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domenica 31 dicembre 2017

Pensierino di fine anno

E' davvero brutto essere in un paese che non è il tuo e sentire diffidenza e ostilità immotivate intorno a te. Pensa un po' se capitasse a te, italiano, che ti fai una vacanza all'estero, e spesso ti comporti sguaiatamente, quasi fosse il padrone. Una sottile diffidenza che si legge negli sguardi, quando non è paura, disapprovazione, disgusto, ribrezzo. Quando non sfocia in aperta ostilità, offese, violenza.
Pensa se poi capitasse a te di dover emigrare a causa di una guerra, o di persecuzioni politiche, o della miseria, e se altrove fossi accolto così male. Anche noi abbiamo avuto dittature orribili, anche noi abbiamo conosciuto guerre disastrose e l'emigrazione economica.

Pensa a come si deve sentire uno straniero solo per il fatto di trovarsi in una nostra città. Magari sta cercando lavoro e, come molti, non lo trova. Più di tutti, perché è straniero. A differenza di noi, non ha una rete di relazioni a cui appoggiarsi nei momenti di difficoltà, è solo e non conosce nulla del posto e delle usanze. Non sa dove e cosa mangiare, dove lavarsi, come curarsi, come ripararsi dal freddo. E d'inverno fa freddo, e viene buio presto. E le città non sono posti sicuri. Certo, ci sono organizzazioni di volontariato che si danno da fare, ma il problema è ben più vasto. Trova lavoro nero, quindi schiavismo e ricatti. Vuole trovare un riparo, ma se cerca un affitto riceve molti no sospetti. Al bar quasi lo ignorano, servono prima gli Italiani ben vestiti e ben rasati. Da certi locali lo cacciano. Chiede, e molti nemmeno lo considerano. Ha paura di farsi notare, magari non ha i documenti giusti, quei documenti che noi pretendiamo che un altro essere umano abbia per avere il diritto di stare dove noi stiamo, spesso senza meritarlo e senza doverli elemosinare. Perchè spesso è la burocrazia ad umiliarlo, non solo il singolo passante egoista e spaventato dai tg servi del regime o l'esercente razzista ed esasperato da un mondo ingiusto.
Se chiede un aiuto, è guardato con disprezzo, quando non gli si dà la caccia con apposite ordinanze. Se ottiene qualcosa, è il classico immigrato che ci ruba case e lavoro; se non ottiene nulla, è uno scansafatiche che pretende di campare sulle nostre spalle.
Se succede qualcosa di spiacevole, è il primo ad essere sospettato.
Nessuno lo tratta con gentilezza, nemmeno quel sorriso sincero e senza impegno che riserviamo al bambino del vicino o all'edicolante che ci passa il giornale: solo sguardi duri, chiusi, diffidenti.

Torna a casa tua. Trovati un lavoro.

La povertà imbarazza, irrita, sporca, rovina l'estetica delle città fasciate dalle luci del Natale e percorse dal via vai degli acquirenti. Ci guasta il pranzo. La pelle scura poi fa paura, ci sentiamo sotto assedio, anche se il numero di immigrati in un anno è ridicolo da quanto è basso.

Diciamo: non rispettano la legge. E ci dimentichiamo che il nostro paese ha una giustizia che funziona male e leggi fatte male, e questo per colpa di chi ci governa, che ha tutto l'interesse a che la giustizia non giri a dovere, percè spesso è il primo a violarla.

Diamo noi lavoro nero, evadiamo noi le tasse, freghiamo lo Stato e quindi tutti i nostri connazionali ogni volta che possiamo. Ce ne freghiamo delle leggi, e pretendiamo che in questo paese burla gli immigrati siano gli unici a rispettarle. In un paese serio nessuno verrebbe per delinquere, perchè sarebbe conscio del rischio; e molti, se in cerca di lavoro, verrebbero e passerebbero oltre, dato che qui non ce n'e', se non ci fosse la tollerata piaga del nero. Alla fine, se attiriamo, oltre a tante brave persone perseguitate o semplicemente desiderose di migliorare la propria vita e quella dei loro cari, anche diversi delinquenti, è perchè il delinquente agisce come una ditta: opera sul mercato più favorevole. E perché chi muore di fame accetta anche di lavorare 10 ore al giorno per 10 euro, se l'aternativa è il nulla. E' l'abisso dei diritti.

Siamo stati tutti migranti: veniamo tutti dall'Africa Centrale, ci siamo mossi da lì 60 mila anni fa. Ed avevamo tutti la pelle nera. Tutti gli uomini hanno pari diritti, un senegalese ha lo stesso diritto di passeggiare in piazza San Marco o di cercare aiuto o lavoro a Padova di un veneziano o di un padovano (che magari è residente ma non paga le tasse). E se taluni sistemi politici o religiosi non riconoscono la reciprocità, e nei loro paesi ci trattano da bestie, questa non pare una buona ragione per non essere noi i soli a comportarci civilmente.

Nel mondo le risorse sono distribuite in modo sommamente ingiusto. Pochi individui detengono la stragrande parte della richhezza, e generalmente l'hanno ottenuta versando sangue innocente, facendo soprusi e abusi, violando le leggi, uccidendo. Una piccola parte di mondo ha sfruttato per secoli la parte restante. Davvero pensavate che questa situazione non avrebbe presentato prima o poi il conto? Le risorse, nel mondo, sarebbero più che sufficienti a garantire un'esistenza più che dignitosa a tutti, invece moltissimi muoiono addirittura per la mancanza di cibo, mentre altri soffrono di patologie dovute al suo consumo eccessivo. Persone coi soldi anche in bocca, e persone che vivono con un dollaro al giorno e muoiono per malattie ormai da noi debellate da secoli.

Pensate a come è brutto essere guardati male, con diffidenza, con ostilità, trattati male, emarginati, ignorati, umiliati, derisi, solo per quello che siete (magari di pelle nera, o stranieri), o per il posto in cui siete nati, e non per una cosa specifica che voi avete fatto.
Se il vicino domattina vi guardasse male, voi gli chiedereste conto, e se lui dicesse che vi guarda male perchè ieri sera avete rigato voi la sua vettura, voi vi discolpereste, se innocenti, e tornereste amici, dopo aver provato l'orribile sensazione di essere considerati colpevoli di una colpa che non avete commesso.

Queste persone invisibili, che incontriamo ogni giorno, si sentono sempre colpevoli senza aver fatto nulla, ma solo per come sono, solo per la loro origine o condizione economica.Si sentono colpevoli perché tutti le trattano da colpevoli, da immondi rifiuti.

E nel 2018 non cambierà nulla, perchè siete in grande parte razzisti ed egoisti e votate per farvi rappresentare da incapaci corrotti, razzisti ed egoisti come voi.
Perché il mondo lo cambi se tu nel tuo piccolo da domani cambi, e forse.
In caso contrario, non cambierà mai niente, anzi: andrà tutto sempre peggio.

Fino a quando non toccherà, speriamo di no, a voi, essere l'anello debole di questa orribile catena.


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giovedì 21 dicembre 2017

Un re penoso

Vittorio Emanuele III è stato un re indegno e schifoso... il suo "regno" è stato costellato di errori, omissioni e azioni turpi... a lui si devono le leggi razziali, l'ascesa di mussolini... tutte le nefandezze che si sono avute durante il ventennio fra cui i più di 4000 oppositori condannati dal tribunale fascista (di cui una quarantina a morte), la deportazione degli ebrei e poi le guerre in cui ci ha coinvolto con i tantissimi morti, il fatto abbia abbandonato baracca e burattini per scappare come un codardo a Brindisi nel momento in cui c'era più bisogno di lui, il fatto di aver tollerato la marcia su Roma, la presa del potere da parte di quel gran maiale, le persecuzioni che si sono avute durante quegli anni bui e l'annullamento del ruolo del Parlamento, l'asservimento della stampa...ma ignorante come è l'Italia pensa che la polemica sulla salma del re sia pretestuosa e irrilevante, mentre è fondamentale... siamo un paese che non ha saputo conservare la memoria delle atrocità avvenute alcuni decenni fa e che quindi sarà probabilmente condannato a riviverlo come ricorda oggi il #Cassinis sul Secolo decimonono. Oltre a questi fatti abbiamo anche poi un elemento come Berlusconi ("delinquente naturale") che anni fa disse che mussolini non era stato proprio un dittatore... (sic) e abbiamo inoltre quei gruppuscoli di neofascisti, tanto ridicoli quanto pericolosi, che si richiamano ai simboli e alle teorie deliranti di un'ideologia nazifascista abominevole e anti-umana e che anziché combattere oggi applicando le leggi esistenti ci limitiamo a sopportare derubricando il tutto a folklore, con ciò commettendo un altro gravissimo errore.

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domenica 17 dicembre 2017

Che poi io il 14 ho festeggiato

Che poi io il 14 ho festeggiato, per l'eliminazione dalla Coppa Italia del 13. E no, non mi sono partiti i neuroni.
Il fatto e' che alcune cose non sono andate per il verso giusto, e' vero: il fatto di essere stati eliminati, per esempio. Il fatto di aver cominciato a giocare dopo 20 minuti e non da subito. Il fatto di essere stati imprecisi e sfortunati (due pali e altre occasioni). Il fatto di non aver schierato da subito tutti i titolari (scelte societaria che non approvo), l'errore tecnico di Murru e quello di Regini, i due rigori dati un po' cosi', specialmente il primo che ha visto solo l'arbitro e qualche fiorentino ottimista.
Ma tante cose sono andate benissimo: abbiamo sviluppato, nei restanti 70 minuti, il nostro gioco in maniera mirabile, abbiamo giocato meglio dei viola, avremmo meritato di vincere senza ombra di dubbio e invece abbiamo perso a causa di due rigori, uno dei quali al 91'.E abbiamo avuto la forza di recuperare due volte il risultato, pur giocando fuori casa.
E poi, aspetto mai secondario per me, oltre a uscire a testa alta dal rettangolo verde in virtu' del gioco espresso (tolti i primi 20 eh (nei quali comunque la Fiorentina è stata sulle sue, dopo il gol lampo), ci siamo comportati da squadra, siamo stati corretti e sportivi, abbiamo rispettato avversari e arbitro, anche se alcune decisioni sono state francamente penalizzanti per noi. Abbiamo onorato insomma la casacca che indossiamo, che non dimentichiamo reca al centro, sul cuore, lo stemma di Genova.
Pertanto, pur dispiaciuto per aver dovuto abbandonare una competizione che tante volte in passato ci ha visto assoluti protagonisti e trionfatori, pur conscio del fatto che questo torneo e' stato anni fa strutturato in modo da facilitare la vittoria finale di una delle 3 o 4 squadre piu- ricche della serie A, e pur sapendo bene che certi errori di concentrazione e tecnici andrebbero evitati, non ho potuto davvero esimermi dal festeggiare con due paste e un bicchierino. Perche' la nostra bandiera ha sventolato fiera. Poi certo, avessimo vinto, avremmo avuto tutto questo e anche la qualificazione, i miei neuroni ancora ci arrivano a capirlo. Tuttavia, vincere comportandosi male o disonorando i colori societari avrebbero rovinato il gusto della vittoria, ecco perche' per me certi valori vengono prima del risultato, se poi arriva pure quello meglio. Ragiono così perché sono blucerchiato è dna. Ma nelle possibilita' di un giocatore non c'e' quella di decidere il risultato, che dipende da molti fattori. E fino a quando un match terminera' con un 1, una X o un 2, non mi stupiro' piu' di tanto...
Ecco perche' il motto "vincere e' l'unica cosa che conta" in casa Samp e' alieno come un pesce su un albero. Come amava dire il nostro amato presidente Mantovani, che ha formato ai sani valori sportivi intere generazioni di tifosi, "siamo attrezzati per vincere, ma non a qualunque costo"... e come disse Vialli il giorno dello scudetto del '91 "abbiamo dimostrato che si puo' vincere anche da galantuomini, solo bisogna aspettare un po' di piu'".

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martedì 12 dicembre 2017

Che mondo...

Io non so se ha ragione l'azienda (i lavoratori stanno in un Eden) o i lavoratori (schiavismo legalizzato). Cioè lo so, ma qui affermo convintamente che non lo so, non lavoro lì, come potrei saperlo?...
Di certo, allargando il discorso a molte aziende, e a tutti i colossi, ogni volta che su internet o in un negozio trovi prezzi assurdamente bassi, spese di trasporto nulle, orari bulgari, non puoi non sapere che dietro tutto questo non c'è un imprenditore che si riduce il profitto per venire incontro alle esigenze del cliente ma un poveraccio che viene trattato come una bestia da soma e che sputa sangue tutto il giorno per quattro soldi, senza tutele e senza diritti. E tutto questo grazie non solo all'avidità del capitale ma anche all'ipocrisia di un potere asservito alle logiche barbare della grande industria e a partiti di sinistra che di sinistra hanno solo il nome e che sono pure peggiori dei padroni delle ferriere a cui lisciano il pelo e di cui sono i docili cani da salotto.



http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/12/05/news/mondo-convenienza-ma-a-quale-prezzo-l-altro-lato-del-colosso-del-mobile-1.315499?ref=RHRR-BE&refresh_ce



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