da vent’anni semina morte e distruzione tacciono o ironizzano, dall’alto di una superiorità morale solo immaginata. Parlano di fake, professano il più idiota e sterile dei pacifismi, tirano fuori Belgrado, l’Iraq e le guerre puniche, odiano l’America, non sanno distinguere i virus dai batteri e neppure le democrazie dalle dittature, non hanno mai provato sulla loro pelle una guerra e sono così idioti che anche se l’avessero provata probabilmente farebbero gli stessi ragionamenti, idolatrano dittatori sanguinari, deridono gli aggrediti, tifano per il male, vedono intrighi e seminano dubbi ovunque, tranne che dalla parte per la quale tifano (segretamente, perché sono codardi), già storcono il nasino di fronte ai profughi ucraini che insomma, sì, sono bianchi, okay, ma vediamo di non esagerare che non ce n’è nemmeno per noi qui.

Sono le nuove merdacce degli anni Duemila. Buonisti ma non buoni, pacifisti ma non pacifici, non violenti un tanto al chilo, equidistanti e mai divisivi, ma complottisti, miopi come talpe, sempre pronti a criticare tutti e tutto e mai a sostenere qualcosa di valido o qualcuno realmente in grado di cambiare le cose, usi a fare di ogni erba un fascio forti del fatto che se sono tutti ladri nessuno è ladro, duri come pietre, ignoranti, arroganti, mistificatori, vomitevoli complici dei peggiori figuri su piazza, ma così attenti alle sorti dei cani, dei gatti e degli agnelli verso aprile. Così pignoli quando si tratta dell’asfalto sconnesso o del geranio che cola dal terrazzo del piano di sopra, così insensibili di fronte ai bimbi torturati, alle vite distrutte e alle città demolite: l’asfalto è uno scandalo e deve essere riparato, quanto ai bimbi son morti pure quelli di Belgrado e quelli di Bagdad, quindi è pretestuoso indignarsi, il problema del geranio è più importante.

Sono ovunque. In tv, alla radio, sui giornali. In ufficio, al bar, in piazzetta, in palestra, al circolo, davanti alle scuole, alla fermata del bus, sui social. Sono anche fra i tuoi amici e parenti.

Sono le nuove merdacce degli anni Duemila. Così pulite e moralmente superiori, così sagaci e ciniche, così ecosostenibili e friendly, così equidistanti da non sentire nulla e nessuno davvero vicino al cuore, così immacolate da fare schifo al vomito. Sono quelli che se fossero in difficoltà si aspetterebbero aiuti immediati e “dovuti”, ma che se ne fregano di tutto e di tutti (pet esclusi) finché la vita dice loro culo. 

Impariamo a riconoscerli e ad emarginarli. E soprattutto teniamo bene a mente che non solo da loro nulla di buono potrà mai venire al mondo, ma soprattutto mai ci aiuterebbero in difficoltà. Emarginare e pesare per il loro reale valore non vuol dire non aiutarli in caso di bisogno, perché noi non siamo come loro; vuol dire non dar loro importanza, non permettere che le loro idee deviate influenzino la nostra vita e, soprattutto, non aspettarsi nulla da loro, mai.

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domenica 17 aprile 2022

Tre categorie


E’ sempre difficile dividere cose e persone in categorie. Si rischia di essere troppo semplicistici, o troppo complessi. Si dimentica sempre qualcosa, la varietà delle cose e dei tipi umani ci frega.
Un caso semplice è fascisti, non fascisti e quelli per cui non vi è differenza tra fascisti e non fascisti, cioè ancora fascisti. Ma passiamo a categorie più interessanti, questo è lerciume.

Penso che vi siano tre tipi di persone, quanto a grado di conflittualità.
Quelli che vivono grazie alla conflittualità, quelli che odiano la conflittualità e quelli così insensibili da non riuscire a distinguere le due situazioni e quindi senza un’opinione o una preferenza in materia.
Tre categorie appena.

I primi sono persone che per vivere meglio hanno bisogno della conflittualità, un assoluto bisogno, che non li rende più scusabili, semmai più esecrabili. Sono i competitivi, gli invidiosi, i rissosi, quelli che vogliono sempre primeggiare o avere ragione, che vogliono dominare sempre e comunque, anche nelle piccole cose tipo i vasi di geranio o altre questioni condominiali. Non fanno passare nulla, ti rinfacciano tutto, anche cose inesistenti o di trent’anni fa, ti attaccano su tutto, non gli va mai bene niente, fanno di ogni cosa una questione personale, si sentono sempre derisi, minacciati o danneggiati nei loro diritti, prendono con sospetto tutto quello che dici. Sono quelli che se sono in lite con qualcuno vivono meglio, se covano rancore o progettano vendette si sentono meglio, forse perché così facendo hanno uno scopo nella vita, non so. Per vivere hanno bisogno dello sporco, di essere sempre in tensione contro qualcuno e di temere qualcosa da qualcuno. Per loro la vita è una eterna battaglia contro questo e contro quello, e poi contro lo Stato e su a salire. Non riescono a godere di nulla (o forse sì, a loro modo godono) e non ti permettono mai di godere di nulla.

Poi ci sono quelli che nella conflittualità vivono male. E difatti ci si trovano loro malgrado, nello sporco, ma mai perché lo hanno voluto. Fosse per loro, saremmo tutti in pace gli uni con gli altri. Sanno distinguere le cose importanti da quelli futili e comunque non prevaricano mai, anzi spesso, proprio per il quieto vivere, passano sopra ai dettagli, che invece sono capisaldi per i primi soggetti descritti. Non sono i paciosi o gli idioti, ma quelli che sanno che il vivere in pace è un bene supremo e che se c’è lo sporco non ti puoi godere nulla della vita. Sono quelli che non dormono la notte se sanno che qualcuno trama contro di loro o pensa cose sbagliate su di loro.

Infine i terzi sono gli insensibili, quelli che non apprezzano la differenza tra i due stati, e non perché vivono bene in conflittualità, ma perché probabilmente vivono male anche in pace, perché vivono male comunque, in particolare con se stessi. Ma non per cause esterne, o almeno quasi mai: generalmente per via della loro natura un po’ bacata. 

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giovedì 14 aprile 2022

La cosa che davvero è inaccettabile e mi fa ribrezzo




Cosa mi dà più fastidio?
Ci sono alcune persone (politici, attori, vip, ma anche amici reali e amici virtuali) che in questi cinquanta giorni di guerra ne hanno dette tante, e molte erano minchiate, ok, ma NON è questo il punto. In qualche caso erano divergenze, rispetto al mio modo di vedere, in altri erano michiate, ma NON è questo il punto.

Il punto è che nessuno di questi ha mai detto qualcosa di negativo su Putin e sui macellai che ha sguinzagliato in Ucraìna, mai, neppure, che so, che si pettina male.
E’ un dittatore feroce e crudele che ha commesso in più di vent’anni crimini orrendi, orribili. Lo conosciamo benissimo, non ha la minima scusante e non esiste il minimo dubbio. Anzi, temo che non si conosca neppure tutto. Ha scatenato guerre, fatto sparire oppositori, etc. 
Non hanno detto nulla di negativo su di lui.
Hanno criticato tutti, il Papa, Zelensky (l’aggredito!), la Finlandia (che si vuole cautelare e non amerebbe essere la prossima Ucraìna), Biden, Draghi, questo e quello, tutti, ma proprio tutti, tutti vi dico, anche Pluto e Candy Candy, ma NON UNA PAROLA NEGATIVA su quel mostro.
Hanno dato dell’idiota a chi è stato aggredito, del nazista, del bugiardo, e nulla hanno detto su quel mostro, che invece di crimini veri ne ha commesso a centinaia.

E’ questo, e non la divergenza di opinioni su questa vile aggressione, non le vostre minchiate o i vostri discorsi sterili e fuori dal mondo ad avvilirmi, a inquietarmi... 
E’ che non avete detto nulla di negativo su quel mostro, fosse anche una critica a come si veste, che so!... (da voi non mi aspetteri molto di più, a ben vedere)
Mi fate ribrezzo. Non solo siete minchioni, ma pure inqualificabili.
Non avete nulla da spartire con me.
Questo vi rende persone incapaci di analizzare la realtà (caso migliore) o pessime (caso peggiore). 

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Vi farò sapere

Devo decidere se mi fanno più schifo (o ridere) i comunisti che tifano Putin (che è comunista come io son capellone) o i leccapiedi a priori dello zio Sam; i guerrafondai che si eccitano se solo luccica un fucile al sole o i pacifisti sempre pornti a porgere l’altra guancia purché, al pari della prima, non sia la loro; i complottisti che vedono trame e oscuri disegni ovunque, specialmente là dove non ci sono, e i miopi che non ne vedrebbero uno nemmeno se fosse così mal architettato da essere palese.
Vi farò sapere. 

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martedì 12 aprile 2022

Francamente

Francamente, vi leggo e mi mancano le forze.
Apro la finestra, e mi viene voglia di andare a letto.
Esco e mi viene voglia di non tornare più, o di non uscire più.
Provocate sconforto, molti di voi (non tutti, ma insomma, ben oltre il limite di tolleranza mio personale -che sia basso?), il mondo, la massa, gli eventi, quel che sento e leggo.
Ora penserete: se la prende con noi ma è colpa sua, è evidente. E’ l’unico o uno dei pochi a pensarla così, noi siamo in tanti, addirittura il mondo e gli eventi...
Avete ragione, la colpa è mia. 
Se certe cose mi ripugnano, non può che essere mia.
Cioè, queste cose sono ripugnanti, in effetti. Ma notarne la ripugnanza è una mia colpa, lo ammetto. 

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domenica 10 aprile 2022

Discorsi sterili

Anche il professor Orsini si dimentica troppo spesso di una cosa: Zelensky sta rischiando la vita, Putin no. La guerra finisce se Putin si ferma. Se si ferma Zelensky non finisce la guerra: finisce l’Ucraina, e Putin passa al prodotto successivo. Questo nei suoi discorsi non c’è.

Quindi io apprezzo gli sviluppi teorici del professore, ma considero che possano andar bene se non sei ucraino, o finlandese, o georgiano... Non lo considero incompetente, l’opposto. Né lo considero filoputiniano, sarebbe assurdo. Ma è spesso sterile quel che dice.

Anche affermare che la Finlandia fa male a chiedere l’adesione alla Nato perché così si prepara la terza guerra mondiale fa ridere. Afferma che ci stiamo comportando come se Putin volesse invadere tutti e che questo nostro comportamento portarà alla terza guerra mondiale... Ma Putin ha invaso parecchi Paesi!!! E minaccia tutti, è lui che sta preparando la terza guerra mondiale. E’ lui che sta invadendo tutti, e minacciando Finlandia e Svezia, e Georgia. E’ lui che in pochi anni ha provocato o sobillato guerre su guerre.
Il professor Orsini si preoccupa del fatto che armando gli Ucraini prepariamo la guerra per i nostri figli: arrendendoci a Putin cosa prepariamo?

Infine l’affermazione secondo cui i Russi ammazzeranno tutti gli Ucraini se noi li armiamo. Non mi torna. Faccio un paradosso: se li armassimo al punto di renderli più forti della Russia (atomica esclusa, lasciamola perdere), vincerebbero. Allora, paradossi a parte, armarli si deve, e parallelamente lavorare per un negoziato: armarli rende più facile che Putin accetti un negoziato e che per l’Ucraina sia tale e non una resa assoluta. Non armarli forse renderebbe la guerra meno lunga, ma non so fino a che punto provocherebbe meno morti e in ogni caso renderebbe gli Ucraini schiavi e Putin pronto a invadere altri Paesi. 
Se l’Ucraina si fosse arresa il primo giorno, adesso la situazione sarebbe peggiore, su questo non c’è dubbio. Sarebbe stato come rinviare un problema enorme: i problemi vanno risolti. Bersani ieri ha detto alcune cose giuste su Accordi & Disaccordi.

Chi non capisce questo fa ragionamenti magari belli ma sterili. Armare chi è aggredito e chiede aiuto è doveroso e, paradossalmente, rende meno impervia la strada di un negoziato che si deve cercare con forza. Fra l’altro non molti capiscono che non è in gioco solo la libertà dell’Ucraina, ma molto di più. 

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giovedì 7 aprile 2022

Negazionismo


Il negazionismo è un disagio psichico. Fate schifo ai cani.
L'antivaccinismo è solo una modesta branca del negazionismo.
Gli ingredienti di questo svantaggio neuronale sono ignoranza (mancanza di istruzione), idiozia purissima, arroganza.
Il complottismo è un diffuso condimento: pare astuzia, è imbarazzante miopia. 
Il negazionista informa del suo meschino sé diversi rami del sapere e diversi settori del conosciuto.
È una mente lesionata.
È pericolosa perché attira altri allegri lesionati e i gonzi, fra i quali fa proselitismo con agilità.
Se poi il negazionista, pur non avendo istruzione o cultura, ha comunque effettuato in parte o del tutto un percorso di studi, ottenendo un titolo, dispone della capacità di infiorettare i suoi deliri, confezionandoli con un linguaggio tecnico che svolge la funzione del fumo senza l'arrosto. Una minchiata espressa bene o con una divisa é più efficace di una minchiata spettinata, ma minchiata resta: solo, è più difficilmente smascherabile.

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