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sabato 30 gennaio 2021

About mascherine...

ABOUT MASCHERINE
(E ANCHE DEL COMPLOTTO DEI VETRAI)

Cari amici, cari sudditi di questa orrida dittatura sanitaria dalla quale sta provando a salvarci il noto Patriota Renzi (sempre sia smodato), 

le chirurgiche certificate sono quelle che usano da decenni e per ore e ore medici, chirurghi etc. (mai un morto per anidride carbonica ehehehehe). Io sono dotato di ampio spirito critico e sto sempre molto attento ai complotti, ma non arrivo fino alla terra piatta, al finto sbarco sulla Luna, a Elvis e Hitler ancora vivi in un podere del SudAmerica e non vedo complotto in ogni dove, per quanto quel rigore non dato contro il Milan per quel pugno in faccia... ehehe.

So bene che babbo Natale non esiste e che le Big Pharma agiscono solo per profitto e se ne sbattono della nostra salute, ma so che senza la medicina saremmo tutti cadaveri intorno ai 40-50 anni e invece oggi si arriva anche a 80-100. Così come so che ci può essere un giudice corrotto ma mi fido della Magistratura, non della mafia. So che ci può essere un ricercatore o un medico corrotto, ma se sto male vado dal medico e non dal maghetto del quartiere che mi fa le carte e mi dà la pozione. 

Quindi una mascherina chirurgica certificata, se indossata da TUTTI, ci protegge molto. Una FFP2 moltissimo (e non richiede che la indossino anche i cretinetti della dittatura sanitaria). Stando pure distanti e lavandoci bene le mani (ed evitando di toccarci naso, occhi e bocca con le mani zozze -altre parti si possono toccare, quindi anche il cul* se vi prude o le pallette se siete scaramantici) l’effetto è ancora maggiore. In questo modo riduciamo di molto la possibilità di contagio. 

Per portarla a zero basterebbe stare tutti, intendo ogni singolo essere umano dei 7,8 mld che ci sono sul pianeta, chiusi in una scatola di vetro per 45 giorni: il virus sarebbe automaticamente fottuto. Ma non si può: molti non vorrebbero (parlerebbero del complotto dei fabbricanti di vetro, la famosa Murano Connection) e poi chi porterebbe il cibo a chi?, chi porterebbe le medicine a chi?, chi pulirebbe,  e chi svolgerebbe tutti quei lavori e quelle incombenze che nel mondo di oggi richiedono continuità assoluta, tipo il vigile del fuoco, l’infermiere e il dottore, il responsabile sicurezza degli impianti nucleari e il conduttore di talk politici orientati? —— 

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Saluto romano? No, paresi


I consiglieri che hanno “ripetutamente” fatto il saluto romano nel giorno della Memoria sono Siri M. (Lega, ehe), Biamonti F. (Lega, ehe), Amadei V. (Fratellinid’Italia).
Io lo dico perché ero là? No. Io ero qua.
Chi lo dice? Il pizzicagnolo di Via Della Quercia? No.
Lo dice il Sindaco.
E lo dice un VIDEO.
Ciò nonostante i tre negano e minacciano di querelare chi afferma il contrario.
Quindi lo dico chiaro e forte: anche se un video mostra che lo hanno fatto, non lo hanno fatto.
Si tratterà sicuramente di paresi o spasmo muscolare. Oppure di manomissione delle immagini: che sia stato Soros, o Bill Gates?
#CogoletoAllOnoreDelMondo 

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Chiedano scusa per l’errore

Leggo che i consiglieri di Cogoleto (bel paese sulla riviera ligure, ho parenti là!) dovrebbero chiedere scusa per l’errore (aver fatto il braccino teso nel giorno della Memoria).
Uhm.
Premesso che non l’hanno fatto (non voglio querele) e che sicuramente fu paresi o spasmo, nel caso del tutto ipotetico in cui l’avessero fatto (sto inventando, eh, signor Giudice), i due termini usati da alcuni giornali buoni per il water non mi piacciono.
Chiedere scusa non basta. Scusa la chiede un bimbo che ha fatto pipì fuori dal cesso, o che ha risposto male alla mamma. Non la chiede uno che ha infangato la memoria di milioni di vittime e lo ha fatto non da comune cittadino ma da persona delle Istituzioni (antifasciste).
E errore non è la parola giusta. Io faccio un errore se calcio un penalty sul palo, se sfioro la vecchietta sulle strisce, se mi cade di mano un bicchiere, se dimentico la luce della sala accesa tutta la notte.
Se tendo quel braccino di merda, e nel momento in cui si commemorano le vittime del nazifascsimo, e in consiglio e non nel mio tinello, non faccio un errore.
Faccio una vomitevole e indegna porcata, che va punita con ignominia perenne e con severità atroce.
Ma naturalmente non è il loro caso: fu spasmo o paresi, come detto. O complotto giudoplutocraticoinformatico. 

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giovedì 28 gennaio 2021

Tira giù quel misero braccino dritto, maiale di un fascista


Quanto è idiota uno che tende o dritto quel corto e grasso braccetto di merda per scimmiottare il saluto delle scimmie fasciste?
Quanto è ignorante e/o criminale? Quanto fa schifo ai cani?
Quanto è vomitevole la sua mancanza di conoscenza della storia e di rispetto per milioni di morti?
Quanto è puzzolente il suo sorriso sghembo di chi serba radi neuroni fra le orecchie?
Quanto fa schifo a un normale cittadino che una persona col braccio dritto (solo quello) gestisca addirittura la cosa pubblica e ci rappresenti in Italia e all’estero?
Siete subumani, nemmeno buoni per il circo. Siete gli avanzi dell’Evoluzione, gli incidenti della Storia, gli inciampi della Natura. 
Siete la macchie di sugo rappreso sulla camicia dell’Umanità.
Siete le cacche di cane sul marciapiede, quelle belle gorsse, un po’ marroni e un po’ verdognole, molle.
Siete la muffa del cibo, il vomito del ratto, il pus della ferita.
Siete la réclame della stupidità umana.
Siete la prova vivente che si può vivere con un cervello inferiore a quello di una gallina svolgendo con apparente perizia operazioni apparentemete complesse.
Non valete niente, dovreste guadagnarvi la vita spalando merda e la sera mangiare bacche sul ciglio di una strada al gelo e alla pioggia.
E invece vi gonfiate di lauti stipendi pubblici, abitate in lussuosi appartamenti ad affitto bloccato, vi riempite le ganasce di cibo fino a scoppiare, avete facce giallognole e sfatte, doppi menti, occhiaie, occhi ottusi e sguardi satolli, corpi flaccidi e menti disturbate, puzzate e ruttate e decidete delle nostre vite e del nostro futuro, impuzzolentite gli arredi dei palazzi istituzionali, insozzate la memoria di chi ha dato il sangue per cacciare all’inferno i maiali di cui nulla sapete e a cui vi riferite con ottusa passione.
Verrà il giorno in cui davanti allo specchio avrete per un secondo l’esatta percezione della vostra bestiale inutilità e della vostra meschina miseria: basterà quel secondo per schiantarvi e consegnarvi così a un meritato oblio. 

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La corda è lisa


Verrà il giorno in cui ti prenderemo a calci in culo, politico che tradisci, consigliere che intaschi mazzette, imprenditore che fai profitto sulla pelle dei poveracci, industriale che smerdi terre e fiumi, vip che violi le regole, fascista maiale che alzi quel braccio bastardo, bullo omofobo, violentatore e assassino di bambini.
Fino a farti cambiare, calci in culo fino a farti piangere e chiedere scusa. Assaggerai la rabbia cui dai linfa ogni giorno. Sentirai il sapore della polvere e si oscurerà il cielo. Sei solo feccia.
La pazienza del Popolo non è senza fondo. Verrà il giorno in cui il pacifico alzerà le mani e tu avrai quello che semini, quello che predichi, quello che ti meriti.

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lunedì 25 gennaio 2021

Pillola di buonumore


L'amore è una patologia.
L'innamoramento la sua fase acuta.
L'illusione e il fanatico distacco della realtà i sintomi.
Riservata è la prognosi.
Tormentato il decorso. 
La delusione e le macerie sono l'esito.


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Le nuvole corrono veloci


Il matrimonio è sempre un errore. 
Due amici, infatti, non si sposano.
Non si può imbrigliare un sentimento nelle catene di una legge umana (considerando io tale anche quella definita come divina).
L’essere umano è volubile. I sentimenti sono cangianti alla luce del tempo che corre.

Certo, lo so: ha una valenza sociale fortissima, per questo fu inventato.
Per contrastare la disgregazione del tessuto sociale: pensate se uno potesse far figli a destra e sinistra senza essere poi obbligato, oltre che dal sentimento, anche dalle leggi ad occuparsene. E’ dunque innanzitutto una questione di ordine sociale (alcuni direbbero morale, ma sarebbe un’esagerazione). E non nego che abbia effetti non solo negativi.
Per caricare la posta, le religioni diedero ad esso un valore ancora maggiore,  seppure arbitrario, rendendolo unico e indissolubile e punendo (in teoria) gravemente chi lo distrugge (con un occhio di riguardo se è l’uomo).
Ma sono tutte convenzioni, invenzioni.

Ecco perché dico: se due se la sentono e ritengono di dover assumere un impegno reciproco, lo facciano: sul momento è sentito come una prova d’amore che ci sentiano di dare e che vorremmo ci venisse data. Ma sappiano, quei due, che quel che si dicono di fronte a tetimoni, e quel che sperano, è come promettere che tra 55 giorni pioverà: è un azzardo e la nostra volontà non sarà sufficiente per far piovere, tanto meno la speranza.
Le leggi lo regolano con precisione e altre leggi lo incentivano: per decenni e decenni sposarsi era anche un modo per tutelare i figli e per godere di diritti altrimenti negati.
Ma resta un voler rinchiudere entro un recinto una nuvola di fumo.

Non si tratta di cattiveria, ma di incostanza e di tutta una serie di specifiche tipiche dell’essere umano, nelle sue declinazioni principali: uomo e donna.
Il divorzio ha allentato la briglia, dal punto di vista civile: ma le complicazioni e gli strascichi che porta non lo rendono desiderabile, sebbene in certi casi sia l’unico rimedio all’irrimediabile.
Molti dicono che il vincolo uccide l’amore, che invece fiorirebbe più leggero su un prato senza recinto. Non so, certamente questo è un fattore ma non è il più importante.
Trascuriamo sempre la nostra natura, i nostri istinti. La cultura li ha repressi, imbrigliati, disciplinati: li ha educati e resi schiavi obbedienti, finanche utili in molti casi. Ma nel profondo essi operano ancora e la brace che cova a volte erompe in incendi devastanti, perché la cultura può vincere la natura ma mai definitivamente, e perché le convenzioni regolano il nostro vivere ma non incidono sul nostro profondo sentire. 

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venerdì 22 gennaio 2021

La morte come leitmotiv



Oggi Giovanni mi ha ricordato un episodio che avevo rimosso. Ha una memoria meno fallibile della mia, quanto a vita passata.
Avevamo sostenuto l’esame di Scienze delle Finanze insieme (come quasi tutti gli esami, e non pochi, fino a quando poi lui ha continuato a buon ritmo e io meno) pochi giorni prima di Natale. Al momento del verbale, il Prof. si era accorto di non avere con sé i moduli e quindi ci aveva pregato di ritornare dopo le feste per la formalizzazione del voto (che era buono).
Di ritorno, in treno o in auto non ricordo, io avevo chiacchierato a lungo sul fatto che, nel caso in cui al Prof. fosse capitata una sciagura durante le festività, avremmo dovuto ridare l’esame tutti e due.
Poi gli ho chiesto: quindi già allora (primi ‘90) parlavo spesso della morte, vero? Risposta: era un po’ uno dei tuoi leitmotiv.
Infatti, mi pareva...

Del resto io la sento sempre accanto a me, non so da quanto. Ma non è che io ce l’ho e voi no. Ce l’abbiamo tutti, sulla spalla, da quando nasciamo (da quando veniamo concepiti e ancora ci balocchiamo nella bolla d’acqua dentro la panciona della mamma). E’ che non tutti la avvertono. O la avvertono sempre.
Io sono dell’idea che se parlo di morte (direttamente o indirettamente) e/o ci penso anche per due ore al giorno complessive (pare tanto, eh), ne ho sempre 22 in cui (a livello conscio) non ci penso e/o non ne parlo: mi pare quindi un parlare ben poco della morte, tenuto conto che è l’unica cosa che può cancellare la vita.

Non è possibile avere un buon rapporto con la morte, nemmeno nel caso in cui si attraversi una fase della vita in cui non si esclude del tutto l’idea di provocarsela. Non è possibile perché può sempre anticiparti lei in qualunque momento (sull’effetto sorpresa non puoi batterla) e perché anche darsela non è facile, richiede un coraggio pazzesco, se sei ancora in possesso di tutte le tua facoltà: in questo caso è il contrario della viltà, anche se spesso si pensa che invece sia vile uccidersi. 

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sabato 16 gennaio 2021

Provate questo filtro

La destra non vuole assolutamente governare. Ha il terrore di dover gestire il Paese in questa grave emergenza (e non ne sarebbe all'altezza) .... vuole o un governo di tecnici o un governo di unità nazionale, in modo tale da non avere la responsabilità diretta ed esclusiva dell'emergenza in corso ma di poter comunque gestire in prima persona i soldini in arrivo dall'Europa... questo non tutti l'hanno capito.

Per quanto riguarda il Paese è evidente che l'interesse primario è mantenere in vita questo governo che sta facendo bene e che non ci possiamo permettere che cada, anche perché siamo in situazione di emergenza.
Occorre quindi evitare che venga sostituito o da governi tecnici o da inciucioni che sarebbero appunto solo una scusa per poter far gestire ai soliti noti i soldi europei... e poi ovviamente dobbiamo anche impedire che sia la destra a governare, il che sarebbe un'alternativa agghiacciante: ma come ho detto certi personaggi hanno veramente il terrore ora di dover essere chiamati a fare da premier.

Quanto ai 48 renziani di Italiaviva ovviamente non hanno assolutamente interesse ad andare a votare perché sparirebbero tutti, tranne 4 o 5, a parte Renzi che comunque per vari motivi in sella rimarrebbe sempre da qualche parte.

Perr quanto riguarda infine il PD  Leu e i 5 stelle in questo momento è evidente che non hanno interesse ad andare a votare sia per il rischio che possa vincere la destra, anche se datemi retta non è affatto detto, sia perché sarebbe follia perdere mesi in campagna elettorale e costringere poi i cittadini ad ammassarsi alle urne, sia perché si interromperebbe l''esperienza di governo che hanno tutto l'interesse a portare avanti per completare il programma, anche se le responsabilità in questa fase sono enormi.

Infine Renzi. Il suo partitino è politicamente finito e la sua popolarità personale è quasi a zero quindi ha preferito buttare tutto a mare, diventando lo zimbello del mondo intero, per fare un favore alla Casta. Personalmente in futuro non avrà problemi a riciclarsi e a restare in sella, anche perché è chiaro che se fai un favore a qualcuno poi a quel qualcuno stai simpatico, ma il danno che ha fatto al Paese è incredibile, anche se Conte potrebbe in extremis sanarlo schiantando  in poco più di un anno  il secondo demolitore.
Non parliamo poi dei suoi compagni di viaggio che come detto all' 80% o più il Parlamento lo vedranno col binocolo, oltre magari a ritrovarsi per due anni all'opposizione, uno scenario che non avevano assolutamente considerato.

Quando cercate di leggere la realtà provate con questo filtro e vedrete che capirete molte più cose. 

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mercoledì 13 gennaio 2021

Ma certo che può tagliare il ramo su cui sta



Leggo da più parti di gente che incredula si chiede se uno potrà mai tagliare il ramo (abbastanza esile) su cui sta. Ovviamente parlano del Microbo che ci allieterà con le sue belinate parapolitiche stasera alle 17,30.
Io dico che è improbabile, ma possibile.
E spiego perché.
I motivi sarebbero mille: chi può davvero sapere in base a quali pulsioni agisce il Microbo? Forse uno specialista del settore, ma parecchio navigato.
Io comunque adesso ne individuo almeno tre.

Può farlo, per: 

1) fare un favore alla casta che lo sta usando come leva per accedere al recovery fund (altrimenti noto come paccata di soldi europei mai visti, molti neppure da restituire, ottenuti contro tutte le previsioni solo per merito di Conte e che adesso occorre a far gestire a quelli che di solito hanno gestito così bene i soldi in Italia negli ultimi trent’anni e non a un Governo che li ha ottenuti grazie alla sua credibilità e che è comunque formato da gente non pregiudicata e addirittura a favore dell’onestà, perversione davvero orripilante) -un favore poi resta ;

2) è talmente invidioso di Conte e di chiunque abbia più della sua popolarità (cioè in pratica tutti, tranne il vaiolo) e talmente egocentrico e politicamente pieno di sé -quindi vuoto- da non capire che si sta lanciando nel burrone fino a quando non si frantumerà sul fondo  (si chiama miopia conclamata, è incurabile);

3) politicamente è comunque finito e irrilevante da tempo (prima non era rilevante, ma era sconosciuto, e poi conosciuto ma al potere, è diverso); adesso conta solo perché fa da zeppa al Governo che lui stesso ha contribuito fattivamente a far nascere, apposta per potergli fare da zeppa ballerina, ma alle prossime elezioni prenderà percentuali da albumina o da prefisso telefonico, quindi tanto vale accelerare, vedi fra l’altro le possibili conseguenze future di cui al punto 1 e la sua percezione del reale che gli fa sempre credere che nel frigo ci sia una torta con ciliegina mentre ci sono solo due limoni con la muffa.

Sono molto contento di me stesso per aver assunto fin da subito, cioè al primo emergere di certi tipi, e mantenuto negli anni posizioni chiare e nette e che tuttora condivido (e sono state confermate da diluvi di fatti in questi anni) sul Microbo, su Ganassa, su Papi e, di segno opposto, su Conte. Un idiota, è vero, non cambia mai idea; ma quello che la cambia quando è giusta è un belinun. 

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Adoro la scienza

La scienza è quella che ci ha messo a disposizione il vaccino, ma è anche quella che ci dice che chi parlando usa più “p” ha maggiori probabilità di infettare gli altri. La ragione è che la consonante occlusiva “p” richiede una rapida emissione di flusso d’aria.
Consigli che mi sento di darvi?
Non pronunciare parole come pipistrello, pappa, pappone, pappagorgia, paparapapapapapà, lappone, cappone, appollaiato, appisolato, etc.
Ricorrere al linguaggio dei segni.
Mimare.
Non comunicare con nessuno, animali domestici e amici immaginari esclusi.
Uccidersi. 

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Il pepe e il politically correct

Il politically correct è come il pepe: se ne metti un pochetto, il piatto ci guadagna. Appena eccedi, lo butti nel water.
Uno degli esempi più recenti: Grease criticato sui social (noto covo di intelligentoni) perché frasi come “tell me more, tell me more, did she put a fight?” lo renderebbero sessista, misogino, omofobo e addirittura “rapey”.
Una prece. Qui di stuprato c’e’ solo il neurone di qualcuno. 

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Il sorteggio arbitrale pare garantire campionati più “naturali”...

Un anno è come una rondine, non fa primavera.
Però Ziliani nei giorni scorsi ha ricordato un fatto che fa riflettere.
Nell’unico anno di serie A in cui si decise di sorteggiare (sorteggio integrale) gli arbitri (dopo lo scandalo del 97-98, con la direzione di gara di Juve-Inter che definire vomitevole è fare un complimento) la Juve (campione in carica) arrivo settima, l’Inter ottava... Vinse il Milan, a seguire Lazio (a 1 punto), Fiorentina, Parma, Udinese, Juventus, Inter.La Juve dunque a -16 dal vertice.
E come andò nel 1984-85, l’altro anno in cui ci fu un sorteggio (sebbene diverso: a fasce) degli arbitri? Vinse il Verona (davanti al Napoli di Maradona, all’Udinese di Zico, alla Juve di Platini, all’Inter di Rummenigge). Secondo il Torino! poi Inter e Sampdoria! (Che vinse pure la Coppa Italia!). Dietro, solo dietro, Milan, Juve, Roma e Napoli.
Sono d’accordo con Ziliani. Proviamo l’anno prossimo a rifare il sorteggio?
Chissà cosa succede eh?
Ora avete un’idea del perché solo due volte si è proceduto a sorteggio e non a designazione diretta?
Fatevi una domanda e datevi una risposta.
Calciopoli verrà molto dopo... ma solo gli stolti e gli juventini pensano che gli anni marci siano solo quei due evidenziati dalla ormai tristemente celebre inchiesta.
Due rondini forse un po’ di primavera la fanno... 

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domenica 10 gennaio 2021

Ancora una volta, un’ultima volta




Alla fine ho fatto un figlio per vari motivi, che rimuginavo tra me e me da circa trentadue anni (ho tecniche di corteggiamento complesse e fascinose, ma lunghe).
Uno di questi era rivedere l’entusiasmo col quale affronti ogni cosa nuova. Quella forma purissima di stupore e di voglia di fare che ti sprizza da ogni poro quando hai pochi anni di vita.
Sapevo che era esistito, ma non mi fidavo più: volevo riviverlo, sia pure per interposta persona, ancora per qualche anno. E poi, lo so bene, vederlo morire ancora una volta... 

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Caccia e pesca



Tutti demonizzano la caccia.
Tutti offendono i cacciatori.
Sento odio purissimo nei confronti dei cacciatori.
I cacciatori?
Ma cosa cacciano, di preciso?
Per caso, sono quelli che uccidono un uccelletto sparuto e tremebondo sparando a caso una sventagliata di pallini (sai che talento) e poi se lo cucinano ma se lo ritrovano fra due denti tanto era piccolo (e dolce)?
Quelli che uccidono un daino e poi si fanno la foto tronfi e dementi col fucile in mano e un sorriso da beota stampato sulla faccia da minchione?
Quelli che spendono paccate di soldi e si fanno i safari per uccidere un leone o un elefante, credendosi coraggiosi e invece sono solo codardi e bastardi?
Quelli che ti svegliano la mattina coi loro colpi e invadono i tuoi terreni e tu senti i pallini sul tetto e ti chiedi ma se si sbagliano e mi sparano in petto (accade spesso, fra l’altro)?

Ok.

Ma la pesca? Vogliamo parlare della pesca?
Non la si cita mai come attività violenta.
La caccia è uno “sport”. Ahahahahaha. Allora anche scaccolarsi lo è.
Dice: ma stai all’aria aperta, fai moto, socializzi, vivi la natura. Eh??? Tu uccidi animali indifesi senza averne bisogno per vivere, questo non è sport. Se vuoi fare sport fai birdwatching, running, alpinismo oppure ti giri i pollici nel tuo salotto di merd@ o esplori il tuo corpo con un po’ di sano autoerotismo. Se vuoi socializzare vai al bar o fai volontariato, merdina secca! Hai una pancia che sembri un cinghiale e vai in giro vestito come un militare paranoico a cercare di uccidere cinghiali che hanno meno pancia di te (e almeno il cinghiale, se sbagli il primo colpo e sei in campo aperto, ti fa passare la voglia per sempre).

La pesca è ingannare un pesce che tranquillo e felice giracchia nel mare, o nel lago, o nel fiume, coi suoi pensieri felici. Indi, conficcargli un pezzo di ferro ricurvo in bocca, che avevi mascherato con una cinica esca, sfondandogliela fra atroci dolori mentre si dibatte e lo tiri su. Infine, ucciderlo sbattendolo sul pontile o lasciandolo morire in un secchio tra atroci spasmi.
Ma la pesca passa sempre come attività pacifica, rilassante, gioiosa. Chi la pratica non è un assassino, no: è una persona amante della natura, paziente e riflessiva.
Ma va’ a ciapà i ratt!

Tutto questo per dire che caccia e pesca sono attività IDENTICHE. L’unica differenza è che se un pescatore si sbaglia sono piccoli cazzettini suoi, se un cacciatore si sbaglia di solito qualcuno muore.
Figuri che se gli chiedi di alzarsi presto per aiutare una persona che non ce la fa ti guardano come se avessi flirtato con la loro madre e ti sputano in un occhio, ma se devono andare a pescare spendono cumuli di euro per l’attrezzattura e si alzano alle 4 tutti felici come bambini acefali.

Io mangio carne, attenzione. E mi piace.
Non voglio offendere un cinghiale, animale nobilissimo: se me lo portano in un piatto, con le olive, io lo mangio e lo lodo, lo ringrazio. Ma non tollero le ipocrisie.
E poi so bene che una volta si cacciava per sopravvivere, oggi per divertirsi. La prima è catena alimentare, la seconda cattiveria e aggressività mascherata da sport (per carità, è legale, lo so).

Non tollero le mistificazioni (caccia = sport), le ipocrisie (pesca = attività pacifica), la cattiveria, la crudeltà.

Non sto parlando degli allevamenti in batteria o simili (altra sconcezza immonda). Non sto parlando delle nostre abitudini alimentari di occidentali satolli e delle nostre perversioni di allevatori sadici accecati dall’odore del profitto. Sto parlando del tipo che ha il porto d’armi (assurdo) per poter andare in un bosco la mattina a uccidere per svago animali pacifici che, in quello specifico caso, non gli servono per nutrirsi ma solo per fare il gradasso la sera al pub con gli amici o per abbellire il caminetto della sala.

Ho finito i colp, ehm... il mio discorso. 

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Il pettegolezzo e altre piacevolezze nelle parole del Papa


E oggi condividiamo la utile riflessione del Bergoglio (in arte: Papa)


http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2013/documents/papa-francesco-cotidie_20130902_pettegolezzo.html?fbclid=IwAR2m8yT3bhxmq5lJ-JIHYjUwrm0LnV2ibAqnDt2aIOSqHqvB8z99mftcESE 


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Rivaluto il rubinetto che perde


Prima del Microbo (da oggi è maiuscolo, almeno questa gliela concedo altrimenti lo perdo di vista tanto è piccolo in tutti i sensi) e del suo partitino di molesti e petulanti guastatori, nella mia innocenza ed inesperienza pensavo che fossero “fastidiosi” o “insopportabili”:

il rumore della caldaia quando guardi la tv o leggi un libro oppure la goccia dal rubinetto quando cerchi di prender sonno o di affinare la tua visione del mondo; 
il senso di vomito o il mal di testa;
l’umidità dei giorni di pioggia o il sacco della monnezza che una volta chiuso e appoggiato non sta mai in piedi e si rovescia in malo modo sul pavimento;
il rumore dell’aspirapolvere del vicino alle 23;
la linguetta della lattina che ti resta in mano a latta ancora sigillata;
il postino che nemmeno prova a suonare e ti lascia la ricevuta della raccomandata in cassetta;
il gestore di energia che ti chiama per proporti sconti lisergici in bolletta mentre sei in coda all’iper e stai imbustando la spesa in tutta fretta per non bloccare la coda in tempo di Covid;
la mosca in macchina;
la zanzara in camera da letto;
la deiezione canina spalmata sotto la suola;
prendere un gol in contropiede (sorry: ripartenza) quando stai vincendo;
la batteria del cellulare che ti pianta di botto all’ultima riga di un tuo formidabile commento social di 23 righe;
lo spigolo del comodino che ti frantuma il mignolo:
l’odore di fritto dopo aver lautamente mangiato;
lo streaming a scatti;
l’auto cortissima che ti illude che il parcheggio sia libero;
il lesionato che va a 22 km/h in centro col verde a 300 metri, poi col giallo accelera a velocità Warp2 e passa e tu a rosso pieno ce l’hai nel sedere e ti devi fermare;
Il sacchetto trasparente del reparto frutta e verdura che si apre solo dopo sette minuti di tentativi;
Il demente che mette la freccia quando già ti ha fatto perdere due ore e tutti hanno capito che stava rallentando per fermarsi o per girare.

Ma non avevo ancora vissuto questo mese di annunciata crisi di governo, con Mr. 2% che viene intervistato ogni giorno da un giornale e da una tv per dire sempre le solite irrilevanti e perdibili bischerate e che sta bloccando un intero Paese sul nulla, il nulla sottovuoto della sua proposta politica, contemporaneamente sfrangiando le palle a milioni di persone e vieppiù intrattenendo decine di osservatori stranieri incuriositi da questo spettacolo da circo di quart’ordine.

Adesso, tutte queste rotture di palle grandi e piccole che ho elencato, le considero come gradevoli piacevolezze. 

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Effetti del Covid sui bimbi? Non esageriamo

Stiamo esagerando gli effetti negativi del lockdown sui bimbi.
Un adulto li ha: ansia, panico, incertezza per il futuro, perdita del lavoro, paura di ammalarsi o che si ammalino i figli etc. E oltre a questo, ha problemi gravi e concreti. E ha responsabilità.
Un adulto li ha, questi effetti, perché un adulto sa.
Un bambino non ha danni apprezzabili. Esce di meno? Vede meno bambini? Quando ero piccolo io era così, e senza lockdown. Non era come oggi, che un bimbo di quattro anni ogni santo giorno deve fare qualcosa e già a tre anni gli chiediamo quale maglia vuole mettersi per uscire: siamo tonti, non evoluti.
La mascherina lo turba? Vediamo di non esagerare.
Le cose vanno spiegate. Vanno sapute spiegare.
Sono effetti blandi, controllabili, arginabili, sanabili.
Specialmente nei bambini sotto i 14.
Non raccontiamoci frottole. 
E quanto agli over 14, a scuola molti (non tutti, lo so) fanno di tutto per non studiare. In genere si frequentavano soprattutto online... E se erano fuori casa per troppe ore qualcosa non andava per il verso giusto già prima, perché un adolescente non può avere libertà assoluta e deve dedicare gran parte della sua vita alla formazione (quindi soprattutto lo studio). Stavano già prima ore e ore chiusi in camera con le cuffie o con la Play o attaccati al cellulare (non la mia, sia chiaro, che nemmeno è così grande).
Come al solito stiamo esagerando.
Io vedo cosa succede con mia figlia. Percepisce l’ansia, ovvio, ma il tutto è ampiamente, e sottolineo ampiamente, nei limiti di una situazione gestibile.
Sarà perché già io le presentavo gli aspetti negativi della vita, oltre a quelli positivi, anche prima del Covid19? Non so.
So solo che il film che genitori e media si stanno facendo è assurdo. 

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sabato 9 gennaio 2021

M.A.G.A.


La povera trumpiana rimasta secca al Campidoglio (a noi non trumpiani, quindi intelligenti, spiace, perché è comunque morta una ragazza, ha lasciato i suoi familiari -che nemmeno sapevano che era andata a Washington a prender parte a quella buffonata- etc) condivideva sui suoi profili social le più lercie e idiote teorie complottiste di QAnon, tipo che Trump, quel miliardario razzista e bugiardo, quel paranoico golpista, quel seminatore di odio, fosse stato mandato sulla Terra  per combattere un giro di pedofilia gestito dai divi di Hollywood, in combutta con politici democratici ca va sans dire, un po’ come se io credessi che Salvini e i leghisti suoi adepti sono stati mandati sulla Terra per combattere la grammatica e la logica (che poi sarebbe credibile come complotto).
Ashili credeva a queste cose e aveva 17mila follower (io credo alla Carta antifascista, all’onestà e alla coerenza e ho 140 amici). “Niente ci fermerà, possono provare e provare e provare, ma la tempesta è qui e sta scendendo su DC in meno di 24 ore. Buio alla luce.” è il suo ultimo tweet. Ovviamente ce l’aveva con l’immigrazione, come qualunque disagiato che si rispetti (in Italia ne abbiamo a migliaia).Ha fatto irruzione nel Campidoglio convinta che le fosse stato rubato qualcosa (purtroppo non quel cappellino ridicolo con su scritto Make America Great Again), invece quel che non aveva (neuroni operativi) non le era stato rubato da nessuno.
Una fine ingloriosa. 
Mi spiace per i familiari. Lei alla fine è morta combattendo per la sue verità, poco importa, a lei, che fossero tutte fregnacce.
PS: comunque “la tempesta è qui e sta scendendo su DC” non è male). 

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giovedì 7 gennaio 2021

Sotto la cenere


Quello che è successo ieri a Washington dimostra quel che è ovvio ma ignorato da molti. Certe spinte, certi rigurgiti, se sono sottovalutati o peggio sobillati e alimentati da politici dementi, possono facilmente passare il limite e portare a violenze o peggio.
Il fascismo non se ne è mai andato. Chi lo dice è fascista o scemo (che poi le cose non sono diversissime, ma è meglio esser scemo). Non c’è più quel fascismo, sono cioè cambiati, coi tempi, i modi e i segni del fascismo, che però c’è e va combattuto con ferocia ogni giorno.
Mi fanno ridere quelli che ti guardano dall’alto in basso e sentenziano che il fascismo non c’è più. Semmai è il socialismo a non esserci più, purtroppo...
Ecco perché certi dementi (ne abbiamo di preclari in Italia, i nomi sono quelli che sapete) che predicano la non uguaglianza degli uomini, il razzismo, l’omofobia e la xenofobia e che soffiano sulla paura del diverso e sulla difesa della patria non sono mai fenomeni di costume, ma sono sempre idioti pericolosissimi che un Paese sano che tale vuole restare deve stroncare senza pietà sul nascere. Altro che libertà di opinione. Quella, ai fascisti, è preclusa. 

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domenica 3 gennaio 2021

Le Regioni, che disastro... E si persevera allegramente


Le Regioni in questa pandemia hanno dimostrato nel complesso di essere amministrate da male a malissimo: delegare la Sanità ad esse è stato un errore grave.
Alcune sono in odore di commissiaramento da mesi: decisione che però non scatta, e non voglio soffermarmi sulle ragioni.
Si pensava che dopo i disastri della primavera (vedi Lombardia, per esempio: cito solo questa perché che il sistema sanitario calabrese fosse problematico era noto, mentre di quello lombardo si è sempre parlato come di eccellenza) la situazione sarebbe andata migliorando, invece il Veneto ha dimostrato che nella prima onata aveva avuto sopratutto fortuna (oltre a Crisanti e a una diversa struttura territoriale rispetto ai vicini lombardi), e così la Campania. Il Piemonte si è distinto in negativo, la Liguria zoppica.

Le Regioni, oltre alla mancata istituzione in molti casi, delle zone rosse, alle mancate scorte di mascherine altri dpi, alla incredibile decisione di dirottare persone infette nelle Rsa (come mettere cerini accesi in un deposito di dinamite), e a vari scandali tuttota sotto indagine, hanno perseverato, dato che gli ordini insufficienti di vaccino antinfluenzale sono un’altra colpa che possiamo ascricere a loro: in pratica abbiamo gli stessi vaccinati degli altri anni, quando era già chiaro da aprile che sarebbe stato necessario ordinare il triplo di vaccini per novembre. Molti fra gli over 60 e gli under 6 sono scoperti. Chi poi ha fra i 6 e i 60 anni il vaccino spesso lo ha visto solo in foto. E gli ordini dei vaccini competevano alle regioni. Ecco perché di quello anticovid è voluto occupare il governo centrale.
E non parliamo del comportamento da asilo nido di molti governatori: scaramucce politiche sulla pelle dei cittadini, ostacoli su ostacoli all’azione del governo “nemico”: uno schifo.

Adesso nella distribuzione del vaccino antiCovid abbiamo un meschino replay: alcune regioni sono partite così male che la cosa pare quasi assurda. La Lombardia è la regione che ha ricevuto più vaccini (80595 su 469.950!) ed è quella che per ora ne ha somministrato meno: 3%.
Certo, il Molise sta all’1,7, la Sardegna all’1,9, la Calabria il 2,2.
Ma la Lombardia è l’eccellenza, no?
La regione più ricca d’Europa, e quella che si diceva da sola di avere la migliore Sanità, mentre aveva una Sanità sconciata da anni di decisioni scellerate (accentramento negli ospedali e mano libera ai privati) e spaventose corruzioni.
Ora è la regione che ha gestito peggio l’emergenza in Europa, dimostrando di esseer guidata da persone che definire non all’altezza è indice di sobrietà, e probabilmente è ancora una delle due col maggior numero di decessi.
La Lombardia è stata in questa pandemia, ed è, quello che il Sud è da sempre nella mente malata dei razzisti: la palla al piede del Paese. 

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venerdì 1 gennaio 2021

Il 2021 è già al lavoro

Il 2021 inizia con la morte di uno zio, malato e di recente pure attaccato dal noto virus.
Sono anni efficienti questi, non vogliono perdere nemmeno un giorno. 
Ogni volta che muore un parente o un amico non è solo un essere umano che sparisce, con tutto il suo mondo di cose che ha fatto, detto, pensato, scritto e di persone che ha conosciuto, amato, odiato. Non muore solo una persona, muore un bel pezzo di mondo, un sottomondo vastissimo. Ma muore anche un insieme di pezzi della tua vita, uno qui uno là, e il puzzle complessivo col passare del tempo, di morto in morto, ha sempre più buchi.
Fin quando arriva il giorno in cui non si capisce più cosa rappresentasse: forse è il giorno in cui poi muori tu, chissà.
#Misio 

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Sette trofei rubati



Ne parlo oggi perché ogni tanto qualche bravo giornalista ricorda i fatti del passato, che dimenticare è sempre disdicevole, nel calcio come in politica. E oggi lo ha fatto Ziliani.

Partiamo da me, che visto che mi ergo a giudice sarò messo nel mirino.
La mia squadra, per fortuna, nella sua storia ha commesso ben poche irregolarità, e tutte abbastanza banali. E ha sempre pagato (come è giusto) per tutte. Anzi, le ha pure prese: cito solo l’anno in cui retrocedemmo perché un certo giocatore del Bari, che ancora incredibilmente gioca in A, fece gol nella sua porta in un derby, e lo fece per denaro (reo confesso). Non fummo ripescati, non fummo risarciti, pur essendo stati i fatti acclarati. Per dire di quale ambientino stiamo parlando.
La mia squadra, dicevo, che è poi la Samp, rarissime volte ha violato le regole e quando lo ha fatto eran sempre cosucce e il conto è stato pagato. I trofei che abbiamo vinto in 75 anni (7 i più importanti) sono stati tutti lindi. In genere abbiamo avuto dirigenti puliti: sarà che per noi è la conditio sine qua non, mentre per altri conta solo vincere, o sarà perché se capitasse a Genova un dirigente come quelli (bianconeri) che hanno infangato lo sport e facesse quelle cose io andrei personalmente a chiedergliene conto a casa, mentre altrove gli hanno eretto statue su statue e ancora lo portano in palmo di mano. In ogni caso, per me conta prima la correttezza, e poi vincere: è questo che mi differenzia da molti.
Altre squadre non possono affermare altrettanto.

Quel giornalista oggi ricorda un caso fra i più clamorosi del calcio italiano. Calciopoli? No. Un altro! Di cui quasi mai si parla.
E cioè la sentenza definitiva con la quale si stabilì che la Juve aveva dopato con continuità i suoi giocatori dal 1994 al 1998. E’ intervenuta la prescrizione, a salvare i colpevoli (dirigenti e medici societari), ma la sentenza e i fatti che la sostengono restano.
Al di là dei possibili problemi per la salute dei giocatori dopati, si tratta di una gravissima e continuata frode sportiva.
Un’altra perla del periodo della Triade, che già ha al suo attivo i due scudetti di Calciopoli rubati (sugli altri diciamo che non si è indagato e forse è anche per questo che nulla si sa, ma questa è una mia ipotesi, ed è l’unica ipotesi di questo post che per il resto contiene solo fatti certi).

So bene che se un dirigente commette azioni turpi il tifoso non è colpevole anche se poi è lui che pagherà, sotto forma di titoli revocati, squalifiche, ignominia etc. Ma so anche che a Torino pochi ammettono le colpe e provano vergogna, anzi l’opposto, e allora qui si parla di tifosi complici, non di sostenitori vittime.

In un mondo normale, i tre scudetti che la Juve ha vinto in quel quadrienno andrebbero revocati oggi (e assegnati ai secondi classificati: Lazio o Parma, Parma, Inter). Perché sono stati vinti da una società sportiva che dopava i suoi giocatori, mica per altro eh... E andrebbero revocate la Coppa Campioni del ‘96 (che assieme a quella sui generis dell’Heysel è l’unica vinta dai bianconeri in 123 anni) e la Coppa Intercontinentale sempre del 1996 (na delle due vinte dalla Juve): questi due trofei andrebbero dunque assegnati con tante scuse all’Ajax e al River Plate).

Perché se nella giustizia ordinaria, fin quando esisteva quel mostro definito prescrizione, potevi anche cavartela pur essendo colpevole marcio e non pagare, in quella sportiva i titoli sarebbero dovuti passare di mano il giorno dopo la sentenza di Cassazione (29 maggio 2007) che ha stabilito che  la Juve nelle persone di Giraudo e Agricola ha somministrato per 4 anni farmaci proibiti ai giocatori e farmaci leciti a giocatori sani, quindi in maniera immotivata, allo scopo di alterare il risultato delle gare. Vi sembra abbastanza chiaro?
Io posso capire che se adesso venisse fuori un dubbio su uno scudetto vinto da una qualsiasi squadra nel secondo decennio del secolo XX si potrebbe anche considerare lecito soprassedere... non si può sempre mettere in discussione tutto anche a distanza di decenni, è ovvio. E ci vogliono poi indagini lunghe e sentenze fondate.  E so rassegnarmi anche a processi che non finiscono o che durano troppo. Ma quando, prescrizione o meno, si addiviene a una verità giudiziaria finale, il trofeo deve essere tolto perché è un trofeo rubato.

E’ curioso che a definire “prescritti” gli interisti siano poi proprio gli juventini che evidentemente, non tutti ma molti, sono in malafede o hanno la memoria corta.

Io, appassionato di sport e di calcio, sostenitore della squadra della mia città, della mia regione (quella coi 4 colori), so che per anni sono stato preso per il sedere da farabutti matricolati che non hanno pagato per i loro misfatti (o hanno pagato pochissimo) e che i trofei che la Juve ha vinto grazie a questi gravi misfatti non sono stati revocati e non sono stati assegnati a chi li avrebbe meritati (tranne che per i due di Calciopoli... attenzione: due annate sotto la lente di ben 12 della stessa dirigenza).

C’è una società sportiva, una dirigenza, un insieme di tifosi, che con arroganza insulta gli avversari e si comporta da padrone del vapore, ma esibisce nella sala trofei sette titoli sportivi vinti con l’inganno.

Questo è davvero vomitevole e intollerabile.

Sono vicino da sempre ai sostenitori bianconeri vittime dei raggiri di Moggi, Giraudo, Agricola e di svariati arbitri, dirigenti federali, giornalisti: sono la parte buona del calcio, davvero. Fossero capitati a me simili dirigenti non so cosa avrei fatto (di certo non li avrei messi nel mio Pantheon...)
Sono e sarò sempre nemico di quei dirigenti e tifosi che ancora oggi si fregiano di 7 titoli rubati, delirano di complotto e difendono i criminali che hanno infangato la storia della loro squadra del cuore e del calcio italiano.

La Roma, mesi fa, ha avuto partita persa “solo” per aver schierato (senza volere, si presume) un giocatore squalificato in Verona-Roma...
Qui parliamo di interi tornei truccati e di interi campionati giocati con atleti dopati, e abbiamo i trofei belli lucidati esposti in bacheche immonde. 

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