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sabato 31 marzo 2018

Ci sono curricula e ci sono lenzuola

Tu hai il tuo bel curriculum su LinkedIn: un curriculum normale, curato ma piuttosto base, certamente non al livello di quei curricula del tipo terza media, patente B, automunito, hobby: sport e cinema, esperienze di lavoro cameriere d'estate e dog-sitter... Ma, comunque, un curriculum del tutto normale e poco appariscente, con alcune esperienze di lavoro per nulla sorprendenti e vanamente impreziosito da un percorso universitario articolato e ricco di esami (ben riusciti) ma non completo e quindi inutile, perché poi alla fine quando si va a trasformare i discorsi in numeri quello che conta è se l'hai terminato o no, questo benedetto percorso, specialmente oggi che esiste la laurea breve che non si fa mancare più nessuno, e contano di più 15 esami con media voto bassa e laurea in saccoccia, sia pur triennale, che 21 esami con media altissima e laurea pesante vecchio stile mai vista se non in cartolina.

E poi ti imbatti nel peggior curriculum che tu possa incontrare... No, non sto parlando del CV di un Einstein, di uno Steve Jobs o di un manager di grande multinazionale dallo stipendio annuo superiore al PIL di molte nazioni del terzo mondo, ma del CV mostruoso di una persona che peraltro conosci bene e che vive nel tuo stesso quadrante territoriale, anche se, per via della sua indole e, come dire, come causa ed effetto allo stesso tempo del suo curriculum, è spesso in giro per il mondo, e non è un modo di dire...
Dicevo... ti capita la cosa peggiore perché fino a che ti imbatti nel curriculum del più grande manager di multinazionale di sempre o del genio del secolo puoi sempre restarne ammirato da un punto di vista lavorativo e professionale ma nello stesso modo in cui si è ammirati di fronte alle doti da arrampicamuri di uno Spiderman o a quelle di Superman più veloce della luce: non puoi competere, puoi solo raccogliere la mascella nel frattempo precipitata rasoterra, ma sapevi già fin dall'inizio che non ci sarebbe stata gara.

Si tratta, insomma, di un curriculum mostruoso e disumano ma non di un mito inarrivabile o di un personaggio di fantasia; si tratta del lenzuolo professionale di una persona reale e a te vicina, che ti saluta pure quando ti incontra, in genere... e che ti invita pure a casa sua. Non ho parlato, si badi, di un essere umano ma solo di un essere reale, quindi esistente perché, come ho già avuto modo di sottolineare in diversi miei scritti nel corso del tempo, quando si parla di lei ci si deve rassegnare al fatto che si sta parlando di una donna di natura semidivina, non saprei come altro definirla dovendo necessariamente porre uno stacco netto tra lei e buona parte delle altre donne e fra lei e la grandissima parte degli altri uomini. E' una forma di vita basata sul carbonio e su qualcos'altro di ignoto, riceve la spinta da inesauribili batterie di concezione extraterrestre, ha capacità organizzative e di calcolo pari a quelle di un super elaboratore a diecimila processori. Potremmo ipotizzare per lei financo origini aliene; di sicuro ha un ceppo di DNA diverso da quello della stragrande maggioranza dei comuni mortali e il perché lo trovate appunto nei post in cui ho abbondantemente cantato lei, le sue gesta, le sue immense capacità professionali e familiari e, in uno dei più recenti, anche la sua immaginifica dimora posta alle porte dell'Eden, là dove il cielo cede con grazia il passo all'infinito.

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mercoledì 28 marzo 2018

Anime giapponesi

Ché poi, tornando al post (su FB) in cui questa mattina parlavo del film di anime giapponesi "La forma della voce" (buono) che ho visto ieri sera a Carrara, c'è da dire che ti sembra di essere in un manga non tanto quando sei seduto sulla poltroncina del cinema a vedere il manga ma, piuttosto, quando esci dal cinema e ti butti fra la gente perché qui, come sapete, ci sono veramente tanti ragazzi e ragazze giapponesi... anche se mi pare di notare come vi sia poca interazione tra i connazionali e i nipponici, e questo mi dispiace: d'altra parte non è che io, anche se da sempre stimo il modo di vivere e di vedere le cose tipici del giapponese, posso trasformarmi in uno stalker... nonostante si favoleggi a proposito dell'esistenza di una bizzarra clausola nel mio matrimonio che tenderebbe ad escludere l'ipotesi di tradimento qualora questo fosse consumato con Alizée Jacotey,, con Michelle Branch o con una donna giapponese. Giusto per informarvi.

(Foto: Naoka Ueno)

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sabato 17 marzo 2018

I mantra dei renziani travolti dal voto

Ho letto oggi un'interessante risposta all'idiozia che i renziani ripetono da giorni ("gli elettori hanno deciso di farci stare all'opposizione").
Quindi chi è andato a votare PD domenica 4 marzo (che coraggio, a proposito...) lo ha fatto col proposito di non far vincere il Pd?
Oppure chi ha votato Pd sapeva già che il Pd si sarebbe fermato al 18 e rotti?
Bastano queste due osservazioni per certificare l'idiozia dell'affermazione che assieme a quell'altra ("l'ingovernabilità è figlia del No al referendum del 2016") i renziani (e spero solo loro, all'interno del Pd) ripetono da giorni come un mantra ossessivo.
La nostra è una repubblica democratica multipartitica e la legge elettorale (pessima e scritta dal Pd) è di fatto proporzionale. Questi (che, ripeto, l'hanno scritta e imposta con otto fiducie) ragionano ancora col maggioritario. Come affermato da Palombi, in una repubblica come la nostra e con una legge elettorale proporzionale chi si pone all'opposizione a priori, senza cercare di fornire il suo sincero apporto alla formazione di un governo, adotta un comportamento non solo certamente infantile, vendicativo e irresponsabile, ma anche eversivo. E nel 2013 il M5S non fece proprio per niente la stessa cosa (terzo mantra di chi falsifica la storia), e anche se l'avesse fatta (e non l'ha fatta), devi per forza ripetere un errore altrui?

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domenica 11 marzo 2018

Scusi, può ripetere?

Spiace non essere d'accordo con #Zichichi ma francamente questa mattina sulla #Nazione ho letto un paio di cose che mi sembrano lunari...

La prima è che "la scienza non potrà mai scoprire cose in contrasto con la fede".
Mi chiedo innanzitutto quale fede, perché ce ne sono tantissime e spesso divergono fra di loro su punti cruciali... e poi quello che lo scienziato afferma non è vero perché la scienza ha scoperto numerose cose che contrastano con uno più fedi, nel corso dei secoli....
Rivolgo anche un pensiero di umana pietà a tutti quelli che, studiosi di varie discipline, sono stati emarginati, derisi, boicottati o sono stati costretti allo spergiuro o addirittura uccisi dalle istituzioni di una Chiesa nel corso dei secoli, solo per il fatto di aver sostenuto verità scientifiche del tempo che contrastavano con i testi sacri.

La seconda affermazione che non mi va giù è che gli atei dissentono ma non sono in grado di dimostrare che siamo figli del caos.
Beh può essere, senza dubbio, ma esattamente come la scienza non è (i più ottimisti direbbero: non è ancora) in grado di dimostrare che siamo figli di un dio...
Solo che se una o più persone affermano che esiste un dio che ha creato e governa tutto dovrebbero anche dimostrarlo altrimenti in assenza di dimostrazione scientifica rimaniamo fermi a che non esiste un dio...

Direi che questo è l'approccio giusto; sappiamo di non sapere tutto, col passare del tempo scopriamo sempre più cose che un tempo non conoscevamo ma non crediamo ciecamente da un punto di vista scientifico a una verità non dimostrata... al massimo possiamo crederci dal punto di vista della fede, e su questo non ho nulla da dire.
Per fede puoi credere a tutto, si tratta di credenze rispettabili, perlomeno fino a quando non c'è qualcuno che in base a queste credenze pretende di regolare non solo la propria vita privata ma anche quella degli altri, ma dal punto di vista scientifico questi ragionamenti non hanno senso: mi sembrano lunari per non dire assurdi.

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sabato 10 marzo 2018

Situazioni lynchiane

Racconto questo episodio come piccolo e innocente esempio di una DERIVA più ampia.
Casa dei miei non è l'attico di Bertone, doverosa premessa. Se alzo la voce anche di poco mi si sente in tutta la casa, non necessitiamo di piccioni viaggiatori.
Questa mattina mamma mi chiede se voglio un caffè, dico di sì. Lo fa da dietro la porta chiusa (sono nel pensatoio).
Quando è pronto, per non alzare la voce dal piano di sotto (sono tre piccoli piani sfalzati), cosa che si fa abitualmente da decenni, decide di... telefonarmi. Dal fisso di casa al mio mobile.

Io guardo lo smartphone e per un secondo mi sembra di stare in un film di David Lynch (mi viene in mente Strade Perdute), o tipo io che mi chiamo al telefono, e il terrore mi paralizza. In quel decimo di secondo non mi è passata tutta la vita davanti (odio le pellicole in cui il protagonista ha sempre ragione) ma ho comunque cercato di far mente locale su dove mi trovassi in quell'istante, come quanto ti svegli dal sonno e pensi di essere a casa e invece sei in hotel. Poi ho realizzato e risposto.
Penso di non dover aggiungere altro.

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Le prime intemperanze di Alizée Doria Primavera

Prime intemperanze disciplinari della piccola (4 anni e mezzo) in ambiti differenti da quello familiare.
Due piccoli episodi per i quali ha attenuanti varie (oltre a quelle della giovine età e dell'inesperienza delle cose della vita) ma anche specifiche colpe, da quanto emerso dal racconto delle "Mamme di scuola" altrimenti definite Maestre e dall'"interrogatorio" cui l'ho sottoposta ieri, con modi garbati ma stringenti, MAIEUTICI direi. L'imputata, sebbene un filo reticente, ha ammesso le sue responsabilità senza accampare scuse, cercando solo di minimizzare l'accaduto. Verificheremo poi se ha vuotato interamente il sacco o se sul fondo ha lasciato i particolari più sgraditi.
Due episodi non rilevanti, certamente, quasi banali (non è che a 4 anni puoi sparare a uno eh, anche se negli States capita) ma io sono da sempre dell'idea che se si spegne un incendio quando ancora è piccolissimo si evitano danni peggiori e maggiori fatiche.

I piccoli hanno un bisogno fisiologico di provare ad eccedere le regole con sistematicità per verificare sul campo quali sono i limiti e quali le autorità; sta a noi confermare loro che hanno superato i primi e irritato le seconde. Senza far terra bruciata, specialmente ai primi giri, ma anche senza troppa accondiscendenza: un mix è l'ideale.

Vedremo se la mia ramanzina di ieri e il lavoro sottotraccia che svolgerò nei prossimi giorni riuscirà a spegnere il piccolo (e devo dire non del tutto inatteso, data la natura dei piccoli in genere) focolaio di insubordinazione.

Purtroppo c'e' chi è esuberante di suo e prende l'iniziativa grazie alla sua maggior sfacciataggine (che però mette al servizio di stupide disobbedienze invece che di proficui atteggiamenti ed apprendimenti) e chi segue l'esempio negativo a mo' di pecorone. Sono entrambi comportamenti sbagliati, anche se forse il secondo è più facilmente correggibile.

Occorre far capire qual è l'errore e quanto è grande la delusione che si provoca in chi crede ciecamente in te (come vedete, psicologia a piene mani), e far anche presente che se il pecorone smette di seguire il capo branco dopo un po' il capo branco cambia comportamenti, non vedendoli più premiati dall'adesione entusiasta e acritica dei compagni di goliardia.

Il futuro, come sempre, si incaricherà di dirci tutto quel che ancora non sappiamo.

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sabato 3 marzo 2018

Intenzioni di voto: atto finale

A poche ore dal voto sono sempre più orientato a concentrarmi sull'unica formazione che, fra quelle che possono rientrare nella mia ottica di voto, sarà in grado di incidere profondamente, se sostenuta dal consenso sperato, sul futuro di questo paese, da troppo tempo condannato ad essere una palude infestata da parassiti senza dignità.

La mia valutazione, anche se assume i suoi contorni definitivi solo negli ultimi giorni prima del voto come è del resto giusto o possibile, si basa in realtà su anni e anni di riflessioni e di osservazioni e non è certo frutto di un'impressione del momento o del fascino di una promessa elettorale buttata lì all'ultimo secondo da qualche politicante di lungo mestiere.
Altre volte ho dato anche o solo voti ideali, adesso è  giunto il momento di dare un voto ideale e pratico. Non solo quindi giocare bene per divertirsi, ma giocare bene, divertendosi, per fare la partita.

Mai presa in considerazione l'aberrante opzione dell'astensione o del voto nullo;
accantonate le opzioni minori (LiberiEUguali), non tanto per specifici difetti del programma presentato, quanto per la presenza di troppi personaggi compromessi con il recentissimo e pessimo passato di governo e per il rischio di una successiva e fatale attrazione verso il renzismo, nell'ottica di un ritorno a casa che potrebbe tentare e tenterà molti, del resto da casa allontanatisi tardivamente;
e ovviamente mai prese in considerazione le ipotesi macchiate di infezioni insuperabili come quelle del razzismo, del fascismo, della xenofobia, delle intolleranze o inquinate pesantemente dalla menzogna e dalla presenza di troppi personaggi compromessi con la giustizia, o non credibili per avere già dimostrato per anni e anni l'inconsistenza delle loro proposte e della caratura dei loro alfieri, restavano due possibilità sul piatto ragionato delle mie intenzioni elettorali, e adesso una vi regna incontrastata, come detto.

C'è una lista minore (PoterealPopolo) il cui programma apprezzo notevolmente e che da un punto di vista ideale corrisponde maggiormente a quello che io voglio, ma da un punto di vista tattico penso che sia giunto il momento di concentrare tutti gli sforzi sull'ammiraglia principale che In ogni caso fotografa con una notevole anche se non totale fedeltà il mio modo di vedere le cose: una formazione da anni in pista, che si è formata nel tempo una certa esperienza,  che ha mantenuto una notevolissima coerenza con i suoi principi e che merita la chance di poterci dare, dopo decenni di nulla, una chance. Non sono perfetti, nessuno lo è,  sono anche drammaticamente autolesionisti a volte, ma sono incontrovertibilmente e nettamente migliori dei tristi figuri che abitano il restante e desolante panorama ... odorano di pulito, e ancora di più per il tanfo su cui si stagliano. Sono i Cinquestelle.

È insomma Il momento delle grandi scelte. È il momento di provarci, consapevoli del fatto che una scelta è giusta se è meditata, fondata, coerente, logica e fedele ai valori della Costituzione,  indipendentemente dall'esito della gara elettorale. Chi vota bene non avrà nulla da rimproverarsi  comunque andrà.

Provare a cambiare le cose si può.

È il momento di esserci e di fare la Storia.



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