Quando si dimenticano di te?
Quando per esempio trovano una o uno, o si fidanzano addirittura. Prima vi vedevate spesso, ti cercava, la cercavi o lo cercavi, adesso non è che ti chiama o ti pensa di meno, non lo fa proprio per niente, per mesi. E’ pacifico, adesso oltre ai suoi impegni normali (che hanno riacquistato valore dato che c’è l’amore) c’è una nuova persona e questa esperienza è totalizzante, specialmente nei primi mesi o anni.
E poi quando si dimenticano di te?
Quando arriva l’estate. Si esce di più, c’è allegria, tante cose da fare, ci sono nuovi giri, nuove facce, oppure c’è solo il desiderio di relax, di staccare da tutto quello che ti ricorda l’inverno, quindi anche la tua faccia. Che, forse, ricercheranno in autunno. Del resto tu eri collegato al freddo, all’acqua, al lavoro, alle scadenze, alla noia: rivederti sarebbe come rovinarsi il divertimento, e poi adesso non servi a niente, sai solo incupire.
E poi quando si dimenticano?
Quando tu non li cerchi per un po’. E quindi capisci che non erano loro a cercarti, ma tu, loro seplicemente ti assecondavano, specialmente quando non avevano altro da fare: le ore in qualche modo vanno riempite e tu non eri il più divertente modo di riempirle ma nemmeno il peggiore, e poi eri gentile e generoso, il che non guasta mai: olia i rapporti, specie dalla parte di chi l’olio non lo mette quasi mai per risparmiare.
E poi quando si dimenticano?
Quando esci da un giro, o perché decidi di fare altro (per esempio smetti palestra e quell’amico che pareva così caro sparisce assieme al canone mensile) o perché ti buttano fuori (per esempio ti licenziano, o ti fanno capire che non è più il caso) e anche chi ti stimava o pareva farlo e adesso pensa che tu abbia ragione tace per amore di pace e puro calcolo e semplicemente ti sacrifica sull’altare della stabilità della sua vita: per non rischiare non solo non ti difende, ma ti cancella pure.
E poi?
Naturalmente quando cadi in disgrazia, hai un problema, fai scelte controcorrente, etc. Qui è ancora più facile allontanarsi. Spesso sembra che lo facciano per rispetto e per non essere colpevoli di invadenza, ma non poche volte è per convenienza e paura.
Alla fine, si nasce soli: nell’utero dobbiamo cavarcela da soli, anche se siamo protetti dalla mamma; quando per la prima volta l’aria sembra quasi spaccare i nsotri polmoni fin lì accartocciati dobbiamo farcela da soli e per lo sforzo e la paura piangiamo, subito consolati: ecco, forse è in quel momento che ci illudiamo che in tutti i momenti difficili o tragici della nostra vita ci sarà sempre qualcuno ad aiutarci o a consolarci, e ci mettiamo anni e anni per capire che non è così.
A volte non lo capiamo per tutta una vita, ma come si nasce soli, è sempre soli che si muore. autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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