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lunedì 27 giugno 2022

Chi si accontenta gode? No, ma evita il peggio


Questa città non ha capito i meriti di chi eredita un vero e proprio macello e, senza esperienza, se la fa in fretta e lavora in silenzio a testa bassa e senza squilli o paillettes mediatiche, senza favorire i soliti e, soprattutto, in piena trasparenza e per il bene comune; oppure l’ha capito e non le sta bene: ipotesi ahimè più probabile...
Devo indignarmi? No, so bene come ragiona l’Italiano medio: non avremmo fra le palle Papi, Ganassa e altri arnesi del genere da decenni, altrimenti. E non avremmo i fascisti ringalluzziti e i microbi voltagabbana e opportunisti da zerovirgola a pontificare ogni giorno su giornali e tv.
Per fortuna anche in questa terra un po’ insipida, un po’ di mezzo, tra Liguria e Toscana, né Toscana né Liguria (anche se molto più Liguria che Toscana, a differenza di Massa che è già un altro mondo), resiste uno zoccolo che, sia pure poco lucido e alquanto miope, messo di fronte al ballottaggio non ha dimenticato quello che è accaduto 80 anni fa, nel mondo e qui, e quali sono comunque i valori di base irrinunciabili, al di là di una politica fatta in trasparenza per la gente e di una fatta in maniera oscura e per poca gente. E che, sia pure avallando una restaurazione penosa e miope, sa cosa ricacciare indietro con forza, anche se non sa molto che cosa scegliere per andare avanti. Nel mare di astenuti e coglioncini d’ordinanza. 
I risultati parziali (55 su 71) dicono questo.
Accontentiamoci... visto l’andazzo (validi e onesti sbertucciati e fascisti e corrotti in auge) è oro che cola anche questo ritorno a un grigio e squallido passato, riverniciato di fretta con una mano di nuovo. 
#Carrara 

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venerdì 24 giugno 2022

Tradimento

*TRADITORE*
—-
Il punto è semplice. Mai voterò Di Maio, dovesse proporre perfino idee migliori del Movimento (ma quando mai? Questa l’ho detta per esigenze didattiche, ma è una minchiata, scusate). Per una ragione: ha sconfessato anni e anni di dichiarazioni nette e precise, facendo l’esatto opposto. In questo è stato pure peggio del Microbo, e far peggio di lui quanto a tradimenti e bugie è un’impresa. E ha sputato sulla sua intera storia politica (il Microbo non l’aveva, una storia politica: lui fingeva di essere di sinistra e faceva cose di destra, Di Maio invece ha sputato su anni e anni di scelte politiche ben precise). Che poi a me quella interessava, la sua politica, non certo la sua faccia, quindi tolta quella per me lui non esiste, è un berlusconiano in erba, un centrista qualunque, un politichetto da zero virgola. Del resto è normale non fidarsi più di uno che fa ‘ste robe e io non voto persone di cui non mi fido, esattamente come non voto fascisti, leghisti, affaristi, forzisti e Papi boys. E’ un bravo politico? Sì, ha doti, è vero, ma questo io lo dicevo anche quando chi adesso lo adora lo definiva bibitaro... Però sono doti al servizio della causa sbagliata, un po’ come Meloni, insomma. No, Ganassa no: doti proprio non ne ha mezza.

De Masi, che spesso la dice giusta e lucida, anche in qesti giorni ha centrato il punto in maniera clamorosa.  Oggi, dice, chiunque può creare un partitino, senza avere neanche l’idea di dove vuole andare a finire. Manca un paradigma, l’idea di società che si vuole costruire. Nascono mille partitini mediocri, tutti uguali, che per forza poi finiscono per litigare su scaramucce quotidiane, non avendo altro di cui discutere. E quindi trionfa l’astesionismo, dice De Masi, sebbene non pochi elettori si accontentino anche di questi partiti mediocri in cui non c’è una leadership fatta di pensiero: ormai si fonda un partito come si fonda un club di amici.

Di Maio se ne va raccontando un bel po’ di palle, sconfessando anni e anni di dichiarazioni (che quindi erano false, o è falso lui oggi), parlando di populismo e scelta politica quando anche i cretini hanno capito che lo fa per garantirsi un futuro in politica e aggirare il vincolo dei due mandati. E se ne va portando con sè un gruppo di persone che al 90% non saranno rielette e si illudono. Non pochi di questi devono ancora parecchi soldi al Movimento, anzi all’Italia: non rispettano da anni gli impegni economici che hanno liberamente assunto col Movimento (che, ricordiamolo, restituisce soldi pubblici come nessuno): quindi sono traditori e morosi. Come ho sempre detto, in genere se ne vanno persone che per un 5s è meglio perdere.

Di Battista parla di ignobile tradimento: parole azzeccate. 
E Di Maio la smetta di sfrangiarci le palle coi discorsi sul Movimento populista che ha tradito i valori: le ragioni del suo tradimento sono così palesi che può convincere solo dei perfetti cretini, con il suo nulla rivestito di niente (vi risparmio le banalità con cui ha presentato “Insieme per il futuro”:  una pena indescrivibile, il vuoto totale). Giuda, voglio dire, le sue colpe se le assunse, non inventò la palla di un nuovo progetto politico. Io non so chi li voterà, qualcuno ci sarà. Del resto, in un Paese in cui stando ai sondaggi il 20% del 50 voterebbe i fascisti, ci sta davvero di tutto.

Continua la scrematura del Movimento di Conte, avanti così. Non vedo altre formazioni cosi’ attente ai valori dell’onestà, della giustizia sociale, dell’ambiente, della cultura. Hanno governato solo due anni, uno dei quali con la zavorra verdognola e l’altro con la palla fiorentina, e ciò nonostante sono riusciti a fare grandi cose e la politica sociale più di sinistra mai vista in Italia. Sonno di meno, ma sono sempre i migliori, i più votabili, e per distacco: un distacco pauroso.

Ciao Di Maio, salutami Kalendagreca, il Microbo, Quello Senza Quid, il Tricheco e tutti gli altri leaderetti di centro che hanno più peli nel naso che elettori e che hanno fatto scissioni o scissioncine sempre sull’onda di “alti valori ideali” muahahahahahahaha. 

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venerdì 10 giugno 2022

Un tranquillo giorno in campagna




Oggi un vicino aggressivo e berciante, autore di decenni di piccole ma variegate angherie e di non occasionali violazione delle norme vigenti, si è materializzato davanti casa e, infrangendo d’improvviso la tranquilla pace postprandiale di un sereno venerdì di campagna, dopo aver suonato due volte in maniera prolungata e villana il campanello, senza attendere risposta nemmeno per un secondo, ha cominciato, impallato dalla fila di fitte siepi sempreverdi che cercano invano di separarci dal brutto e cattivo mondo di fuori, un breve ma intenso show (il solito, il suo cavallo di battaglia, che ha già conosciuto diverse repliche in questi decenni, tutte baciate dal più scioccante degli insuccessi) e così facendo ha traumatizzato con le sue urla belluine gli uccellini, le talpe, le lucertole e perfino i cavalli del vicino maneggio, a casa dei miei e mia, più a sud. Blaterava di auto e trattori, di legge e di altre cose che non ho colto con esattezza non essendo particolarmente ferrato in traduzioni dallo sguaiatese all’italiano (alle medie ho fatto francese), e poi a distanza, per giunta. Il tutto è durato meno di un minuto, smentendo in questo modo il famoso detto secondo cui un bel gioco dura poco, ché qui di bello vi era davvero pochissimo, e di salvabile nulla. Intendiamoci, nulla di nuovo sotto il sole, essendo il protagonista di cotanto spettacolo un fedele abbonato alla mancanza di rispetto, alla totale assenza di garbo e alle classiche piazzate tipo vajassa partenoepa.



Il tutto mi ha inquietato un po’, ma soprattutto mi ha riportato alla mente alcuni episodi del passato: un effetto amarcord non atteso e del tutto straniante, che non mi ha rovinato comunque la digestione, essendo consistito il mio pranzo di oggi solo di una mozzarellina e di un tocco di pane, inaffiati da due bicchierozzi di acqua fresca. Un cielo sereno, un caldo senz’afa, un pasto frugale e un breve spettacolino live e gratuito all’aperto al termine del pranzo: cosa chiedere di più dalla vita? 

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giovedì 2 giugno 2022

Civiltà sepolte




Civiltà sepolte. 
Da sempre sono un grande mistero. Uno dei più grandi, secondo anche a quello degli oggetti volanti non identificati. La scienza da secoli si interroga su quesiti che fanno tremare i polsi, l’archeologia non sa che pesci prendere (anche perché l’archeologia non si occupa di pesca).

Civiltà sepolte.
Intanto: chi le ha sepolte? E poi, perché diavolo qualcuno le ha sepolte? Hobby? Vendetta? Complotto? Mutui non pagati? Voglia di darsi da fare in qualche modo? 
E quando le hanno sepolte? Tutte insieme? Sempre di febbraio? A caso? In un colpo solo, taaaaac! Oppure a più riprese, le cosiddette sepolture di civiltà a rate?
E queste civiltà, non hanno reagito? Si sono fatte sepol... sepulge... ehm, seppellire senza dire nulla? Come è possibile? Un mistero, appunto. O si sono sepolte da solo? Suicidio? Errore fatale?

Civiltà sepolte. Maya, Aztechi, Egizi, Canziani: tutti esempi che infittiscono il mistero. Come dite? I Canziani non esistono? E che ne sapete? Potrebbero essere sempre sepolti da qualche pare, magari nessuno li ha scoperti ancora.
Comunque è vero, i Canziani li ho inventati io, pensavo ai mitici Pooh.
Civiltà sepolte inventate da me: un secondo mistero, ancora più difficile da sbrogliare!

Civiltà sepolte. E chi le ha scoperte? Chi ha disseppellito queste civiltà ormai sepolte da secoli che non davano fastidio a nessuno? Chi si è permesso e perché? E poi: aveva i permessi per scavare? Licenze in regola, lavoratori a libro paga, tasse pagate? Aveva messo le protezioni di gomma agli spuntoni dei tralicci e le luci lampeggianti notturne con batterie a lunga durata? Queste civiltà ormai si erano rassegnate e qualcuno le ha disturbate, adesso chi le risarcisce?

Civiltà sepolte: è giusto disseppeller... ehm, tirarle fuori? Eticamente è un’azione di cui andar fieri? O è come intralciare il corso della storia? Perché chi scava non si fa gli affari propri e se trova qualcosa sta zitto e cambia zona? Mistero fittissimo.

Civiltà sepolte e disseppellitori di civiltà sepolte: seguiteci per emozionanti puntate. Quando la Natura pone domande angoscianti, noi ci giriamo dall’altra parte, angosciati. 


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AAA Riempio cantine





Sì, avete capito bene. Questo è il mio lavoro. Ho un’ape e riempio cantine. Chiamatemi se avete bisogno. Segnalatemi agli amici che potrebbero averne bisogno.
Come, ho sbagliato? Dovevo scrivere “svuoto cantine”? No, io riempio cantine.
E’ un ramo innovativo, ma in grande espansione. Siamo in pochi per ora e ci sono grandi possibilità. 
Se avete cantine mezze vuote e non volete far brutte figure con gli amici, se siete così poveri che non avete nemmeno le cianfrusaglie da stipare in cantina, se vi siete stufati di sentirvi dire “chissà quante cose hai in cantina eh! Sarai come me, che tengo tutto perché non si sa mai...” mentre invece voi non avete quasi nulla e siete terrorizzati all’idea che un amico possa chiedervi di dare un’occhiata, chiamatemi.
Io riempio cantine. Di cosa, direte. Ma di vecchie cose, materassi usati, libri polverosi, pentole scrostate, taniche unte e bisunte, gomme per innaffiare mezze marce e arrotolate alla bell’e meglio, bici arrugginite, scatoloni di vestiti diventati corti o stretti, improbabili bottiglie di vino o barattoli di conserve, giochi di bimbi quasi del tutto distrutti. Metto anche le ragnatele e annerisco un po’ i muri. Libero due o tre topi e impuzzolentisco l’ambiente.
Riempo cantine. Telefonate fiduciosi! Sappiamo fare bene il nostro lavoro, rimarrete soddisfatti.
Finalmente anche voi potrete dire: “eh, non ho più spazio, ho la cantina stracolma, non mi dire niente! Vuoi vedere?”
Prezzi modici.
Telefonte anche ore pranzo, tanto qui chi magna???
Chiedere di Gepi. Se risponde mia suocera, buttar giù e riprovare dopo due ore.

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