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lunedì 22 febbraio 2021

Domanda


In Italia abbiamo, più o meno, proporzionalmente, (sto tirando via eh) un decimo di tifoso della massese, un terzo di tifoso del pisa calcio, 1 tifoso del lecce, 3 della fiorentina, 3 della samp, 3 del genoa, 5 della roma, 10 del milan, 10 dell’inter,  13.987 tifosi della juve. Addivenendo a statistiche più serie, un Italiano su due è juventino marcio o juventino.
Come mai?

Risposte
1) Torino ha cento o mille volte gli abitanti delle altre città, e così il Piemonte
2) la Juve ha vinto in Europa come nessuna squadra italiana quindi ci sentiamo rappresentati nel mondo dalla Juve, come Italiani amanti del calcio
3) la Juve gioca così bene, sempre, tutti gli anni, ma così tanto meglio di tutti gli altri, ed è così inclusiva, simpatica e sportiva che è impossibile non innamorarsene anche se si è nati a Caltanisetta o a Udine.

Direi che nessuna delle tre. E allora?

Ora, giustifico chi ha il babbo bianconero (o la mamma): il legame paterno (genitoriale) è sacro.
Giustifico chi è torinese/piemontese: il legame territoriale è per me, nel tifo, ncora più sacro ed è l’elemento principe.
Giustifico chi nell’infanzia è stato comunque segnato da episodi forti (prima volta allo stadio a Torino o simili).
[Nota: io li ho tutti e tre, questi elementi, ma non per la Juve]
Giustifico anche chi abita a Scassimpopoli e siccome non ha mai visto la squadra del suo paese giocare più su della serie Z si è rotto le palle di tifare Scassimpopoli e ha scelto Juve (ma avrebbe potuto scegliere la squadra più forte della città più vicina o quella del capoluogo della sua regione, no?)

Ma come posso giustificare, fra me e me (non è certo roba da tribunali eh) chi, per esempio, è nato a Firenze da genitori fiorentini o leccesi/udinesi, è cresciuto a Firenze e tifa Juventus? O, con le dovute proporzioni, Milan o Juve? E chi è nato a Pisa, ha vissuto a Roma, ha genitori livornesi e mi tifa Inter o Juve? E non si sono verificati episodi di cui al punto 3?
Perchè questo discorso vale per la Juve al 90%, ma al 10% anche per Inter, Milan. 

Non parlo di simpatia, ma di tifo: è un’altra cosa.
Anch’io ho simpatia per alcune squadre, specie estere, ma non è tifo.

Allora, la risposta? (Premesso che ciascuno è libero di fare il tifo per chi vuole, ovvio, ma assodato che simpatia non è tifo e che c’e’ tifo e tifo)
La risposta, per la Juve e in misura minore ma non minima per Inter e Milan è che sono squadre che (quasi) tutti gli anni (il quasi vale per le milanesi) hanno rose in grado di vincere tutto e che spesso vincono tutto.
Altra spiegazione non c’è, fra le principali. Poi ve ne sono di minori.
Ma questo fattore, specie se si hanno 6-15 anni, è decisivo, sebbene non esclusivo, ovvio.
Ribadisco che questa mia considerazione, banale ma non detta mai da nessuno, vale certamente anche per Milan, Inter e un po’ anche per Roma, Lazio, Napoli, ma vale immensamente per la Juve; in una maniera tale che potremmo anche parlare solo di Juve, nel trattare questo tema che, lo so, 7 Italiani su 10, tifando Juve, Milan o Inter, non avevano il minimo interesse a veder trattato da me, anzi per questo mi stanno schifando proprio, lo avverto.

Buonanotte. 

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sabato 20 febbraio 2021

Ci risiAmo

Di nuovo in A c'è qualcosa che non va. Da alcuni anni.
Spero nei magistrati.
Io vedo e traggo le mie conclusioni.
Di più non posso fare.

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venerdì 19 febbraio 2021

Abbiamo sbagliato modulo


(...e intanto la vita passa, come l’uva, e con le stesse calorie di troppo)


Oggi nuove varianti?

Domani è un anno da Codogno e siamo ancora fermi al punto di prima, grosso modo. 
Sì, ok, adesso ci stanno alcuni vaccini (speriamo efficaci...), certi di serie A che facciamo a chi lavora in campo medico e agli anziani, altri di serie B che funzionano 1 volta su 2 e che faremo agli sfigati under 55, ma se mi fermo in questo momento e scatto una foto non sembrano passati 12 mesi: il virus non lo batti, puoi solo contenerlo, sarà lui a mollare la presa quando si sarà sfavato a sufficienza di questo circo che si porta appresso.  L’errore è stato pensare di poter vincere e aver schierato un 4-3-3 con due esterni poco propensi a tornare quando invece, siccome stai giocando col Brasile al Maracanà, sarebbe stato opportuno copririsi un tantinello di più dietro e infoltire la mediana.

Abbiamo 90mila morti in più, certo, ma tanto a sentire i geni del web erano tutti vecchi e malati e quindi cosa vivevano a fare? E poi da un anno viviamo a scartamento ridotto, la spesa pare un’impresa riservata ai migliori, lo shopping è abolito, teatri, cinema, biblioteche e stadi sono inutili, usciamo mascherati, gel come se piovesse, guanti, distanza e sguardi truci, sospetto al primo colpo di tosse, colpi di martello a montare la forca se starnutisci due volte. Le banche non ti ricevono più se non prendi appuntamento (anche d’estate: ci hanno marciato), gli orari sono ridotti come la capacità di comprensione degli eventi dell’Italiano medio, i dottori non si appalesano per paura di beccarsi il virus, i weekend li passi tappato in casa, al lavoro si sta tappati in casa (chi ancora ce l’ha, il lavoro, che adesso è smart, prima era ignorante), giustificazione in tasca se esci, programmi tv che parlano h24 di Covid e varianti, virologo buono che le varianti non fanno nulla e virologo cattivo che moriremo tutti e soffrendo moltissimo, chiunque che ti dice che ‘sta cosa non si può fare per colpa del Covid, se ti ammali di altro sei fritto peggio che se prendi il sars perché non ti si incula nessuno, esami di controllo rinviati sine die (a paziente morto, direi), telefoni che squillano e nessuno risponde, tamponi con esito a venti giorni, sanità al collasso se appena appena si ammalano venti persone tutte insieme, la porta del frigo mostra segni di usura e il colesterolo, ignorato, cresce nell’ombra della palla rossa con le spike, se già stavi depresso per conto tuo battezzi il primo ponte abbastanza alto, presto sarai licenziato se già non lo sei e domattina potresti benissimo svegliarti in apnea...

Per il resto tutto bene, a casa tutto bene grazie, sabato uscirà il sole. Abbiamo un grande futuro davanti, sta a noi farci, la sera, quei due o tre bicchierini che ci permettano di vederlo con chiarezza.



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mercoledì 17 febbraio 2021

Governi tecnici

Premesso che il governo Draghi ha al suo interno numerosissimi politici (su alcuni dei quali preferisco non dire nulla per non rischiare denunce, e comunque 11 su 22 erano presenti anche nel governo Conte II, a dimostrazione del fatto che il precedente governo non solo non è stato un fallimento, ma è stato e sarà sicuramente migliore anche del successivo, non solo dei numerosi precedenti), un governo tecnico è un'assurdità. Non mi potrà mai piacere.
Quello che io voglio è un governo POLITICO.
Però vorrei politici che fossero eletti e non nominati, che non avessero problemi con la giustizia o addirittura condanne sul groppone, che si dimettessero automaticamente non appena ritengono di non poter più rimanere nel partito nel quale sono stati eletti, che non ricevessero indennità o paghe di vario tipo se non raggiungono un numero minimo di presenze, etc.
Detto questo è evidente che un governo tecnico è il fallimento della democrazia e della rappresentanza. 

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Siete disumani o stupidi, o forse tutte e due le cose?

Io vorrei davvero sapere come funzionano i presunti neuroni degli industriali che in questo momento non hanno niente di meglio da chiedere che l'abolizione del reddito di cittadinanza e il ripristino della possibilità di licenziare.
Ora, io mi chiedo in generale quale danno ha un industriale se alcuni milioni di persone anziché morire di fame riescono ad andare avanti grazie a un reddito di cittadinanza, e quali problemi ha un industriale se persone che sono in attesa di essere licenziate vengono ancora per qualche mese aiutate dalla cassa integrazione, peraltro pagata dallo Stato con ben precisi fondi a ciò dedicati.

Voi direte: se usiamo le risorse per aiutare i morti di fame non possiamo agevolare gli imprenditori a fare ancora più profitti. Certamente. Però mi sembra che la quantità di soldi in arrivo sia tale che non ci dovrebbero essere problemi di scelta di questo tipo e poi, in generale, oltre ad essere profondamente idiota e disumano fare le richieste che ho citato, è anche veramente autolesionista. Perché, come ho già detto più volte, arriverà il giorno in cui molti non ce la faranno più, e quindi tutte le automobili, le lavatrici e gli altri prodotti fabbricati da questi signori rimarranno invenduti, e questi soloni dai radi e pigri neuroni si aggireranno sconsolati per i loro magazzini pieni di stock che non saranno mai evasi.

L'inesauribile sete di profitto non solo è un qualcosa che ti fa dimenticare di essere un essere umano, ma ti acceca al punto che finisci poi per sponsorizzare scelte che ti danneggeranno enormemente.

////
Disegno: uomo con mascherina, febbraio  2021 

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martedì 16 febbraio 2021

E un MeToo per gli operai?


(1907 caretteri, tempo di lettura 2 minuti e mezzo circa)

Una volta, durante una normale discussione in negozio (semplicemente tenevo il punto anziché farmi accomodante, perché il cliente ha sempre ragione, certo, ma se spara minchiate e cerca di farti passare per fesso o bugiardo anche no), una donna disse che si era sentita “aggredita”.
Mi era parsa subito una tattica piuttosto meschina per sfruttare il fatto di essere donna e strappare la ragione in una discussione in cui aveva torto. Sono tattiche usate a volte dalle donne; del resto gli uomini ne hanno di altre. La meschinità non ha sesso.

Ovviamente non avevo fatto nulla, fisicamente, e anche verbalmente mi ero limitato a contrastarla: cioè a non cedere vilmente alle sue puttana*e.
Ora, dico io, col MeToo sarei finito sulla forca nel giro di venti minuti.
E’ ora di finirla.

Occorre punire con severità chi usa violenza (e invece spesso la fa franca; figurarsi che io, per i casi di stupro di gruppo, sono per la castrazione fisica) e smetterla con i casi ridicoli (la toccatina di spalla, lo sfioramento del ginocchio: fra un po’ le avances si dovranno fare per iscritto e con tanto di marca da bollo e certificato si buona salute, e anche uno sguardo penetrante sarà presto considerato violenza).

Come sempre, la specie umana dimostra di avere pochi neuroni e perlopiù bacati. Si passa da ere in cui puoi disporre delle donne (e degli uomini, vedi schiavitù) come fossero oggetti per soddisfare le tue voglie sessuali o le tue esigenze produttive, a epoche in cui se ti sfioro la spalla o ti faccio un complimento via twitter (sono casi reali) mi licenziano, mi annullano i contratti e mi buttano nella fogna sociale buttando via la chiave. Solo nel mondo del lavoro non è stata sdoganata la schiavitù. Oggi se fai una battutita salace alla segretaria o le tocchi la mano ti evirano sul posto, ma se sfrutti un operaio facendolo lavorare come un mulo per una paga da fame e magari in ondizioni insalubri sei un imprenditore che dà lavoro, quindi un patriota. 

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sabato 13 febbraio 2021

Giudizio o voto?

Io capisco che alle primarie (vecchie elementari) è come per i pulcini del calcio: non importa vincere, non conta la classifica, lo scopo è divertirsi e imparare a rispettare le regole dello sport (e della vita), e gli avversari (gli altri). Ho seguito per anni il calcio dei piccoli (grazie a un mito che adesso risiede in terra d’Ungheria) e concordo (anche se il fatto di non tenere la classifica mi è sempre parsa una inutile ipocrisia).

Ma un voto non traumatizza nessuno. Voglio dire, li lasciate per ore davanti alla Tv a vedere Amici, GF, talk politici, film violenti, tg di cacca o chicche simili; permettete che usino smartphone e social per ore, o Play e Wii varie, e poi vi preoccupate del presunto trauma di un voto?

Certo, un giudizio è inclusivo, un voto è secco.
Un giudizio sfuma e arrotonda, un voto ti fa il pelo.
Un giudizio dice tutto e niente, un voto inchioda la realtà sul tebellone dell’irrimediabilità.

Ma coi giudizi quel maiale pelato caro ai nostalgici che ci ha brutalizzato per vent’anni può anche essere descritto come un capo di stato un po’ accentratore e rissoso che ha fatto anche cose buone, e un serial killer un individuo che tende a ripetere sempre lo stesso sbaglio ma se si applica può migliorare.
Invece, 4 è 4, 7 è 7. E soprattutto 4+8=12:2=6, ecco recuperato l’inciampo.

Ok, i bimbi delle primarie (che però, non dimenticatelo, a 7 anni sono svegli quanto lo eravano noi 60’s a 12) vanno salvaguradati, ma allora perché non prevedere voto più giudizio (e non spegnere la tv)?

Esempio.

Cosa è meglio?
1) Luca Rossi Italiano 7
2) Luca Rossi Italiano discreta comprensione del testo, ma deve migliorare; espressione efficace, con qualche lacuna; si impegna molto, se continua ad applicarsi migliorerà sicuramente
3) Luca Rossi Italiano 7 ha però qualche lacuna da colmare nella lettura

Io al rigo 2 capisco poco, al rigo 1 ho un’immagine poco spiegata ma più chiara, al rigo 3 ho l’evidenza matematica e una spiegazione che me la dettaglia e mi fa capire meglio il valore di quel voto, cosa lo determina, cosa comunque non va e quali sono le prospettive.

E poi, che senso ha prevedere quattro livelli se lo sanno anche i muli che il primo livello è 5-6, il secondo 7, il terzo 7-8 e il quarto 9-10?
Mi paiono più che altro ipocrisia e confusione miscelati con sapienza. 

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venerdì 12 febbraio 2021

Destra e sinistra: le differenze ci sono eccome




(Adesso un noto ex Ministro degli Interni dovrebbe dichiararsi colpevole, nei processi in cui è coinvolto, dato che sull’immigrazione ha cambiato idea, ammettendo di aver sbagliato...)

A destra ci può essere disaccordo ma la quadra si trova sempre e in fretta. Si sta insieme per interesse, in genere, ambito di un quadro di riferimento pseudo ideologico di base. La politica è plasmare o conservare la realtà in modo da massimizzare i propri interessi e difendere le proprie idee medievali su uomo e società. A sinistra ha la pretesa di migliorare il mondo per farne un posto più comodo per tutti, non solo per qualcuno. C’e’ un afflato ideologico notevole, a volte inquinato dai soliti vizi umani (interesse personale, istinto a delinquere, etc.). A destra ci sono i vizi, e ben scarsi afflati; abbiamo gli interessi, che sono legittimi, ma meschini se accompagnati da nient’altro. A sinistra si è molto attenti alle sfumature, e ci si divide, si fanno scissioni, si fanno cadere governi per mere questioni ideologiche spesso minimali, senza curarsi del fatto che tali operazioni sono solo autolesionesiste e impediscono il raggiungimento di obiettivi comuni all’interno di un quadro di riferimento ideologico più preciso e rigoroso. Al di là delle eccezioni che un discorso generico come il mio non può non contemplare, a destra si passa sopra a tutto, voltafaccia, incoerenze, vergogne, scandali, corruzioni. Si fa blocco, si difendono i delinquenti, si approvano leggi vergognose, non ci si formalizza per nulla e chi ti votava ti vota lo stesso. Non ci si formalizza ad accompagnarsi a brutti figuri e ad assecondarne i desideri in cambio di paritetici vantaggi. E’ un do ut des nemmeno mascherato da una finta patina ideologica.

A destra un leader può dire fino a ieri che l’Europa è il male assoluto, ci ruba i soldi e incoraggia le “invasioni” dei migranti sporchi, cattivi e delinquenti (e portatori di malattie), e che il problema dell’immigrazione è il problema numero uno dell’Italia e che ci vuole la flat tax e non ci vuole il Rdc, e opporsi in ogni modo all’accoglienza di chi soffre. E poi, nel giro di 24 ore, sconfessare tutto questo, farsi “europeista” (o “pragmatico”, la versione verde di paraculo), accettare le politiche UE sull’immigrazione e i richiami di Draghi a una maggiore progressività fiscale e all’importanza del Rdc. Questo non crea alcuna protesta fra i suoi iscritti, nessuna rivolta nella base, nessun mal di pancia negli alleati. Tutti sono allineati. Comanda solo uno (eletto con soli 6000 voti), e chi non trova nulla di strano o di antidemocratico in questo ha poi da ridire se un’altra forza consulta 119000 persone su un tema rilevante prima di assumere una decisione. E chi prima ti votava, adesso che hai fatto retromarcia ti vota lo stesso. 

A sinistra un voltafaccia così repentino ed epocale su temi così sensibili avrebbe provocato terremoti, scissioni, etc. Nel Movimento, tanto per dire, un semplice voto della base per dire sì o no alla partecipazione al Governo nascente “spacca la base” e porta il Movimento verso la “distruzione”, sempre a dar retta ai media: ma di certo a sinistra e nel Movimento vi è discussione, confronto, anche lacerazioni, non il monolite che abbiamo a destra, che è pronto ad ingoiare tutto e il suo contrario, e a digerire qualsiasi porcheria, a metabolizzare qualsiasi retromarcia, pur di avere le mani nella stanza delle leve.

Fra l’altro mi chiedo come possa adesso Salvini non dichiararsi colpevole, nei processi in cui è coinvolto. Ci ha appena detto che le politiche UE sull’immigrazione vanno bene, quindi quando si opponeva ad esse e costringeva manipoli di disperati, fra cui donne e minori, a stare al largo per “difendere i confini”, stava sbagliando. 

Io ho votato Movimento. Se Crimi cominciasse a candidare pregiudicati, ad attaccare la magistratura in occasione di ogni inchiesta su esponenti del Movimento, a promuovere anziché rimuovere chi è indagato o condannato, ad accettare i milioni del finanziamento pubblico, ad eliminare la riduzione a metà dello stipendio, a eliminare ogni vincolo di mandato e a votare leggi ad personam, io non lo voterei mai più. A sinistra l’elettore è più rompiballe (o coscienzioso, se volete). Pretende molto dall’eletto. Addirittura nel Movimento si fanno questioni enormi per dettagli che negli altri partiti provocherebbero solo quattro risate al bar. Del resto, nel Movimento questo ha un senso: sei nato per fare certe cose, e perché altri erano ladri e cialtroni, è normale che chiediamo a te onestà e determinazione. Con la indesiderabile conseguenza, però, di sfociare nell’autolesionismo e avvantaggiare così chi ha un’idea opposta rispetto alla tua e persegue meri interessi personali o di lobby.

A destra, puoi fare bianco e ti votano. Se il giorno dopo fai nero, ti votano. Se nello stesso giorno fai bianco e poi nero, ti votano. Ti allei per decenni con un delinquente finanziatore di mafia e ti votano. Vuoi sparare sui barconi e ti votano. Affermi che hai sbagliato e le politiche di immigrazione che prima erano feccia adesso vanno bene, e ti votano.

Giratela come volete, ma le cose grosso modo stanno così. Al Pd è bastato comiunciare a dar di matto grazie al Microbo per scendere ai minimi storici. La Lega fa porcate assolute da decenni e negli ultimi due anni non ne ha azzeccata una, tuttavia sta sempre sul 20-23. E’ partita per fare una cosa, ha finito per fare l’opposto e rubare più di “Roma”, ma va sempre tutto bene: non ci sono crisi di coscienza fra gli eletti o gli elettori, non ci sono mal di pancia, scissioni. Il Movimento prende il 33 (certamente gonfiato anche da idioti e opportunisti che alle urne votano in base a umori), poi governa e fa molte cose buone (fra l’altro promesse) e scende al 17-20, complice anche un’ostilità mediatica letale (tu voti in base a quel che sai e quel che sai lo apprendi da libri, giornali e tv, perlopiù).

Tutto dipende dalle ragioni per cui fai politica e dalle ragioni in base alle quali voti. Se ti vanno benone le disuguaglianze economiche e sociali e desideri mantenere lo status quo, per difendere il tuo stato di benessere, è naturale che sari molto più elastico nell’accettare gli eventi, rispetto a chi, deluso e schifato da un mondo ingiusto, cerca di cambiarlo.
E lo stesso sei hai una mentalità chiusa, bigotta, gretta; se sei egoista, individualista, razzista. Se punti al soldo. Se te ne freghi di chi sta male. 

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giovedì 11 febbraio 2021

Foibe


I fatti storici, i dati oggettivi non si negano. Lo fanno solo i legazionisti, i negazionisti, i nazifascisti, i terrapiattisti, e compagnia brutta.
Ma fare di tutta l’erba un fascio è operazione idiota buona per i gonzi.
E’ il vecchio giochetto: tutti rubano, nessuno ruba. Come detto, buono per le menti semplici (che sono tante).
Le foibe, dramma vergognoso, vomito del confine orientale, non sono state pulizia etnica e hanno alle spalle ragioni (non giustificazioni, ché quelle come potrebbero esserci?) articolate e complesse, dalle quali non sono esenti i crimini fascisti e nazisti. 
Aver cercato di fare del giorno della memoria un contraltare di Auschwitz è operazione scorretta e ridicola, di chi ha le mani sporche di sangue e cerca di trovare del lercio negli altri per risollevarsi.
Inoltre è curioso che inviti a ricordare chi mai ha voluto ricordare crimini ben più atroci ed epocali, e sistemici, e tuttora condivide e rivendica e sostiene molti orrori del passato. Come spesso accade, il pulpito non è all’altezza.

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mercoledì 10 febbraio 2021

Cos’è la coerenza in politica


Salve, è un testo non breve, ma il momento è solenne e quel che scrivo si propone di chiarire bene la differenza tra coerenza e disonestà, e tra, da un lato, cercare di fare il bene del Paese collaborando con delinquenti, se il momento lo impone, e dall’altro fare invece leggi ignobili proposte da delinquenti che si sono scelti come compagni di strada proprio per questa loro disponibilità a rubare e corrompere.

La COERENZA in politica non è non governare con Luca se per anni hai definito Luca un delinquente. Non è non governare con Piero se per anni hai definito Piero un razzista. E se Luca e Piero sono, rispettivamente e senza dubbio, un delinquente e un razzista.
In fin dei conti, se lo sono hai fatto bene a definirli come tali.
Ma questa tua sincerità, questa tua rettitudine, non deve diventare un boomerang, per te e per il Paese, per un malinteso senso di coerenza politica.
In politica non è come nella vita, anche se pure fuori dalla politica a volte si assistono a scene curiose, tipo due che passano dal più folle degli amori alla tragedia più cupa, magari con contorno di delitti.

La politica, quella vera, è fare le cose per il bene della società. Avere una visione, prendere decisioni giuste e coraggiose, spesso a lungo termine, non  errate ma politicamente convenienti o dettate solo dall’esigenza di mantenere il consenso. La politica è mantenere le promesse che hai fatto (se sarò eletto, farò questo e questo), anche se poi per farlo o per difendere quello che hai fatto ti dovesse toccare, purtroppo, di collaborare con un razzista o con un delinquente. La politica, quella buona, è essere sinceri, trasparenti. E’ cercare di fare quello che ti sei ripromesso, cercare di farlo con tutte le tue forze, a volte riuscendoci a volte no, scendendo a compromessi, se serve, collaborando con persone indegne, se serve, senza mai (qui sta il punto) derogare ai principi base.

La coerenza è non rubare, non corrompere e non essere razzisti, se nasci come forza onesta e costituzionale. La coerenza è votare il Rdc se in campagna elettorale lo hai messo fra i punti del programma; votare no al Tav se lo hai promesso; fare politiche sociali spinte (mai viste così in Italia da decenni) se erano nei punti programmatici esposti in campagna elettorale. La coerenza è servire lo Stato e il Popolo. La coerenza non è mandare tutto all’aria, o rischiare di vedere distrutte le proprie conquiste economiche, politiche e sociali, solo perché non si può collaborare con un delinquente. Semmai occorrerebbe chiedersi quanto è malato un sistema che non ferma un politico razzista e che non estromette per sempre un delinquente colpevole di gravissimi reati, ma questo è un altro discorso.
La coerenza è non votare le leggi da delinquente che un delinquente a te alleato dovesse proporti; non è rifiutare a priori un accordo con quel delinquente quando questa pare essere l’unica strada per governare bene il Paese in un certo momento.

Passando alla situazione attuale, è ovvio che il Movimento non ha nulla a che fare con un delinquente, grande evasore, finanziatore di mafia e prescritto più volte per altri gravi reati oltre che attualmente indagato per altri gravi reati, tra cui la strage.  E nemmeno con un razzista incapace e banderuola, che cavalca la paura, la alimenta, demonizza il diverso, rappresenta un partito che ha rubato milioni di soldi pubblici, tradisce i patti. O con un politicante di destra travestito da rinnovatore di sinistra che mente e tradisce con naturalezza e che ha distrutto lo stato sociale e ha provato a stuprare la Carta. E il Movimento non ha nemmeno molto a che fare, per molti aspetti ma non tutti, con un partito di centro più che di sinistra che ha coccolato e difeso un presunto rottamatore fino a esserne distrutto e infettato e che tuttora ha al suo interno esponenti a lui fedeli.

Ma il Movimento  è nato per fare certe cose. Per cambiare il Paese. Altri scopi non ha. Nasce perché il Paese è alla deriva, la politica ormai inutile, i partiti marci e dannosi. Ha elencato cosa avrebbe voluto fare e ha preso il 25% la prima volta e quasi il 33% la seconda, senza spendere soldi pubblici per le campagne elettorali, senza possedere tv o giornali. Quindi il suo compito è cercare di realizzare quei punti. E basta. Il suo scopo (o desiderio) non è rubare (il codice etico butta fuori chi sgarra, gli altri partiti non ce l’hanno o lo ignorano: anche se buttare fuori chi sgarra è autolesionista -ma coerente) o vivere di politica (ha un limite di mandati). Non è promettere bianco e poi accordarsi con Luca o Piero e fare nero. E questo ha fatto, il Movimento. Ha cambiato la politica. Ha rivoluzionato l’agenda. Ha introdotto temi prima ignorati o vilipesi (ambiente, Rdc, etc). Ha dimostraro che ci si può alleare con Destra o Sinistra, se da soli non si hanno i numeri, per cercare di cambiare le cose, che si può collaborare con razzisti o traditori senza fare cose ignobili ma anzi ottenendo conquiste superlative. Allearsi con un delinquente e approvare leggi ignobili è una cosa, allearsi con un delinquente e approvare (o cercare di approvare) leggi nobili è un’altra.

Come ha fatto tutto questo, il Movimento (sbagliando anche molte cose, ma sempre in buona fede, e non riuscendo a ottenere tutto, ma provandoci sempre)? Non avendo preso il 51% (era l’obiettivo), lo ha fatto accordandosi con chi diceva di essere d’accordo col suo programma. Quindi prima con la Lega (venendone poi tradito), poi col Pd (venendo accoltellato da un suo figlio storto poi fuoriuscito). E con entrambi gli alleati (di programma, non organici) ha fatto cose straordinarie: alcune attese da decenni. Reddito di cittadinanza, legge Spazzacorrotti, Legge sul voto di scambio, Risarcimento ai Truffati delle Banche, Blocco della Prescrizione, etc. E il Ponte di Genova, il tentativo di revoca della licenza a concessionari inadeguati, etc. In altri casi ha provato e fallito (per ora): penso al Tav. Ma ha provato con tutte le sue forze. Questa è coerenza. Coerenza non è mandare tutto a schifo perchè sei in un sistema che a un certo punto ti impone di collaborare con un finanziatore di mafia se vuoi fare il bene del Paese. Quella sarebbe stupidità e malintesa voglia di accontentare gli altri che in realtà giocano su questioni formali per estrometterti dalla sostanza delle cose. Semmai coerenza è, quando avrai i numeri per farlo, fare leggi che impediscano a delinquenti o razzisti di gestire la cosa pubblica.

Tanti punti restano da realizzare, e poi c’e’ da difendere quelli fatti. Ecco perché, se non vi sono altre scelte, collaborare con razzisti e delinquenti, con bugiardi e traditori può essere accettato, anche se un po’ fa schifo. Perché il fine ultimo è superiore. E continuando a smussare le differenze con chi, penso al Pd derenzianizzato, non è uguale a te ma ha molti punti di contatto con la tua visione.

Coerenza è cercare di mantenere le promesse, scegliendo la via migliore che si presenta in una certa fase storica, senza derogare ai propri principi base. Quindi chi per esempio si allega con Papi e poi gli vota 60 leggi personali (la Lega) è complice. Chi si allea con Papi per fare un piano vaccinale o difendere il Rdc non è complice, è una forza seria e coerente.

Essere incoerenti è decidere di votare il Recovery Plan cambiando idea in 24 ore (senza nemmeno consultare la base) solo perché fa comodo infilarsi in ogni caso nel governo nascente. O passare da decenni di offese ai meridionali a chiederne il voto. O nascere per sconfiggere Roma ladrona e poi rubare a mani basse. Essere incoerenti e complici di delinquenti è votare leggi ignobili.  Collaborare con soggetti indegni per realizzare il proprio buon programma non è incoerenza, è politica. La politica è fare le cose, adattandosi allo stato della realtà.
La differenza è tra chi fa cose nobili e chi fa cose ignobili. Tra chi fa il palo a un alleato che ruba e chi collabora col ladro ma per fare cose buone e gli impedirebbe subito di rubare.

Io, devo essere sincero, preferirei l’astensione. E il voto provvedimento per provvedimento. Tuttavia non commetto l’errore (spesso in malafede) di confondere una persona onesta con un delinquente solo perché la prima, per salvare il Paese o la sua missione, deve per forza di cose, per via di fattori esterni superiori, cercare una mediazione con un delinquente. Ma una mediazione sui suoi temi, non su quelli del delinquente: ecco la differenza che a molti appare oscura e che invece è chiara come acqua di fonte.

Grazie per l’attenzione.

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lunedì 8 febbraio 2021

Il faro è il programma del Movimento

Il Movimento , quanto all’ipotesi Draghi sì o Draghi no, deve decidere di fare quello che è più utile per:

-difendere i provvedimenti e le leggi fatte in questi due anni (importantissime e, alcune, davvero rivoluzionarie e attese da sempre);

-continuare a realizzare il programma punto per punto.

Non deve decidere in base a cosa desiderano gli altri, o in base a discorsi tipo: come si fa a sedersi allo stesso tavolo del traditore o del finanziatore di mafia? 
Spiego perché.

Questo non è un classico governo politico o una classico accordo di programma come quello Lega-Movimento del 2018 o quello Movimento-Pd-Leu del 2019, poi frantumato dal Microbo. 
Questo pare essere un’ammucchiata che deve gestire la pandemia e il Recovery Plan, quindi non esserci potrebbe essere peggio che esserci (e meglio per chi vuole mangiarsi i soldini ottenuti dal governo in carica). Peggio per il Paese e per chi crede in quello che il Movimento vuole fare di questo Paese(moltissimi).

Quindi, Conte, Grillo e compagnia decidano in base a questo, solo a questo. Tanto, in ogni caso, il Movimento sarà comunque attaccato e infangato da un sistema dell’informazione marcio e di parte, quale che sia la sua scelta.
Non dovete farvi condizionare dal consenso, non siete un partito vecchio stile, non andate a caccia di voti, ma usate i voti per fare quello che avete promesso
Dovete avere sempre in mente il programma pentastellato, e agire per massimizzare le possibilità di difenderlo/completarlo.

Tutto il resto conta zero. Le regole che il Movimento si è dato, e che nessun altro ha, sono ottime, ma se devono essere leggermente modificate per aumentare la performance sarà bene modificarle: non decidono i partiti cosa è meglio per il Movimento.

Il Movimento non è a caccia di soldi (non ha mai preso un euro dei milioni di finanziamento pubblico che avrebbe potuto prendere con agilità), non è a caccia di vitalizi o privilegi (li elimina), non vuol campare di politica (limite di mandati, che nessuno ha) né intende rubacchiare (codice etico, che pochi hanno e nessuno applica).

Avanti, lungo la strada migliore.

Avanti, a testa alta. Perché finora chi ha agito per il Movimento è stato trasparente, sincero e onesto; ha allontanato chi ha provato a fare il furbo o ha violato regole e leggi; si è impegnato con entusiasmo e buona fede. E ha ottenuto tanto. Quindi non deve temere niente e nessuno, e proseguire orgoglioso lungo questo cammino. Se dentro o fuori il governo nascente, lo deciderà chi ha la vista lunga e lo farà in base ai due punti espressi a inizio post. Chi è stellato non potrà che fidarsi e uniformarsi. 

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domenica 7 febbraio 2021

Ti tolgono anche quel poco


Ti tolgono anche quel poco. 
Quel poco che facevi bene e che ti permetteva di chiudere la giornata, trovandole un senso,  e poterne poi aprire un’altra senza troppe difficoltà, per quanto senza squilli: ma chi li cercava, gli squilli?

Del resto, quel che facevi non era apprezzato più di tanto. Non lo è mai stato. E chiunque avrebbe potuto farlo. Non con la stessa continuità o precisione e affidabilità?  Dettagli trascurabili. La gente non ha tempo per queste sciocchezze. La gente pensa allo spritz, alle vacanze sulla neve e alla cena di sabato prossimo. E ai pattini per la figlia e il compleanno del figlio, la spesa e le stories.

Non hai la licenza di un farmaco salvavita, non erediti uno studio o un’attività avviata, non muovi centinaia di migliaia di euro con un clic e li moltiplichi grazie a felici intuizioni. Non hai un talento che lascia gli altri a bocca aperta, non vesti alla moda, non ricorri a tatuaggi o lampade abbronzanti per comunicare col tuo corpo quello che vuoi che gli altri pensino di te. Comunichi a sguardi e a parole, ma dopo venti secondi nessuno più ti ascolta, il suo corpo è ancora davanti a te, la testa annuisce partecipe, ma lui non c’e’ più, tornerà in tempo per il commiato: oggi si va per messaggi brevi, slogan. Non si ha il tempo di ascoltare, perché ascoltare implica capire e il tempo è tiranno. Sei gentile, disponibile, affabile, comprensivo, tollerante, aiuti chi ha bisogno, hai un cuore grande e una mente aperta sull’infinito, ma non servi davvero a nessuno e a niente: potresti esserci come no e nulla cambierebbe, proprio come l’abete di fronte al bar in piazza. Sei come una bella lampada antica, ancora perfettamente funzionante, che riposa fra la polvere di una cantina umida: non sei utile, oggi abbiamo i led e il design modernissimo.  Alla tua morte, qualcuno ti piangerà, ma molti piangeranno solo perché la morte è triste, ti ricorda quel che ti aspetta. E di te vivrà un ricordo, perlopiù sbiadito e destinato a finire. Alla fine, se non fossi esistito, non sarebbe cambiato nulla: quei pochi che ti portano nel cuore, moriranno presto e tu con loro.

Fai il tuo lavoro piccolo, insignificante, che a te piace e a cui dai un senso e che cerchi di fare bene e che fai bene, ma che potrebbe fare quasi chiunque, magari meno bene ma in maniera accettabile per i canoni odierni, e anzi che potrebbe anche non fare nessuno e dopotutto non cambierebbe molto: si tratta di abbassare le richieste per poterle soddisfare, e di abituarsi a nuovi standard. Sei importante quando sei una novità; poi diventi come tutti gli altri, un arredo, forse utile e sarebbe già tanto, spesso inutile o superfluo. L’iniziativa nei primi tempi è segno di impegno, dopo è smania di mettersi in mostra; la precisione è una dote preziosa, poi è esibizionismo, la costanza è sempre un difetto, la coscienza un limite. 

Il tempo passa e scolora le nostre vite, riga le facce, affloscia i tessuti e gli entusiasmi. Allarga le ferite, restringe i cuori. Tradimenti e inganni sono dietro l’angolo, non puoi mai fidarti di nessuno e comunque non per sempre. La vita scorre e le opportunità cambiano le prospettive. Persone muoiono o partono, oppure spariscono dal tuo orizzonte. Ne vengono su altre, ma il giro continua, è una giostra che non prevede fermate, si sale e si scende in corsa, a volte facendosi male: ma stare a terra è peggio. Cerchi di costruirti un tuo mondo per non mollare, per non darla vinta a quel che senti crescere dentro e che ti dice che non ne vale la pena, mai. E hai cura del tuo piccolo mondo, ma ti preoccupi anche degli altri, perché cerchi sempre armonia e pace, e vuoi essere sereno ma vuoi che lo siano anche gli altri, non miri ad avere sempre qualcosa in più ma a mantenere quel che hai. A crescere e far crescere, ma senza perdere quel poco che ti basta. Ma è una battaglia persa. Il tuo mondo può crollare in un istante. 

Tutti siamo sostituibili, nel cuore delle persone, figurati se non dietro a una scrivania o su una linea.
Tutti siamo soli, spesso tanto più soli quanto più circondati da persone.
Siamo solo riempitivi nelle vite degli altri, più o meno importanti, più o meno duraturi ma sempre transeunti.
Nulla è davvero come sembra e nessuno è niente per nessuno.
Il giorno della fine sarai in coda da solo.

Devi provarci, ti dicono, Devi crederci. Rimetterti in gioco. Non devi lasciarti andare. Verranno giorni migliori: e tu sai che sarebbe già tanto se venissero giorni, anche sempre uguali a quelli passati. Te lo dicono con fare paternalistico, perché ti capiscono, loro ci sono passati, hanno provato quel che ti tormenta, e ne sono usciti solo credendoci, scommettendo su se stessi: spiace, non scommetto su cause perse. Ti guardano con partecipazione e con compassione: sanno che non ce la farai mai, o che se ce la farai sarà solo per un puro caso, ma vogliono spronarti, per poter convincersi di come stanno messi meglio, per prendere forza dalla tua debolezza. Vogliono farti credere che tutto è nelle tue mani perché vogliono credere che davvero sia sempre così anche per loro. 

Il segreto della vita è viverla senza chiedersi cosa si sta facendo, ma facendolo, e sognando di fare altro, e inseguendo altro, e facendolo. Correre, senza sosta, di meta in meta, guardando sempre avanti, credendo di essere immmortali. Fermarsi anche un solo istante può rompere il cristallo che custodisce la nostra sicurezza. Il senso alla vità lo dà il movimento vorticoso con cui la attarversiamo. Rallentare è perdersi.
Il senso della vita è trovarlo in quel che stai facendo, perché non lo troverai alla fine del tuo cammino. E’ trovarlo, riuscire a crederci e non chiedersi mai quanto durerà e perché e come finirà. È correre, correre, a perdifiato, senza girarsi mai, senza guardarsi troppo intorno. Rallentare è perdersi.

Ma perdersi è inevitabile. Lo siamo tutti, persi. Solo che fino a un attimo fa non ce ne eravamo resi conto. 

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Perso


E’ davvero meschino come assisti alla vita che scorre e la vedi finire. 
L’ultimo giorno ti sembrerà di averne vissuto un centinaio al massimo, e invece saranno stati molti di meno. Ti sembrerà un lampo, invece sarà stata ancora più veloce. Pare lunga fin quando sei nel mezzo, ma è un attimo.
Perso. 

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sabato 6 febbraio 2021

Quello che conta

Grillo e Conte decideranno cosa è meglio: potrò non condividere, ma saprò che la decisione è stata presa da due persone serie e nelle quali ho grande fiducia da quando li conosco.
Il Movimento ha governato con la LegaExNord, fin quando Salvini non ha tradito il patto affascinato da quattro sondaggi agostani: e ha portato a casa risultati notevoli, in termini di attuazione dei propri punti di programma.
Poi il Movimento ha governato con Pd e Leu (IV è nata dopo in seguto a un’operazione trasformista del Microbo), che si sono mostrati più collaborativi dei verdi, e ha portato a casa altri importanti risultati, oltre ad aver gestito molto bene, coi suoi compagni di viaggio, la più grave emergenza italiana dal 1945.
Adesso farà opposizione o governerà, non so con chi, magari con tutti, ma sempre per portare a casa risultati. Per fare quello che ci ha spinto a votarlo e per difendere quello che è già stato fatto.
E’ questo quello che conta per me, ed è questo che manda in bestia i poteri forti e la lercia casta sempre affamata. 

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Ieri De Masi l’ha detta bene e chiara su cosa è Draghi e cosa sarà per questo Paese, che si stava appena risollevando dopo due anni di un governo che così progressista non si era mai visto, qui. E conclude: “Quando, fra qualche giorno, potremo leggere il Recovery Plan di Draghi, comparandolo con quello di Gualtieri avremo la misura metrico decimale, palpabile, della virata verso il neoliberismo in versione squisitamente bancaria.”
“In Italia abbiamo avuto un’eloquente cartina al tornasole (il reddito di cittadinanza) per capire a primo colpo se un nostro interlocutore è neoliberista o socialdemocratico. Matteo Renzi il cattolico boy scout, è sempre stato contrario all’articolo 18 destinato ai proletari e al reddito di cittadinanza destinato ai sottoproletari, mentre ha accarezzato la classe media con 80 euro e ha dichiarato di trovarsi a suo agio con Marchionne, che guadagnava 1037 volte più dell’operaio della Fiat, piuttosto che con la Camusso che guadagnava quanto un metalmeccanico.”
“I socialdemocratici ritengono che ogni cittadino, per il semplice fatto di essere stato messo al mondo senza la sua volontà, abbia il diritto di sopravvivere decorosamente anche se non è produttivo perché minore, vecchio o inabile; i liberisti, sulla scia di Laffer e Kuznets, ritengono prioritario consentire ai ricchi di arricchirsi: prima o poi la loro ricchezza sgocciolerà ad alleviare i poveri.”

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2012, Wall Street Journal, Draghi: “Lo stato sociale è morto” (difendendo la porcata greca).
La sua chiamata ha provocato una notevole erezione alla Borsa che, si sa, sempre si eccita quando sente nell’aria l’odore del sangue dei lavoratori e dei poveracci.  Mentre Piazza Affari ce l’ha duro, lo spread torna subito a cuccia, ai livelli di Conte pre mascalzonata dell’Indegno. Alcuni titoli chiave volano del 5%. Gli Elkann sbavano di gioia sulla carta inutilmente inchiostrada dei loro giornali. Il Welfare si compra un loculo.

I maiali di destra, quelli che privilegiano il mercato e la concorrenza (finta) per creare ricchezza, concentrata nelle solite e poche mani, non hanno interesse a sconfiggere i quattro mostri indicati da Beveridge, che la socialdemocrazia invece combatte e vuole sradicare dalla società: bisogno, malattia, ignoranza e squallore.

Per sconfiggere quei quattro mostri l’unica via è la riduzione delle disuguaglianze attraverso una equa distribuzione della ricchezza. Francamente Draghi non serve questo nobile fine.

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Se devo giudicare Draghi da quello che ha fatto e detto in passato, la sua visione del mondo non è la mia, proprio per niente. Quindi ci aspettano tempi bui, perlomeno aspettano noi che non abbiamo l’agilità finanziaria di chi lo ha santificato.
Del resto, sulla base di cosa dovrei giudicarlo? Della sua riservatezza? Dal fatto che gioca a scacchi online o fa la spesa in un supermercatino con la moglie? Oggi ho letto sul Fatto una nota azzeccata: molte vite dei santi sono meno agiografiche dei racconti odierni dei giornaloni che beatificano il probabile futuro premier, ricoprendolo di saliva.

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COSA VUOL DIRE DRAGHI

Draghi rappresenta tutto quello che non voglio da un punto di vista economico e sociale, questo deve essere chiaro. Essere persone stimate, serie, incensurate è una condizione essenziale, che dovrebbe essere normale ma che non lo è e che quindi io apprezzo ancora di più, ma poi viene il resto e Draghi, oltre a essere pressoché una nullità come politico, è il rappresentante di quell' establishment che ha governato il mondo negli ultimi anni o decenni con risultati che io considero disastrosi. Questa è la sua storia, di questo egli è il simbolo.

Mi sembra difficile poter pretendere che un pensionato, un lavoratore, un povero della Terra possano esultare per l'arrivo di una persona che fa esultare gli Elkann...

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Resto contrario ad entrare nel governo Draghi.
Ovviamente decidono Conte e Grillo, due garanzie assolute, e sottolineao assolute.
Se loro ritengono che occorre entrare per condizionarlo, si entrerà.
A me preme quello che preme sempre: realizzazione dei punti del programma 5s; difesa dei provvedimenti presi e dei punti già realizzati. Il resto son cose dei partiti, non di una forza nata con un compito preciso, non per far passare quarant’anni in politica ai suoi leader.

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giovedì 4 febbraio 2021

La mia idea di Draghi

La mia posizione nei confronti di SuperSantoDraghi al momento è molto semplice e si può riassumere così:
 se fosse stato entusiasticamente evocato da mesi e sostenuto adesso con gran dispendio di lingua da Confindustria, NapolitanoQualeBoom, Microbo e la MarciaCasta tutta e il 90% dei media... avrei dubbi anche su Gesù Cristo.
Andava detto.

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A tavola, è pronto!



Esaltazione di Draghi con gran dispendio di lingua, colpevolizzazione di Conte che avrebbe fatto errori su errori, coccole e giustificazioni della scelleratezza del Microbo Guastatore usato come piede di porco dal Sistema e invece dipinto come politico responsabile e abile. Questa è Repubblica, il Giornale Padronale Questa è la maggior parte dei cosiddetti quotidiani italiani, molti dei quali inutili cloni (poveri alberi, non solo uccisi in questo caso, ma anche vilipesi). Questi sono i talk politici, covo di servi sciocchi e di alacri leccaculo.

Insomma adesso sappiamo quello che sapevamo già prima e cioè che i grandi gruppi industriali e finanziari di questo Paese, i poteri forti (storti), la casta odiavano Conte e i politici non compromessi e non tolleravano di essere esclusi dalla gestione dei soldini in arrivo.

Non parlate di ragioni politiche perché fate ridere. Il Microbo sta alla politica come una pornostar alla castità. Qui si tratta del menu, le ragioni ideali non c'entrano.

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mercoledì 3 febbraio 2021

Due anni mai visti, in Italia

Due anni mai visti in Italia.
E tutto questo grazie quasi solamente ai 5 Stelle.
Davvero, due anni simili a nessun altro.
Onestà, equilibrio, competenza, serietà. In una fase per giunta difficilissima.
Grillo ha creato un qualcosa di unico, che prima ci ha evitato derive fasciste o comunque libere di sfociare in gravi disordini sociali, e poi ci ha garantito alcune leggi attese da decenni, un’aria nuova e una gestione del mostro pandemico davvero superlativa. Problemi nuovi portati alla ribalta dell’agenda politica, una diversa gestione della cosa pubblica, una delle manovre più di sinistra mai avute. Un’attenzione mai vista per i più deboli e una serie di riforme epocali.
Grazie ai 5 Stelle e grazie a Conte, uomo fuori da tutti i giri, persona interessata solo al bene del Paese, affidabile, schietta, sincera e capacissima. 

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martedì 2 febbraio 2021

A voi

Spero che il Movimento si chiami fuori da un governo pastrocchio con dentro non so chi ma sostenuto da merdacce e delinquenti.
Sono stati fatti sforzi notevoli per ricomporre la crisi innescata dal bugiardo toscano. E si è governata la fase più difficile dal dopoguerra ad oggi con saggezza e capacità.
Adesso che la casta ha distrutto tutto servendosi di un microbo guastatore, si facciano il loro governo, che sicuramente saprà gestire bene la fase in atto. Ci vediamo alle elezioni. 

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Nel dubbio, piglio pure le righe



A che cosa servono le penne lisce?
Il lockdown ha dimostrato una verità sottaciuta: se son lisce non le vuole quasi nessuno: ricordate gli scaffali pieni di tristi e solitarie confezioni di penne lisce, ultimi baluardi di ipermercati saccheggati da orde di italici impauriti dalla pandemia fresca di conio?

Del resto, se non le ha rigate nessuno, vuol dire che nessuno se le fila.
E poi quando sei lì davanti allo scaffale della pasta, fra tipi integrali, senza glutine, nere e verdi, all’uovo, di marca e sconosciute, e non sai cosa scegliere, ripieghi spesso sulle penne e nel dubbio le prendi con le righe: caso mai servissero, chissà. E chi sono io, per prendere le penne e non le righe? E annamo, su.

Fra l’altro col sugo le rigate rendono meglio: sulle lisce il sugo scivola e anche in bocca le penne without lines sono sfuggenti.
Non so dire perché ma se acquito le penne lisce mi pare di fare una cosa imprecisa, che avrei potuto gestire meglio. Mi sembra di privarmi di una sia pur banale opportunità, di togliere qualcosa alla mia famiglia.

Eh sì, le penne lisce sono nate sfortunate e non hanno futuro.
Ci vorrebbe un colpo di marketing: una campagna geniale, per esempio in Romagna una cosa tipo: E vai col liscio! Oppure il solito spot con due tette a traino. Ma la vedo comunque dura. 

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La crisi spiegata bene



Microbi immondi e rivoltanti parassiti, servi dei poteri forti, stanno paralizzando il Paese solo per eliminare la blocca prescrizione, il RdC e un paio di ministri stellati retti e capaci, per mettere le mani sui servizi segreti, per schermarsi da alcune indagini giudiziarie in corso, per indebolire chi sta provando a cambiare le cose dopo decenni di muffa, per strozzare le finanze già spremute con un inutile Mes che agitano da mesi come spauracchio, per salvare dalla galera e da una fonte di guadagno certa ed immorale chi ha ucciso decine di cittadini risparmiando in maniera criminale sulle manutenzioni, per dare il via a grandi opere inutili che distruggeranno l'ambiente e moltiplicheranno le tangenti e per avere qualche poltrona (o il trono) nel governo che assegnerà i soldini europei ottenuti dal premier, dai 5s, da Leu e dal PD bifronte. 

Sono i soliti camerieri fedeli a libro paga degli obesi crapuloni che dietro le quinte si fregano le mani sporche e grassocce, che hanno occhi piccoli come spilli, guance rosse, labbra sottili e cattive e la bava alla bocca.
Sono gli entusiasti leccaculo della casta immorale, egoista e infetta, che manda avanti loro perché è codarda quanto avida.
Sono la peggior destra, quella che si finge progressista e invece è solo il marcio della Storia, il pus dei secoli.
Sono inetti, molesti, inaffidabili, bugiardi, paraculo, palloni gonfiati, sono saturi di ego, gonfi di boria spicchiosa e meschina.
Fanno politicamente schifo anche a chi sa che la politica è sangue e merda (cit.).
Hanno condotte vomitevoli.
Sono voltagabbana come trottole.
Sono corpi senz'anima al soldo di ricchi maiali. E il loro deretano sporco di mercenari della politica è  lisciato da giornalisti venduti, quotidiani di carta da water, telegiornali marchetta, talk mafiosi.

E tutto questo in piena pandemia, all'inizio di una campagna di vaccinazione mondiale senza precedenti, col Recovery Plan in via di definizione e un Paese privato economicamente e socialmente.

Resistere, resistere, resistere.

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lunedì 1 febbraio 2021

I dinosauri dei social

Fanno un post.
Lo commento (ovviamente in maniera argomentata e civile, lo preciso anche se è inutile).
Eliminano il post.
(I fatti urtano)
Se non fosse penoso, sarebbe divertentissimo.
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E poi salgono sul pulpito per far lezione a Tizio e Caio.
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Mancano le basi; senza non puoi ambire a toccare il cielo.
—-
Molti, qui sui social, come nei confronti reali, sono al volante di un elicottero senza avere il brevetto. Maneggiano uno strumento di cui non sanno nulla, non solo a livello informatico ma, stasera parlo di questo, a livello di regole del confronto e della creazione di contenuti, oltre che di netiquette e simili. 

—-

Chi cancella un post che ha commenti e chi cancella un commento che ha risposte (quindi, generalizzando: chi elimina un suo contenuto senza curarsi del fatto che questa eliminazione comporta quella dei contenuti di altri) commette un’azione che, qui sui social, è gravissima. Ed è umanamente misera. E si qualifica  da solo (l’unico vantaggio per l’eliminato).
Non faccio nomi perché non mi interessa il confronto con chi, con quell’atto, ha dimostrato di non saperlo gestire.
Nè mi interessa litigare.
Mi interessava solo mettervi a parte di una cosa, facendo capire a quei pochi che non lo sanno cosa è buono è cosa è vomito, qui sui social.


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