I poveri sono oggettivamente fastidiosi.
Sviliscono l’arredo urbano, deprezzano case e quartieri, imbruttiscono le città, diffondono pessimismo e angoscia, mettono tristezza, creano sensi di colpa, danno un cattivo esempio alle giovani generazioni, ti fanno andare di traverso le ostriche.
Sono in grado di rovinarti la giornata.
Ti ricordano le cose brutte della vita.
Sporcano.
I barboni puzzano e dormono per strada avvolti in cartoni o stracci di fortuna, oppure occupano panchine che sarebbero destinate a onesti cittadini che pagano le tasse e aumentano il Pil.
Spesso hanno anche uno o due cani a rimorchio, e ti chiedi come mai, dato che non hanno nemmeno loro di che nutrirsi: come faranno a mantenere anche due cani?
A volte suonano strumenti musicali di dubbia fattura e ne escono melodie non proprio da sala concerto, oppure si mettono in ginocchio per farti pena e con cartelli scritti a mano e pieni di errori ortografici in cui riassumono le loro disgrazie (come se io non ne avessi, proprio stamane ho perso un’asta su Ebay) o ti comunicano di avere figli, e freddo e fame.
Ti fanno sentire inadeguato, colpevole o troppo fortunato, e tu sai che non è così, perché hai dimenticato di accendere il riscaldamento prima di uscire e quando tornerai troverai la casa fredda; inoltre hai appena pagato l’Imu ed è stata una bella botta, di questo passo finirai presto tutti i tremila euro di stipendio.
Disturbano lo shopping, infastidiscono i passanti, stimolano nei bambini domande fastidiose per gli adulti, alcuni delinquono pure per poter mangiare.
Mangiano e bevono per strada, si vestono in maniera pessima, hanno le unghie sporche, la barba e i capelli non curati, i denti cariati, lo sguardo perso, poche docce.
Tremano per il freddo e ti fanno venire i brividi: vuoi vedere che il cachemire che mi hanno venduto ieri non è vero cachemire?
E sono sempre a chiedere qualcosa, e tu devi individuarli da lontano ed evitarli, o se ti distrai far finta di avere fretta, accelerare il passo, o proprio fare il cafone e risponder male: ma sono loro che tirano fuori il peggio di te, oggi è giorno di festa e tu vuoi guastarmela.
E non capiscono che non ci si comporta così fra persone dabbene. In fin dei conti, se sei povero è colpa tua, non sei stato abbastanza studioso o non hai voglia di lavorare, e pretendi adesso che gli altri ti paghino pranzo, cena e magari anche un tetto: non funziona così, a me nessuno ha mai regalato nulla, perbacco!
I poveri dovrebbero abolirli, non aiutarli. Se stabilisci sussidi, percorsi agevolati, se li aiuti, li sfami e trovi loro un ricovero fai un’azione altamente diseducativa, io lo dico per i nostri figli, mica per noi adulti e vaccinati (non tutti, vaccinati): passerà l’idea che puoi non fare nulla tutta la vita e vivere alle spalle di chi si spacca la schiena tutto il giorno, e dove andremo a finire? Avremo le strade piene di pezzenti maleodoranti che ti molestano e ti chiedono le monetine, sarebbe la fine della società.
Dovrebbero portarli in periferia, in quartieri dedicati, magari lì potrebbero tirar su qualche baracca, usando i resti di una delle tante discariche abusive, e vivere di pesca e del buon cuore delle tante associazioni di volontariato e carità che purtroppo continuano ad operare incentivando così la pigrizia, il disfattismo e il disordine morale e sociale.
I poveri sono oggettivamente un problema che ci guasta la domenica e ci intristisce proprio quando siamo più felici e soddisfatti: nulla come un giovane mal vissuto che ti allunga la mano sotto il naso è capace di farti andare di traverso la lasagna o di incupirti prima dello spritz.
Urge trovare una soluzione, spero che ci governa prenda a cuore il problema che assilla le nostre città e mina le basi della civile convivenza.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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