Come si possa dar fuoco a una persona (che non sta mettendo a rischio la tua vita o quella dei tuoi cari) non so, ma siccome lo ha fatto un essere umano (il caso recentissimo di Sara e del suo ex fidanzato), e io pure lo sono, deve essere possibile.
Ho sentito il bisogno di precisare quanto in parentesi perché, sebbene molti affermino di no, siamo tutti in grado di uccidere. Io, che ho istinti violenti praticamente inesistenti, se un tizio sta per far del male a mia figlia, so che potrei reagire senza pormi limiti, pur di salvarla. So che in quell'istante sarei capace di tutto.
Tutti scrivono indignati perché nessuno si è fermato quando la ragazza chiedeva aiuto. Fin qui, son capace anch'io di arrivarci. Il difficile è andare leggermente oltre, con la riflessione.
Premesso che io non ero là, e nemmeno voi, quindi nessuno di noi sa come si sono svolti realmente i fatti (i dettagli sono importanti, decisivi), in che modo lei ha chiesto aiuto, se era facile capire che chiedeva aiuto oppure no, il punto è: voi, in piena notte, con magari a bordo figlio e/o moglie, vi sareste fermati? Non dico chiamare il 113, quello va fatto e chi non lo fa sbaglia, ma in questo caso la telefonata non l'avrebbe salvata, purtroppo, visti i tempi ristretti. Di certo, se uno non vuole scendere, o ritiene che non sia il caso, per i motivi citati, può almeno fermarsi, potrebbe bastare questo per dissuadere l'eventuale malintenzionato e salvare la possibile vittima; fermarsi e sfanalare, suonare il clacson, insomma, fare qualcosa, far rumore. Questo sì, si può fare eccome. Ma per il resto, siete davvero sicuri di riuscire a capire tutto in due secondi, passando di notte? Di riuscire subito a rendervi conto che un tizio malvagio sta per uccidere una donna? Non potrebbe essere un banale litigio? Uno scherzo? Una trappola per fregarvi, rapinarvi, uccidervi? Oggi rischiamo la vita notte e giorno, anche passeggiando per il centro, la delinquenza è alta, e non c'entrano gli stranieri, non fatevi fregare. C'entra il male che è nell'uomo. E c'entra un sistema di leggi e pene insufficiente, incerto, inefficace.
Quello che voglio dire è che c'e' comunque una differenza tra la ragazza palpeggiata sul bus in pieno giorno e tutti che fanno finta di nulla e questo caso. Qui occorre valutare tutto e in due secondi: con chi sei in macchina, e come ti sembra la situazione. Per decidere di scendere. Per chiamare il 113 o per "far casino" invece non serve molto: un po' di intraprendenza e di spirito civico.
Però, ripeto, occorre trovarcisi, in quelle circostanze. Non tutti possono essere eroi, non tutti possono decidere di rischiare la loro vita o quella del figlio perché sembra che una persona abbia bisogno di aiuto. L'aiuto, poi, bisogna anche essere in grado di darlo. Se ho 70 anni e scendo, cosa faccio a un trentenne invasato e magari armato? Al limite lo spingo a fuggire, ok, ma allora posso anche sfanalare e far baccano e chiamare nel frattempo aiuto. Se invece sono solo e giovane e forte, e la situazione è abbastanza chiara (non è detto che lo fosse) la cosa è già diversa. Ho sentito di persone che di notte hanno incontrato un'auto ferma sul ciglio della strada, al buio, con accanto due persone o tre, e una o due di queste a fare ampi gesti per farti fermare, magari perchè erano rimasti in panne, non so, e queste persone non si sono fermate per paura, e anche perchè hanno fatto questo ragionamento: sono in due o in tre, non è una donna sola, se la caveranno.
Io non parlo di indifferenza: quella è sempre e comunque da condannare, è uno dei peccati piàù gravi dell'uomo sociale. Né del coraggio, che non si può pretendere in tutti ma che non deve diventare omissione di soccorso.
Due cose a margine: lui qualcosina aveva già fatto, lei aveva deciso di non denunciarlo. Nobile gesto, ma ha sbagliato. Non ha capito di avere a che fare con un "mostro" (si è definito lui stesso così ieri).
E poi: per reati come questo, in cui vi è efferatezza estrema, attenuanti assenti o ridicole, certezza del colpevole (è reo confesso e ci sono i filmati), l'unico deterrente, mia opinione strettamente personale, è la pena estrema. Chi commette un atto del genere è una bestia, è l'atto che lo qualifica. Quindi anzichè colpevolizzare troppo chi non si è fermato, evitiamo di cominciare ad attenuare la posizione di chi ha commesso questa barbarie: cosa che puntualmente avverrà nei prossimi giorni e mesi, fra media, cavilli, perizie etc.
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martedì 31 maggio 2016
Sul caso della ragazza bruciata viva
Il gorilla dello zoo di Cincinnati
Con questa storia di Harambe, il gorilla dello zoo di Cincinnati, avete fracassato le scatole.
Appurato che:
1) la vita di un essere umano è sempre prioritaria, per noi umani, rispetto a quella di qualsiasi animale, e chi non la pensa così si faccia curare da uno bravo
2) I genitori del bambino sono due cretini e sono gli unici responsabili di quel che è successo
3) il bimbo ha fatto il bimbo, nulla di più
è evidente che se i responsabili dello zoo e della sicurezza hanno ritenuto che uccidere il gorilla, dopo dieci minuti, fosse la via più sicura per salvare il bambino, hanno fatto bene, seguendo i protocolli. Si rivedano questi, semmai.
Le urla della folla stavano cominciando ad agitare il gorilla, che di certo è incolpevole ed è rimasto vittima degli eventi. Provare a sedarlo avrebbe potuto innervosirlo. Un gorilla così uccide un bimbo con una manata, senza contare che il bimbo sarebbe pure potuto cadere in acqua e affogare in pochi secondi.
Il fatto che i genitori siano stati due cretini non comporta che si debba sacrificare o rischiare la vita del bambino per punirli o per salvare un gorilla.
Inoltre ci sono video che mostrano quel che nessuno ha detto, e cioè il gorilla che trascina come fosse una bambola di pezza il piccolo su e giù per la gabbia, con una certa violenza. Certo, probabilmente non gli avrebbe fatto del male. Probabilmente, però, non sicuramente.
Se un toro minaccia di uccidermi, io lo ammazzo. Anche se io amo i tori.
La vostra follia animalista vi fa stravolgere la realtà dei fatti e le priorità.
Quanto agli zoo, certamente comportano sofferenza per molti animali, e altrettanto certamente non ha tutti i torti chi li definisce anacronistici. Ma sono il milionesimo problema in ordine di importanza fra tutti quelli che affliggono il mondo e l'umanità, sicchè datevi una regolata. Alleviamo i polli in condizioni orrorifiche e non possiamo tenere un elefante in uno zoo, suvvia. Assistiamo alla morte di decine di bambini nel mare davanti a casa nostra e scassiamo le palle al mondo per un gorilla che, senza colpa, ha messo comunque a rischio la vita di un bimbo di 4 anni sfuggito all'attenzione di quei due cretini di cui sopra?
Non esagerate nel rendervi ridicoli.
Mi fanno ridere le posizioni di chi sostiene che prima o poi dobbiamo superare lo specismo e non fare differenza tra uomini e animali, come col tempo abbiamo cambiato idea sulla schiavitù, sull'omosessualità, etc. Mi sembrano paragoni privi di senso.
Amare gli animali non deve farci perdere il senno.
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domenica 29 maggio 2016
Investimenti affettivi e bilanci periodici
Lo stesso vale per le amicizie, che potremmo definire investimenti sentimentali, includendo fra essi anche le ali più estreme, cioè gli amori e le buone conoscenze: ogni tanto andrebbero riviste con lo stesso spirito con cui si pulisce quel cassetto di maglie poco usate che per anni apriamo una volta ogni due o tre mesi, quando serve, e poi, ogni tot anni, decidiamo che comunque un'occhiata più a fondo la merita. Anche per vedere se c'e' qualcosa da buttare: ecco il punto.
Se infatti passiamo in rassegna con mente lucida e cuore sgombro i nostri rapporti interpersonali, ci accorgiamo ben presto che il valore nominale sovrastima in molti casi la situazione reale e occupa quindi una casella che più non lo rappresenta, di fatto usurpandola. Se per qualche persona il valore può dirsi accresciuto, per altre ci accorgiamo che la flessione è stata pesante, e per altre ancora ci chiediamo che cosa diavolo ci facciano ancora nel nostro portafogli emotivo, e perché non ce ne siamo liberati quando ancora avevano un sia pur moderato valore di mercato.
Scopriremo quasi sicuramente uno o due titoli fantasma: amici che nella nostra vita ci sono solo quando trovano gradevole o comodo o profittevole esserci, e che spariscono quando sarebbe gradevole o utile la loro presenza; persone che, ad un esame un filo più profondo di un'occhiata superficiale, ci stupiamo di essere riusciti a considerare amici in una qualche fase della nostra vita; esseri che hanno preso e quasi mai dato, se non incidentalmente o involontariamente.
Sebbene il mio parallelismo tra amicizia e titolo di investimento sia solo didattico, e non implichi assolutamente l'idea secondo la quale l'amore o l'amicizia debbano essere valutati in termini di resa economica o di banale do ut des, è tuttavia indubbio che anche se il bene si fa per fare il bene senza aspettarsi nulla, alla lunga chi nulla ti dà e nulla ti vuole e ti può dare e lo stesso prende, non è un amico o una persona che ti vuole bene, ma un opportunista.
(Spread e crisi affettiva, L. Hertsher, Il Melino, 2015, pagg. 87-88).
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martedì 17 maggio 2016
Verdini, molto da dire non c'e'
Su Verdini molto da dire non c'e', l'argomento poi è noioso. Assodato che è in maggioranza ma non si può dire (e Mattarella non si muove di un millimetro di sua iniziativa) e che ha fornito un contributo fondamentale nel riscrivere (schifosamente) la Costituzione e nel far passare alcuni atti fondamentali del governo, io mi chiedo: una persona con 6 processi in corso può restare in carica e continuare a gestire la cosa pubblica, addirittura a sostenere il governo e riscrivere la Carta? In Italia sì. Nessuno è colpevole sino al terzo grado, ma eticamente e politicamente un sistema che non sa rimpiazzare chi ha problemi con la giustizia è marcio. In Italia non c'e' nessuno senza guai giudiziari che possa gestire la cosa di tutti? Uno con 6 processi deve farsi da parte subito, indipendentemente dalla sua colpevolezza o meno. Nessuno lo bolla come colpevole, ma io merito di essere governato o rappresentato da persone senza ombre.
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5 - Governo del Fare
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domenica 15 maggio 2016
Sottigliezze per nulla sottili
A beneficio dei blucerchiati, più che dei bianconeri, per i quali partite come quella di ieri sono inevitabili e trascurabili fastidi sulla strada che va da uno scudetto a una probabile coppa, noto quanto segue.
1) Gioco effettivo su 90 minuti: 51' 29''. Si può andare avanti così? Cosa aspettiamo a introdurre il fermo cronometro almeno per: entrata della barella, sostituzione, rigore? Hanno paura che poi le partite durino 130 minuti? Ok, allora fissiamo 75 minuti di gioco effettivo e morta lì. Almeno saranno 75 e non 50 e si eviteranno le classiche manfrine.
2) Falli fatti Juve 14, Samp 4 e 1 giallo, se togli il rigore 3 falli! In 90'! E' evidente che siamo in vacanza dal 2-1 alla Lazio, i tre punti che in pratica ci hanno dato la salvezza il 24 aprile. La verità è che siamo troppo corretti e troppo scemi, il che, unito al fatto che con la testa eravamo già a Formentera, rende lo 0-5 dopotutto non assurdo. Una squadra con carattere si sarebbe presentata a Torino per fare la partita. Non nel senso di dominare la Juve (difficile a Torino e con le candeline sulla torta), ma nel senso di giocare sul serio, quindi duro; non scorretto, ma duro, maschio. Normale, oserei dire. Insomma: giocare... A quel punto la Juve avrebbe fatto due conti per non rischiare troppo in vista della coppa, in termini di energie e di infortuni, come è normale che sia se giochi una partita senza importanza e fra pochi giorni ne hai una fondamentale. Questo sì sarebbe stato normale: partita standard, agonismo, poi si sarebbe perso lo stesso al 75%, ma non è questo su cui voglio soffermarmi ora. Avremmo evitato il 5-0 e la prestazione fantasma. Sono finezze psicologiche, sottigliezze tattiche, piccoli dettagli che uno che segue il calcio da 45 anni coglie al volo. Spesso al 3' io ti so dire come va la partita al 90%, se non come risultato (non sono un mago) come prestazione sì. Diciamo che conosco i miei polli, nel senso dei calciatori.
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sabato 14 maggio 2016
Passo d'addio
Oggi i giocatori, appena si raggiunge un obiettivo, molto spesso staccano la spina: l'atteggiamento mentale con cui approcci un match è tutto ed è quello in cui tanti professionisti del pallone sono carenti. Capita anche a quelli della Juve, che di questo difetto è forse il team che soffre di meno: vedi Verona.
Naturale quindi (ma non giustificabile) aspettarsi oggi una squadra senza mordente, di fronte per di più alla prima della classe, desiderosa di rifarsi dopo lo scivolone di sette giorni fa e di far festa per l'ennesima volta per il quinto scudetto. Se ci aggiungi che oltre ad essere gia' salvo, hai pure manifestato nelle ultime partite alcuni problemi, hai l'umore non alle stelle e oggi hai giocato 80' con un uomo in meno, il quadro è chiaro. Quindi il problema non è certo il 5-0 di oggi (dopo 15' 2-0 e un rosso: sarebbe stata compromessa quasi del tutto anche una partita "normale"): i problemi da risolvere sono ben altri.
Peccato semmai perché guastiamo ancora un poco il tabellino recente dei nostri confronti con la Juve. Può infatti sembrare strano, tenuto conto che negli ultimi anni la Juve ha vinto parecchi trofei e noi nessuno, ma se considerate il periodo che va dal ritorno della Juve in A ad oggi (tolto l'anno che ad essere in B eravamo noi), Juve-Samp si è giocata in campionato 16 volte, e solo 6 volte la Juve, che ovviamente ha sempre avuto una squadra più forte sulla carta, è riuscita a batterci. 3 volte abbiamo vinto noi, 7 volte abbiamo strappato il pari.
In ogni caso il torneo è finito. 40 punti, salvezza. Punto e capo. Non vi disperate troppo per noi (mi guardano come se mi fosse morto un parente), perché finireste per disperarvi molto più di quanto lo si faccia noi. Non ci conoscete, raga :-).
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-"Ma cosa ti ha fatto di male, Piero?" -"Ma no, era un esempio, dai..."
Intro
Su religione, ipocrisia, incoerenza, alieni e colore blu ecco qualcosa che nessuno ha mai il coraggio di dire, e io adesso scrivo (ho già mandato in CC al mio psichiatra, mi ha chiesto di tenerlo al corrente, è un tipo preciso, succhia il denaro come un'idrovora, ma il divano è in pelle ed è cosi comodo! E poi la segretaria ha sempre la mini)
Testo
Io stimo, amo, adoro, idolatro, letteralmente lovvo a bestia quelli che alla notizia: "Aereo su cinema, su 400 persone una si salva" gridano al miracolo! E ci credono. Li venero, ho il loro poster in cameretta, il portachiavi con la loro foto in tasca, vorrei "incontrarli fra cent'anni" (appunto).
Se il Dio che sta lassù è in vena di miracoli, magari mi fa cadere l'aereo cento metri più in là, che dite?
Non è un miracolo, è quel fattore che tecnicamente porta il nome di "culo". E la tragedia resta una tragedia, per 399 persone e famiglie. E se l'aereo è caduto vai a controllare: vedrai che alla base molto spesso c'e' l'incuria umana, condita a volte da una terribile fatalità (appunto, il Caso).
Se di fronte a una roba così, disperato affermi che Dio non esiste, subito ti saltano al collo con crocifissi e corone d'aglio: come puoi dire una cosa così solo per un incidente? E tutto il bene che accade nel mondo? Come puoi essere così arrogante da pretendere di comprendere il per noi umani incomprensibile disegno di Dio? Ok, ma allora come puoi dire miracolo solo per una cosa così, magari è un caso no? O un miracolo riuscito male (non tutte le ciambelle). E poi, detto fra noi, Dio non deve aver fatto l'Istituto d'Arte, se disegna così (avrà fatto lo Scientifico -no, qui non sto pensando di essere Dio, Dottore sta' tranquillo e fa' un bel respiro, era solo un esempio a... caso!)
Quante grasse risate deve farsi quel gran bastardo pezzo di merdaccia (si fa per scherzare eh, baciamo le mani, sempre servo tuo fedele) di Sua Maestà il Caso che tutto regola e governa, ovviamente a caso, ogni volta che sente affermazioni siffatte.
Se su twitter pubblico un post così perdo almeno 3 followers (almeno scopro chi è integralista), su FB secondo me la passo liscia, anche se due o tre fra gli amici (e un 25% fra gli sconosciuti), lo so, penseranno di me "che tapino". Ma che volete farci, io agisco per il bene anche senza avere un animale domestico (la figlia conta? no? allora non ne ho), anche senza essere vegano (buona la ciccia!) e anche senza credere nel Dio dei miracoli; dlin dlon, chi è? Buongiorno, sono il rappresentante di religioni e culti.. No grazie, non mi serve una religione, ho già l'etica perbacco! (vuoi scambiare il tuo detersivo con Dash che più bianco non si può? No, grazie).
Il fatto di sapere che Piero muore perchè un dio lo vuole non mi rassicura né mi conforta, lo preferisco vivo. Anche voi lo preferite vivo, ma fingete che non sia così. L'importante è che "non abbia sofferto". Cacchio, è morto, peggio di così! O "che non se ne sia accorto". Eh, vedrai che prima o poi qualcuno glielo dice... A proposito, c'e' l'omino di cocchi? (cit. Luttwak-Crozza)
Curiosi sono i cattolici, per esempio, e tutti quelli di qualsiasi altra religione, che credono indefessamente e senza dubio alcuno nella vita dopo la morte (questa vita materiale è solo di passaggio, la vera vita è in cielo etc.) e poi al funerale si disperano stracciandosi le vesti: ma porca paletta, dovresti festeggiare tre dì, Piero è finalmente passato a "miglior" vita. Se fosse stata "peggior" vita,cosa avresti fatto? Ti saresti strappato gli occhi? A volte la coerenza sarebbe sufficiente, o per cambiare i tuoi atti, o il tuo credo. Almeno, credo! (sic, questa era pessima eh?)
Dice: le cose non contano, la materia è cacca, solo lo spirito conta. Poi però ti guardi intorno e in questo paese, che è cattolico, vedi gente che si fa i casi suoi da mane a sera e accumula quanto più può, e se c'ha i soldi pure in bocca e non sa più dove metterli comincia a pensare di poter usare altri orifizi meno pervi (è il plurare di pervio, ndr).
Dice: aiuta il prossimo, ama il prossimo come te stesso, e poi vedi che manco te saluta, 'sto prossimo del cacchio (ma anche lui dovrebbe amarmi, no? Il suo prossimo sono io) e allora lo mandi a ciapà i ratt. Noto dunque una profonda discrepanza fra ciò in cui si afferma di credere e gli atti concreti di chi dice di credervi (discrepanza non è mia, ho fatto copia incolla da Wikipedia), insomma per tradurre: che stai a di', e che stai a fa'?
Bellissima è poi la pretesa del credente che crede che Dio preferisca se ti vesti di blu (esempio didattico) e si veste di blu (fin qui, 100 punti e un altro giro gratis, bravo!), veste di blu suo figlio (ooooook....), pretende che tu ti vesta di blu e vuole una legge che ti impedisca di usare altri colori (ecco che scivoliamo nell'assurdo). Chi vuol capire ha capito, comunque aiutiamo gli imbecilli: diritti civili oh yeah.
Infine, giusto per motivare la scomunica che mi colpirà fra poche ore, aggiungo una cosetta. Persone che se gli dici guarda che hai lasciato il sacchetto della monnezza giù in cortile ieri, magari lo hai dimenticato, ti dicono: è i-m-p-o-s-s-i-b-i-l-e, ti stai sbagliando. Se gli dici: secondo me esistono altre forme di vita nell'Universo, è statisticamente irrilevante e logicamente assurdo pensare di essere i soli, ti guardano come se fossi un barattolino di vetro contenente puro estratto di idiozia cosmica e quasi ti ridono in faccia. Poi però credono in un essere che non s'è mai visto e nei miracoli più incredibili, e se tu ti stupisci, ti dicono che non c'e' bisogno di prove per credere, è questione di fede. Ok, ti vengo dietro, ma gli alieni no eh?
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Un cretino al culo
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La pagliuzza, la trave e i media servi
Io vedo un Movimento che espelle chi non rispetta le sue regole. Si possono discutere queste regole, si può notare come a volte siano un po' pretestuose o eccessivamente fiscali, ma i giornali non parlano mai delle decine di espulsioni che attuano PD, Lega etc, e generalmente solo perchè qualcuno non è d'accordo con la linea di Renzi, non per problemi giudiziari (altrimenti resterebbero in tre, fra l'altro).
Quindi anche se i 5 Stelle tendono a comunicare male la loro posizione ai cittadini (il fatto che non abbiano tv o giornali, e che anzi li abbiano quasi tutti contro, non aiuta), tuttavia si dimostrano inflessibili contro chi viene accusato (a torto o a ragione non sta a me dirlo) di scarsa trasparenza o aderenza al Movimento, al punto di rinunciare a uno dei tre sindaci importanti che hanno, e proprio alla vigilia delle amministrative. Sebbene mi infastidisca la loro scarsa unità di intenti, apprezzo questa intransigenza: far politica non è un diritto, se uno ha un problema (anche temporaneo) è giusto che un altro prenda il suo posto, chi amministra la cosa pubblica non deve avere ombre su di sè.
I soliti inflessibili giornalisti servi del renzismo, in queste ore, anzichè plaudere all'intransigenza mostrata nel caso Parma, menano il torrone con il mantra "E Nogarin?". A parte il fatto che la situazione è ancora fluida, e Nogarin non è stato accusato di Isis quindi anche se, poniamo, si decidesse di sospenderlo fra 10 giorni non cambierebbe nulla (di là abbiamo un partito che non li sfiora nemmeno dopo le condanne), i casi sono comunque diversi, e tutt'altro che chiusi.
In generale poi, sebbene il M5S sia secondo me financo troppo severo, la regola generale di una formazione politica onesta e trasparente dovrebbe essere quella di espellere l'indagato o il non indagato perfino, se emergano prove certe di un suo coinvolgimento in episodi inaccettabili (filmati, intercettazioni, etc) -avete letto bene, anche non indagato, perchè l'opportunità politica non combacia col profilo penale di un'azione; e di difenderlo, al limite anche in presenza di un avviso di garanzia, se si tratta di presunti reati commessi compiendo atti amministrativi, perchè altrimenti basterebbe che un'anima bella dell'opposizione presentasse una denuncia per far saltare l'avversario; di fronte a un rinvio a giudizio la sospensione dovrebbe invece esserci. Ma qui stiamo parlandi cose che PD, FI, NCD etc non possono arrivare a capire.
Oggi i media infami e servi spargeranno un altro bel po' di fango, e i corrotti faranno ancora lezione di moralità.
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venerdì 13 maggio 2016
Uno sguardo alla realtà
Voglio dire: 4 o 5 squadre pensavano di poter vincere lo scudetto, solo una lo ha vinto; altre pensavano di qualificarsi per l'Europa e invece il massimo che faranno sarà il tragitto bagno-salotto nei mercoledì di Coppa. Sette o otto squadre lottavano per salvarsi e solo 4 o 5 ce la faranno. Lo sport è così.
E' stata un anno in cui abbiamo ottenuto meno di quello che pensavamo di poter ottenere, stop. L'anno prima era stato migliore; altri anni fantastici, altri ancora grigi.
Le ragioni sono le più varie, principalmente è colpa nostra. Ci sta.
Verso febbraio l'obiettivo è pian piano cambiato, da "parte sinistra della classifica" a "mantenere la categoria". E in ogni caso ce l'abbiamo fatta, senza aiuti, anzi!
40 punti, a un turno dalla fine, li abbiamo fatti noi, non ce li ha dati nessuno.
Chi ha sbagliato avrà l'umiltà di capire cosa ha sbagliato e di migliorare, e parlo dei dirigenti, dello staff tecnico e dei giocatori. Perchè ci sono stati alcuni errori. Solo i tifosi non hanno nulla da rimproverarsi.
Il nostro amore non è mai in discussione e mai lo sarà.
Le critiche vanno bene, ma diamoci un taglio, e mi rivolgo specialmente a quelle di chi blucerchiato non è. Ci sono team che hanno speso 90 milioni di euro e stanno a raccogliere le margherite. E quelli che hanno vinto qualcosa hanno fatturati grandi otto volte il nostro, per non parlare di altri fattori extra calcio.
I risultati, che comunque quest'anno non sono stati buoni (ma nemmeno tragici), nella vita come nello sport devono sempre essere valutati in rapporto ai mezzi impiegati e alle cirocstanze concrete. Quel che conta, poi, è impegnarsi e rispettare le regole, o almeno avere questi come obiettivi prioritari. Il resto è augurabile, ma opzionale. Chi non vuol perdere, non gioca.
Sempre forza Doria.
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Nel tinello puoi
Dunque... nulla da dire sul fatto che un buon cattolico debba basarsi sul Vangelo, come un buon ferammenta sarà sicuramente un lettore del manuale aggiornato della brugola. Sul fatto se Renzi possa essere definito un buon cattolico, non saprei, quindi mi astengo. Direi di no solo perchè io non ne ho mai conosciuto uno, di buon cattolico, ma insomma, magari lui lo è. Quel che non mi torna, e che proprio non riesce a trovare rifugio nelle teste di questi integralisti cattobigotti omofobi è che un politico che fa il premier di uno stato laico e civile può anche essere fruttariano ma quando decide di scelte alimentari deve consentire pari diritti a tutti, anche ai mangiabistecche. La religione è un fatto privato, se non riesci a viverla così è meglio se non fai politica: non te lo ordina il dottore. Ti fai prete, oppure fai l'idraulico e non divorzi, vai a messa, non fai ricerca sulle staminali, ma tu, non gli altri, non quelli che in simili amenità, bontà loro, non credono. Nel tuo intimo puoi essere cattolico, puoi uniformare la tua vita al Vangelo, puoi mettere la foto del Papa nel tinello, ma se fai il politico le tue scelte devono essere laiche, umane e non discriminatorie, e garantire pari diritti a tutti, siano essi buddisti, omosessuali o divorziati. Perchè la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la costituzione italiana non sono robetta, e perchè tutti gli uomini sono uguali, compresi, ahimé, quelli che pensano queste minchiate.
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mercoledì 11 maggio 2016
Marchini in confusione
Mi sembra di sentire quella trita boutade non sono io che sono razzista sono loro che sono neri. Se non celebri le nozze gay previste per legge o sei omofobo o stronzo (nel senso che ti vuoi garantire l'amicizia della Chiesa, che in Italia, e a Roma poi, non averla dalla propria parte è come entrare in un labirinto dopo aver litigato con quello che ha la mappa) e comunque dai un segnale bruttissimo e violi la legge.
Premesso che se i Romani lo votano sindaco allora tutto è possibile, mi sembra di essere su Marte, invece siamo in Italia.
In un paese civile, uno così potrebbe pure ritirasi dopo queste frasi. Ma siamo in Italia, il sole ci sorride, il mondo ci deride.
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martedì 10 maggio 2016
Provare a guardar le (cinque) stelle
Del Movimento 5 Stelle si può dire quel che si vuole, che alcuni sparano minchiate, che lo stesso Grillo su sette azzeccate tre le spara grosse, che non hanno esperienza di governo (nessuno ce l'ha prima di governare, di quelli che ne hanno tanta abbiamo visto bene le gesta in questi anni), che qualcuno che rubacchia lo hanno pure loro. Ma hanno idee interessanti e si autofinanziano. Senza tv o giornali (anzi, avendoli tutti contro), solo con la Rete, sono arrivati ad essere il secondo partito d'Italia. Noi dovremmo dunque continuare a preferire partiti in cui fai fatica a trovare l'onesto, solo perché di qua può esserci un marcio ma per trovarlo fai fatica, e quando lo trovi se ne va in un baleno? E dovrei preferire i buffoni che ci hanno governato negli ultimi trent'anni a questi che hanno rinunciato a 42 milioni di euro pubblici? E che non candidano indagati o condannati? E che hanno un limite di mandati?
Senti, l'ottimo non esiste, il meglio è difficile da trovare, ma al banco della frutta so scegliere fra il putrefatto e il lievemente ammaccato. Quindi al momento votare 5 Stelle è l'unica opzione possibile, se ami la terra in cui vivi e se ti astrai da sterili contrapposizioni politiche fini a se stesse, anche perché non votare è stupido e fa il gioco del potere. LE' a mio parere l'unica opzione possibile non perché Di Maio è fico o Grillo divertente, ma perché se uno non intende votare fascisti, razzisti, omofobi, corrotti, indagati, pregiudicati, incapaci, altro non resta e, quel che resta, non è davvero male, per ora.
O ti candidi e proponi qualcosa di diverso oppure voti il meglio, o il meno peggio, fai tu. Io ho individuato il nettamente meno peggio, quindi se si votasse oggi saprei cosa fare, pur sapendo che del loro programma qualche riga la riscriverei a modo mio, ma sapendo anche dei programmi degli altri partiti, e di quello che poi traducono di quei programmi in azioni concrete, farei un bel falò.
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lunedì 9 maggio 2016
Il politico da Fazio, che strazio...
Un po' penosa l'intervista (?) di Fabio Fazio a Renzi. Se non confuti le boiate propagandistiche di chi ti sta davanti, non contesti le palesi inesattezze, e non gli chiedi nemmeno una cosuccia scomoda non fai un'intervista, fai uno spot. Con Di Maio Fazio aveva mostrato le unghie, con Renzi il registro è cambiato. Quando un politico si sottopone volentieri alle domande di un giornalista, è già un bell'indizio che quel giornalista non sa fare il giornalista. La stessa sensazione l'ho provata con Dell'Utri dala Bignardi, con Renzi su canale 5 il pomeriggio, e tante altre volte a Che tempo che fa.
Si limitasse ad invitare cantanti, scrittori, filosofi, attori, studiosi, Fazio sarebbe un grande e il suo spettacolo godibilissimo (magari un po' meno Volo e Marzullo, grazie). Quando invita un politico, il vomito è inevitabile. Davvero uno spettacolo indecoroso. Peccato, è conterraneo, tifiamo per la stessa squadra, è simpatico e bravo. D'altra parte se cambiasse tono farebbe la fine di Rossi Luttazzi Guzzanti Fo Travaglio Massimo Fini e, prossimamente, Giannini...
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domenica 8 maggio 2016
Salvi, nonostante gli sforzi
Ai giocatori, che adoriamo, vorremmo ricordare che la lezione del Leicester è immortale (non importa quanto sei forte, ma quanto ci credi); ai dirigenti e allo staff tecnico vorremmo far presente che meritiamo di più. Noi non perdiamo mai, ricordatevelo, e siamo sempre in credito. Noi c'eravamo e ci saremo, voi non c'eravate e non ci sarete quando ancora noi ci saremo, e molti di voi non c'erano nemmeno quando c'erano.
Comunque grazie di cuore, visto come si era messa, stasera è spumante (l'ho messo in frigo al terzo gol della Lazio a Carpi), perché ad agosto si riparte da qua e non da un gradino sotto. Noi abbiamo stile e sappiamo perdere e vincere (non come certi cugini travolti da improvvisa gloria e fulminati davanti alla Sud da intuizioni bellissime come una macchia di vomito sul sedile dell'auto), e di questo siamo enormemente orgogliosi, ma ricordate che servono anche le palle, e che questi colori meravigliosi meritano molto più di quello che avete dato, molto più di quello che forse è il massimo che potete dare.
Noi fino ad oggi abbiamo remato e abbiamo dato il massimo, ora forse è il momento di fare due conti e vedere chi ha fatto lo stesso e chi no.
Naturalmente, in alto i cuori e forza Samp, chi ha il blucerchiato negli occhi ha il sole nel cuore, e i temporali passano in fretta, lasciando spazio a un bell'arcobaleno blucerchiato a rischiarare il cielo.
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Piccolo bilancio a bocce ancora in movimento
Il punto non è l'essere costretti a lottare per mantenere la categoria (vulgo: salvarsi): noi veniamo dal niente e non abbiamo mai avuto santi in paradiso e per i primi quarant'anni della nostra storia abbiamo quasi sempre avuto questo obiettivo (del resto importante e per nulla disdicevole, essere nella prima serie pur avendo un bilancio piccolino è un vanto) e lo abbiamo centrato 38 volte su 40. Poi, grazie a Mantovani che ci ha regalato uno stile (di sport e di vita) e una cultura (sportiva e non) fantastici che ci hanno reso ancora più belli e unici, abbiamo attraversato un periodo ricco di tante vittorie e di incredibili trofei, e siamo riusciti a farci un nome in Italia e in Europa, con mezzi certamente più cospicui di quelli degli anni precedenti ma sempre inferiori a quelli che possono dispiegare i "grandi" club trinciaquattrini. Adesso attraversiamo una fase di transizione, che ci ha portato a risultati importanti ma anche a qualche fallimento, sempre però nell'élite del calcio che conta, calcio inteso come sport ovviamente.
Quindi, riprendendo il filo del discorso e collegandoci alla stretta attualità, il punto non è l'essere costretti a lottare per salvarsi: va benone. Il punto è dover lottare per salvarsi quando gli obiettivi erano un po' diversi e quando hai una rosa giocatori e una struttura societaria di livello tale che dovresti quantomeno veleggiare nella parte sinistra della graduatoria: ma di questo si assumeranno le responsabilità coloro che sanno di averle, come è giusto che sia. E' infatti indubbio, e lo scrivo quando ancora non so come andrà a finire quest'anno, che se siamo dove siamo (ai margini delle palude invece che in riva al lago) la colpa è degli errori dei dirigenti, certamente, e dei giocatori, che hanno mostrato di non possedere quella continuità di rendimento e di tenuta caratteriale senza le quali non ottieni nulla in nessun campo della vita. Tralascio la tara della sfortuna (che c'e' sempre e non è governabile) e quella degli arbitraggi condizionati (piaga classica che incide più meno sempre con la stessa percentuale, anni di persecuzioni a parte:-)
Ciò che infastidisce quest'anno non è quindi, come detto, l'essere ancora qui a dover remare a due curve dalla fine, o il dover festeggiare (stasera? sabato prossimo?) una salvezza (speriamo) e non una qualificazione europea o un trofeo, ché allora non avete capito niente se la pensate così: io sono uno che ha comprato paste e spumante anche dopo aver perso, dopo una sequenza di 55mila rigori, una finale di Coppa Italia a Lazio giocata benissimo e con onore immenso, non avete inquadrato il tipo. Ciò che infastidisce è appunto questa mancanza di continuità che ha marchiato la nostra stagione, questa altalenante curva del rendimento, questa fuggevole unità di intenti. Su questo vorremo che chi ha sbagliato paghi, non ci fissiamo sul fatto di dover ancora lottare coi denti per salvarci, quello va bene, solo chi non sa cos'e' lo sport può pensarla diversamente. O chi pensa davvero che vincere sia l'unica cosa che conta, anzi: una preghiera per chi davvero la pensa così.
Tutto questo dico a bocce in movimento, perché dopo a bocce ferme sarebbe più facile e a me le cose facili piacciono poco, e perché un bilancio lo si può fare anche adesso, sarà valido in entrambi i casi...
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Dov'eri ieri sera?
Doveri è un direttore di gara che ricordo per via del suo cognome, in quanto il 23 febbraio del 2014, dopo un Samp-Milan, ci avevo fatto un post giocandoci su ("Arbitro, Dov'eri?"): altrimenti tendo a non ricordare i nomi dei direttori di gara, anche di quelli che mi arbitrano in maniera vomitevole. Non ricordo di aver mai vinto trofei per via di arbitri "distratti" (non lo ricordo perché non è successo), mentre ricordo di aver perso tre coppe tre e una salvezza anche o solo per le stesse "distrazioni", ma non ho mai avuto presidenti padri della patria, grandi imprenditori o coi santi in paradiso, sicché è regolare la cosa, direi. Amaramente regolare.
Ieri in meno di un quarto d'ora, a Bologna, Doveri e i suoi collaboratori non hanno concesso un palese rigore al Bologna e hanno comminato due gialli assurdi a Diawara (che si comporta da stupido, eppure dovrebbe saperlo che per lui il regolamento vale, e alla lettera); risultato, Bologna subito senza un rigore e subito in 10 e il Milan ha fatto meno fatica a restare agganciato al treno Europa, senza il quale quest'anno rischia il solito bagno economico da paura. Gia' che parliamo del Bologna, ricordiamo che nel 2005 retrocesse per via della Marcia Alleanza Juve-Milan-Lazio-Fiore-Arbitri&Palazzo e ancora aspettiamo che il Tar decida sulla richiesta di risarcimento alla Juve di 113 milioni di euro. Lasciando da parte il diritto e tornando ai "doveri", io non insinuo nulla, come dice Donadoni (ex bandiera milanista e oggi allenatore dei felsinei) osservo che Doveri porta fortuna al Milan, esattamente come a me porta fortuna il colore arancione: sono i casi della vita. Al massimo posso dire che tecnicamente non merita la A, come lo penso di alcuni calciatori; ma se chi di "dovere" non sente il "dovere" di giudicarne le prestazioni con occhio sereno e trarne le ovvie conseguenze (tecniche), chi sono io per "dover" dire chi merita o no di arbitrare in A? Io dico solo la mia, ma non conto nulla, notoriamente capisco poco e stamane sono pure brillo.
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Partite a saldo
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sabato 7 maggio 2016
I piccoli misteri del lavoro delle banche
Lo aprii anni fa: era il periodo in cui le banche cominciavano a fare carte false pur di avere meno scassapalle allo sportello. Era quindi giusto che fosse gratis o quasi. Vi prego di non perdere d'occhio il "quasi". In tutti questi anni nessun problema; costo zero come promesso e funzionamento buono.
Da alcuni mesi ho agganciato a questo conto quello Paypal. Per varie ragioni ho dovuto fare nel giro di due mesi una decina di acquisti di importo variabile tra 3 e 20-30 euro, senza avere credito sul conto Paypal quindi con prelievo diretto sul mio conto presso il prioritario istutito di cui ho detto.
Scopro a inizio aprile che mi sono stati prelevati 10 euro per i primi tre mesi, con motivazione vaga. Indago e scopro che ho superato il numero di operazioni a forfait consentite a costo zero (che sarebbero 10). Sono stupito, pensavo che per operazioni a pagamento si intendessero solo le operazioni allo sportello. E invece no, ci sono dentro i bonifici ricevuti (ma non sono movimenti online? comunque passi...) e udite udite gli sdd (ex rid) e quel che fa Paypal quando acquisti qualcosa appoggiandoti sul conto è proprio questo, un sdd. Non avevo sospetti e sapete perchè? Perchè ogni operazione di questo tipo è già gravata da 0,75 euro di commissione sdd, quindi mai e poi mai sarei andato a pensare che se faccio 14 operazioni da 0,75 di commissione cadauna avrei dovuto poi pagare anche i 10 euro per le 4 operazioni eccedenti le 10 (2,5 euro ad operazione!).
Per farla breve, se io acquisto 14 volte in tre mesi con Paypal e, per varie ragioni, non carico 200 euro su Paypal in un botto ma pago via conto ogni volta, e se ogni volta acquisto prodotti che costano solo 5 euro, ogni volta pago 5,00 + 0,75 (15% di commissione!) e se supero in tutto le 10 operazioni (che non vedo perchè far pagare visto che, lo ripeto, sono operazioni online) dall'undicesima in poi un acquisto di 5 euro mi costa altri 3,25 (incide per il 65%).
Per qualcuno sicuramente avrà un senso.
E io che un tempo pensavo che il lavoro della banca fosse sostanzialmente quello di custodire il tuo denaro corrispondendoti un adeguato interesse e utilizzare quel denaro per prestarlo (a fronte di un tasso) a chi ne avesse necessità, detratte le spese sostenute dalla banca e un ragionevole margine di profitto. Ma io sono recidivo, pensavo pure che le Poste avessero come scopo quello di recapitare lettere e pacchi e invece, quando sono in fila, posso scegliere tra libri, gadgets o anche ordinare aspirapolveri, almeno fino a qualche mese fa, adesso gli scaffali sono spariti.
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Le lacrime di coccodrillo dei politicanti
Si ritorna a un vecchio discorso. Cosa spinge un partito a candidare (o a non rimuovere) a una carica pubblica (che quindi implica la gestione dei nostri interessi) una persona indagata o sotto processo o addirittura condannata una o più volte?
Io, in questo momento, non sono uguale a una persona che ha ricevuto un avviso di garanzia. Quest'ultima non è colpevole (ci mancherebbe, l'avviso di garanzia ti avvisa solo che stanno indagando, è uno strumento nato a tua tutela), come non è colpevole un rinviato a giudizio (più giudici hanno stabilito che su di te sono stati raccolti elementi che pur non qualificandoti assolutamente come colpevole rendono necessario sottoporti a un processo, che serve apposta per appurare se tu sia innocente o colpevole) o un condannato in primo grado (occorre aspettare la Cassazione, no?), ma io non sono uguale a questi tre. Io oggi potrei essere candidato, questi tre è scandaloso che possano esserlo, appunto perchè non te lo ordina il dottore di far politica e il paese ha bisogno che ad occuparsi di cose pubbliche siano persone capaci, oneste e sulle queli non vi siano ombre, nemmeno momentanee: possibile che non si trovino persone competenti, oneste e senza problemi, magari temporanei, con la giustizia? Pare di no...
Quindi queste tre persone pur non essendo assolutamente colpevoli di alcunché non sono uguali a me, oggi, e non dovrebbero essere candidati da un partito serio.
Poi, paradossalmente, un condannato in Cassazione può essere innocente, un assolto o prosciolto invece può essere colpevole: sono i limiti della giustizia umana, ma altri parametri non abbiamo per stabilire se un tale ha commesso un reato o no, anche l'arbitro può darti contro un rigore che non c'e', ma senza arbitro non si gioca.
Come non dovrebbe essere candidato o dovrebbe essere rimosso chi è indagato (magari in questo caso sospeso), rinviato o condannato anche solo in primo grado, e solo per una questione di principio e di opportunità politica, così non dovrebbero esserci dubbi, a maggior ragione per chi magari è stato colto sul fatto (il ladro con l'argenteria nel sacco, o il pedofilo che viene intercettato): in questo caso, sebbene come sempre noi fanatici dello Stato di diritto si aspetti la Cassazione, è evidente che la persona in questione è colpevole: chi continuerebbe ad affidare suo figlio, per anni, in attesa del terzo grado di giudizio, a un maestro colto in flagrante a commettere atti pedofili? In fin dei conti ancora colpevole non è, tecnicamente...
Ecco quindi che un'intercettazione, se mi svela che un tale ha favorito un suo interesse personale anteponendo questo a quello pubblico, è sufficiente per chiedere la rimozione di quel tale, indipendentemente dal fatto se quel che ha fatto sia reato o no. La selezione, in politica, non la deve fare la magistratura... la deve fare la politica. La dovrebbe fare. Se a governare la cosa pubblica c'e' pieno di delinquenti, per esempio, è poi normale che prima o poi finiscano tutti al gabbio, no?
Ecco perché dico che il PD versa lacrime di coccodrillo; a parte che fra un po' non ne troverai nemmeno più uno che non abbia avuto o abbia problemi con la legge, se continuiamo così, nel PD e fuori.
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venerdì 6 maggio 2016
L'impiegata venuta dallo spazio
Carina eccome, ma non conta. Sposata con figli, ma tranquilli... non è questo il punto: sono ultraquarantenne e mi giro se hai la mini (e anche se hai la tuta XXL in verità) ma non sono già (o non sono mai stato) al punto che se sei cretina e con la mini ti do nick Montalcini: i neuroni sono infastiditi dal pisello, come in ogni maschio, ma mantengono salda la leadership.
Cortese, precisa, capace, essenziale, ultra veloce, adempie con naturalezza a qualsiasi compito e risolve con irrisoria agilità qualsiasi problema. Cervello che gira a mille senza attrito, logica a piena mani, gesti puliti, sorriso che certifica la tua inferiorità ma senza cattiveria: come un incontrovertibile e conosciuto dato di fatto. Ogni volta mi chiedo: dove sto sbagliando io, che pure non sono l'ultimo della classifica?
Sono contento quando la fila mi destina al suo sportello, non solo perchè faremo prima e senza dolore quel che devo fare, ma perchè mi godo lo spettacolo, che come detto non è terreno e poi perché mi riconcilio col mondo ogni volta che la vedo lavorare: penso che dopotutto se qualcuno lavora così non tutto è perduto.
Se lavorasse all'Ufficio Titoli riuscirebbe a venderti anche le obbligazioni subordinate di Banca Etruria oggi, supponendo che non sia onesta come invece pare.
Assisto a una performance lontana anni luce da quella di qualsiasi altro commesso o impiegato con cui io abbia a che fare in banca e altrove e non pago il biglietto: tutto ciò è molto appagante.
Tutto ciò, senza offesa, non è umano. Non so da dove di preciso, ma viene sicuramente dallo spazio interstellare.
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martedì 3 maggio 2016
A quel punto Dio era un po' stanco e creò il Genoano. Esaminatolo, disse: per essere stanco, è venuto benone.
Poi Diò creò il Sampdoriano. Gli diede una mentalità stupenda, tanta gioia di vivere e i colori più belli del mondo, un arcobaleno di colori bellissimo, ma, per non offendere il Cielo, un po' diverso da quello che dopo i temporali ornava il Creato. A quel punto Dio era un po' stanco e creò il Genoano. Esaminatolo, disse: per essere stanco, è venuto benone.
Il Sampdoriano si aggirava felice per il giardino dell'Eden: era blucerchiato, quindi felice. Il Genoano si aggirava un po' triste e con la faccia sempre rivolta a terra in cerca di una stella, che invece la notte stavano tutte in cielo. Allora Dio, davvero esausto, non sopportando di vedere musi lunghi all'Eden, visto che il Sampdoriano era cosa buona e giusta, separò i destini del Genoano e del Sampdoriano come aveva fatto giorni prima per la Tenebra e la Luce e creò infine il Derby della Lanterna (prima ancora di aver creato la lanterna). Di derby se ne sarebbero avuti almeno due a stagione, disse il Signore (non prevedendo i lunghi anni di B e C del Genoano), e saranno l' orgasmica gioia del Genoano, che a vincerli tenderà in un anelito costante e anche se spesso li perderà comunque per quello vivrà; al Sampdoriano destinò invece un respiro più ampio: derby più ne vincerai che perderai ma in genere te ne fregherai, per te conterà solo giocare e divertirti, e far fare bella figura a Genova in Ialia e in Europa (prima di Prodi ecco chi parlava di Europa).
Ecco perchè, sin da allora, ad ogni Campionato che Dio manda in terra (grazie Dio per mandarli, eh) il Genoano non ha nessun obiettivo decente tranne quello generico di far bene e quello, vitale, di battere la Sampdoria nel derby (a volte è successo, neanche poche volte in verità) e/o di arrivar prima in classifica (casi rari, ma successi, quest'anno forse seconda volta a fila, si temono disgrazie nel mondo). Ed ecco perchè la Sampdoria ama eccome vincere il derby ma lo partorirà sempre con dolore e, comunque, altre saranno le sue mete.
A questa rievocazione "storica" si aggiunge la grassa particolarità che se nelle ultime 7-8 giornate di un campionato è previsto un derby, e per caso la Samp lo perde o lo pareggia, e poi per caso retrocede o si fa sfuggire un traguardo, il Genoa per decenni si vanta di aver mandato in B la Samp o di averle fatto perdere quel traguardo supponendo che fra i diecimila punti persi in una stagione disgraziata proprio quei tre o quei due siano stati decisivi per la retrocessione. Ed ecco quindi che quest'anno è festa per il Genoano: culla il sogno di vincere il derby che da tre anni non vince e di mandare in B la Samp. Dio vide che questa cosa era stupida e ingiusta e le diede il nome di invidia marcia. Da allora il Genoano gode solo se il Sampdoriano soffre (difatti gode di rado) e soffre se quell'altro sorride ("in piazza solo se perdiamo"): siccome il Sampdoriano cuor contento sorride pure quando non vince granchè, ecco che per il Genoano la vita sportiva è un inferno in pratica; tenuto poi conto che dall'avvento della Storia Moderna il primo non ha vinto nulla e il secondo qualcosa sì (...), ecco che si spiega l'odio (o Dio); si spiega si fa per dire.
Si narra che ai tempi in cui i fratelli Lumière erano due sbarbatelli il Genoa abbia vinto alcuni scudetti, perlopiù giocati nello spazio di un weekend durante una gita fuori porta fra Torino e Milano, e poi, dall'inizio della Modernità, più nulla... e che la Sampdoria, nata nel 1946 da due genitori nati nell'800, abbia invece vinto uno scudetto lungo quanto un treno e una mazzetta di coppe che lèvati: ma come si sa contano solo gli scudetti di un giorno, o i derby vinti, e quindi ecco il Genoano che si vanta dei suoi titoli e sputa su quelli non suoi e sebbene non ne abbia mai visto uno di persona si reca allo stadio convinto si essere il più antico d'Italia, il più nobile e quello che manderà la Samp in B, ché altro davvero non conta. Dio chiamò questa cosa "guardare in casa d'altri e mai nella propria e non saper godere di quel che si ha ma solo di quel che altri, occasionalmente , dovessero avere a perdere". Perchè la vita (e lo sport, che ne è metafora perfetta) è giocarsela con allegria, e solo dopo vincere o perdere, e solo chi sa perdere sa vincere, e chi gode solo se tu perdi ha qualche problema.
Il Sampdoriano gode se si porta il derby a casa, certo, vincere fa sempre piacere, se naturalmente lo si fa in accordo coi valori in cui si crede e rispettando gli avversari, ma, sebbene sia nato umile e per decenni non abbia mai vinto nulla né potesse avere la speranza di vincere alcunché (tranne le cose più importanti che di certo non sono le coppe -e lo dice chi ne ha vinte) non baratterà mai un derby o una sterile supremazia (?) cittadina con il piacere di giocare e, anche restando all'argomento materiale ma non disprezzabile delle vittorie, con il piacere di portare il nome di Genova e della Liguria a testa alta in Italia e nel Mondo, magari giocandosi qualche trofeo importante, altro che sul Bisagno! Hai la supremazia cittadina se a Londra o a Oslo dici Sampdoria e dicono ah, yes, Sampdoria of Genoa, e dici Genoa e dicono ah yes, Sampdoria!
Perchè è bello battere tuo fratello a scala 40, ma alla lunga poi devi guardar le stelle e uscire dal recinto del giardino di casa tua; e soprattutto non gioire se tuo fratello cade, e non soffrire come un cane se spesso è felice e tu meno, e non cercare in tutti i modi di fargli pesare la tua festa, quando riesci a farla, o di rovinare la sua, quando è lui a farla.
Perchè a noi non danno fastidio i 9 scudetti vinti dal Genoa, di cui la metà almeno portati via giocando due partitine sotto il sole della domenica, nè il fatto che siano nati per primi in Italia (noi due anni dopo appena), sebbene fondati da inglesi che giocavano più a cricket che a football e non da italiani; a noi dà fastidio che il Genoano goda solo se a noi va storta, ci pare così misero... Noi, è vero, un sorrisetto ilare ce lo facciamo scappare se al Genoa va storta la domenica, una battutina (io mai, ma insomma non siamo tutti uguali) e qualcuno dei nostri (anche fra i nostri si annidano alcuni idioti eh) esagera con la rivalità, le mele marce stanno ovunque, ma vi assicuro, nella media, il Sampdoriano vive per sé, il Genoano per i cugini, tanto che una famosa boutade dice che fra genoani e sampdoriani non ci sono differenze perché entrambi la domenica la prima cosa che chiedono è: cosa ha fatto la Samp?
Insomma, un conto è essere giocosamente rivali, sportivamente avversari, e guardarsi un po' in cagnesco la settimana che porta al derby, un altro conto è questa paranoia perenne che ti divora l'anima, ti guasta la vita e ti rende una macchietta, caro Genoano Tipico e caro Sampdoriano Atipico. Di questa paranoia i genoani sono generalmente infetti, i sampdoriani generalmente immuni; casi particolari a parte, come detto. Peccato perchè, in generale, a Genova davvero la sportività è alta, più che altrove, e spesso il derby si svolge in tranquillità, non dico armonia perchè non voglio esagerare.
Per me il derby è una partita come le altre (mi interessa di più battere il Milan, per dirla tutta), non vivendo più a Genova sento poco la tensione cittadina... capisco però che a Genova è diverso, l'ho vissuto, e quindi so che non è una partita come le altre perché sebbene dia sempre e solo tre punti al massimo può avere però ripercussioni sul morale di giocatori e ambiente, negative in caso di sconfitta ma a volte negative pure in caso di vittoria. Ma al di là di questo, son tre punti, e ribadisco che vincere il derby o fare più punti del Genoa può essere un obiettivo solo nel quadro di una stagione di cacca, ed in effetti questa ci si avvicina, dato che noi avevamo altri obiettivi, posti all'incirca 15 punti più su. Al di là di stagioni flop, in cui ti consoli per averle date ai cugini, mai potrò fare del derby quel che dà il senso a una stagione: io voglio giocare con fairplay, divertirmi, se possibile vincere un titolo, portare con onore il nome della città in giro per il Mondo. Quest'anno è ancora diverso, i punti in palio contano per noi ai fini permanenza, ma sarebbe lo stesso se ci fosse la Lazio, conterebbero sempre tanto.
Ma tanto lo so, voi Genoani Tipici e Sampdoriani Atipici non cambierete il vostro un po' squallido e molto ristretto modo di pensare. Continuerete gli uni a cercare la stella senza guardare le stelle, e gli altri a rendere pan per focaccia, quando invece il più bel modo di vivere lo sport, mi spiace dirvelo, è il nostro, quello dei Sampdoriani Tipici (quale sono io) e dei Genoani Atipici, che mi sono simpatici.
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Leicester e calcio inglese, un mondo a parte
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