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domenica 29 agosto 2010

Italiche tristezze domenicali

Oggi parleremo di Minzolini, Diaco, Carfagna, Maroni, Tremonti, Marchionne e Alfano. Scusate i termini forti.
L'intervista che Augusto Minzolini ha rilasciato a Pierluigi Diaco a Uno Mattina è quanto di più inutile, squallido e propagandistico si possa immaginare. D'altra parte un cuoco che usa cattivi ingredienti non cucinerà mai nulla di commestibile. Accarezzato da domande inesistenti che vertevano su temi irrilevanti, Minzolini ha fornito risposte lunari. Non so cosa sia, tutto questo, ma di certo non è giornalismo. Mi vergognerei a rivederla una seconda volta, come non possano vergognarsi certe persone non so dire. Di certo è un corpo estraneo a una democrazia compiuta.

La Carfagna (e' ministro), tempo fa, fu celebrata per un suo presunto riavvicinamento alle tematiche e alle esigenze dei non eterosessuali (come se riconoscere pari diritti a tutti gli uomini sia un optional). Dissi subito che si trattava di uno sporco bluff. In questi giorni la cortese ministra ha confermato questa palese verità, mettendo ancora una volta in campo i suoi pre-giudizi. Solo in Italia può essere ministro delle (im)pari opportunità una persona con simili idee. Solo in un paese di merda come questo è possibile che ancora oggi siano negati certi diritti a certe persone solo per il fatto di non dichiararsi eterosessuali. Nel marciume imperante oggidì un padre di famiglie (nel senso che ne ha già due o tre) che va a puttane o a trans o magari ha pure l'amante maschio o frequenta minorenni o candida alle elezioni amiche e amichette è ben considerato; un omosessuale onesto è vessato e trattato come una bestia da Stato e Chiesa.

Il ministro Maroni, che sta cercando di far credere che quella baggianata della Tessera del Tifoso serva a combattere la violenza negli stadi mentre serve a tutt'altro e forse addirittura a niente (se escludiamo spaccare le palle ai tifosi onesti e pacifici -il 95%- che un tempo potevano andare allo stadio e adesso vi rinunciano per non doversi sottoporre a lungaggini, schedature e procedure da stato di polizia inammissibili e cervellotiche), ha affermato di non aver nessuna intenzione di parlare con i violenti. Se ne deduce che da anni non parla col leader del suo partito, che un giorno sì e l'altro no incita alla violenza (i proiettoli pronti per i magistrati, i milioni di padani col fucile già pronto, ecc). Per non parlare del suo celebre morso alla caviglia di un poliziotto, atto per il quale fu anche condannato.
Per combattere la violenza negli stadi (e in qualunque altro posto) sarebbe sufficiente applicare la legge e ingabbiare chi va allo stadio per delinquere, in modo da permettere al resto dei tifosi di godersi in pace il match senza il pericolo di imbattersi in bestie travestite da ultras. Ma capisco bene che con questa classe dirigente l'applicazione della legge e la carcerazione dei colpevoli non siano programmi ben visti... basta dare un'occhiata ai ceffi e agli avanzi di galera che girano per le due Camere. Meglio colpire nel mucchio con misure inutili e aventi pure secondi fini commerciali oltre che di schedatura. Io, incensurato, non entro allo stadio se non mi faccio schedare. Un parlamentare condannato per un reato a scelta entra, e senza pagare. Intanto la violenza negli stadi non diminuisce, mentre dimuniscono gli spettatori (e aumentano gli abbonati alle pay tv, anche a quella del premier...).

Tremonti e Marchionne, ovvero l'economista col record di previsioni sbagliate che si è fatto ministro (e adesso che Berlusconi traballa addirittura premier in pectore) e l'imprenditore col maglione che cita i filosofi del passato, attaccano la legge sulla sicurezza sul lavoro (che Tremonti definisce addirittura un lusso) e i diritti dei lavoratori. Per Tremonti oggi in Italia non c'è piu' spazio per certi diritti, per Marchionne è il mercato a definire diritti e dignità del lavoro. E tutto questo mentre migliaia di persone ogni anno muoiono sul posto di lavoro. Questi due sono dei poveri reazionari che vorrebbero trasformare l'Italia in una nuova Cina. Marchionne mi sembra uno di quei vecchi padroni dell'Ottocento che la storia ha provveduto a seppellire ed è ormai certo che ha preso la berlusconite, quella terribile malattia che ti porta a credere di poter fare e disfare le leggi secondo i tuoi interessi e che ti fa credere che si possano sacrificare diritti conquistati con secoli di lotte sull'altare dei tuoi sporchi conti personali. Dimenticavo: Marchionne ha già deciso che i tre operai di Melfi hanno torto e la Fiat ha ragione: che un giudice abbia deciso il contrario, in primo grado, è come sempre irrilevante: altro chiaro sintomo di belusconite acuta.

Alfano, ministro dell' (in)Giustizia, ci riprova col processo breve, che tenta di spacciare per una priorità del paese mentre è solo un'impellenza del suo capo in mille processi invischiato: vuole ridurre i tempi dei processi fissando un limite, ma non intende far nulla per risolvere i problemi strutturali che rendono oggi i processi lunghi. Quindi se, poniamo, corrompi un testimone (un esempio a caso...) e dopo un certo limite di tempo non ti giudicano, sei libero. Sarebbe come stabilire per legge che, per risolvere i problemi delle lunghe liste di attesa per le risonanze magnetiche, se passano due mesi e non te la fanno, non te la fanno più e buonanotte; invece di aumentare il personale sanitario, i macchinari e ridurre sprechi e inefficienze. E' la solita immunità studiata apposta per il pluri-inquisito che abbiamo come premier. Come dice oggi Di Pietro, Alfano o è ignorante (nel senso che ignora la materia) o ci fa, nel senso che fa gli interessi di chi ministro lo ha nominato, e in entrambi i casi non merita la carica che ha. Io propendo per entrambe le ipotesi. Squallore misto a tristezza: ecco cosa comunica leggere notizie come queste.

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mercoledì 25 agosto 2010

Schiavi e sanguisughe

La fiat (fabbrica automobili italiana torino - ma non doveva andare in Serbia?), la grande azienda automobilistica di cui un po' tutti noi siamo stati, durante la nostra vita, più volte azionisti involontari e idioti, avendo sempre versato soldi pubblici quando le cose andavano male e avendo sempre visto i grandi (im)prenditori mangiarsi a quattro palmenti il profitto ottenuto col sudore e il sangue degli operai quando le cose andavano bene, si sta comportando in modo vergognoso e arrogante con i tre operai di Melfi. Detto che per comprare una Fiat ci vuole fegato (mia opinione personale, s'intende), è veramente scioccante vedere come venga permesso a un'azienda di fare quel che sta facendo a tre lavoratori rei, anche secondo i giudici, di un bel nulla. Viva l'uomo col maglione che sa cinque o sei lingue ma non ha cuore, viva questo Stato di merda che umilia gli operai, che assiste alla morte dei lavoratori senza far nulla e che ti abbandona come un ferrovecchio quando perdi il posto; viva i manager che non fanno un cazzo tutto il giorno e si ficcano in gola secchiate di miliardi e che quanto più sbagliano tanti più miliardi incassano come buonuscita per andarsene fuori dalla palle. All'inferno i colletti bianchi.

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lunedì 23 agosto 2010

L'autolesionismo non mi irrita, anzi mi diverte

Su La7, stasera, a "In Onda" (eccessivamente breve) erano ospiti di Telese e Costamagna (ottimi) Marco Travaglio e Maurizio Belpietro. A volte per mangiare una gustosa fetta di torta devi sorbirti l'immangiabile portata che la precede, se sei a casa della nonna e devi fare buon viso a cattivo gioco, girandoti il dito sulla guancia come a dire che è una squisitezza: speriamo che Travaglio non si offenda se lo paragono a un dolce.

Io lo sto a sentire Belpietro, sempre. E devo dire che a volte mi sembra pure un buon giornalista, rigoroso, inflessibile, indipendente, serio, financo bello. Non un capello fuori posto, vestito in maniera impeccabile, tono tranchant e sguardo fiero e di ghiaccio. Poi ci penso e mi chiedo se sono diventato completamente scemo. Mi accade la stessa cosa con Feltri. Con Vespa e Fede, invece, non ho di questi sbandamenti.

Il punto non è se sei antiberlusconiano o no, si tratta di un falso problema creato ad arte da chi col berlusconismo ci mangia e non vuol smettere di mangiarci, infischiandosene di tutti quegli interessi che siano appena più generali del suo piatto. Essere schifati dal fatto di essere governati da una persona invischiata in mille processi, arrogante, politicamente impresentabile da sempre, irrispettosa delle regole, tutta tesa al proprio vantaggio personale anzichè al bene del paese, già riconosciuto responsabile diretto e indiretto di corruzioni di testi e giudici, capace di proporre e far approvare più di 40 leggi a suo esclusivo beneficio, non è sintomo di antiberlusconismo, è il segno che sei ancora un cittadino serio e responsabile, obiettivo e critico, che tiene parecchio al suo futuro, alla libertà e alla democrazia. Parlare di antiberlusconismo e non porsi i problemi citati è invece segno che il tuo cervello è in vacanza da una vita e tu, rimasto solo, come una spugna hai assorbito tutta l'acqua del lavello, peccato fosse melma.

Il punto è che io, se desidero riparare la mia autovettura, mi affido a un meccanico serio e onesto; e per decidere qual è il più serio, non leggo per principio la rivista di meccanica edita dal più potente dei meccanici della mia zona: essere stupidi si può, ma non oltre un certo limite. Allo stesso modo, se desidero informarmi, mi avvalgo dei servizi di un giornalista serio, che (fino ad oggi) non ha mai raccontato di proposito una balla, che non ha mai calunniato di proposito nessuno, che non si contraddice o non si smentisce al primo stormir di foglie, che cerca di servire la verità e così facendo rispetta il lettore, che non deve difendere o trattare coi guanti nessun padrone e che non deve rendere conto a nessuno di quel che scrive. Un giornalista di talento (perchè scrive pure bene), rigoroso nelle fonti e lucido nell'analisi, che scrive per un giornale che non riceve finanziamenti pubblici (a differenza di tutti gli altri) e che non è edito da un grande imprenditore e tantomeno da un imprenditore entrato in politica o da suo fratello.... Un giornalista grazie al quale sono venuto a conoscenza di fatti che altrimenti avrei ignorato ancora e che critica chiunque lo meriti, senza trattamenti di favore: penso che nessun giornalista in Italia sia così cattivo nei confronti del PD. Un giornalista che non sai se è di destra o di sinistra: viene accusato di entrambe le cose, e ditemi voi se questa non è una medaglia di cui andar fieri, se fai quel mestiere. Una persona libera che fa il suo lavoro sapendo che nel momento in cui dovesse mostrarsi partigiano o inaffidabile o bugiardo (per esempio come Feltri, che ha calunniato diverse persone per mesi e poi lo ha ammesso, salvo poi ricominciare con altri) sarebbe subito punito dai lettori e dovrebbe chiudere bottega, non avendo la protezione di un padrone o l'ombrello del finanziamento pubblico che ti tiene in vita anche se, stampando ogni giorno che Dio manda in terra balle e calunnie variamente assortite, non vendi quasi più copie.

Leggo Travaglio insomma, se desidero sapere quel che succede. E altri giornalisti e scrittori bravi e seri come lui: M. Fini, Padellaro, Bocca, Gomez e tanti altri. Mi fido di chi ha sempre dimostrato di meritare fiducia. Rifuggo invece da chi serve un padrone o da chi si è già giocato la faccia. Se ho voglia di una mela, non la chiedo alla strega di Biancaneve: le rotelle del cervello mi girano ancora per il verso giusto. "Libero" non dà notizie, manganella chi non si allinea: sono due cose diverse. E Belpietro non mi appare obiettivo ed equidistante, mai. Non mi appare mai disinteressato, insomma: ma magari è una mia impressione. Libero, poi, lo paghiamo tutti, con il finanziamento, e lo paghiamo per servire un interesse di parte. Il Fatto Quotidiano lo paga solo chi decide di comprarlo e chi lo compra lo fa perchè sa che non ha dietro di sè poteri forti ai quali servilmente inchinarsi.

Ma, naturalmente, ciascuno di voi è libero di gettare l'argent come meglio crede. Anche, poniamo, comprando giornalacci insulsi che manganellano a comando i nemici di Papi: se vi piace acquistare carne marcia dal macellaio che viene indicato come il migliore su una rivista da lui edita, accomodatevi pure: l'autolesionismo non mi irrita, anzi mi diverte da morire. Io, scusate, certi ambienti non li reggo, mi manca l'aria.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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domenica 22 agosto 2010

La perenne insoddisfazione dell'essere umano

Uno dei tratti più fastidiosi e autolesionisti che si possono individuare negli esseri umani è l'incapacità di accontentarsi e di godere, anche solo per un po', di quello che si è ottenuto. Questo difetto, in minima parte presente anche in me (eh sì, appartengo anch'io alla specie umana, con tutta evidenza per uno strano scherzo del destino) e che io trovo comunque deleterio, è naturalmente presente in varie sfumature nelle diverse persone: si va dall'insoddisfatto cronico perennemente alla ricerca di qualcosa di diverso da quello che ha appena conquistato e che sino a poco prima diceva essere l'unico scopo della sua vita, all'insoddisfatto "normale" che insegue un sogno, coltiva un desiderio, magari per anni, e poi, quando più o meno miracolosamente e con più o meno sacrifico è riuscito a realizzarlo, comincia pian piano, gradatamente ma sin da quasi subito, ad avvertire e a riversare sugli altri una rinascente e crescente insoddisfazione: quel che si è avuto adesso non è più così desiderabile, in fin dei conti non si capisce come si facesse prima a desiderarlo con così tanta forza, altre cose mancano, quelle sì importanti, e quelle si vagheggiano, naturalmente sino a quando, a Dio piacendo, non si saranno raggiunte pure quelle, in una perversa spirale senza fine e senza senso.

In alcune persone, quelle che più hanno marcato questo tratto, la cosa raggiunge toni francamente assurdi e irritanti. Sono sempre più convinto che avessero ragione da vendere Oscar Wilde e George Bernard Shaw quando con notevole intuito affermavano che "In questo mondo non vi sono che due tragedie: una è causata dal non ottenere ciò che si desidera, l'altra dall'ottenerlo. Quest'ultima è la peggiore, la vera tragedia." Perchè se una persona è affetta dal morbo che sto analizzando finisce per non godere davvero mai di nulla, non parliamo poi delle piccole cose saper trarre felicità dalle quali è in fin dei conti uno dei veri segreti per vivere bene. Desidera, vagheggia, insegue, smania e si distrugge per raggiungere la meta agognata, rende impossibile la vita a chi gli sta accanto, non vive che per quella e non perde occasione per lamentarsi della propria infelicità causata, a suo dire, dalla mancanza di quella e poi, una volta che fa centro, la tensione in lui scema per un attimo e, anzichè fluire in una pacata e meritata soddisfazione, che dia requie al corpo stressato da una così estenuante corsa e ai familiari resi insofferenti da tale costante insoddisfazione, finisce per trasformarsi quasi subito in delusione e in una nuova tensione verso altri obiettivi, ancor più irraggiungibili, unitamente a una rinascente insoddisfazione motivata dal fatto di non riuscire a possedere mai, in definitiva, quello che gli manca.

Questo difetto si manifesta in persone comuni e in persone fuori dal comune, negli sconosciuti e nelle celebrità, negli incapaci e negli individui talentuosi, nelle donne e negli uomini, nei giovani come negli adulti: non risparmia nessuno, sembra essere una caratteristica ineliminabile dell'uomo. Entro certi limiti, essa ha anche risvolti positivi: è infatti grazie a questa costante tensione verso quel che non abbiamo ancora fatto o che non abbiamo ancora ottenuto che diamo un senso alla nostra esistenza, mettiamo alla prova le nostre capacità, tendiamo il nostro corpo e la nostra mente sino ai loro limiti, inseguiamo il meglio non accontentandoci del peggio e contribuiamo nel nostro piccolo, chi più chi meno, a migliorare il nostro piccolo mondo o quello più grande in cui tutti viviamo. Ma quando questa insoddisfazione travalica i limiti di una sana ambizione e di una ragionevole ricerca dello sconosciuto e dell'inesplorato diventa un limite e non più una qualità, una pietra al collo e non più una freccia al proprio arco. Perchè ci sfianca di continuo proiettandoci verso obiettivi sempre nuovi, per la maggior parte futili, e ci impedisce di goderne una volta raggiunti: e questo non è dare un senso alla vita o cercare di procurare a sè e ai propri cari quel che di meglio si può avere, questo è girare a vuoto generando in se stessi e negli altri perenne insoddisfazione e depressione miste a infelicità.

Può esservi il caso di chi sogna da una vita di acquistare una casa in modo da assicurarsi un tetto o di svincolarsi dall'incubo di un affitto che si mangia tre quarti del misero salario e da quello di uno sfratto sempre possibile. Una volta divenuti proprietari immobiliari però si hanno responsabilità e fastidi prima sconosciuti, nuovi pensieri che possono disturbare il riposo notturno, senza contare che spesso per arrivare ad acquistare una casa ci si deve mettere volontariamente al collo il cappio di un mutuo trentennale che sostituisce all'incubo dell'affitto o all'incubo dello sfratto quello di non riuscire a far fronte al debito e vedersi così portar via la casa frutto di tanti sacrifici. O può esservi il caso di quello che insegue l'amore della vita e, dopo una serie incredibile di disavventure sentimentali, pensa di aver finalmente trovato la persona giusta con la quale coronare il suo sogno d'amore e costruire una famiglia, ma non fa i conti con le mille insidie che una vita in comune può presentare e con le numerose sfumature del carattere della persona che si credeva perfetta per noi e che magari dopo pochi anni scopriamo incompatibile con il nostro modo di vivere e di vedere le cose. E può esservi il caso di quello che insegue e raggiunge il benessere economico senza però trovare quella felicità che erroneamente credeva dipendere dall'entità del saldo bancario.

Tutto questo per dire che ogni cosa della nostra vita ha sempre mille sfacettature e almeno due facce come ogni medaglia, sicchè puntare tutto quel che abbiamo su una singola carta ci destina ad un sicuro fallimento, perchè ogni rosa ha le sue spine (ma ha anche il suo profumo, i suoi colori e la sua bellezza). Ma la mancanza di questa consapevolezza, ignota ai più, non giustifica certo quella perenne insoddisfazione che abbiamo testè stigmatizzato e che rovina la vita di moltissime persone, anzi: è proprio la caducità della vita e la vanità delle cose materiali che dovrebero spingerci a godere di quel che abbiamo e di quel che riusciamo eventualmente ad ottenere, con merito o per fortuna, senza affogare sempre nel tormento che ci danno gli inevitabili aspetti negativi che ogni conquista positiva porta naturalmente con sè e senza passare la nostra esistenza a desiderare continuamente quello che ancora non si ha, in una folle corsa senza senso che ci porta di tutta fretta verso la morte impedendoci, di fatto, di trarre qualche gioia sincera e duratura dalla vita che ci è stata data e che non sappiamo quando ci verrà richiesta.

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venerdì 20 agosto 2010

I complici dei pedofili non ne possono più degli omosessuali

Il vescovo emerito (?) di Grosseto, tal Babini, che è già assurto tempo fa ai disonori della cronaca (o della cronica, visto il suo stato) per una serie di violente dichiarazioni razziste e omofobe e che di recente ha criticato severamente gli uomini di chiesa che si macchiano di atti omosessuali, ritenendoli addirittura peggiori degli atti di pedofilia perché «si tratta di uomini viziosi e perversi, che si sono abbandonati a oscene pratiche contro natura», torna a vomitare alcune nefandezze che sarebbero già irricevibili se pronunciate da un ubriaco al bar, figurarsi se provengono da un vescovo della Chiesa cattolica.

In sintesi, ecco il suo "pensiero": «Tutti conoscono le disordinate tendenze di Elton John e la sua vita depravata, dunque svolgere una sua esibizione davanti alla casa di Dio é offensivo»; «I cattolici farebbero bene a scendere in piazza per protesta contro Elton John. Incredibile che canti davanti ad una chiesa. Non se ne può più degli omosessuali». «Meglio non nascere che vivere certe esistenze».

Si permette a certi figuri di vomitare frasi razziste e omofobe e di incitare alla discriminazione solo perchè vanno in giro con una tonaca. Se mi venissero in mente, anche solo per caso, simili oscenità, mi suiciderei: "meglio non nascere che vivere certe esistenze", dopotutto...
Non eccedo nel mio commento perchè mi spiace prendermela con chi è palesemente affetto da gravi problemi; contesto solo che si dia eccessivo spazio a certi deliri e poi magari si accetti il fatto che un presidente del Senato chieda 700 mln di risarcimento a un giornale che si è limitato a pubblicare notizie sulle sue frequentazioni con mafiosi.

Il sito su cui questo illuminato personaggio scribacchia si definisce "blog di libera informazione cattolica" e se lo si visita si possono cogliere perle siffate:

"Gli islamici sono un pericolo come del resto tutti quelli contrari alla fede Cattolica. Ne abbiamo fatti entrare troppi ed ora non lamentiamoci. Diamo loro lavoro, quello che manca ai nostri.

"L’Aids si combatte solo con una attività sessuale ordinata e legata ai sentimenti. Ma questo risulta difficile da comprendere per coloro che sono a favore di aborto, eutanasia e unioni gay, e sono sempre più lontani dal significato della vita."

"Finiamola con il Ramadan."

Ribadisco: tutte le religioni, e certamente quella cattolica, sono gabbie mentali che deprimono l'umanità, l'intelligenza e la sensibilità dell'essere umano e che, sulla base di dogmi inventati e di regole assurde e spesso ripugnanti, dividono gli uomini e seminano odio fra loro, impedendo loro di condurre un'esistenza libera da condizionamenti e da pre-giudizi e di ragionare con la propria testa e con il proprio cuore.

Non vogliono che un omosessuale canti davanti al Duomo perchè ha una vita disordinata e perversa. Ma proteggono i preti che violentano i bambini e i loro superiori che li coprono. E vorrebbero guidare la nostra vita, dettarci le regole, dirci cosa è bene e cosa è male.

Ma levatevi dalle scatole, non avete la statura morale necessaria nemmeno per far la predica a un batterio.


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giovedì 19 agosto 2010

Intervista al prof. Calisson (13 agosto 2010)

(Politica e Persone, anno 2, numero 4)

CALISSON: "BOSSI FAREBBE MEGLIO A NON INTERVENIRE IN QUESTA FASE"

Il celebre politologo francese ci offre il suo solito sguardo disincantato sugli affari di casa nostra.
"Quanto a Berlusconi, la sua fine è appena iniziata, o viceversa."

Siena - Incontriamo il celebre prof. Calisson nella sua residenza senese una soleggiata mattina di agosto. Ci apre la porta la sua domestica, che sussiegosa ci accompagna attraverso il salone fino a uno splendido patio dove ad aspettarci ci sono il celebre studioso transalpino, seduto davanti a una pila di libri, gli occhiali appoggiati sul naso e un martini in mano, e il suo bassotto sonnacchioso e davvero poco interessato al nostro arrivo.

D: Prof. Laurent Calisson, lei che tanti volumi di successo ha scritto sulla nostra storia politica recente, come valuta il momento politico italiano, dopo la clamorosa rottura tra Fini e Berlusconi?
R: Bon, è indubbiamente presto per fare previsioni sull'evoluzione di questa non del tutto inaspettata crisi, tuttavia penso che il nuovo gruppo parlamentare nato da questa scissione renderà la vita parecchio difficile nei prossimi mesi all'esecutivo.

D: Figa! Questo lo sa pure il mio criceto. Cioè, ehm... volevo dire... e approfondendo un tantinello l'analisi?
R: What is "figa"?

D: Ehm, nulla, nulla... E, caro Professore, cosa diciamo a proposito del ruolo di Bossi? Non rischia di divenire sempre più centrale nel panorama politico? E quali sono i rischi possibili di una tale evoluzione?
R: Mah... Con questi chiari di luna Bossi farebbe meglio a stare in disparte ed osservare gli eventi, ha tutto da perdere se si intromette in questa lite da cortile, mi creda. Vedo invece che non esita a mettere, appena può, il "dito" tra i due litiganti...

D: Che fa, Prof. Calisson, allude, per caso?
R: No, no... non mi fraintenda: è che in "medio" stat virtus, la Lega ha fatto tesoro di questa antica saggezza. E proprio il medio spesso utilizza a fini politici...

D: Resta il fatto che la scissione di Fini, Bocchino e compagnia bella creerà non pochi problemi a una maggioranza che pur avendo un vantaggio numerico colossale in Parlamento si ritrova ora a dover contare i voti uno per uno, cosa ne dice?
R: Sono d'accordo, tenga conto poi che molti lì dentro arrivano a contare a malapena sino a dieci. Si tratta in ogni caso di un interessante processo di autodistruzione, forse l'unico processo a cui il premier non riuscirà a sottrarsi, eh eh...

D: Già... (mah!) e... di Italo Bocchino, che rappresenta sempre più la voce narrante di questa nuova compagine politica il cui leader è Fini, cosa possiamo dire?
R: Berlusconi potrebbe scoprire per la prima volta che si trattava di un valido politico e non di un capisaldo del suo programma di governo...

D: Ma Professor Calisson!!! Che cosa mi fa adesso, satira politica e della più facile e becera?
R: No, non era mia intenzione, stia sicuro, e poi oggi come oggi anche il più bravo umorista fatica a mettere insieme due battute che non siano subito surclassate dalle uscite da manicomio di questi campioni del burlesco che non avete eletto...

D: Uhm... e che ci dice di Bersani? A suo parere, sta sfruttando in maniera adeguata l'opportunità che gli si è presentata o, come spesso è accaduto, il PD non saprà offire una valida alternativa a questa maggioranza a brandelli?
R: Chi, scusi?

D: Bersani, il leader del PD.
R: Ah sì, è ancora lui il segretario, vero? Che dire... la sua musica mi è sempre piaciuta, il suo modo di porsi, così fresco e giovane, così capace di arrivare direttamente ai giovani. L'ho apprezzato sin da "Chicco e Spillo". Ma sbaglio o è un po' che non si sente un nuovo pezzo di Samuele Bersani?

D: Lasciamo perdere, Professore... ci dica invece qualcosa su Marchionne: ha fatto molto discutere la sua recente affermazione circa la smobilitazione di Mirafiori a favore di una delocalizzazione in Serbia... Cosa ne pensa?
R: Dico che Melchiorre, che di recente... ehm, Marchionne, che Obama giusto pochi giorni fa ha inspiegabilmente lodato pubblicamente, presumo per il cachemire sempre in tinta coi calzini, ha ancora una volta dimostrato un vecchio assioma sempre valido.

D: E cioè, scusi?
R: Che l'abito fa il monaco, eccome se lo fa. Basta togliersi la cravatta e mettersi un bel maglione colorato da trecento euro che subito il sindacalista cala le difese e, gli occhi brillanti di genuina commozione, si fa mettere nel sacco con gran facilità. Se ci pensa, è un vecchio trucco. Il PD si è subito innamorato perso di questo padrone a collo alto, di questo capitalista che vuol fare il compagnone col maglione da scampagnata domenicale e il risultato è stato che l'operaio è il nuovo schiavo moderno e i sindacalisti sono divisi come un governo di Prodi e utili come un secchio d'acqua salata in alto mare.

D: Ritiene dunque che Marchionne non abbia portato nulla di nuovo nel mondo produttivo del nostro paese?
R: Ritengo piuttosto che sarebbe stato meglio meglio prenderlo nel sedere come d'abitudine e cioè con la cravatta d'ordinanza: lo stile è sempre lo stile, dopotutto, anche in certe situazioni poco carine.

D: Ma Professor Calisson, mi tolga un dubbio: è sicuro di aver scritto proprio lei tutte quelle analisi politiche che l'hanno resa giustamente famosa?
R: Senza ombra di dubbio. Penso che lei si riferisca a betsellers indiscussi quali il saggio "La politica spiegata a un deficiente", il romanzo autobiografico "Dove ho messo la tessera elettorale che domani si vota" e il pamphlet "Voto chi mi pare e se mi gira nemmeno ci vado, a votare": mi sono costati anni di studio ma ne è valsa la pena, mi creda. I volumi che lei ha ricordato, e che tanto successo mi hanno portato in Francia e in tutta Europa, sono assolutamente miei. Si figuri che ho ancora lo scontrino, se vuole glielo faccio vedere...

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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lunedì 16 agosto 2010

Sarebbe come se Erode aprisse un asilo

"...qualsiasi ipotesi secondo cui chi ha vinto le elezioni fa l'opposizione e chi le ha perse fa il governo viola l'articolo uno della Costituzione, ovvero che la sovranità appartiene al popolo."
Questo dice il ministro della Giustizia Alfano, PDL. Quindi sa che esiste la Costituzione.
Alfano, Alfano.... cosa mi ricorda questo nome? Ah già, il Lodo Alfano, quella merdina secca di legge di merda salva premier, che era antidemocratica, ingiusta, ad personam e violava clamorosamente la Costituzione e che incostituzionale è stata dichiarata dalla Corte apposita. E parliamo della Costituzione, proprio quella che, disse il premier più volte, è vecchia, va rivista, è sbagliata, fu scritta nel dopoguerra dai comunisti, è un impaccio per chi vuol governare. E non parliamo poi dei deliri di Gasparri e di quelli odierni di Bianconi, che è stato fulminato in serata da una nota del Qurinale: gente che non conosce la Carta.

Ma.... volere la secessione, non riconoscere l'unità d'Italia e pulirsi il sedere col tricolore sono comportamenti citati in qualche articolo della Carta, Mister Angelino Alfano? Sono robaccia della Lega, alleato del PDL: dovrebbe esserne al corrente.

Adesso torna bene la Costituzione eh?, citata fra l'altro a sproposito. Questo è rendersi ridicoli.
E non parliamo della legge sul legittimo impedimento, altro pateracchio che presto finirà nel cesso.
Decidere su scioglimento Camere, elezioni etc spetta a Napolitano e non ad altri e i riferimenti alla "Costituzione materiale" sono risibili. Discorsi del genere palesano scarsa conoscenza della materia e/o volontà di seminare zizzania e generare indebite pressioni.

La verità è che avevano una maggioranza oceanica che avrebbe potuto permettere loro di fare qualsiasi nefandezza (oltre a quelle già fatte) e che adesso invece devono contare i voti col pallottoliere e col fiato in gola a ogni votazione: hanno fallito in maniera ridicola, oltre ad aver governato in maniera orribile e contro gli interessi del paese. Prodi con una manciata di voti di scarto ha governato per quasi due anni, questi ne avevano un centinaio e sono franati come un castello di carte al primo sbuffo.

Questi qui calpestano giorno e notte la Costituzione, demoliscono la democrazia, delegittimano le istituzioni, non rispettano i rapporti tra i poteri, non si dimettono neppure se indagati, processati o condannati per reati gravissimi, e adesso citano l'articolo 1! Un po' di dignità non guasterebbe.
Uno che ha firmato il lodo Alfano si appella alla Costituzione e la definisce una guida: sarebbe come se Erode aprisse un asilo.

Oppure un po' come... se un premier, che in base a una sentenza ha corrotto un testimone (Mills) per sfangarla in un processo che lo vedeva alla canna del gas e che in base a un'altra sentenza (definitiva) si è avvantaggiato enormemente della corruzione di un giudice operata con il suo denaro e nel suo interesse, ebbene è un po' come se un premier così chiedesse, che so... le dimissioni di un presidente della Camera sulla base di una vicenda immobiliare ancora tutta da definire, di lieve entità e montata ad arte da pseudo-giornalisti al soldo del premier stesso e già rei confessi di precedenti campagne di stampa diffamatorie e vergognose.
E' già successo, dite?

A proposito, la casa di Arcore come fu acquistata? Sarebbe carino se il piduista Silvio (tessera 1816) ci illuminasse, ormai abbiamo questa strana passionaccia per gli immobili acquistati dai politici. Che anche Silvio abbia acquistato a sua insaputa? Si sa, nella casa delle libertà si fa tutti un po' come ci va!

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domenica 15 agosto 2010

Adesso sì che siamo più sicuri

ll nuovo codice della strada era entrato in vigore solo da quattro ore e mezza, ed ecco la prima maxisanzione: un automobilista si è visto portare via 62 punti in un colpo solo. Alle 4,30 di stamattina alla Polizia stradale di *** è arrivata la segnalazione di un furgone che viaggiava a zig-zag sull'autostrada A4 in direzione ***, sbandando anche sulla corsia d'emergenza. Gli agenti lo hanno aspettato e hanno dato l'alt, ma il furgone non si è fermato. Lo hanno allora inseguito per 4 chilometri, costringendolo a fermarsi (...). Qui il conducente (...) è sceso e ha cominciato a insultare i poliziotti. Ed è scattato l'arresto per resistenza a pubblico ufficiale. Poi c'è stato l'alcoltest. Visto che il giovane ha meno di 21 anni, il suo tasso alcolemico sarebbe dovuto essere secondo le nuove regole a zero, mentre il suo fiato ha fatto impennare l'etilometro a 2,5, cinque volte il massimo consentito per gli over 21.
Conseguenze: 10 punti tolti per guida in stato di ebbrezza; 10 per aver rifiutato di sottoporsi al test per la droga; 5 per la mancanza delle cinture; 6 per essere andato a zig zag e quindi non aver rispettato la segnaletica orizzontale. Totale 31. Ma visto che l'ubriaco aveva la patente da marzo e quindi da meno di tre anni, tutti i punti tolti sono raddoppiati, salendo a 62. La patente è stata ritirata, e ora il giovane rischia una pena fino a 2 anni e dovrà subire, per aver guidato ubriaco, un processo penale. (repubblica.it del 14.08.2010)

Inoltre poichè si era giocato il jolly in questa manche perde altri 15 punti. Ma se sceglierà il pacco giusto potrà partecipare al televoto e rientrare alla guida fin da martedì grazie al ripescaggio del pubblico. Senza contare che potrà comprare una vocale e girare la ruota.
Una curiosità: 2,5 è 5 volte zero? Ma 0*2,5=0... Non è chiaro.

Quel che è chiaro è che inaspriscono due o tre sanzioni ma per le strade io ogni giorno vedo fare cose inenarrabili e controlli zero: non ci sono uomini, non ci sono pattuglie, non ci sono soldi, se li è mangiati il governo: è una svolta teorica, questo nuovo codice. Sarebbe come stabilire che chi butta le cartacce per terra si prende 5 frustate e poi venire a sapere che in tutta Italia le forze dell'ordine dispongono sì e no di 20 fruste e pure logore. L'unico fastidio che il nuovo codice mi arreca è che io, che ero uso sbronzarmi regolarmente durante i miei viaggi autostradali notturni comprando una boccia di grappa all'autogrill, dovrò ricordarmi di acquistarla all'ora di cena perchè dopo le 22 non me la venderanno più...
Infine sentite questa: per chi viaggia fino a 95 in centro abitato, a 136 sulle statali e provinciali dove il limite è 90, fino a 178 in autostrada l'importo della sanzione rimane fissato a 155 euro, ma i punti prelevati scendono da 5 a 3. Per la fascia che va da 40 a 60 km oltre il limite la sanzione aumenta da 370 a 500 euro, ma i punti prelevati da 10 svaporano a 6. Ancora un po' e sarà previsto un buffetto sulla guancia per chi guida come un criminale. Una vera stretta, eh?

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giovedì 12 agosto 2010

Il dito ha interrotto il silenzio


Dopo alcuni giorni di preoccupante silenzio il dito medio di Bossi è tornato a parlare alla stampa. Ecco due immagini tratte dal video di SkyTg24 che immortalano, la prima, il momento in cui il Senatore della Repubblica esprime con l'ormai celebre dito la sua opinione davanti al giornalista (donna) che gli ha rivolto una domanda su un possibile governo tecnico e poi, la seconda, il tronfio ed intelligente ghigno da bar sport con cui il Senatore della Repubblica ammicca agli astanti accompagnando il tutto con un suono gutturale imperdibile che solo chi usufruirà del video potrà gustarsi nella sua interezza.
Adesso si può ben dire che Bossi, "mediamente", dice cazzate.
Davvero, ormai non saprei più come fare senza il dito medio di Bossi, prossimo a ricevere la laurea honoris causa (lui o il dito?). Grazie di esistere, Senatur. Viva l'Italia!
Per i buongustai e per i perversi, ecco il video:
http://tv.repubblica.it/copertina/governo-tecnico-bossi-fa-il-dito-medio-a-sky/51660?video=&ref=HREA-1
Guardatelo tutto, il video: è IMPRESSIONANTE. E' Senatore della Repubblica. Vi sembra non dico un senatore, ma una personalità con un incarico pubblico che risponde a una domanda? O piuttosto cosa vi sembra? Anche a voi??
E' Senatore. Decide della nostra vita. Fa un gestaccio, ride sguaiatamente cercando l'appoggio degli avventori, manca di rispetto a un giornalista e a una donna (al paese tutto, ma siamo abituati), esprime due concetti in croce (se van su quelli della sinistra poi cambiano le leggi che non gli piacciono -immigrazione, elettorale- e questo non va bene).
Vado a farmi un goccetto.

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mercoledì 11 agosto 2010

Prego, dopo di lei...

Le possibilità che Fini si dimetta "sono pari a zero". E certo, prima di lui, "che non è nemmeno sotto processo", dovrebbe essere "Berlusconi a dimettersi, al contrario imputato in più processi" e con lui, "per lo stesso motivo, i ministri Matteoli, Fitto e il sottosegretario Bertolaso". Parole di Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera.
Al di là della tenera curiosità che sempre mi stimolano coloro i quali scoprono dopo vent'anni di che pasta è fatto Berlusconi, dico che "quando ce vo', ce vo'". E finalmente Bocchino ha detto chiaro e tondo quel che pensiamo da giorni. Dimissioni? Prego, dopo di lei, caro Papi. E dopo la sua cricca.
Stendiamo invece un velo pietoso sulla squallida campagna di stampa orchestrata da giornalisti già condannati per diffamazione in passato, da giornali che NON appartengono a Berlusconi ma da suoi familiari o sostenitori e da emittenti tv che pur essendo sue seguono una linea rigorosamente autonoma.
Cavaliere, non siamo tutti idioti. Forse molti, ma non tutti. Su quel "molti" giostra il filo a cui è appeso. Si riguardi.

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martedì 10 agosto 2010

Altro che blocco dello scrittore...

Se un giorno ti mancano le idee (a me non capita: io devo pure contenermi, spesso) nessuna paura: un sacco di idioti nel mondo lavorano per te e per il tuo blog, basta restare in ascolto.

Nichi Vendola non potrebbe ricevere la comunione “perché ostenta la sua condizione perversa e malata di omosessuale praticante”. Parole di monsignor Vincenzo Franco, che ha aggiunto: “A questa gente come lui, un gran furbacchione che specula sulla sua presunta vicinanza alla Chiesa, i vescovi e i sacerdoti sappiano dare un bel calcio nel sedere”. E' il vescovo di Otranto. Di chi ostenta razzismo e idiozia non ha detto nulla.
Non mi stupisco, perchè la Chiesa Cattolica notoriamente discrimina da sempre i non eterosessuali, i conviventi (purchè non ricchi e/o famosi), i non cattolici, ecc. Di recente abbiamo appreso che i suoi vertici erano pure usi a coprire i pedofili. Semplicemente, rilevo l'ignoranza umana, il razzismo e la violenza di una persona che sara' anche uomo di Chiesa ma di certo non parla da uomo. Il punto non è che la Chiesa non intende dare il corpo di Cristo a un omosessuale: è una setta, ha le sue regole ed è libera di applicarle, purchè non in contrasto con le leggi di un paese che si ostina a voler considerare sotto la sua influenza. Il punto è che questi qui, che dicono di parlare in nome di Cristo e che invece offendono Cristo a giorni alterni e vivono in aperto contrasto con il suo verbo, offendono le persone, le discriminano, seminano odio, incitano alle divisioni, vomitano insulti scientificamente risibili e umanamente disgustosi. E vivono e parlano in un modo che con Cristo non ha nulla a che vedere.

Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, ha emesso un’ordinanza che impedisce all’artista Morgan di esibirsi nel teatro Romano della città veneta il prossimo 4 settembre in occasione del “Festival lirico”.
Morgan è quello che ha ammesso di aver usato droga e per questo è stato cacciato dal Festival di Sanremo. Ha ammesso di fare quello che fa la maggioranza degli Italiani.
Tosi è quello che è stato condannato per aver pronunciato parole che incitano all'odio e alla discriminazione razziale. Un sindaco. Condannato per parole razziste.
Mi sono sempre piaciuti i somari che pretendono di far lezione ai professori. Tipo Berlusconi che ha più processi che capelli e si è pure fatto le leggi ad hoc per sfangarla e adesso osa chiedere le dimissioni di Fini per una vicenda (di denaro privato) di cui ancora non si è capito nulla tranne che i media di regime la stanno usando per delegittimare un nemico politico con la solita tattica già vista per i casi Prodi, Di Pietro, Boffo, Lario, ecc.
Tosi: "Uno che si vanta di fare uso di cocaina non può venire ad intrattenere il pubblico veronese".
Tosi, condannato per parole razziste, fa la morale a Morgan. Condannato per razzismo, non vuole Morgan a Verona e impedisce a un artista di fare il suo lavoro con un'ordinanza che viola una decina fra leggi e principi costituzionali.
Poi dice: ce l'hai con uno per partito preso. No, no: ce l'ho con uno perchè si comporta in modo ignobile, è ben diversa la cosa.

La tragedia della Love Parade di Duisburg (20 morti e più di 500 feriti a causa di solari errori organizzativi) come punizione di Dio per gli eccessi di una gioventu' perduta. A sostenere la tesi e' il vescovo ausiliario di Salisburgo, Andreas Laun, secondo cui la Love Parade e la partecipazione ad essa sono 'una sorta di ribellione contro la Creazione e contro l'ordine divino, sono un peccato ed un invito al peccato'.
Uhm... queste parole mi hanno spinto alla riflessione... Dio è grande ma non può tutto. Ad esempio, non può evitare la morte dei bambini e degli innocenti, i terremoti, ecc. E contro l'idiozia, l'ignoranza e l'oscurantismo può poco.
Io vorrei sapere chi e cosa e come e quando ha dato mandato a certe persone di parlare a sproposito in nome di Dio. Quale Dio, poi? Ognuno se n'è fatto uno e lo fa parlare a piacere.

Chiudiamo con De Rossi che, da capitano degli azzurri della nuova Italia di Prandelli, ci fa cortesemente sapere che Cassano è cambiato, da 3-4 anni precisa (davvero?), che adesso merita il numero 10 e merita di stare in Nazionale e vedremo comunque cosa accadrà quando ci saranno i momenti difficili (tanto per portare un po' di rogna).
Peccato che appena un mese e mezzo fa avesse detto che Lippi aveva fatto bene a non convocare Cassano, che Cassano segna poco e peccato che comunque, più volte negli anni passati, avesse detto o fatto capire tutt'altro.
Scusa De Rossi, ovvero il coerente, ma se è cambiato da 3-4 anni e merita il "10", non ci avrebbe fatto comodo in Sudafrica, al fine di evitare quella indimenticabile figura sportiva di merda planetaria?
Io lo dico sempre: più parli più aumenta il rischio di sparare cazzate o di contraddirti, nel tempo, in maniera pacchiana.

Come vedete, giornata proficua per chi va a caccia di grandi e piccole idiozie.


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domenica 8 agosto 2010

Chi non vota è più astuto di chi vota?

Tutti, nel "PDL che non c'è più", parlano di quando andare a votare: a novembre, così facciamo paura agli innocui compagnucci del PD e impediamo al traditore Fini di organizzarsi, a marzo che è un mese che ci porta buono, oppure domattina presto prima di far colazione così freghiamo tutti, ecc. Fingono di non ricordare che non spetta a loro, nè all'opposizione (quella finta e quella vera), nè ai presunti traditori decidere se e quando sciogliere le Camere e andare a nuove elezioni, ma a Napolitano. Adesso direte: allora stiamo freschi! Condivido, non è che come custode della Costituzione l'attuale presidente abbia uno score brillante (eufemismo), in ogni caso muovere le mandibole cianciando di elezioni e di prerogative che non competono a te è sinonimo di arroganza mista a idiozia. Andare a votare in queste condizioni, poi (legge elettorale antidemocratica, monopolio tv in mano all'attuale premier, leggi ad personam approvate o allo studio che proteggono i delinquenti consentendo loro di continuare a delinquere dai posti di potere, barbarie diffusa) sarebbe una vergogna mondiale e, di fatto, stupido e inutile. Ma voi avete mai visto un privilegiato che annulla di sua iniziativa i suoi immondi privilegi? O un ladro che si ammanetta da solo? O un aspirante dittatore che si converte di botto alla democrazia costituzionale? No? Appunto. Come uscirne? Non so, ma sarà ben dura uscirne morbidamente. Che gli Italiani meritino lo schifo attuale è fuori di dubbio: lo hanno voluto o non hanno fatto nulla per evitarlo. Parlo della maggioranza, si intende. L'unica cosa che han saputo fare quelli che ragionano un filo di più è non votare (vedi incremento dell'astensione), che come scelta mi pare però assai stupida perchè controproducente, quindi non sono così sicuro che dopotutto questi siano davvero quelli che ragionano un filo di più: semmai, solo un filo... Perchè non votare quando si potrebbe votare per chi (ancora) è pulito, o lo sembra? Lo so, scelta ristretta... ma non votando mandi su i soliti ladri, tanto peggio tanto meglio non mi pare una tattica proficua se ti sbatti 8 ore al giorno per meno di 1000 euro. Fare filosofia è bello, ma non porta il pane in tavola. Nel frattempo le cinque tv di regime e i quotidiani fedeli alla cricca spargono un po' di merda su Fini (la questione delle case): strano, non si erano mai occupati con tanta solerzia di case comprate chissà come (Scajola), di presunti favori tra parenti (Bertolaso), di reati, scandali e vergogne assortite (il premier e la maggioranza, prego mischiare le carte e pescare a caso nel mucchio, non si sbaglia comunque). Questi servitori fedeli che dicono di fare informazione dove andranno a nascondersi quando il castello di argilla franerà? Saranno abbastanza veloci da cambiar maglia senza farsi accorgere?

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giovedì 5 agosto 2010

Se non ci capite nulla siete intelligenti

L'astensione dei finiani di Fli, dell'Udc, dell'Api e dell'Mpa ha impedito che alla Camera fosse approvata la mozione di sfiducia presentata da Pd ed Idv nei confronti del sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, coinvolto nell'inchiesta sulla P3. Ma la pacchia è finita; il governo più compatto dell'universo, il presidente migliore degli ultimi centocinquant'anni e la maggioranza più schiacciante della storia non ci sono più: svaniti come la nebbia al mattino. Finalmente un gruppo di parlamentari di destra ha deciso che la legalità viene prima di tutto; staremo a vedere. Certo, dover sperare in Fini per tornare a un livello normale di decenza la dice lunga su come siamo messi.

Caliendo, sottosegretario "dalle pessime abitudini private" (lo ha detto Casini, che però siccome è garantista si è astenuto anzichè votare contro, se non capite questa siete intelligenti, non preoccupatevi), si è detto contento della fiducia della Camera nei suoi riguardi e ha affermato che tuttavia non esiterà a dimettersi nel caso in cui venisse fuori, in futuro, che ha mentito.
Perchè lui adesso non lo sa, se ha mentito? Questa odora di presa per il culo, che dite?

Bossi oggi ha parlato. Lo preferivo quando, più sinteticamente, delegava le dichiarazioni politiche di giornata al suo dito medio.

E' cominciata la classica fuga dei topi dalla stiva della nave che dopo mesi di mari tempestosi adesso se la sta vedendo davvero brutta. Nominati che in caso di elezioni temono di non esserlo più, opportunisti che cominciano a pensare al proprio futuro, voltagabbana di professione, tipi accorti che semplicemente fiutano l'aria e cercano di sfangarla. Se sto parlando del PDL? No, non esite più, come se ne può parlare?. L'ex fascista sta rosolando a fuoco lento il cotechino che, piccolo e nero come una macchia di inchiostro, progetta di uccidergli il bebè nella culla: meglio di Beautiful. Che poi a me questa cosa di Fini che, come Casini, scopre dopo vent'anni che Berlusconi è un illiberale un farabutto ecc. mica mi convince appieno.

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lunedì 2 agosto 2010

La politica del dito medio

Non so se avete notato il fatto, ma Umberto Bossi ormai comunica a gesti. Piu' in particolare con un dito. Sono lontani i tempi in cui sbavava oscenità da un palco un giorno sì e l'altro pure, adesso lascia che a parlare siano le dita, solo di rado vomita assurdità tipo i 20 milioni di padani pronti a scattare, i fucili carichi, Roma ladrona, etc. Uscito da una cena di lavoro, ha salutato i giornalisti dal finestrino dell'auto col dito medio, giorni fa. Un messaggio breve e chiaro, insolito per un politico. E ieri si è ripetuto: solito dito. La cosa buffa non è questa: da Bossi ormai ti aspetti di tutto, dopo aver saputo con cosa si pulisce il sedere e come ragiona suo figlio, politico in rampa di lancio. La cosa buffa è che nessuno si stupisce, ci si limita a riportare il fatto, come se si trattasse del resoconto di un vertice politico o della cronaca di una partita. Ormai è accettato da tutti che un ministro della Repubblica saluti la stampa o esprima un'opinione col dito: a ben vedere è questa la più grande offesa che si può fare a Bossi, non stupirsi. Non so come farò a far credere a mio nipote che tutto questo è accaduto davvero.

Fini mette in pratica quel che aveva già annunciato alcuni anni fa prima di rimangiarsi le parole e giocarsi per l'ennesima volta la faccia: ricordate il "siamo alle comiche finali" del tempo del predellino, cui seguì regolare voltafaccia e relativa annessione di AN al PDL? Meglio tardi che mai, comunque. Berlusconi, ducetto furioso, crede di avere a che fare con un dipendente (la forza dell'abitudine) e gli impone di lasciare la presidenza della Camera, ottenendo come riposta un sonoro "no": in camera, si sa, vuole dirigere tutto lui. Capezzone, l'immarcescibile bronzeo alfiere di regime, stigmatizza l'attaccamento di Fini alla poltrona: mi piace quando una persona parla di argomenti di cui si intende, ho sempre odiato l'incompetenza.

Veronica osò puntare il dito (aridaje con 'sto dito) contro la malattia di un marito che frequentava minorenni e, da premier, giustamente "premiava" amicizie personali con cariche pubblice e il giorno dopo spuntò, su un giornale, una sua foto in topless. Casini ruppe con Berlusconi (dopo quattordici anni di amorosi sensi) e fu messo nel dimenticatoio dai media di regime. Adesso si ripete il solito refrain con Fini: divenuto nemico, ecco partire le secchiate di merda dai giornali e dalle tv fedeli al grande capo. Ieri il Giornale (di proprietà del fratello di Berlusconi, quindi il premier non ha nulla a che farci, sia ben chiaro) titolava: "Così è diventata ricca lady Fini". Mai che si siano chiesti come è diventato ricco Mister Berlusconi eh? L'ultimo a chiedergli come ha fatto i soldi fu Travaglio nove anni fa, da quel giorno Luttazzi è in castigo. Adoro il giornalismo d'inchiesta, specie quello fedele.

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domenica 1 agosto 2010

Le 10 cose per cui vale la pena vivere

Richiesto di stilare l'elenco delle 10 cose per cui vale la pena vivere, stasera ho partorito questa:

(in ordine sparso)
dissetarsi dopo un gelato
sesso
leggere
scrivere
frutta
coca cola
calcio
pastasciutta
travaglio
bambini

10 minuti dopo o 10 minuti prima ne avrei scritto un'altra, probabilmente diversissima. Ad esempio, ho lasciato fuori: "fare liste idiote".

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L'allegra macelleria del G8

Sono state rese note le motivazioni della sentenza di appello per la sanguinosa e vergognosa irruzione della Polizia alla scuola Diaz durante il G8 del 2001. Dalla lettura di questo corposo testo emerge con chiarezza una novità (si fa per dire) e cioè che "i vertici della polizia coprirono la vergognosa condotta dei poliziotti."

E' quanto ho sempre sostenuto: quella notte una banda di bestie in divisa (uso questo termine per via delle azioni che hanno commesso, che dire bestiali è poco, e per distinguerli dai poliziotti onesti, la stragrande maggioranza), guidate dai superiori e non di loro iniziativa, commisero al G8 una quantità incredibile di violenze gravissime, vergognose e inaccettabili ai danni di cittadini inermi, disarmati e innocenti, picchiandoli selvaggiamente e senza ragione, effettuando arresti illegittimi, fabbricando false prove ecc. Quella notte fu la notte della democrazia e dei diritti civili.
Gli alti funzionari della polizia presenti alla irruzione alla scuola Diaz di Genova durante il G8 sono stati condannati dalla Corte d'Appello in base all'articolo 40 del codice penale, perché avevano l'obbligo di impedire le violenze e non lo hanno fatto. Ecco il testo delle motivazioni: http://download.repubblica.it/pdf/2010/sentenza_diaz.pdf

Leggiamo da repubblica.it:

...due dei più importanti poliziotti italiani: "preso atto del fallimentare esito della perquisizione, si sono attivamente adoperati per nascondere la vergognosa condotta dei poliziotti violenti concorrendo a predisporre una serie di false rappresentazioni della realtà a costo di arrestare e accusare ingiustamente i presenti nella scuola".
(...)
Rispetto alla sentenza di primo grado, la novità della condanna in Appello è la responsabilità dei vertici per le violenze e per i falsi atti, come le bottiglie molotov portate dentro la scuola dai poliziotti e poi fatte risultare come prova del possesso di armi da parte degli occupanti. Secondo la Corte d'Appello di Genova, del falso documentale sono responsabili infatti anche i vertici della polizia presenti, non solo i loro sottoposti. Mentre per il Tribunale, unico responsabile risultò Pietro Troiani, la Corte d'Appello ha stabilito che i filmati sono inequivocabili, perchè indicano un conciliabolo tra alti dirigenti della polizia nel cortile della scuola con le bottiglie in mano, e ha stabilito che non potevano perciò non sapere nulla.
(...)
Per quanto riguarda le violenze commesse dalle forze dell' ordine durante l'irruzione, la Corte spiega che (...) i più alti funzionari presenti in loco erano presenti all'operazione e hanno visto quello che accadeva e poichè erano gerarchicamente sovraordinati potevano intervenire per impedire le violenze. Ma non lo fecero.

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