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lunedì 30 marzo 2020

Occhi piccoli e cattivi



Avete notato i ricchi?

Sì, insomma, non parlo dei magnati. Parlo di chi sta bene, di chi non ha quelle economiche fra le sue preoccupazioni quotidiane. Di chi non fatica ad arrivare a fine mese e per i 18 anni del figlio scuce il macchinone nuovo di pacca senza pensarci due volte. Di chi non va tutte le mattine al lavoro, stipato nella metro, e rischia la salute e la vita per un tozzo di pane. Di chi non ha il banchetto al mercato e tutte le mattine allestisce e tutti i pomeriggi carica tutto nel furgone e riparte. Di chi è costretto a lavorare in nero, o distante da casa, o senza le minime condizioni di sicurezza, o sotto ricatto. Non parlo di questi, ma degli altri.
Di quelli che un sabato sera spendono quanto un poveraccio spende tutto il mese per la spesa. Di quelli che non pagano le tasse e hanno residenze fittizie o benefici illegittimi. Di quelli che buttano il denaro nel cesso e ciò nonostante si lamentano sempre.

Ebbene, hanno paura di beccare il virus.
E’ naturale.
Tutti abbiamo paura. E, se ci prende, abbiamo paura che degeneri, e che nessuno ci ricoveri, che nessuno ci salvi e che una morte orribile ci aspetti (morire soffocati è brutto).
Ma, ripeto, è naturale che sia così.
A meno che tu non sia miliardario o vip (e magari ti compri un ventilatore polmonare), ricco o povero rischi allo stesso modo: i soldi in quei frangenti contano poco, per contare devono essere davvero tanti. E anche se tanti potrebbero comunque non salvarti la pellaccia.

Ma al di là del rischio, in questa fase di attesa e di angoscia non soffrono più di tanto.
Sono costretti ai domiciliari in case confortevoli e ampie, quando non lussuose, con giardini e piscine. Non in appartamenti di 50 metri quadri con moglie e figli, a volte pure con parenti, in locali magari fatiscenti, in quartieri magari malfamati, in città magari pregne di veleni.
Possono ordinare beni senza limiti, avendo ampie disponibilità. Non hanno il conto corrente al limite o prepagate con su 100 euro.
Non rischiano di perdere il lavoro alla fine dell’emergenza o di rimanere a corto di liquidità (insomma, i soldi per fare la spesa).

Nonostante le circostanze della vita, le più varie, abbiano loro permesso di trovarsi in questa posizione privilegiata, della quale spesso nemmeno hanno contezza, i ricchi si chiudono in loro stessi. Non aiutano. Non donano. Lo fanno gli straricchi, a volte (di rado) ma molto spesso più per calcolo che per slancio. Loro, i ricchi di cui parliamo adesso, no.

Chi ha poco, spesso è generoso e empatico: le sofferenze provate sulla pelle ti fanno sentire quelle degli altri come se fossero le tue.
Chi ha tanto, è egoista e ti guarda con occhi piccoli e cattivi. Ha paura di perdere quello che ha, non solo la salute. Spesso sa di non averlo neppure meritato: sono i più cattivi e insensibili.

Certo, non vale per tutti: le generalizzazioni sono stupide.
Ma chi nella vita accumula e non condivide, chi sfrutta il lavoro altrui, chi vive di rendita senza muovere un dito, chi è abituato ad avanzare calpestando e senza guardarsi indietro, gli egoisti insomma, i senza scrupoli, durante un’emergenza non cambiano la loro natura; in genere si arroccano.


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domenica 29 marzo 2020

Questo fortissimo silenzio



Forse chi non ha mai riflettuto su cosa vuol dire essere preda della depressione può in un certo qual modo farsene un’idea in questo periodo di forzata reclusione domiciliare.
O chi ha sempre ritenuto, sotto sotto, che si tratti di malattie inventate, grazie alle quali una persona ci marcia e si fa i fatti suoi.
Adesso vi verrà in mente quel collega che si assentava dal lavoro per malattia e per lunghi periodi... o quel conoscente di cui non sapevate, alla fine, proprio un bel niente.

Forse chi a queste cose non ha mai pensato riesce a capire, adesso, quanto possa essere devastante per una persona depressa, e magari anche sola, la domenica, questa giornata che per molti di noi è svago e riposo. Una giornata che è un pungo in uno stomaco per chi è solo e/o depresso. Una giornata in apparenza felice che serba dentro di sé un piccolo carico di veleno amarissimo, per chi viene morso.

Allo stesso modo sono insostenibili le vacanze estive, quelle di Natale, di Pasqua, il Capodanno...
Le luci, l’aria di festa, la corsa agli acquisti, i pranzi coi parenti, i regali sospirati dai bambini, “dove lo passi quest’anno”, “cosa fai il 31”, le spiagge brulicanti di bagnanti, le serate al ristorante, la disco, i picnic, etc.
Una tortura quotidiana si dipana proprio nei periodi in cui noi siamo invece più spensierati, allegri, frenetici.

Guardate fuori dalla vostra finestra, oggi: strade deserte, lunghe file di automobili parcheggiate, nessun passante, nessuna voce, un autobus ogni mezz’ora, nastri di asfalto la cui unica funzione sembra ormai solo quella di riempire con un tono grigio uniforme lo spazio fra le case. Un silenzio irreale, totale, disturbante, che la domenica si fa fortissimo e straziante.
Ecco, questo è quello che prova un depresso, o una persona sola e infelice: ma lo prova sempre, dentro di sé; non solo la domenica di una quarantena imprevedibile solo due mesi fa, che ci angoscia e ci spaventa ma che riusciamo ad affrontare perché siamo in compagnia e perché abbiamo comunque voglia di vivere, di leggere un libro, di giocare coi figli, di cucinare una pizza, di fare una videochiamata.

E loro, i depressi, gli infelici, i soli, sono un esercito folto e silenzioso. Non li riconosci a vista: potrebbe essere l’uomo che è davanti a te alla cassa del supermarket, o la donna che incroci davanti al Tabacchi. O la commessa con cui scambi due chiacchiere di circostanza. Sono persone che si sono ammalate per sfortuna, o che la vita ha trattato male. A volte la vita, che con noi è stata buona o anche solo “neutra”, sa accanirsi contro una persona, se la prende di mira. Sono persone “normali” che sono finite nel gorgo per caso, o per la cattiveria di qualcuno, o sono persone con un problema che non sono mai riuscite a superare. D’un tratto si rompe qualcosa, magari non senti nemmeno il crack: ma da quel momento nulla è più come prima, diventi invisibile, e più provi ad uscirne più affoghi, come se fossi nelle sabbie mobili. La vita è bravissima a distruggerti.

Quando leggete di un suicidio, e a margine del fatto di cronaca qualcuno prova a fornirne una spiegazione, riflettete su questo. E provate a capire che non è umanamente possibile sapere fino in fondo i veri motivi che rendono la vita una tortura quotidiana per alcuni di noi, o che spingono qualcuno a decidere di farla finita.


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venerdì 27 marzo 2020

Il colpevole è noto



Il coronavirus è colpa dell’Uomo. Questo mi sembra chiaro, no?
Lo stesso Uomo che è così idiota da togliersi la sedia da sotto il culo da solo (ospedali chiusi, posti letto tagliati, scorte di mascherine e dpi vari scarse, protocolli sbiaditi, piani pandemici non aggiornati, preferenza politica accordata per decenni a “perfetti e inutili buffoni”). Lo stesso Uomo che deforesta, violenta tutto quel che vi è di violentabile in Natura al solo scopo di far soldi. Lo stesso Uomo che nega il cambiamento climatico che tra 20-30 anni comincerà ad avere effetti apocalittici. Lo stesso Uomo che crede in un essere mai visto ma dubita dei dati scientifici sullo stato del Pianeta. Lo stesso Uomo che tollera che pochi imbecilli con il muso da idioti abbiano i soldi anche nel sedere e che la stragrande maggioranza degli altri campino di stenti o muoiano di fame. Lo stesso Uomo che da decenni sta scientificamente distruggendo la Terra.
Pensare che dopo il Corona (che non ci sterminerà) qualcosa possa cambiare è stupido. Cambierà forse il nostro atteggiamento (meno contatti sociali, più paura, più considerazione per i piccoli piaceri quotidiani), ma non cambierà mai la dissennatezza che fa correre dietro al profitto, schiacciando ogni altra cosa

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mercoledì 25 marzo 2020

+17




E’ un lungo unico giorno iniziato il 9 marzo.
La festa delle donne non aveva mai avuto conseguenze così pesanti, prima di quest’anno!

Non esiste mattina o pomeriggio, sonno o veglia, festivo o feriale. Non esiste pre-partita o mixed zone, primo e secondo tempo, andata e ritorno. Non mi interessano i libri in uscita (posticipata), non esiste cinema e teatro, nessun caffé corretto sambuca al baretto, shopping, passeggiata, cazzeggio, ristorante o gelatino. Alla tv parlano solo di quello (e in maniera da vomito, per giunta). Non posso acquistare nemmeno un paio di mutande. Online ti danno tempi di consegna tipo “settembre 2024 ma di solito spediamo in 1324 giorni”. La tv non la accendo se non per qualche cartone animato. Del giornale, metà potrei buttarlo: do invece una letta veloce, giusto perché è un giornale serio. Tramonto e alba sono sovrapponibili, hanno solo il difetto di mantenersi a distanza di parecchie ore (prudenza?).
Il calendario ormai non serve più, io conto i giorni così: oggi è +17. (Per lombardi e altri addirittura tutto iniziò prima)

L’orologio mantiene una funzione minima, ne ho diversi, ne venderò la metà su Ebay, sperando che interessino agli abitanti di un altro pianeta... (chissà le spese di spedizione). Mi hanno anche stufato grafici, trend, percentuali e crescite. E gli esperti (pochi) e i medici showman e i cazzari che non sanno niente e parlano di tutto. I politici... o sono di nascita recente, quindi senza colpe, e si stanno muovendo benino (d’altra parte il compito è pazzesco) o mi ricordano con la loro faccia perché adesso siamo in questa situazione o sono sciacalli in edizione deluxe: i soliti, quelli che facevano così anche senza il virus.
Non mi rado, non mi taglio le unghie (adesso sono in cucina e sto digitando sulla testiera che è in sala), mi lavo il minimo sindacale per non attirare le mosche (dai, sto esagerando... non mi lavo proprio), ho le orecchie tappate e l’occhio a metà, sopravvivo cercando di non farmi notare (dal Covid).
Ieri hanno bussato, era lui, non ho risposto. Ha detto: tanto lo so che sei in casa, che lo siete tutti! Poi silenzio. Forse ripasserà.

Mangio pasta e carne a rotazione, capisco da quello se sono a pranzo o a cena, ma sto pensando di adottare il pasto unico a metà giornata stile cane: un’abbuffata veloce valida 24h.
Faccio lavare i piatti al gatto, ha una lingua abrasiva e pulente: tanto i gatti non attaccano il corona. Magari altre mille bestie, ma non quell’orrida palla con le punte.

Non ho la testa per leggere o scrivere, perlomeno non più di poco.
Ascolto il mio corpo, e sento rumori normali che mi sembrano sinistri, come quando scopri una crepa nelle piastrelle della vecchia cucina e invece stava lì da 30 anni.

Mi fa imbestialire il fatto che se io beccherò una polmonite dovrò fare giochi immani per farmi ricoverare e magari non ci riuscirò, mentre ai vip un semplice dubbio senza sintomi vale un tampone e un 38 il ricovero.
E’ vero che il Covid-19 colpisce indistintamente poveri e ricchi, ma come sempre il ricco ha più chances di farla franca.

La fine ci sarà, c’è sempre. Non è questo il punto.

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martedì 24 marzo 2020

Come passa il tempo



Giorno boh di quarantena. Non fidatevi: non sono mai quaranta giorni.
Attraverso il salotto scavalcando i cartoni di pizza e le bottiglie di birra vuote.

Un paio di mutande riposano ammucchiate sul divano, sembrano le mie, anche se un tempo erano bianche.
Una trentina di piatti incrostati di sugo e formaggio torreggiano nel lavello che sgocciola con regolare cattiveria, il tablet in standby da ieri pomeriggio, cerco le calze e le trovo appese al quadro dell’ingresso.
Il sole è alto nel cielo, e splende inutile e beffardo.
La persiana sbatte, un corvo rumoreggia, due cani lontani abbaiano in sincrono.
Ogni quattro ore circa passa un’auto, potrebbe anche essere la stessa.
Frammenti di anacardi sparsi qua e là importunano il mio piede nudo e ricco di arsura.

Odore di sottaceti ovunque, aria viziata, muri ormai neri, strani insetti verdi e blu a spasso per la casa: non hanno ali.
La tv accesa a volume zero da sempre continua imperterrita con la sua giostra di contagi e morti, curve ed esperti, polemiche e lacrime, tamponi e mascherine.
Il nuovo catarro invernale si affeziona parecchio e dopo un mese ancora non ti vuole lasciare del tutto: ho l’ovatta nelle orecchie.

Ho finito la carta igienica, sto usando il calendario a muro, divenuto improvvisamente un oggetto di arredamento di dubbio gusto e nessuna utilità: dopo, sarà la volta degli scontrini e delle fatture dal 2000 al 2010.
Il magro conto corrente mostra le ossa, ho speso fortune in food delivery e per stampare i moduli dell’autodichiarazione, giunti ormai alla duecentoseiesima versione.
A volte incontro un’altra forma sopravvivente, assomiglia a mia moglie ma non ho chiesto nulla per la stanchezza e per una mia innata discrezione. Forse figliammo anche, nell’Era preCovid, ma adesso non ricordo bene. A volte sento una voce giovane due stanze più in là, ma potrebbe essere il figlio di un vicino: qualcuno dovrebbe esserne rimasto.

I polmoni sono lusingati dall’importanza che la mia ansia attribuisce loro da qualche tempo. Giro per casa col dito nel saturimetro e il termometro sotto l’ascella, alla francese.
Ho iniziato dozzine di libri e finito nessuno, potrei gareggiare a un quiz sugli incipit.
Ho scritto due romanzi e tre saggi, o li ho scopiazzati, non ricordo davvero, sono in buona fede.
Oggi cambierò le lenzuola, sta per finire il mese ed è giorno di bucato. Le stenderò senza lavarle: ci sono lussi che al momento non posso permettermi, nella lavatrice metto le bucce della frutta e i fazzoletti di carta.

Stanotte ho sognato che ero in fila per fare la spesa: tre centinaia di persone, tutti con maschere antigas e larghe tute bianche con strani simboli gialli e neri. Poi mi sono svegliato, era solo un sogno. Mi ero addormentato in fila.
La pizzeria a due isolati è un vanto per il mio quartiere: ormai faccio solo uno squillo e tosto arrivano due capricciose e due würstel e prosciutto, quattro birre ghiacciate e un chilo di focaccia. Adesso cerco il telefono.

I miei titoli azionari, che sottoscrissi con lungimiranza due settimane prima dell’arrivo del Corona, adesso valgono quattro spicci ma se nel portafoglio titoli metto anche il valore dell’LDL compenso le perdite. Il fibrinogeno è stabile, in un’ottica di lungo periodo avrei potuto pensarci.
Ormai la spesa me la fa ogni sabato mattina un vecchietto rugoso che abita di fronte e che ha sconfitto il morbo: gli do ricca mancia, col patto che non mi racconti la sua stupida storia.
Amazon ha ripreso a spedire tutto, anche i sex toys.
Mi sono rimasti solo metà degli amici che avevo, e per fortuna era quello con cui me la intendevo di più. Miia madre, ormai quasi novantenne, dovrebbe trovarsi in un hotel di Phoenix Arizona (l’American Inn, mi pare), o a Massa, faccio confusione. Ho mai avuto una madre?

E’ inattivo da mesi l’abbonamento a YouPorn, la carta è scaduta, mi accontento dei clip gratuiti di pochi minuti, tanto più che non ho mai avuto tempi ragguardevoli. Non pago bollette da una vita ma luce acqua e gas ci sono ancora: immagino si tratti di una decisione dell’Esecutivo. Adesso, pare, governa un attempato industrialotto di Arcore, via Skype direttamente da Nizza. Il ministro degli Interni spara ai barconi, quello della Sanità gioca a burraco in attesa del bollettino serale.
Ho le unghie così lunghe che accendo la luce della cucina direttamente dal bagno.; almeno, spero che siano unghie.
La barba spesso mi si impiglia nella cerniera dei pantaloni, sapeste il dolore. Almeno, spero che sia barba.

Nel tinello da sei mesi è seduto un tale che non mi pare di conoscere, sembra straniero: ormai non puzza nemmeno più.
Questi tre anni di emergenza virus sono volati.


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lunedì 23 marzo 2020

Gianni Mura


Peccato, Gianni Mura. Mancherai. Mancherà la tua penna.
Una volta, molti anni fa, mi telefonò: voleva rispondere a una lettera che gli avevo scritto riguardo a un suo articolo.
Non poca fu la sorpresa di sentirlo al cellulare. Era tardo pomeriggio, mi pare autunno o inverno, ma adesso francamente i ricordi sono sbiaditi.
Parlammo un po’.
Anche questo denota la grandezza di un uomo: sei un campione, ma non lo fai pesare e ti comporti da persona.
Peccato. Ciao
—-
Img: Repubblica



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venerdì 20 marzo 2020

Invito inutile


Vi inviterei a non parlare sui social e su Whatsapp di contagiati, morti, orrore... Di età, patologie, sentito dire, etc. Odio questo flusso indistinto e continuo di morte e paura che si srotola sulle tv, sui social, sui cellulari. A meno che non siano notizie importanti (e VERIFICATE) che riguardano la nostra zona. E sapere che ieri i morti erano 4 e oggi son 6, per fare un esempio, non rientra fra queste. O a meno che non siano analisi e interviste a persone competenti che non si divertono a spargere paura ma che si esprimono in maniera professionale, neutra, oggettiva, medica. O a meno che non siano decisioni del Governo (ma dopo che son state prese, non prima. Per fare un esempio, già tutti dicono che gli iper staranno aperti meno ore e ci saranno limiti alla spesa, ma siccome ancora non è deciso non si dovrebbe parlarne, no? Detto fra noi, sarebbe un autogol pazzesco: creerebbe panico e code infinite, coi rischi del caso- Ecco, vedete? L'ho fatto! Ma almeno l'ho fatto sobriamente, senza aprire il megafono e senza buttare qua e là i semi dell'incertezza e della paura). Arrivo a dire che tollero di più le stupide critiche dell'Opposizione anzi che questo bollettino costante, anche se le prime, quando diffondono menzogne, sono atti di sciacallaggio vero e proprio. Ma mi fanno meno male, so da chi provengono.


E' un invito.


La ragione? Perché non serve a niente. Non aumenta di niente la probabilità di sfangarla. Anzi, la riduce. Più ansia, più stress, meno difese, più rischi.
Io vi invito a farlo, poi magari a volte sgarrerò pure io, ma di sciuro non mi vedrete fare post di panico.


Io, è vero, scrivo spesso del Corona, è impossibile non farlo, sta determinando le nostre vite e ipotecando il nostro futuro, ma sono o battute o analisi dei dati senza entrare nel dettaglio dell'orrore, o politica.
Non faccio allarmismo, non semino panico. Non metto su carta la mia ansia. Non la spargo, non la nutro, non la enfatizzo.
Non ne posso più di sentire da medici o anestesisti cosa può capitarci, nel dettaglio. Lo scopriremo se ci mancherà il respiro, ok? Che devo dire, che devo fare? E su.
Siamo sempre stati appesi a un filo ballerino, dal primo secondo della nostra vita. Adesso lo siamo un pochino di più, ma insomma.


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Vedo tanta ipocrisia e cattiveria


Di solito quasi tutti evadono. Non dico tutti perché non è vero, e poi molti non possono. Diciamo che la maggioranza di chi può lo fa. E posteggiano in doppia fila anche per prendere il giornale, buttano le cartacce per terra, non raccolgono le deiezioni canine, non pagano le fatture, si intestano beni o residenze in maniera fittizia per fregare il Fisco, lampeggiano agli automobilisti per avvisarli della presenza di un posto di blocco, rubano appena possono (provate a dimenticare un portafoglio o un cellulare per 30 secondi da qualche parte),barano per ottenere pensioni o redditi di cittadinanza non dovuti, brigano per farsi levare le multe, etc. Un popolo di evasori, trafficoni, disonesti, magna magna, pezzenti, egoisti. Di figure moralmente da vomito. Che in genere elegge una classe politica che li rappresenta benino.


Adesso sono tutti perfettini: controllano quante volte il conoscente va a far la spesa, lo segnalano anche se non sanno la ragione per la quale esce, postano sui social foto o video degli untori che "dovrebbero morire tutti" o che "ci faranno morire tutti", invocano l'intervento delle Forze dell'ordine (che adesso cercano e non fuggono), esigono il rispetto della legge. Adesso.


Naturalmente loro, questi giustizieri da quattro soldi, questi figuri che fino a ieri erano garantisti e volevano che tu considerassi innocente fino al novantesimo grado di giudizio anche un tizio sorpreso con le mani nella marmellata, questi sceriffi in mutande che urlano dai terrazzi e che se avessero un fucile sparerebbero al runner, loro sono in regola: hanno sempre rispettato le leggi, hanno sempre avuto alto senso civico, e adesso non escono mai di casa o lo fanno solo rispettando in maniera ferrea le regole e le misure di buon senso. Come no.

Buon senso e correttezza imporrebbero di segnalare solo i casi davvero sospetti, sulla base di qualcosa di più che un'impressione gestita da un malcelato senso di rivalsa o infettata da una sana cattiveria. Io ad esempio non lo faccio, e la ragione non è che non ho il terrazzo... Altrimenti si chiama delazione, ed è brutta,oltre che in grado di esporre a rischi chi se ne macchia.

E non mi dite che adesso si rischia la vita e prima no, perché se abbiamo una Sanità distrutta e pochi posti letto di TI una delle cause, la principale, è proprio quella descritta nel primo paragrafo. L'evasione, la disonestà, la corruzione, il mancato senso civico provocano danni alla collettività, causano povertà, disoccupazione, sofferenza e morti.


Il fatto è che siamo incoerenti, ipocriti, disonesti, egoisti e cattivi. E non è la "quarantena" che ci ha reso tali. I domiciliari acuiscono solo specifiche che sono in noi ben presenti e radicate.



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giovedì 19 marzo 2020

Coerenza, ci vuole

Chi crede in un Dio, può essere preoccupato in questi giorni? SI’
Può esprimere il desiderio di rimandare il momento dell’incontro con Dio? Si’
Può essere teso, ansioso? SI’
Può temere il dolore? SI’
Può essere terrorizzato dalla prospettiva di morire? NO.
Altrimenti non crede, eh!
Dove sarebbe altrimenti la differenza tra gli atei, i senzadio, i peccatori impenitenti e chi crede?
Coerenza ci vuole.
Il che non vuol dire non poter provare normali sentimenti umani.
Ma terrorizzato dalla prospettiva di incontrare Dio nella vera vita, no...
E non aver fiducia nel Dio in cui si crede e che tutto regge e dirige, no...
#coronadays

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martedì 17 marzo 2020

Provo a ragionare su alcune cose poco chiare


PROVO A FARE DUE RAGIONAMENTI SU ALCUNE COSE POCO CHIARE

Di tre cose non possiamo dubitare.
1- Il Coronavirus è più cattivo dell’influenza e si trasmette più velocemente
2- Chi lo becca, specie se ha altre patologie, se finisce all’ospedale lotta per 2-4 settimane e poi muore o ce la fa; mentre con l’influenza, se finisci all’ospedale, stai ricoverato 3-5 giorni e poi muori o ce la fai
3- Nei decenni scorsi miopia e corruzione della classe politica hanno decimato le nostre strutture sanitarie pubbliche (attualmente, tanto per dire, abbiamo 5000 posti di terapia intensiva contro i 28000 della Germania)

Di conseguenza:
A- Più persone si ammalano contemporaneamente, rispetto all’influenza e quindi ci vogliono più posti letto di TI
B-I posti occupati stanno occupati più a lungo
C- i posti sono pochi
E’ quindi questa la vera emergenza A+B+C, il fatto che tutti si ammalano nello stesso momento e i posti residui son pochi.
Non voglio dire che sia un problema da poco, anzi è grave (stante i punti 1,2,3). Ma non è questo che i media ci dicono.

Secondo me la vera emergenza non è la letalità in sé del corona. Non lo dico perché son medico, ma cerco di capire quel che indubbiamente non torna nei numeri che ci forniscono ogni giorno.
Cercherò di essere chiaro.

Non possiamo certo pensare che i nostri medici siano molto meno capaci dei medici tedeschi, francesi, spagnoli, etc. In realtà sono capaci quanto loro, probabilmente di più. E non posso certo pensare che, finora, abbia inciso la minor disponibilità di posti letto, sia perché siamo inferiori alla Germania ma sullo stesso piano di francesi e spagnoli, sia perché ancora non ho notizie di morti per abbandono di persone in gravi condizioni causa sovraccarico.
E mi rifiuto di pensare che il Covid-19 sia cattivissimo in Italia e bonaccione oltre confine: sarebbe un’ipotesi insensata.

E allora, di grazia, come è possibile che, a domenica 15.3, i dati siano questi?
(Positivi / Morti)
Italia 20.603 / 1809
Germania 5072 / 13
Francia 5400 / 120
Regno Unito 1140 / 21
Spagna 7753 / 288

Se in Germania ho un quarto dei nostri positivi, mi aspetterei un quarto dei nostri morti, comunque non 13. E via dicendo.

E’ evidente che:
1- il tasso di letalità in Italia è sovrastimato dal fatto che il denominatore (contagiati) non è esatto: ce ne sono molti di più.
2- noi contiamo i morti con criteri diversi da quelli usati da questi e altri Paesi. Non so dire quali siano i migliori, ma così non va.

Ho l’impressione che da noi finiscano nel computo dei morti tutti quelli che, già ricoverati o no, con altre patologie anche gravi o sanissimi, muoiono essendo positivi al coronavirus. Mentre negli altri Paesi probabilmente non solo han fatto un numero nettamente inferiore di tamponi ma contano come morti da Covid-19 solo chi muore da Covid-19, non chi già messo male sarebbe morto anche se colpito dalla classica influenza (che è una malattia seria e che in chi ha problemi può portare a conseguenze gravissime).

Infine mi son sempre chiesto come sia possibile che ogni sera si abbiano i dati sui morti da coronavirus. Così in fretta, voglio dire. Una causa di morte la si conosce solo dopo aver fatto l’autopsia: ecco che allora mettono dentro tutti quelli che muoiono nel giorno ed erano positivi.

Allora mi chiedo: perché non mi fate sapere anche, sempre per il periodo in cui sono morti questi 1809 sfortunati, quanti ne erano morti l’anno scorso in seguito a influenza, fossero essi malati o sanissimi? Perché se venisse fuori che questi sono 1300, io adesso potrei dire che il corona ha determinato 500 morti in più, e non 1809 a zero.

Cosa cambia, direte voi. Mah, non so. Io non guardo i tg, mi cresce l’ansia. Direi che se ti dicono che sono morte 50 persone su 20000 positivi è una cosa, se ti dicono che ne sono morte 1800 è un’altra.

Con questo non invito a sottovalutare il coronavirus: stressa il nostro sistema sanitario e questo è davvero un problema grave.
Ma, a pandemia finita, io so con chi prendermela per questo.
Solo, vorrei che, dato che non posso prendermela col virus, ci fosse più obiettività, uniformità e precisione sui dati dei morti. Perché è bene aver paura, ma creare panico porta solo guai.

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sabato 14 marzo 2020

Overdose di news



OVERDOSE DI NEWS
Consigli su come trascorrere questi lunghi giorni murati in casa.
—-

Lo so, è difficile perché siamo chiusi in casa.
Ma vi do un consiglio.
Guardate 0 minuti di news in tivu’.
Basta già quel che incrociate sui social.
E al massimo date una fugace occhiata serale ai titoli di una testata online (non di quelle palesemente stupide eh), giusto per sapere se ci sono grandi novità o nuove decisioni del Governo.

Basta con tutto questo fiume infinito di interviste ad esperti, testimonianze di infermieri e anestesisti, sproloqui di presentatori, cazzate di politici (specie dell’Opposizione), cifre allarmanti, lacrime e ipocrisia, patriottismo e complottismo, retroscena e déjà-vu, gossip e fake news, consigli della nonna e bestemmie della zia.
Sentire ottomila tg al giorno fa crescere l’ansia.
Numero di contagi, di positivi, di morti, in Italia, nel Mondo, sotto casa. Numero di posti in terapia intensiva, intubato, spolmonato, condannato. Andrà tutto bene, lumini alla finestra, applausi, inno d’Italia, preghierina, forza Italia, ce la faremo, ci ricorderemo di chi ci ha schifato, grazie Cina, colpa dei Tedeschi, però i barconi.
Statistiche, grafici, previsioni, mappe del contagio. Curve pandemiche, diagrammi dei decessi, si muore come le mosche, mascherina e guanti, 1 metro di distanza, state a casa.
A cosa serve?
Non ridurrà la probabilità di prendere il Corona.
Anzi, più siete stressati e ansiosi, più siete vulnerabili.
Io davvero evito i tg come la peste (esempio un poco inopportuno eh), ma già da prima dei coronadays.
Leggete, qualche film, dormite, mangiate, fate la spesa e un giretto veloce senza avvicinare anima viva. Siate asociali, se non potete essere a-social.
Scrivete. Mettete in ordine. Cucinate. Giocate a carte. Fissate la parete catatonicamente. Fate testamento (sempre opportuno). Tagliatevi le unghie. Pulite scaffali, credenze, mobili di cucina. Imbiancate. Una passatina alle finestre. Disinstallate e reinstallate la stampante sul Pc. Fate backup del cellulare. Cambiate suoneria. Ubriacatevi. Fumate come turchi sul terrazzo. Mescolate liquori diversi. Guardatevi una serie Tv. Andate a caccia dei calzini persi in questi decenni. Buttate le camicie consumate e i maglioni coi buchi. Fate una lista degli amici e dei nemici. fate una lita delle cose da fare se ne uscirete, tanto se ne uscirete non ne farete una. Cambiate religione. Cambiate le tendine della cucina. Togliete la polvere sotto i mobili. Date la caccia ai topi in cantina (ma non mangiateli, non siete mica cinesi -Zaia docet). Portate il cane a fare pipì, cacca e spruzzetti sul muro e sulle ruote delle auto in sosta 22 volte al giorno: il quadrupede non ci capirà più nulla e sarà felice. Fate scherzi telefonici alla suocera. Scambiatevi meme sporcaccioni con gli amici. Fate il limoncello. Ordinate le cose presenti in frigo per data di scadenza e i pullover per tonalità di colore. Fate sesso. Verificate se davvero Pornhub in questi giorni è gratis come dicono. Comprate la qualunque su Amazon. Cercate di avvistare un Ufo, o in subordine la vicina mezza nuda che giracchia sfavata per casa. Diventate vegani. Sottoponete a una seria prova di resistenza il Folletto. Aprite caselle di posta elettronica. Aprite un blog. Buttatevi su TikTok anche se avete 50 anni. Cercate su Google “aranzulla come evitare coronavirus”. Informatevi sulle nuove norme in tema di divorzi express. Date il cibo al pesce rosso. Controllate gli estratti conto. Buttate i prodotti e i farmaci scaduti. E anche quelli caduti, se si sono crepati. Pulite la canna fumaria. Sbattete i tappeti. Messaggiate con l’amante bloccata nella provincia vicina. Digitate compulsivamente su tutto. Inventatevi nuovi complotti. Depilatevi. Bruciate le decine di cinture che vi hanno regalato a Natale in tutti questi anni. Seguite un corso online su come pelare le patate. Mettete su un po’ di musica. Adescate procaci milf in chat. Ordinate i libri per colore. Tosate il gatto. Se state per compiere gli anni, usate i profilattici come palloncini, tanto data la situazione sarà una festa del cazzo. Acquistate ventilatori online come se non ci fosse un domani (ipotesi del resto verosimile): sta arrivando il caldo disumano. Guardate i programmi del pomeriggio: il passaggio dalla vita alla morte vi sembrerà poca cosa. Fate una ricerca per vedere come mai Nostradamus questa l’ha mancata. Giocate a Scarabeo con un analfabeta. Fate la marmellata di qualunque cosa. Sperimentate innovativi abbinamenti di cibi (esempio marmellata e maionese). Misuratevi la febbre ogni sera e fate finta di avere 38,5 per spaventare vostra moglie. Lucidate l’argenteria. Aprite un conto online. Provate a ricordare i nomi dei vostri figli. Chiamate i parenti anziani per terrorizzarli. Iniziate una dieta dissociata, per adeguare la vostra alimentazione allo stato del vostro cervello. Pagate le fatture arretrate. Pulite i fanali dell’auto. Controllate le scorte di carta igienica. Fate scorta di ansiolitici. Divorate chili di patatine sul divano. Rivedetevi Italia-Germania 4-3. Giocate a cose animali città. Imparate a usare la lavatrice. Cambiate le pile alla calcolatrice. Disperatevi in in silenzio.
Insomma, quel che volete, ma no al televisore acceso tutto il giorno.
Dite no a quel flusso demoniaco di news.


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Se stai a casa

‪Se stai a casa pensi.‬
‪Se pensi ti sale l’ansia.‬
‪Se ti sale l’ansia mangi.‬
‪Se ti sale l’ansia non dormi.‬
‪Se mangi e dormi male ingrassi.‬
‪Se ingrassi ti sale l’ansia.‬
‪E mangi di più.‬
‪Alla fine non uscirai mai più di casa.‬
‪Perché non riuscirai a passare dalla porta.‬
‪#ItaliaZonaRossa‬

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venerdì 13 marzo 2020

Precauzioni sì, psicosi no


Fino a ieri movida e apericena, ammucchiate fuori dai locali o sulla spiaggia. Oggi siete tutti censori e perfettini. Una partita di neuroni difettosi?

Uscire per la spesa di beni alimentari, farmaceutici o comunque necessari, per lavoro (non tutte le attività sono chiuse) o per assistere anziani/malati è lecito e, se si seguono con cura le precauzioni del caso, non è pericoloso. Anche fare una passeggiata, da soli e senza entrare in contatto con nessuno, è lecito ed è logico permetterlo e non mette a rischio nessuno.

Quindi se proprio dovete prendervela fatelo con chi va a prendere il pane due comuni più in là perché “è più buono”, con chi esce in compagnia per cazzeggiare e quindi fa assembramenti, con chi cerca sesso a pagamento lungo i viali, con chi non rispetta la distanza interpersonale, con chi esce dal Comune senza poter autodichiarare con sincerità uno dei tre motivi previsti per farlo, con chi ha cambiato regione in fretta e furia portando il morbo al Centro e al Sud. E con chi, politico o esperto, semina il panico in maniera irresponsabile, per avere un passaggio televisivo o per raccattar qualche votarello.

Noto una curiosa tendenza: nessuno si scaglia contro chi, per esempio, esce a portare fuori il cane e magari ci sta mezz’ora, e magari chiacchiera coll’amico per strada, ma tutti son pronti a guardarti male se non hai l’inutile mascherina o se vai in giro (da solo e in maniera attenta) per i tre motivi previsti.
La gente è così. E’ la stessa gente che assalta gli iper, o che va all’apericena pochi giorni prima del blocco totale.
La gente, mediamente, non vale poi granché.

Inoltre penso che ormai si sia capito il concetto di “stare a casa”. Ripeterlo sta diventando noioso. “State a casa” is the new “buongiornissimo kaffèèèè?”. A questo punto, chi esce o lo fa senza alcun motivo e quindi è idiota (e quindi ripetere “state a casa” non servirà) o ha uno dei tre motivi per farlo. D’altra parte mangiare si deve, e nemmeno si può abbandonare a sé stesso, che so, il padre malato o non del tutto autosufficiente o non in grado di farsi la spesa o di badare del tutto a se stesso.

Le precauzioni servono, la psicosi no.
Se il corona si diffonde come un’influenza molto cattiva, le precauzioni consigliate possono aiutarci molto.
Se si diffonde come lasciano intuire alcuni famigerati studi cinesi (4-5 mt, resistenza in un ambiente per 30’, etc) direi che a meno di proibire anche spesa, lavoro e assistenza a tutti, a nulla servirà far più di quello che facciamo.

Infine, smettetela con le polemiche stupide: ne sento spesso anche in giro, in coda etc. Sulle mascherine, sulla mancata disinfestazione delle strade, sui 5 stelle, sull’Europa, su Conte, etc. Non dico che non si possa criticare o che a volte non ci sia pure la ragione per farlo, ma 9 discorsi su 10 fanno ridere, tanto son pieni di luoghi comuni, leggende metropolitane, ovvietà che nemmeno La Palice, boiate sentite da qualche Cazzaro particolarmente noto.

Oggi 13 marzo si rischia quanto il 9 marzo. Cioè si rischia. E, secondo me, si rischia quanto si rischierà il 15 aprile. Prima o poi ci abitueremo, vedrete, a questo schifo di virus che angoscia le nostre vite. E lo cominceremo a considerare per una di quelle orrende cause che possono stroncare la nostra vita dall’oggi al domani (incidente d’auto, incidente sul lavoro, influenza “normale”, polmoniti assortite, aneurismi, infarti, etc.). La vita è questa: corta, incerta, ingiusta.

Solo, sarebbe auspicabile essere un po’ più corretti, attenti e coscienziosi sempre, non solo adesso.
Anche fosse solo per morire comportandosi bene.

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mercoledì 11 marzo 2020

Cosa va e cosa no


Virus che sta falciando le persone a decine.
Terremotino di richiamo, giusto per far presente che ci sono anche i rischi delle faglie di merda.
Perturbazioni maligne un tempo qui mai viste.
Alle porte caldo apocalittico.
Ponti che crollano.
Bollette che arrivano dopo la scadenza.
Ricchi che pontificano e corrompono.
Bimbi a casa.
Città spettrali.
Zombie che si tengono a due metri guardandosi male.
Cappa di angoscia.
Polemiche dei soliti cialtroni con ruoli politici.
Fila per fare la spesa.
Alcol, gel per mani, uova, pasta: finiti.
Idioti che sciamano infetti per la penisola.
Giovinastri che si infarinano e si ubriacano vomitando assurdità al microfono.
Campionato a porte chiuse, poi fermo, ma le Coppe no.
Per il resto, tutto bene, eh-

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martedì 10 marzo 2020

Non la vedo bene


Non la vedo bene.
Perché il virus è demoniaco.
Perché il popolo è cialtrone.
Perché i media fanno schifo e l’opposizione è utile come la “r” di Marlboro.
Perché ogni governatore, ogni sindaco cerca di andare per conto suo.
Perché gli uomini sono miopi, egoisti, individualisti, cialtroni, pecoroni.
Perché il Governo è certamente il migliore fra quelli attualmente possibili e tutto sommato non sta facendo male, ma l’impresa è titanica e mai affrontata prima.
Perché a comandare, anche in situazioni di emergenza, è sempre il denaro, la sete di profitto.
Perché in molti posti di comando ci stanno persone non all’altezza.
Perché il nostro personale sanitario è valido ma le strutture e le risorse sono state decimate da decenni di politica corrotta e criminale.
Perché alla fine il conto arriva e qualcuno lo paga, come accadrà per il cambiamento climatico, per l’acqua, etc.
Non è allarmismo, non l’ho mai fatto.
E’ amara constatazione.
Non so se ci salveremo, se ne usciremo presto con danni limitati o tardi con danni ingenti. Globalmente, non meriteremmo di uscirne, ma questo è un altro discorso.
Ora come ora, la sera del 10 marzo, non riesco a immaginare un luglio al mare uguale ai luglio degli anni scorsi. Vedo spiagge assolate e deserte, parcheggi vuoti, baretti chiusi, silenzio. Vedo un caldo apocalittico e un virus che impazza. Ma è molto probabile che io mi sbagli, al Totocalcio non ho mai combinato granché. Sono più bravo a capire le persone che a prevedere gli eventi.
A questo punto io spero anche nel Caso, il Re supremo che governa le nostre vite. Il Caso potrebbe salvare te o salvare me. Il Caso ci ha portato questo vomito dell’inferno (figlio comunque delle dissennatezze dell’uomo), il Caso potrebbe portarlo via all’improvviso. Oppure farlo giocare qui fino alla fine dei giochi.
#coronavirus


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Fiato alle trombe

Primo Paese al mondo a bloccare i voli diretti da e per la Cina (istituendo controlli, per quanto possibili, su quelli indiretti).
Primo Paese al mondo a rendere rosso l'intero territorio.
Ma non basta, secondo i soloni.
Per Fontana il decreto è troppo blando. Per Meloni e Salvini non basta. Per Zaia è eccessivo. E anche per la Cei. Salvini prima vuol blindare tutto (in particolare si concentra su cinesi e barconi, poi alla fine il casino lo fanno tedeschi e imprenditori del nord-est). Poi fa video per urlare che occorre aprire tutto. poi torna a dire che occorre chiudere tutto e che andava fatto prima (quando lui diceva di aprire?).
Stare zitti no, eh?
il Governo ha fatto quel che doveva e quando doveva. Qualcosa ha sbagliato, ma entro limiti accettabili (buonafede e assoluta singolarità dell'evento in corso). Gli altri Paesi hanno o avranno le stesse nostre difficoiltà ((la Germania è in ritardo di 7 giorni circa). Quindi alla fine dovrete dire che Conte e decine di altri premier hanno fatto male e solo voi avevate le idee giuste, come no!
Fateci il piacere, su.

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domenica 8 marzo 2020

Avete problemi seri


Francamente, i campionati di calcio e degli altri sport, le coppe europee etc. devono essere sospesi fino a data da destinarsi (difficile meno di due mesi). Giro d’Italia, Europei di calcio etc: annullati. E occorre trovare deterrenti efficaci per costringere gli idioti a non viaggiare.
Vuoi uscire a prendere il giornale e il pane? Va’ pure.
Vuoi andare da mamma a a vedere come sta e a portargli un po’ di spesa? Va bene.
Vuoi prendere una boccata d’aria e fare una passeggiata? Ok.
Va’ al bar a prendere un caffè, ma se non pieno di gente e senza stare addosso agli altri (si può, ve lo confermo).
Va’ anche al cinema, se siete in pochi e c’è distanza di sicurezza.
Non stare però attaccato alle persone, lavati le mani, non sputare addosso agli altri.
Cancella dalla tua mente di tapino le settimane bianche, le gite, le visite alla seconda casa, gli aperitivi con gli amici, le celebrazioni, le feste, lo struscio, i giretti senza scopo nei centri commerciali, etc.
Anche stamani ho visto una festa di laurea o simile in un bar: ma allora siete totalmente privi di neuroni.
Mia figlia è in casa da 3 giorni e mia moglie pure (anche per i postumi di un raffreddore pesante). Io esco con scopi precisi e con le giuste cautele. Non prendo l’auto e vado a Viareggio a fare lo scemo. Non parto per Genova per fare un giretto. Non vado in settimana bianca.
Siamo passati dall’assalto ai supermarket a pub e discoteche pieni e auto lombarde ed emiliane come se piovesse sul litorale versiliese.
Avete proprio deficit intellettivi acclarati.Un po’ lo avevo già intuito guardando i risultati delle elezioni, i sondaggi, lo share dei programmi televisivi, i dati delle vendite di libri e il modo in cui guidate.

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venerdì 6 marzo 2020

La bocca in quarantena

La chiusura delle scuole è una misura importante.
Puo' aumentare il contagio? NO
Val la pena prendere questa misura, per quanto sperimentale e dagli effetti (positivi) non quantificabili? SI'
E allora?
Secondo voi è piu' rischioso assembrare 150-500 studenti per scuola in 70.000 scuole o non farlo? E' più prudente mettere 40mila persone in un catino a scatarrarsi addosso per 2 ore (stadi) o non farlo?
E dateci un taglio, su.
Lo so, vi manca la poltrona, che avete buttato nel cesso chi con un mojito e 14 mesi di stupidate, chi con 3 anni di malgoverno e un referendum abominevole.
FATEVENE UNA RAGIONE.
Mettete in quarantena la bocca. Il cervello c'e' già...

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Forse vi è sfuggito qualcosa

Forse vi è sfuggito qualcosa, cari adolescenti e cari genitori di adolescenti -

Il punto è che se gli adolescenti non vanno a scuola ma gironzolano tutto il giorno in gruppo per strade, ipermercati, bar etc. allora voi genitori non avete capito nulla e anche voi ragazzi non avete capito nulla.
Un padre di famiglia, o una madre di famiglia, specie se lavorano, se non hanno febbre o non hanno avuto contatti sospetti, non possono stare chiusi in casa. Ma se stanno attenti a evitare contatti ravvicinati o luoghi affollati, possono adempiere bene alle loro incombenze. I giovani invece DEVONO stare a casa: non hanno responsabilità familiari né lavorative; il loro dovere sarebbe studiare, possono farlo a casa. Cari ragazzi, lo so che avete più ormoni che neuroni, è tipico dell'età (per alcuni la cosa si mantiene anche a 50 anni), ma adesso è il momento per fare quello che fate sempre tutto l'anno invece che studiare facendo ammattire i vostri genitori e cioè stare rinchiusi in cameretta per ore in silenzio a meditare pensieri strani, giocare al pc o alla play per 32 ore di fila, chattare, messaggiare, etc. Lo fate sempre, sottraendo tempo allo studio e ad attività più consigliabili, adesso che c'è l'epidemia siete tutto il giorno in giro, non va bene per niente. State a casa (e studiate, leggete, mettetevi in pari).
Invito i genitori a ragionare e i figli ad obbedire.
Ci vorrebbe un coprifuoco per studenti e in genere under 18.
---
agg.to ore 14:02
COME SEMPRE, ANDATE DA UN ESTREMO ALL'ALTRO.
Non dovete stare in casa tappati come topi nella tana, voi adulti che avete responsabilità familiari/lavorative/assistenzialI (il mondo può rallentare bruscamente ma non può fermarsi), se non avete febbre o non avete avuto contatti sospetti. Vediamo di non esagerare. SI può circolare senza mettere a rischio nessuno e nemmeno se stessi, se si usa il cervello.
L'invito a stare a casa secondo me vale per bambini, adolescenti, persone anziane e, poi, adulti che non hanno in questa fase compiti da svolgere che non siano differibili (o che, come detto, abbiano sintomi o storie di contatti sospetti).
Per fare un esempio:
-adolescente o adulto bighellone che gironzola in gruppo per ore in centri commerciali: NO
-andare in biblioteca: NO (leggere a casa), al massimo andarci per prendere un libro in prestito
-fare tavolate di 10 persone al ristorante, andare in posti affollati e bar strapieni: NO
-cenare in pizzeria semivuota tu e la tua famiglia: SI
-sbrigare le incombenze familiari, lavorative etc applicando le ovvie misure di cautela: SI
-passeggiare per luoghi poco frequentati o deserti per sgranchirsi le gambe o allentare la tensione: SI.
E ovviamente lavarsi le mani, non tossire, parlare o sputare in faccia alla gente, etc.

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mercoledì 4 marzo 2020

Il Calcio Ai Tempi Del Corona

La serieA si giocherà a porte chiuse (quindi il portiere non scenderà in campo, per non correre rischi inutili) e in occasione dell’eventuale gol (caso mai una porta fosse difettosa o venga chiusa male) i giocatori non potranno abbracciarsi o baciarsi la zucca, né rotolarsi lubricamente sull’erba, ma dovranno complimentarsi da lontano, meglio se con un messaggino Whatsapp e qualche emoticon carina. Per ovvi motivi di precauzione, non sarà consentito marcare a uomo, neppure sui calci piazzati. E prima di effettuare un tackle occorrerà richiedere un tampone.
In caso di contestazioni, i giocatori non potranno assediare l’arbitro e magari spintonarlo come di consueto, ma dovranno mandarlo a fanculo a debita distanza, o diffamarlo in tempo reale sui social: come sempre, sarà solo il capitano a essere legittimato a farlo. Lo sponsor del torneo, da domenica sino a maggio, sarà Amuchina. E dopo ogni fallo di mano il pallone dovrà essere disinfettato.
L’infrazione più grave diventerà lo sputo e sarà punita con un calcio di rigore anche se commessa fuori area.
Nel caso in cui una delle due squadre venisse messa in quarantena nell’intervallo fra le due frazioni di gioco, sarà assegnata la vittoria a tavolino alla squadra avversaria.
#IlCalcioAiTempiDelCorona

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Un martedì poco super

Ancora non si hanno dati definitivi sul SuperMartedì però è ovvio che dopo aver pompato Sanders per giorni adesso un buon risultato appare modesto.

La notizia è il risveglio di Biden (a volte si risvegliano).
Del resto porsi agli estremi non paga mai in termini di voti, i moderati-centristi (quelli che dicono di voler cambiare le cose ma poi tanto non cambia nulla) sono più rassicuranti. E Biden è uno di questi. Lo scandalo ucraino, le sue gaffes, il suo carisma prossimo allo zero e il suo programma all'acqua di rose non bastano a renderlo meno appetibile di Sanders, che davvero cambierebbe gli Usa e il mondo, se eletto, ma che fa paura a tutti quelli a cui le cose vanno bene o benino e che hanno paura di ogni cambiamento. Ecco perché lo chiamano comunista e lo dipingono come il diavolo, quando in realtà il suo programma è semplicemente illuminato da una robusta e salvifica socialdemocrazia.

Sanders vuole cambiare radicalmente tutto quel che non funziona, e ridare una speranza ai derelitti d'America, a quelli che sono strangolati dai debiti studenteschi, a quelli che sono terrorizzati dalla possibilità di perdere il lavoro e ammalarsi (zero copertura sanitaria). Sanders ha tutti contro: i Repubblicani, moltissimi Dem del suo partito!, le lobby farmaceutiche, l'industria delle armi, molti media, i ricconi, etc.
In più, nei giorni scorsi, tutti hanno endorsato Biden, anche il macellaio sotto casa mia e questo si è fatto sentire. Biden è Sistema. Obama è con Biden. Biden è rassicurante. Allora tanto vale tenerci Trump, forse. Forse no, ma insomma: ci siamo capiti: non avrai più i conflitti di interesse e le mattane del Carota, ma il trend non cambierebbe.

Sanders non ha immensi patrimoni personali da buttare in campagna come Bloomberg (mezzo miliardo di dollari buttati nel cesso in spot, per vincere solo le Samoa!), Sanders va avanti grazie ai numerosissimi contributi della gente comune, della classe operaia, degli sfortunati d'America (donazione media 18 dollari). Sanders deve combattare contro il mondo!

Se la spunterà Biden, Trump secondo me se lo mangerà come uno spuntino poco impegnativo.
Se vincerà Sanders, Trump rischierà di brutto: le due soluzioni saranno molto diverse, l'elettorato si polarizzerà, e allora ne vedremo delle belle.
Ma adesso, col risveglio del poco sveglio Joe, Sanders rischia di non farcela, anche perché arrivare con più voti al congresso lo esporrebbe comunque ai giochetti pro Biden, che Bernie potrebbe evitare solo staccandolo enormemente...



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Calo degli indici azionari

Le Borse accusano pesanti flessioni e molti presi dal panico stanno pensando di vendere. Vendendo, rendono reali le loro perdite che invece rimangono virtuali se hanno il sangue freddo di non vendere.
In realtà dovrebbe essere in difficoltà solo chi ha immediata necessità di realizzo: cioè chi ha sbagliato le sue valutazioni, dato che un portafoglio accorto è sempre diversificato e sempre di medio-lungo.
Adesso la Borsa è sotto il giogo degli speculatori, che giocano al ribasso scommettendo sulla discesa dei titoli: un gioco pericoloso, che potrebbe prender loro la mano. Inoltre, sempre in caso di pandemia gli indici azionari vanno giù, ma poi, solitamente, in pochi mesi recuperano tutto.
Anzi, questa fase (e i ribassi che forse ci saranno ancora nei prossimi giorni, se la diffusione del virus dovesse farsi più preoccupante o se negli Usa la situazione peggiorasse) è quella ideale per acquistare.
E’ infatti in situazioni del genere che l’investitore accorto (non lo squalo che mangia i pesci piccoli o lo sciacallo che scommette sulla rovina), quello che ha un portafoglio diversificato e di lungo periodo, ne approfitta per incrementare la sua posizione acquisendo nuove quote pescate a prezzo basso.
Adesso è dunque il momento di mantenere la calma e, mentre molti vendono presi dal panico, seraficamente acquistare un po’ qua e un po’ là, sempre diversificando e sempre mantenendo le giuste proporzioni tra capitale investito in azioni, obbligazioni e fondi da una parte e resto del capitale dall’altra.

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