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giovedì 28 febbraio 2019

Primarie Pd

A me le primarie pd danno l'impressione di essere state organizzate in modo che nessuno dei candidati raggiunga il 50+1. Ovviamente è un'impressione. Legittima, ma opinabile.
Di modo che poi, dopo 10 giorni di agonia, sia l'Assemblea a decidere chi sarà il segretario (dicesi trucchetto).
Perchè ancora non si è dileguata l'ombra del recentissimo e funesto passato da questo partito un tempo di moderata sinistra ora di moderata destra, e comunque incapace di fare alcunché da mesi e mesi.
Ecco perchè, sebbene dal mio punto di vista di elettore italiano generico nessuno dei candidati rappresenti qualcosa di desiderabile, invito i votanti pd a convergere su Zingaretti. Perché se vince ZIngaretti (l'unico che può superare il 50) il pd va avanti, bene o male, sebbene come detto a me Zingaretti non faccia immaginare futuri di prosperità (ma può essere che io dofetti di immaginazione, quando si parla del pd, chissà). Se nessuno arriva al tetto, restano dov'erano, cioè nella confusione più meschina e totale.

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Pd-Lega il prossimo governo?

Il Pd, si sa, è affine a Fi. In anni recenti non si sono alleati su specifici temi, hanno proprio amoreggiato con passione. Uno teneva su l'altro coi voti e questo attuava il programma del primo: amorosi sensi politici.

Ma supponiamo, forzando la realtà ed ignorando il Nazareno Mood, che ormai sia una bellissima love story passata.
A questo punto un partito di centrodestra (a definire un partito non è il nome, sono le politiche), ostaggio di Renzi e dilaniato da faide interne, che perde voti da 5 anni, cosa intende fare?
1) restare a vita sull'Aventino (sic), a smangiucchiare pop-corn (ri-sic), proponendo di continuo ricette miracolose dopo aver dimostrato per anni di non averne nemmeno una, anzi;
2) guardarsi in giro per costruire un'alleanza e scongiurare la fine della democrazia (sic-ter).

Nel caso 2), non ritenendosi affine al Movimento, che non manca di attaccare ogni dì con abbondante ferocia e drammatica scarsità di argomenti, il Pd ci sta forse dicendo che punterà ad un'alleanza con la Lega, non sui temi, ma organica (anche perché Forza Italia, il primo amore, tende ormai a percentuali da albumina e dato che il Salvini Il Salvato giura che mai più col Papi).

Allora io mi chiedo: abbiate un po' di coraggio e annunciatelo. Su, forza. Io vi capirò.

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Casi umani su Twitter

C'è un tizio su Twitter che da giorni mi sta addosso e che mi ha appena detto che rivuole Renzi... dopo aver ammesso qualche giorno fa di aver votato certi partiti perché le loro politiche lo hanno arricchito. Lo giuro, ha detto questo.

Si tratta di un desiderio legittimo, sia chiaro, non tutti votano per ragioni ideali e non tutti pensano che non si è veramente felici se non sono felici tutti; d'altra parte ci sono persone che desiderano addirittura il ritorno di Berlusconi, noto statista e persona onesta, nonché Padre della Patria, e, passando ad un piano che ovviamente non è nemmeno paragonabile, qualcuno che addirittura sogna da una vita mussolini, il noto maiale, quindi non vedo cosa ci sia di male nel desiderare il ritorno, semplicemente, di un politico di questa democrazia che ha messo in campo pessime politiche, che ha tradito gli impegni elettorali, che non accetta il confronto, che attacca la Magistratura e che si è rivelato distruttivo, autodistruttivo, bugiardo e arrogante...
Li accomuna solo una cosa: il fascino con cui sanno sedurre l'Italiano.

È chiaramente un troll, questo tizio, lo si capisce da molte cose: struttura dell'account, dinamiche comportamentali, eccetera. Tuttavia è l'ennesima prova che io ho una certa abilità, oserei dire un vero talento, nell'attirare i casi singolari, drammatici.

Lo so, qualcuno adesso dirà che ciò accade per ragioni di affinità. Rispetto la sua opinione, io rispetto anche quelle un po' idiote.

Qualcun altro dirà: drammatico solo perché vuole Renzi?
No. Dovreste leggerlo.
Poi, certo, volere Renzi dopo cinque anni così non allevia la diagnosi.

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mercoledì 27 febbraio 2019

Era tutto previsto

Era evidente che avrebbero cercato di resistere in tutti i modi, aggrappandosi coi loro giallognoli e famelici denti a poltrone, cariche, privilegi, mazzette, potere clientelare e nepotistico, appalti mafiosi etc, sporcando di bava ogni cosa, con quel ghigno inguardabile di feroci e avidi predatori cui improvvisamente abbiano toltto dalle grinfie la tanto ambita preda, sbuffando maleodorante vapore dalle narici gonfie di rabbia e non solo, con gli occhi pesti e fiammeggianti d'ira e di voglia di vendetta.

Era davvero prevedibile. E in questa manovra di accerchiamento aiutati da un sistema dell'informazione che quasi in blocco ha la stessa credibilità di un falsario e non si perita ognora di spargere fango su qualsiasi persona o gruppo tenti di deviare dal putrido tracciato del mainstream.

Era evidente perchè quando vuoi provare a cambiare anche un poco un sistema paese corrotto fino al midollo non puoi aspettarti porte aperte e sorrisi, ma schiaffi, fango, vomito, colpi bassi di tutti i tipi, di chi disperato ha perso o sta perdendo denaro illecito e potere illegittimo. Di chi fino ad oggi ha sempre sfruttato la collettività per accumulare milioni. Di chi deve essere chiamato alfine col nome che si merita: aguzzino, corrotto, ladro, truffatore, bugiardo.
Di chi ci ha guastato il passato, ci ammorba il presente e ci ruba il futuro.
Di chi per il vile denaro e l'indegno potere delinque e sparge sangue.
Perchè si uccide anche con la politica, non solo con la pistola. Anzi, di più

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martedì 26 febbraio 2019

Davvero cercate di far passare cose inaudite



Davvero ci sono persone che credono fermamente che un popolo, che per 30 anni ha votato gli stessi ladri e incompetenti e impresentabili senza quasi batter ciglio, reiterando sempre con incrollabile meccanicità lo stesso voto puzzolente, adesso abbia deciso di non votare più i c.d. grillini sulla base logica dei primi otto mesi di governo (fra l'altro ricchi anche di cose buone e comunque da giudicare anche alla luce del fatto che non governano da soli)? Incredibile.
Davvero pensate questo? Non ci crederò mai. Se lo pensate, siete magnifici.

Fidatevi, alle amministrative chi corre da solo senza fare coalizioni farlocche è penalizzato di base, grazie a una legge elettorale studiata apposta per penalizzare chi può far male. Ciò non toglie che il Movimento sia in lieve calo, in parte atteso. Ma numeri e ragioni sono ben diversi da quelli che ci propinano i pennivendoli a libro paga.

Inoltre governare con la Lega di certo erode un po' il consenso, questo è un dato oggettivo: l'elettorato grillino è esigente e poco disposto ad ingoiar rospi, quello leghista butta giù alacremente ogni cosa, anche se opposta a quella di ieri. Non è un'accusa alla Lega, che conosciamo bene. Govervare con Papi, per esempio, equivarrebbe a perdere TUTTI i voti in 1 secondo. Sono fatti, non accuse fra condomini.

E poi molti voti del 4/3 erano convinti come lo sono io quando dico a mia madre che ha ragione. Quindi non c'e' nulla di cui preoccuparsi? Non ho detto questo, il Movimento deve analizzare cosa non va e cosa va, sempre, non come un certo Pd che dopo diecimila batoste ancora oggi a 12 mesi di distanza non ha fatto un'analisi seria delle débacle né ha saputo proporre alcunché di nuovo. Quel che dico è che non è vero che tutto è perfetto nel Movimento, proprio per niente, ma che le ridicole e partigiane analisi di tv, giornaloni e piddini ringalluzziti al bar fanno ridere 9 volte su 10.


E comunque, in Sardegna, cinque anni fa non pervenuti, adesso Movimento 6 seggi.... E gli altri? 90? 112? 987?
No.
Forza Italia... 6. Pd? 8. Lega? 8.
Direi che può andare. O perlomeno: non va bene, ma si spiega tutto o quasi.


Poi è ovvio, qualcosa da rivedere c'e'. Ma il dramma se lo costruiscono da soli i media servi e i partitini marci e poi te lo rivendono come oggettivo. E, in genere, l'Italiano medio se la beve con gusto.


Dopotutto, basterebbe ragionare. Ma per farlo il neurone deve essere trattato come un tossico: deve liberarsi della dipendenza dal mainstream servo e falsario.

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domenica 24 febbraio 2019

Everyone I know / Goes Away / In The End *

[leggete tutti, è una storia vera]

Stanotte un'amica ci ha lasciato.

La conoscevate in tanti, la (rim)piangeremo tutti. E' stata una cosa improvvisa, un fulmine a ciel sereno. Non sarà facile farsene una ragione.
Ma dovremo cercare di guardare avanti. Per noi, per i nostri figli.
La vita ci sottopone spesso a prove difficili.

Quest'amica ha disattivato il suo ricco e articolato profilo Facebook.

Non dirò chi è, per rispetto. E, sia detto fra noi, per evitare fastidiose noie legali: Ella è in grado di scatenare le forze dell'Inferno, quanto a studi legali associati.

So che non lo fatto perché stalkerizzata (mi ero già offerto di difenderla e di farmi sentire, da buon maschio alfa), ma solo per dedicare più tempo alla famiglia. E, d'altra parte, manterrà Insta. In questo ho visto un vezzo: Instagram è per i giovani, Facebook per gli anziani e lei, sebbene non di primissimo pelo, è ancora un gran bel pe... ehm, una donna dallo sexy-appeal ragguardevole.

Ha detto poi che vuole iscriversi a un corso e, si sa, Facebook e frequenza di corsi sono attività da sempre incompatibili, e lo dimostra il fatto che generalmente su questo social girano solo idioti, del resto che ve lo dico a fare: basta leggermi per due o tre minuti di fila per averne una chiara percezione. E poi sembra che, là dove si terrà il corso, il wi-fi non sia performante: ma queste sono cattiverie meschine di gente invidiosa, che noi riportiamo solo per dovere di cronaca.

Osserviamo quindi un minuto di silenzio per questa amica virtuale che ci ha lasciato al nostro amaro destino per approdare su altri lidi, e facciamolo davvero, non come negli stadi che dura quaranta secondi e qualcuno parte coi soliti coretti che, se in genere sono definiti da stadio, un motivo dopotutto ci sarà, no?

L'ultima volta in cui l'ho sentita mi ha comunicato la sua intenzione e, vi giuro, era in lacrime al solo pensiero di non poter più leggere i miei post. Dei vostri, invece, mi è parso che se ne fregasse altamente, ma è stata una mia impressione, sia chiaro.

Sconcertato, le ho chiesto balbettando cosa diavolo fosse successo per spingerla a sì gravi decisioni, ma lei, commossa quanto me, non ha saputo esprimersi in modo coerente, anche per via della fetta imburrata che si stava imbottando col caffè del mattino. "Il momento è solenne, Mauro" ha detto, spalmando alacremente un'altra fetta biscottata con burro di Alsazia e confettura altoatesina, sul piattino di Limoges accarezzato dalla fredda lama di un coltellino da burro in oro Due Ice, nel suo salone Kartell che si affaccia sul Corso.

Si tratta di quella persona che non di rado io ho celebrato anche su queste pagine: una SuperDonna, di chiara origine interstellare, venuta sul nostro pianeta a miracol mostrare. I miei più accaniti lettori ricorderanno i miei pezzi apologetici: mamma, sei avvisata, ti conviene ripassare.
Una forma di vita basata sul carbonio ma più potente del demonio.
Si tratta di una persona in grado di fare cose che a noi umani, specialmente maschi, sono precluse per definizione. Non ci resta che ammirare in rapimento estatico, mascella a terra, certi fenomeni quando si appalesano, grati al destino per averci fatto spettatori di tali epifanie.

Tornando alle gravi decisioni del momento attuale, Ella ha usato la parola "cambiamenti" per giustificare la ferale decisione della disattivazione dell'account. E quando parla di cambiamenti in genere si tratta di movimenti paragonabili a quelli della crosta terrestre durante la deriva dei continenti (che io, fra l'altro, nella mia ignoranza, ho sempre creduto che fosse la decadenza morale di coloro che non hanno bisogno del pannolone). Eh sì, perché questo fenomeno non terrestre, che ho definito qualche più riga più su col termine "amica", è animato da una feroce e inestinguibile fiammella che la porta ognora a mutare ed evolversi, in un continuo tourbillon di trasformazioni che ce la rendono vieppiù misteriosa, e degna di fideistica ammirazione, noi che a malapena riusciamo a parare i colpi della Vita e mai ci sogneremmo di poterla cavalcare dando di sperone con ferocia e bile come fa Lei con leggiadra sicumera.

Negli ultimi mesi, come ben sa chi inspiegabilmente mi legge, alcuni utenti (amici virtuali) hanno deciso di lasciarmi al mio destino, infastiditi dalla puntuale e garbata espressione del mio punto di vista sui più svariati argomenti che centrifugano nell'orbe terracqueo. Ma mai nessuno si era spinto a gesti così clamorosi quali il suicidio virtuale secondo i classici stilemi giapponesi (harakiri con apposita lama sacrale ad offendere il ventre). Voglio dire, sarebbe bastato togliermi l'amicizia, se si fosse stati infastiditi da qualcuna delle mie alte e imprescindibili riflessioni sull'umano agire e sui destini del mondo: radere al suolo un account mi pare una scelta un filo carente di misura, come potrebbe essere quella di dar fuoco a una tabaccheria che avesse inopinatamente esaurito, il sabato sera, i pacchetti delle nostre sigarette preferite.

Sono davvero dispiaciuto per questa perdita, credetemi, ma non dovete vedere in questo mio stato d'animo i segni di un inconfessabile secondo fine. E' vero, con Ella intrattenni decenni fa un fugace rapporto lavorativo, che ovviamente mi vedeva nei panni dell'umile dipendente e Lei in quelli della Eterea Superiora, ma di quell'esperienza nulla è rimasto oggi che possa giustificare il mio genuino scoramento che sempre mi prende quando un amico se ne va. Da un social.

Né d'altra parte conobbi mai la pregevole sorte di intrattenere con la SuperDonna una relazione sentimentale. Il Libro del Destino, lo ammetto, aveva descritto con ovvio e largo anticipo il punto di incontro delle nostre traiettorie esistenziali, quale si verificò nel corso dei Nineties. Ma, se così si può dire, ci sfiorammo senza di noi prendere piacere. Lo so, sono un poeta... per favore, ditelo anche voi a qualche casa editrice.
I nostri cuori si scambiarono qualche cenno d'intesa ma i cerini della nostra sessualità si sfiorarono appena senza che mai lo zolfo riuscisse a prender fuoco. E, d'altra parte, solo a pochi Eletti può essere consentito di entrare in Paradisi di Estasi che, se nell'Universo vi fosse un ordine di giustizia, dovrebbero essere preclusi ai volgari umani, e io non fui tra questi Eletti: potei solo sbirciare lesto e furtivo in quel giardino di ozi e piaceri, senza potermi ruzzolare in quell'Arcadia di fiori e di frasche, di divine ed agresti beatitudini. Sentii il profumo di un fiore che mai colsi, e la mia narice viziata ancor oggi di tanto in tanto masochisticamente me lo ricorda.

A noi, esseri difettati e mortali, ombre vaganti su questo pianeta che ci tollera, resta solo una flebile speranza: che in quel gesto si annidi il germe di un ripensamento. Ella, difatti, ha annunciato all'amico fedele (ehm, sarei io) di aver deciso di disattivare il profilo (non di volerlo eliminare): non tutte le speranze sono dunque naufragate, possiamo nutrire i nostri avidi cuori con questa briciola di illusione.

Nel frattempo, in attesa di una nuova venuta del Messia, dovremo cercare di sospingere le nostre misere vite in avanti, verso quell'ineluttabile e triste fine che tutti ci aspetta e la cui insostenibile ferocia solo la contemplazione, reale e virtuale, di quell'Essere era in grado fino a ieri di lenire. Come detto, resta solo quella tenue fiammella di speranza a illuminare fiocamente il nostro incerto cammino su questi impervi sentieri.

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Per i romantici: https://www.youtube.com/watch?v=MrNhiG2Zh9Q
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* (Johnny Cash, Hurt)
(fonte img: La Danza dei Cerini, Youtube)

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venerdì 22 febbraio 2019

The Reunion - Atertraffen (di Anna Odell)

The Reunion (Atertraffen), di Anna Odell, film svedese del 2018.
Un'artista che vive e fa arte in modi bizzarri e inquietanti, e spesso senza distinguere i due piani, anzi. Un film insolito nella costruzione ma avvincente, un film intelligente sulle dinamiche di potere, sul bullismo, sui rapporti all'interno del gruppo. Uno sguardo senza preconcetti che a volte proprio per questo spiazza (Anna è malata?), un bisturi che affonda facilmente nel tessuto superficiale e vuoto delle finzioni, degli automatismi e delle convenzioni delle relazioni sociali. Un'opera composta di due parti diverse, un progetto sperimentale.
I due occhioni di Anna ancora li ho qui davanti.
Un film anche triste.
L'ho visto. È da vedere.
In lingua originale sottotitolata!

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"Anna Odell nel suo primo lungometraggio The Reunion, vincitore del Premio Fipresci alla 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, non finge: interpreta se stessa in un’opera che mescola finzione e documentazione, senza rinunciare all’auto-fiction. Il confine tra ciò che è reale e ciò che è trasfigurato filmicamente resta apertamente confuso, ma non è, in fondo, il virtuosismo concettuale, vagamente provocatorio, ciò che importa o stupisce." (Cinematographe)

"Il punto della rivendicazione puntuale e lucidissima dell’Anna Odell-regista, l’Anna Odell della seconda parte, è invece quello di dimostrare che quei bambini non sono mai veramente cambiati e che l’età adulta soffoca dietro la bandiera della rispettabilità sociale e della responsabilizzazione matura lo stesso istinto giudicante ed escludente che nell’infanzia e nell’adolescenza si è culturalmente legittimati a scatenare." ((Cinematographe)


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Donne e fuorigioco

Collovati (che non apprezzo particolarmente) ha detto che gli si rivolta lo stomaco quando una donna parla di tattica calcisitica. E che di tattica le donne non possono capire quanto gli uomini.

E' chiaro che si tratta di una frase idiota. Precisando meglio: la prima affermazione è comprensibile, il suo stomaco ha dinamiche tutte sue che noi non abbiamo il diritto di contestare; la seconda è una bestialità pura.
Poteva essere una battuta bellissima, ma in questo caso Collovati era serio.

Però non mi piace che uno non possa dire una cosa così, esponendosi anche al pubblico ludibrio, senza essere punito con sospensioni o penalità varie, come è toccato a Collovati.
Ritengo che uno debba essere libero di dire quello che pensa, anche se è una vaccata. Scusandosi poi se si accorge di aver sbagliato o non scusandosi se davvero lo pensa. E, nel caso, facendo una immane figura di cacca.
Ovviamente finchè si parla in generale, cioè escludendo i casi in cui uno dice per esempio: Piero è un ladro, perchè in questo caso è evidente che se Piero non lo è ha diritto di agire per tutelare il suo buon nome.

Non possiamo mettere le manette a un sentimento, come dice Massimo Fini. Odiare, facendo un altro esempio, deve essere lecito. Poi, è chiaro, appena alzi una mano o traduci in atti concreti il tuo odio, tu devi essere segato in due, questo è pacifico.

Il politically correct ci sta mangiando la vita e l'anima. E' una deriva. Fra un mondo di plastica, finto e ipocrita e un mondo un po' cafone, preferisco quest'ultimo, se davvero, come pare, non siamo in grado di posizionarci su una posizione mediana e quindi virtuosa (in medio stati virtus).

Che poi la regola del fuorigioco (un esempio non a caso) sia ostica per tanti e che spesso le donne fatichino di più a capirla o ricordarla è vero, ma penso dipenda dal fatto che in media alle donne il calcio interessa di meno, e se una cosa non ti interessa non sei stimolato a capirne gli aspetti meno facili o una volta capiti a ricordarli.

D'altra parte per molti uomini i colori sono sei o sette, per le donne almeno 300, fra terra bruciata, panna, lilla, etc.

Quindi più che di capacità cerebrale di uomini e donne (che è ovviamente uguale) parlerei di interesse.
Non passerò adesso a trattare dell'argomento classico che si rispolvera in casi come questo, la guida e i parcheggi, farei notte.

Tornando al calcio, è quindi vero che in genere le donne non capiscono il fuorigioco (in genere, attenzione): ma perché fondamentalmente non si interessano a fondo di calcio. Le donne tifose sanno di calcio come gli uomini tifosi.
Però io sarei per lasciar dire a Collovati questa vaccata. E' divertente. E la figura da idiota, alla fine, la fa semmai lui. Quindi cerchiamo di essere più elastici.



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mercoledì 20 febbraio 2019

Poltrone, giudici giocherelloni e giustizia double face


POLTRONA
Quella dei grillini attaccati alla poltrona è divertente. Restituiscono una fraccata di soldi pubblici ogni mese e hanno il limite dei due mandati.
Inventatene un'altra, su.
Tipo quella che ci governa la Casaleggio, è già più carina.

GIUDICI GIOCHERELLONI
Altrettanto spassosa è la teoria che i sinistri hanno buttato là: i giudici hanno arrestato ieri i Renzis solo per coprire mediaticamente il voto della Giunta sul Diciotti. E certo, prima i giudici creano il caso Salvini poi ne creano un altro per coprirlo: non sarebbe stato sufficiente non creare il primo?

L'UOMO NUOVO
Bellissima l'affermazione del figlio coi genitori arrestati che dice che i giudici agiscono per fermarlo, lui che sta cambiando l'Italia. Ma quando? Da quando? Come? Con quale ruolo? Ehhh? La commenterei oltre se non fosse ridicola: ho rispetto e mi astengo.
Berlusconi puro. Del resto ha governato coi volti di Alfano e Verdini e col Papi ci ha fatto l'amore alla Locanda detta "Nazareno".

VOTI POCO CONVINTI
Infine quelli che dicono li ho votati ma adesso non li voto più: non era un voto convinto, quindi meglio perderlo, la penserei così se fossi Di Maio. Chi vota da 30 anni i partiti marci senza fare un plissé e poi, dopo pochi mesi di governo in cui sono state fatte cose buone, adesso (senza nemmeno tener conto della dififcoltà oggettiva di agire con questa Lega, un partito furbo, esperto, che non vuole cambiare più di tanto, che è sempre in campagna elettorale, che ha un elettorato che digerisce tutto e col rutto, e che si muove secondo dinamiche vecchie) cambia idea per una cosa tipo il voto sulla Diciotti non è tipo da votare per il cambiamento, fidatevi. E' magari un deluso pd che tornerà all'ovile quando Renzi schioccherà le dita o è una persona poco realista e poco informata oppure di idee variabili; comunque non una persona convinta del voto espresso.
Io il 4 marzo avevo 1000 motivi per votare 5s e 8 milioni di ragioni per non votare pd, fi, lega, fdi e banda. Ora, dopo il voto sul Diciotti che non condivido, come non condivido alcuni (alcuni) aspetti del decreto sicurezza, ne ho 999. Ma per non votare i restanti partitucoli ne ho 16 milioni adesso, non più 8, visto come hanno tutti, all'unisono, e berlusconiscamente, reagito ieri alla notizia sui Renzis, attaccando la Magistratura.

GIUSTIZIA DOUBLE FACE
Se nel mirino c'e' Salvini, è sicuramente colpevole e quasi non serve processarlo: forca diretta.
Se nel mirino ci sono i genitori delll'Uomo Nuovo, le accuse sono false, gli arresti una misura inaudita, la giustizia un golpe etc.
Spassoso. E berlusconico.

SALVINI
Pensa alla Lega e a prender voti. Poi, forse, al Contratto di Governo. Il Movimento vuole cambiare le cose, è lì per questo, non per fare 40 anni di vita politica. La Lega vuole cercare di contenere al massimo questa spinta al cambiamento.
Per mesi ha detto sono qui, processatemi, mi immolo, perchè so di aver agito correttamente.
Poi di botto, senza avvisare gli alleati, scappa e rifiuta il processo.
Non volete chiamarla fuga? Ok. Voltafaccia allora.
Urla ogni giorno, e mette ogni giorno in difficoltà il premier e gli alleati. Parla alla pancia degli Italiani.
Sarebbe bene rientrasse nei ranghi e si ricordasse di aver firmato un pezzo di carta.

M5S
Non mantengono tutte le promesse ma solo 8 su 10? Sono non espertissimi, ancora ingenui, troppo entusiasti? A volte cambiano idea, motivando la cosa? Ok.
Lo sapevamo.
E' che prima avevamo uno schifo totale.
SI cerca di migliorare.
Vedremo di quanto, ma a tempo debito.

SIETE VOI?
Se quelli che adesso M5S mai più per una quisquilia avessero detto, a suo tempo, Berlusconi mai più dopo la prima legge ad personam (una enormità inaudita), adesso non saremmo a questi punti.


IMMUNICHE?
Quando si parla di immunità il MoVimento 5 Stelle ha praticamente sempre votato contro, in più di 30 occasioni, addirittura quando erano coinvolti anche i propri esponenti, addirittura anche nei confronti di Beppe Grillo, altro non mi interessa. Qui hanno fatto uno sbaglio (secondo me),ma non hanno derogato ai loro "principi". Lasciamo fluire il fiume di chiacchiere.


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martedì 19 febbraio 2019

Repetita iuvant (se non sono boiate, però)

Chi mi ripete dal 4/3/2018 sera (alcuni persino dal 2009) che i #5stelle (da me considerati l'unica proposta votabile senza ridere, oltre a Potere al Popolo, alle ultime elezioni) sono "come gli altri" perché non smette di ripetermelo (l'ho capito) e continua a votare gli altri? Alla fine, se è vero il vostro mantra, votiamo dopotutto offerte gemelle, no? Fateci un pensierino, guys. Due neuroni dovrebbero farcela a dipanare questa semplice matassa.


A quelli invece che dicono che io ho votato soggetti peggiori di quelli che essi votano da decenni, ribadisco semplicemente che io la vedo in maniera diametralmente opposta: sempre se mi permettono di farlo, è ovvio.


A chi infine ritiene che i 5stelle siano venuti da Marte e si è sempre detto convinto che avrebbero trasformato questo paese marcio e in declino in una nazione felice e prospera in un mese o qualche anno, come per magia, e pur avendo magari tutti contro, compreso i c.d. alleati, consiglio di fare quel che faccio io:
1) analizzare le offerte di volta in volta in campo
2) sposare una causa (endorsement, una strategia che 9 su di 10 di voi temono come la peste)
3) senza però perdere lo spirito critico (obiettività) e
4) senza sognare favolette da bambini (realismo: se ti aspetti l'impossibile, sai già che resterai deluso).


E, soprattutto: ne riparliamo quando chi ho votato io sarà peggiore di chi c'era prima. Credetemi, hanno record quasi imbattibili, i fenomeni degli ultimi decenni. E, comunque, al momento, siamo ben lontani (eufemismo) da certi discorsi, almeno se avete una capacità di memoria superiore ai 6 mesi.


Odio i somari che da dietro la lavagna fanno la lezione a coloro che adesso sono in cattedra: voglio dire, magari ci sono maestri migliori, ma non fra i somari, eh no...


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martedì 12 febbraio 2019

Vinto perso pareggiato

Se uno sta dietro a cinque punti in più o in meno ad ogni amministrativa e si comporta avendo come fine principale quello di smuovere la pancia degli elettori e di acchiappar voti di rabbia, protesta, razzismo o fascismo è un partito old style, non un Movimento che vuole cambiare qualcosa in questo disgraziato paese. Quindi avanti a fare cose, basta parlare di elezioni. In Italia si vota ogni due mesi, questo gioco lasciatelo a Salvini, che lo sa fare bene. Il Movimento è nato per fare altro, e ha preso una marea di vota nel 2013 e nel 2018 per fare altro. Ci aspettiamo che continui a farlo.

Fosse per me, si vota SI al caso Diciotti, si butta il TAV (mai iniziato) nel cesso e si procede finalmente col carcere duro per gli evasori e con qualche investimento.

E se qualcuno vuol far cadere il governo per questo, che si accomodi: ci sono poltrone libere, e Papi è sempre pronto a salvare il Paese. Fare il gradasso e urlare, senza fare fatti, paga moltissimo nel breve e forse medio, ma nel lungo periodo poi scoppi (il Bomba è scoppiato nel medio, per dire). E comunque non val la pena di snaturarsi per prendere i voti di qualche ondivago magari deluso dal Pd ma pronto a tornare all'ovile al primo fischio di Renzi, o di qualcuno ancora affascinato dopo trent'anni da un delinquente bollito o da un partito che odia(va) i terr*ni e rubava i soldi pubblici.

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domenica 10 febbraio 2019

Boicottiamo Macron!

Vista la crisi con la Francia del Macron (mi scuso per il termine), ho deciso che:

-domani andrò all'ufficio anagrafe e cambierò il nome di mia figlia da Alizée in Alizea
-non acquisterò più brie o champagne (e quando mai?)
-disconoscerò la buonanima di mia nonna, nata a Marsiglia e di genitori galletti
-non userò più i francesismi a me cari tipo "ça va sans dire"
-rinnegherò il mio 30 a "Francese III"
-depennerò dalla mia rubrica tutte le amanti francesi (anche te, Alphonsine, c'est la vie...)
-non userò più parole che richiamino la Francia in qualche modo (francamente, Franco, Franciacorta, franciaising...)
-butterò nel cassonetto i dischi di Aznavour e organizzerò pubblico rogo dei libri di Balzac, Hugo, Proust e Voltaire, oltre che del dizionario ita-fra
-con le forbici taglierò l'orrida France dalla mappa che ho in bella vista sulla scrivania e ahimè anche tutte le sue colonie (mi ci vorrà un'ora)

Meno male che non ci siamo presi con Portogallo, India o Inghilterra. Non avrei più potuto fare il portoghese sui bus, fare l'indiano o filarmela all'inglese da una festa poco riuscita...

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martedì 5 febbraio 2019

"Il lunedì arriva sempre di domenica pomeriggio"

La domenica non è il più bel giorno della settimana, forse è il peggiore, è peggiore anche del lunedì.
Perché almeno il lunedì non si camuffa: si presenta col suo vero volto, sempre con quel ghigno.
La domenica invece è una poco di buono; si veste da giorno di riposo e di spensieratezza, di risvegli senza sveglia, di passeggiate in centro e vuote chiacchiere sul corso, e poi il ritorno a casa sul far dell'una con quattro pastarelle al dito, il fiocco giallo in bella vista, e il giornale sottobraccio; e si veste, o almeno così pare all'incauto durante la mattina, di pomeriggi di ozio e giocosità. Ma sotto questa veste da carnevale dei poveri nasconde gli abissi dell'inferno.

In realtà, una volta che ti sei svegliato e hai fatto colazione, guardi l'orologio e sono le 11. Generalmente poi hai un lieve mal di testa, un cerchio insopportabile che ti renderebbe quasi desiderabile dare capocciate contro il muro pur di alleviare il fastidio: non sei abituato a dormire così tanto, oppure sono i bicchierini della sera prima. Ed è brutto tempo: o piove o il sole è così pallido che ti scatta l'impulso di passargli il termometro.
Il pranzo arriva in un attimo e, dopo, sullo stomaco non hai solo l'abbacchio a toglierti il respiro, ma già il lunedì, che prende possesso della domenica pomeriggio come se fosse roba sua: è roba sua. Perché il lunedì "arriva sempre di domenica pomeriggio".

Il sabato è una giornata nettamente più gradevole, se non lavori o se almeno il pomeriggio sei libero, perché la prospettiva domenicale gli dà tono e respiro, lo rende davvero un momento di illusoria ma, sia pur con tutti i limiti, appagante gioia. E la sera non hai pensieri, ti sembra di vivere la vigilia di un anno di vacanza. Quando scatta la domenica, invece, ti ritrovi in casa già il lunedì che, vestito a festa in maniera dozzinale, cerca di farti divertire con squallidi mezzucci che non frenano l'angoscia, anzi la moltiplicano. La domenica pomeriggio è un lunedì, anzi è qualcosa di più insopportabile del dolore: l'attesa del dolore. E' l'attesa del lunedì che immancabile sta arrivando e ti investirà senza frenare.
Nulla ha più senso la domenica pomeriggio, tutto è già rosicchiato da questo freddo e famelico mostro che svolge con perfido e sadico piacere il ruolo di starter della settimana lavorativa.
La sera poi ti trascini come una larva dalla camera al salotto, dal salotto alla cucina: vorresti morire, perché sai che la morte ti farebbe soffrire meno di così.

E così il pomeriggio della domenica, tra un'occhiata alle poche partite che ormai si giocano l'ultimo giorno della settimana, la digestione complicata, la moglie che, piena di energia e frizzante come un prosecco col ballo di San Vito, vuole uscire e con i figli che sembrano tarantolati, e gli appisolamenti assassini sul divano col libro che hai cominciato a leggere tre mesi fa e che scivola per terra orrendamente sgualcendosi è una lunga via crucis con in fondo, ben chiara, l'immagine del lunedì mattina e della settimana che sta per iniziare, con tutti i suoi problemi, le sue angosce, il venerdì così lontano e molto spesso il freddo e la pioggia: aghi freddi che, appena uscito di casa col caffè sullo stomaco, ti feriscono il volto per un vero supplizio verso il Golgota del lavoro e delle responsabilità.

Ah, se solo si potesse lavorare la domenica pomeriggio... Sarebbe meglio. Non ci credete? Eppure... pensateci bene. Lavorereste il pomeriggio, ma dopo una mattina di riposo e magari dopo una lunga dormita, e avreste la prospettiva di riposarvi di nuovo il lunedì pomeriggio, dopo un lunedì mattina al lavoro. Tutto tornerebbe ad avere un senso, almeno in parte.

Ma il lunedì non cederà mai a questo giochetto di puro autocompiacimento e meschina gratificazione: vuoi mettere il gusto di inquinarvi la domenica con quel suo sorriso sghembo e schifoso?

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domenica 3 febbraio 2019

Le ciabatte uccidono l'infanzia

Mia moglie una settimana fa ha deciso autonomamente e d'improvviso che l'infanzia di mia* figlia dovesse finire quel pomeriggio stesso.
Mia* figlia ha cinque anni e qualche mese (meglio non dire tutto sui social, mi dice sempre mamma).
(*nostra figlia, per quelle del #metoo)

Una mattina di sole, di ritorno, assieme all'innocente creatura di seguito denominata "vomito dell'Inferno", dall'asilo oggi detta scuola dell'infanzia, mia moglie (Moglie, per il #metoo) si è fatta irretire da un'offerta commerciale piuttosto bieca e ha incautamente acquistato il prodotto che, se indossato, avrebbe posto fine, come detto, a quella bellissima fase della nostra vita che ricordiamo tutti con affetto (da Erode in poi), la c.d. infanzia, e che precede quella che invece ci uccide lentamente, l'adolescenza.

Di cosa si tratta?
Di un paio di ciabattine rigide di color rosa.
Per bambini di 5 anni.
Avete presente quelle tipiche ciabattine da casa che vi fanno venire in mente l'anziano ospedalizzato?
Quelle..., però piccoline e rosa, quindi apparentemente carine e giuste.
Ma giuste non sono. E' come regalare un sacchetto di cubetti di ghiaccio a un lappone.
Per carità: carine ed economiche, lo ripeto. Ma, come dire: assurdamente inutili. Anzi: dannose.
Non sono quelle ciabattine fatte a scarpetta, quindi chiuse con una fibbia o comunque avvolgenti e fisse; no, sono pantofole classiche, che ti scappano dal piede dieci volte all'ora anche se non ti muovi.

Nostra figlia passa la giornata a saltare: sembra quasi che, in anticipo su quelle che saranno le tendenze e necessità di un prossimo futuro, si nutra di insetti, in particolare di grilli. Corre come un'invasata, saltella, fa le giravolte, fa i gradini tra cucina e salotto volando, cappotta, sbatte contro muri e mobili come all'autoscontro, e questo per 16 ore, fino a quando crolla. Indossa, dal primo giorno di vita eretta, un paio di calze antiscivolo.
Intendiamoci, non le stesse da quel giorno: gliele cambiamo di tanto in tanto, quando sono sporche. Ricordo perfettamente di avergliele cambiate giusto 13 settimane fa, domani provvederò.

Passare al nuovo regime (calzine di cotone sottili e pantofole, come un adulto posato e garbato) vorrebbe dire complicare non poco le operazioni di vestizione e svestizione, senza pensare ai pit stop in bagno (che spesso sono dei pet stop, soste animalesche), data la sua esuberanza paragonabile a quella di una lattina di coca che abbiate messo una mezz'ora in lavatrice poco prima di stapparla. E vorrebbe dire, di fatto, trasformarla in una pensionata pigra e sfavata di cinque anni.

Ho fatto subito notare la cosa, dato il mio proverbiale acume, ma non sono stato preso sul serio.
I primi giorni le pantofole si sono attirate diverse tonnellate di maledizioni, anche se la bimba, stranamente collaborativa, si è prestata all'esperimento, forse più per perversa curiosità che per innata docilità.

Dopo quattro giorni siamo tornati alla normalità. Me ne sono accorto per caso una sera, di ritorno dal mondo esterno.
Da allora giacciono in un angolo, solitarie e tristi. Ma fiere nella loro dignità di aggeggi inutili.

L'infanzia è salva.

Essendo un vero gentleman, ho evitato di infierire.

Come prossimo passo, in questa via crucis dell'orrore inutile, mi aspetto il vestaglione di flanella (io ce l'avevo: avrei preferito l'editto di Erode, e somigliare a Gesù).


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