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giovedì 30 marzo 2023

Sporcano un sogno


Ci sono società sportive (tutte tranne una o due) che non possono dire di no a quella società. Non possono rifiutare un affare, un movimento, una proposta. Non possono effettuare un movimento di mercato sgradito a quella società. Pena: l’emarginazione (se accettano il premio è la benevolenza o addirittura il trattamento di favore, in ogni caso non l’emarginazione). Se scatta la f@ -tw@, nessuno vorrà più fare affari con te per paura di analogo trattamento. I giudici, si spera, ne terranno conto. Il ganglio era dominato da quella società, totalmente. E lo è tuttora.
Guardate quell’allenatore di origine non italiana, famoso per la spregiudicatezza del suo gioco offensivo, quanto ha penato... Nessuno può ingaggiarlo o quasi, pena diventare nemico di chi è meglio non avere mai come nemico. Basta un’occhiata, una telefonatina.E’ un sistema drogato, marcio. Che ha rovinato lo sport, il calcio italiano. Che falsa i tornei e ci fa apparire corrotti agli occhi del mondo. Che umilia i valori più puri dello sport. I corrotti e gli affaristi devono essere radiati, oltre che sanzionati e penalmente puniti in maniera feroce. Sporcare il sogno di un bambino, o di un fan adulto (che è sempre un po’ bambino) è un peccato irrimediabile. 

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mercoledì 29 marzo 2023

Analisi semiseria di alcuni comandamenti

(è un testo che io leggerei più volte, se non l'avessi già così magnificamente scritto)
(nel pezzo parlo anche direttamente con Dio -dandogli del tu, perché siamo gggiovani-, ma il mio psichiatra lo sa)
Esaurite le boiate sesquipedali (Esodo. 20,17: "Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore" [prima di vederla non so come è messa, e quando la guardo se mi piace la cosa è immediata, come impedire a uno di visualizzare un elefante rosa nella mente se gli dici "non pensare a un elefante rosa!", su, Dio, un po' di sano realismo eh...]), boiate, dicevo, che mi sanno di psicopolizia o Minority Report, esaminiamo il comandamento number 9, un evergreen delle Tavole della Legge.
---Non desiderare la donna d'altri---
Non lo trovate un filino sessista?
Intanto non esiste il comandamento "non desiderare l'uomo d'altri", e passi (si fa per dire, stava dettando Dio, un po' di precisione la si potrebbe pure pretendere). Per fortuna il nono è messo prima del decimo, pare quindi che la donna non sia "roba" e conti più della stessa, è già qualcosa. Ma poi se leggo sempre l'Esodo mi cascano le braccia: "Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo": moglie e buoi dei paesi tuoi, insomma. Certo che Dio ha un senso altissimo del diritto di proprietà, il contrario di Carletto Marx.
Anche se non penso che l'ordine numerico rifletta un ordine di importanza, altrimenti saremmo messi malissimo, dato che santificare le feste (eh???) vien prima di non uccid3 -re: (è un kill3r spietato, ma la domenica si riposa e va a Messa, quindi prosciolto").
E poi quanto è bruttarella, eh Dio, quell'espressione "donna d'altri". Tu non ti vedi o hai una relazione con una donna, ma la possiedi, è tua, e se tu desideri la mia donna sei un peccatore e io ti vengo a cercare (non nel senso che intendeva Battiato, però). Dio, mi sa, ha fatto primarie non eccezionali, è un po' grezzo quando si esprime (detto con pardon, comunque oggi eviterò di uscire, caso mai decidesse di scagliare qualche fulmine avanzato).
Io (ecco l'hybris che ispira Mauro a sostituirsi a Dio al tavolo dello studio) avrei scritto: "Non insidiare una donna o un uomo se ha una relazione affettiva con altri, ufficiale o ufficiosa ma comunque da te conosciuta o, se ci provi, bricconcello, fermati se la persona che desideri manifesta irritazione" ma capisco che così Mosè non ci avrebbe capito nulla e ci avrebbe messo duemila anni per scolpire le tavole della legge (già Mosè era balbuziente, no so come se la cavasse sotto dettatura, e immagino con uno scalpello, mica con una penna a gel).
So perfettamente che in realtà i comandamenti sono più lunghi (Dio era prolisso?) e che sono stati ridotti per venire incontro alle facoltà mentali del fedele medio, appunto ridotte, ma mi piaceva giocarci.
So anche che secondo il Libro dell'Esodo nella Torah, queste leggi sarebbero state scritte sulle tavole di pietra «dal dito stesso di Dio» [anvedi che atto di forza, un filo vanaglorosio, ehi Dio è peccato, eh!]; ma secondo un'altra tradizione biblica, sono state scritte dallo stesso Mosè [nessuno ci vuol mettere la faccia, insomma: lo capisco...vabbè, dai lo prendo io il cerino, le ho scritte io, ma copiavo da Satana, solo che ho copiato male].
Wikipedia riferisce che "I moderni bibliologi discutono ancora oggi se Dio abbia comunicato i suoi dieci comandamenti direttamente al popolo d'Israele o se la notizia sia stata portata al popolo da Mosé": appena lo appuriamo, vi faremo sapere. Forse potremmo chiedere alla nota bibliologa Meloni, che di profeti che dividono le acque e NON prosciugano fiumi pare intendersi.
Il sesto mi fa spanciare. "Non commettere atti impuri". Dire non ti toccare o non fare sporcellerie pareva brutto. "Tieni le mani sul tavolo" non l'avrebbero capito tutti (se segui una religione non sei sveglissimo, eh!). Per atto impuro il Creatore intendeva, mi sa, l'adulterio (aridaje, ma c'hai la fissa, eh...: hai avuto brutte esperienze? Dai, su racconta, apriti...), però i preti vi ricomprendono anche le manovrine sospette in zona genitali, che del resto, secondo la nota Scuola di Francoforte, possono anche essere visti (i genitali, intendono) come un "giocattolo a costo zero che abbiamo sempre con noi [sic], pronto alla bisogna nei momenti di noia o quando NON c'è la pubblicità su rete4".
Dio comunque aveva una certa opinione di se stesso, lo dimostra il primo comandamento. Del resto, quando tutti dicono che hai creato l'Universo non puoi non montarti la testa...
 
 
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domenica 26 marzo 2023

Io non dimentico




Mi ricorderò di tutto quello che mi fate o non mi fate.
Non avrò il tempo di rendervi la pariglia, probabilmente, perlomeno non a tutti e nella misura che sarebbe più equa: il Tempo corre e la Morte si sporge già un poco. Ma non è detto. Io sono un tipo che non dimentica, per me la vendetta, sebbene inutile a fini pratici, è un valore e io mantengo la stessa ferocia nel rivalermi sul colpevole anche dopo decenni. Per me il Tempo attenua il dolore, sbiadisce il ricordo, sfuma le asperità, ma non intacca il desiderio di farla pagare a chi lo merita: penso di essere stato chiaro.

Mi ricorderò di chi mi ha mentito (da Chiara -menzogna lieve ma evitabile- a tanti altri). 
Di chi mi ha tradito o diffamato (non pochi, forse la prima è stata una ingenua e già cattiva Alessia quand’ero ancora ampiamente minorenne).
Di chi ha rotto amicizie lunghe anni per ragioni futili dopo aver usato con me a piene mani superficialità e ingratitudine (ciao Federico). 
Di chi ha fatto promesse vuote e appena è riuscito a “sistemarsi” (anche grazie a un mio piccolo aiuto) mi ha cancellato dalla sua vita (ehi, Sara...). 
Di chi è sparito, così, semplicemente, perché si è stufato o perché fingeva.
Di chi si divertiva a usarmi come bersaglio fin quando non l’ho sepolt0 sotto una riga nera (Dino, e poi quel tale di quinta che si permetteva -io, matricola- di importunarmi, etc).
Di chi ho dovuto lasciare in mare aperto perché razzista o sostanzialmente idi0ta (Carmela, chi si rivede! Ehi, c’è pure Aldo!)
Di chi ha preferito troncare i rapporti con me per servilismo emotivo e assenza di indipendenza nei confronti di chi mi aveva fatto un torto (una bella S., l’unica che preferisco non citare nemmeno per nome, sarebbe troppo identificabile).
Di chi ha parlato alle mie spalle e mi ha usato per anni (ciao Paolo). 
Di chi mi ignora salvo quando servo (non pochi). 
Di chi si accorge di me solo quando sbaglio (non spesso, ma accade) e sottovaluta il mio apporto quotidiano (stesso discorso: F.)
Di chi non ha avuto fiducia in me (alcuni sono insospettabili, eppure sono colpevoli; una, in particolare, R., non sarà mai scusata, e mi è molto vicina, ma mi ha tolto una cosa non recuperabile). 
Di chi ti tratta come uno strumento, o come se fossi invisibile (di base, quasi tutti).
Di chi stravolge i ricordi e i fatti (una legione).
Di chi ti giudica, e non ha l’altezza per farlo (due legioni, fra cui due ingressi recenti, discretamente insospettabili).
Di chi non ti sta a sentire, e invece dovrebbe per gli impegni liberamente presi (argomento delicato). 
Di chi infrange i patti e manda all’aria tutto senza ragione, e lo ha già fatto nella sua vita (...).
Di chi cambia radicalmente e pretende di andarti comunque a genio.
E chissà quante fattispecie di sottosviluppati emotivi dimentico.

E andando avanti sarà sempre peggio, perché la vecchiaia è una malattia orrida e perché le persone invecchiando non migliorano, anzi: generalmente peggiorano, e figuratevi cosa accade quando già facevano schifo da giovani... E parallelamente tu diventi invisibile, sempre meno utile, sempre più da evitare, un rifiuto molesto.

Accetto la reciprocità, naturalmente: ricordatevi pure dei miei sgarbi e dei miei torti. Però trovatevi anche qualcos’altro da fare, perché ce ne sono stati pochi pochi... 

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mercoledì 22 marzo 2023

Il lavoro si paga, le persone non sono cose


Qui pare che il favore lo faccia chi ti offre la possibilità di un lavoro.
Mentre lo fa, SEMPRE, chi lo presta.
La forza lavoro prestata infatti è SEMPRE pagata meno di quel che vale, anche quando non a livello di schiavitù (il che accade comunque non di rado).
So bene che andare avanti è dura, a causa di concorrenza, tasse, burocrazia, crisi economica generale, costo del lavoro. Ma la risposta non può mai essere ridurre la sicurezza sul lavoro o pagare la forza lavoro meno di quel che vale; se la risposta è questa, dovresti chiudere e fare altro.
Presupponendo parità di serietà e professionalità da ambo le parti, questo è. 

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mercoledì 15 marzo 2023

Letto matrimoniale cosa?



 

Il letto matrimoniale, finiamola di chiamarlo così. Lo usano anche quelli che non si sposano in chiesa, o non si sposano affatto: convivono, oppure arriva l'idraulico (o la corriera, non nel senso del bus eh) e, finita la riparazione o la consegna, decidi di fargli o farle vedere la camera (per completezza, sia chiaro), oppure due amici e tre sambuche e la serata prende una piega un po' così, oppure due amici che per non creare equivochi e non prender pieghe (sia con che senza sambuche) mettono a metà la classica fila di borsoni (in gita quante volte...). Lo usa anche chi è single, a volte: perché se lo è trovato o ritrovato o perché gli piace star comodo o perché riceve in quantità. Diciamo letto a due piazze, letto grande, letto a due posti, lettone (vedi Sputin e Papi), letto queen (si dice pure così, sapevatelo...). Eviterei giaciglio, talamo, alcova, cuccia, materasso per fare le cosacce, "scann@toio", garçonnière.
E già che ci siamo, diciamo che quello standard è troppo piccolo (160x190); 193x203 se è grande -king size-, e qui andiamo già meglio; il queen in realtà è 150X200. Sarà che non peso 50 chili (forse sì se un piede lo lascio fuori dalla bilancia) ma lo trovo angusto, specie se lo usi durante il dì per fare altro (lavoro, sognare a occhi aperti, etc) e specie durante le grandi manovre (gli sposati posso saltare il paragrafo). Perché se per dormire è ok (a meno che il sonno non sia super agitato), mica lo usi solo per dormire, il letto (ma davvero?). Lo usi anche per morirci (toccatevi pure in libertà, non mi formalizzo, io non credo che toccarsi serva -non per scaramanzia, almeno...-, ma se volete dare una veloce lustratina ai gioielli per sicurezza -non è vero ma ci credo o simili-, non ve lo impedisco: la maggior parte della gente muore in un letto, sapevatelo anche questo), lavorare, mangiare (io no, odio le briciole o le macchie di cibo sulle lenzuola -ciò pare denoti una mentalità paranoica, secondo il mio strizzacervelli che saluto con affetto -ciao doc, ci vediamo domani come al solito), riposare durante il giorno, leggere, fare zum zum (ops). E specialmente in quest'ultimo caso, essendo varie le tipologie di spostamento truppe che possono essere necessarie, e (ma qui lo diciamo sottovoce) il numero di soldatini (non necessariamente prefissato) coinvolti, le misure risicate infastidiscono, c'è sempre "un pezzo che spunta di fuori" (detto in termini altamente tecnici). E' anche vero che la camera non deve essere piccola per ospitare un letto king size e la mia non è grande (ho capito: orge escluse, scambi di coppia da valutare). Certo, se privilegi il lato lungo hai meno fastidi ma sai che noia, e poi a volte, specie in primavera, i movimenti si improvvisano un po' e ti ritrovi messo in vari modi, che non sto a precisare (non trovo il goniometro, non lo uso dalle medie).
Io poi ho rialzato i piedi in fondo di 12 cm con apposito rialzino (tipo scarpe di Papi col tacco nascosto), mossa consigliata per la circolazione (fa bene anche ai ggiovani, inutile far battute: difatti è così da anni, il mio letto, spiovente verso la zona cuscini, tipo tetto). Questo all'inizio ti disturba, per due o tre giorni, ti sembra di essere su una rampa di decollo e hai la "sindrome del conto alla rovescia" (countdown syndrome, scoperta dalla dottoressa Naltra Boutade), poi ti abitui e non ci fai caso, a volte puoi sfruttarlo per assecondare certi movimenti se quel giorno sei più pigro del solito (yup). Ma attenzione, se hai le doghe (ehi, non è un refuso, la "r" non ci vuole): escono di sede con facilità, se scambi il letto per una palestra, o si rompono (e in quel cosa conoscere la lista dei santi ufficiali rende le imprecazioni più professionali e meno ripetitive).
Alla fine, chi ti demonizza se non ti sposi in chiesa, vorrebbe che non si chiamasse matrimonio quello officiato in un comune, e di certo che non si chiamasse così quello (oddiomio) tra due appartenenti allo stesso sesso (scandalo!) Io son pure d'accordo, basta però che diamo pari diritti a tutti, eh, etero, omo, bi e specialità varie, e poi possiamo chiamarlo anche fetta al latte, invece di matrimonio. A maggior ragione, basta con 'sta storia del "letto matrimoniale" (ma il letto a una piazza e mezzo è una trovata commercile, serve per i ciccioni casti o per chi è magrolino e riceve solo pesi piuma?).

 

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sabato 11 marzo 2023

Riflessioni di scafista


Mi metto nei panni di uno scafista e tremo. Sono una brutta persona, pessima. Per denaro sfrutto la disperazione della povera gente, e spesso li mando pure all’inferno, solo per avidità e cattiveria. Non me ne frega niente da dove arrivano e dove vogliono andare, basta che paghino. Non mi interessa se sono uomini o donne, giovani o vecchi, sani o malati, bambini o adulti. Non mi interessa se fuggono dalla fame o dalla guerra, se sono perseguitati, se hanno subito torture. Non mi interessa neppure se arriveranno a destinazione sani e salvi (non facile, con le mie bagnarole). Una volta che ho incassato, io sono tranquillo, e spesso nemmeno li accompagno (son mica matto).
Ma al mondo di brutte persone ce ne sono tante: ai vertici (politici, bancari, finanziari) ci sono figuri in giacca e cravatta, e non vestiti di stracci come me, che condannano molte più persone di me ogni giorno, e con un clic. E che fanno profitti immensi, non le somme sia pur cospicue che io devo cercare di mettere insieme faticando sul campo e rischiando di persona (almeno questo me lo riconoscerete, spero).
Tuttavia non nego di essere un verme, un essere assolutamente schifoso.
Anche se io sfrutto disperati e poveracci che altri hanno creato. Lo so, potrei aiutarli, invece di affossarli; o fare il giardiniere, invece che quello che li manda su zattere per somme assurde e spesso li condanna. Ma ve l’ho detto che sono un verme, no?
Prima, a fare questo “lavoro”, rischiavo trent’anni in Italia, se acchiappato: è dura prendermi, so come muovermi, non ce l’ho scritto in faccia di essere scafista e chi bruta-lizz0 e taglie-ggi0 non testimonia contro di me, perché essendo indagato per immigrazione clandestina (ah, il mondo quanto mi fa ridere) può legalmente mentire (ah, l’Italia e la sua legislazione), e quindi non farà mai il mio nome per non rischiare, ehm... ritorsioni (sono vendicativo).
Adesso, dopo la stretta fascist@, rischio... trent’anni, come prima. Ma hanno detto che le cose cambieranno con un tono così feroce... poco importa che nulla cambi, di fatto.
Una cosa però non mi lascia dormire la notte, da due giorni: dove mi nasconderò, se questi hanno davvero intenzione di stanarmi cercando in tutto il “globo terracqueo”?
Ahahahahahahahah.
Che Paese assurdo, l’Italia.
Ciao, alla prossima. 

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martedì 7 marzo 2023

La Festa della Donna





Se non la festeggi, sei un essere insensibile, gretto, grezzo. Un maschio dei peggiori. Un potenziale padre padrone e marito padrone. Un immondo essere di sesso non femminile. Meriteresti il confino. Bleahh...

Se invece la festeggi sei un essere insensibile, gretto, grezzo. Un maschio dei peggiori. Un potenziale padre padrone e marito padrone. Un immondo essere di sesso non femminile. Meriteresti il confino. Bleahh...

Perché nel primo caso ignori il significato della ricorrenza (non banale) e dimostri di non rispettare la Donna.
E nel secondo caso fai il paraculo, ti fai i cavoli tuoi e tratti male le donne tutto l’anno e poi pensi di rimediare l’otto di marzo con un penoso mazzettino di mimosa da tre euro ché sono pure allergica e dovresti saperlo, vedi che non mi conosci e non t’importa di me? torno da mia madre!

Maschi, non se ne esce.
Consiglio di fingere un attacco cardiaco, funziona sempre.
Se non sapete fingere un malanno, dite che siete stati rapiti da una navicella spaziale e che gli alieni (verdi con due antenne, mi raccomando) vi hanno rilasciato dopo dieci ore di esperimenti medici che vi hanno devastato nel fisico e nel morale. 


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Chi prende 500 euro (nostri) al giorno ne dà 375 al mese a chi non ha lavoro


       Vi spiego in due parole la riforma del RDC. Si chiamerà MIA.
       Viene ridotto a cifre ridicole (375 euro; gli altri Paesi lo aumentano), così:
-si risparmiano un po’ di soldi che servono per finanziare il condono ai b@st@rdi che non pagano le tasse (gli altri Paesi li sbattono in gabbia, noi li premiamo):
-si permette agli imprenditori di offrire lavoro da schiavi a 5-700 euro senza vedersi opporre giusti rifiuti (gli altri Paesi hanno il salario minimo, es. la Germania a 12 euro, ho detto 12), che poi è il vero scopo della riforma: permettere lo schiavismo;
-dura solo un anno, dopo di che puoi andare a farti fott3r3 (altrove dura fin quando ne hai bisogno, da noi se hai una malattia ti curano un anno poi se non guarisci ti seppelliscon0);
-d’ora in poi chi non ha lavoro non è disoccupato, è occupabile (i governanti per esempio non sono incapaci, sono migliorabili);
-nessuna formazione, questo era prevedibile, erano tutte balle.
       Fate schif0 ai cani. Siete incapaci, indegni, f@scisti. 
       Ma lo so, per voi son complimenti. 

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martedì 28 febbraio 2023

I gatti e la difficile arte di attraversare la strada


Ho sempre pensato che i gatti fossero sc3mi (oltre che egoisti, individualisti, asociali -insomma, come noi): dopo secoli di strade con carrozze, auto e ancor prima cavalli, attraversano ancora a caso, di fatto venendo spesso schiacci@ti o comunque fracass@ti.
Ho cambiato però idea, di recente,  sul fatto che attraversano a caso, correndo come pazzi, senza “guardare”.
Me l’ha fatta cambiare la frequenza con cui rischio di schiacciarne in strade molto poco frequentate: possibile attraversino così spesso quando passo io, se su quelle strade non passa nessuno per minuti e minuti?
Ho una nuova teoria.
Lo fanno essenzialmente (di passare di corsa a caso, senza guardare, tentando la sorte) per due motivi:
1) suicidio (il tasso dei suicidi è alto fra gli umani, perché dovrebbe essere basso fra i gatti che hanno una vita che manderebbe ai pazzi chiunque e che comunque hanno a che fare con gli umani?)
2) voglia di divertirsi, di provare un brivido per rompere la grigia monotonia della loro vita, di scommettere (tipo gli adolescenti sciroccati che si stendono sui bin@ri per noia o per farsi un tiktok o che impennano col motorino davanti a una manza per mancanza di neuroni e sovrabbondanza di ormoni).
Questa teoria mi pare più aderente alla realtà della precedente (“son sc3mi perché non hanno ancora imparato un’arte tutto sommato non difficile) ed è confermata dal fatto che alcuni gatti (pochi, eh) prima di attraversare “guardano”, non so se li avete mai notati.

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L’ insuccesso a tua insaputa


Quando intraprendi qualcosa con un’altra o con altre persone, il successo dell’impresa non dipende più solo dalla circostanze oggettive di partenza, dai mezzi disponibili, dal fato e da te (dal tuo impegno, dai tuoi talenti). Dipende anche dal talento, dall’impegno e dalla buona fede dell’altra o delle altre persone. E anche dalla possibilità che abbiano ripensamenti, che ti tradiscano, che non mantengano gli impegni presi, che cambino. E’ una situazione snervante, specialmente per chi è abituato a controllare le cose, a dominarle e non a esserne dominato, ma è una situazione inevitabile. 
La conseguenza è che il successo dipende da quel che farai, ma quel che farai, anche se sarà il massimo, potrebbe facilmente non bastare, e l’impresa fallire.
Questo vale per una società di affari, per una squadra sportiva, per un’associazione di qualunque tipo, per la società in generale, per il matrimonio, per i sodalizi artistici, etc.

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lunedì 27 febbraio 2023

Un gradino in più


Sono sempre più avanti sulla strada della consapevolezza.
Tranquilli, non mi sono iscritto a una setta.
Intendo dire che adesso non mi limito a pentirmi di cose che ho fatto. Adesso so, mentre sto facendo e ripetendo allegramente una cosa, che me ne pentirò. Anzi, non che me ne pentirò, perché pentirsi è così banale... Che mi chiederò la ragione di quel che sto facendo, il senso, e non lo troverò, e mi parrà strano aver fatto quello che adesso, già presentendo che mi parrà assurdo, sto facendo.
Questo nuovo stadio di coscienza mi apre ancor di più gli occhi sull’estrema e inguarigbile insensatezza del nostro agire quotidiano, a cui del resto siamo costretti.
Alla fine è maggiore conoscenza, quindi maggiore infelicità.


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domenica 26 febbraio 2023

Meno ipocrisia



Meno ipocrisia.
Guardare non visti piace a tutti.
Essere visti a quasi tutti (sotto sotto, a tutti).
Essere lodati (anche senza motivo, per esempio come sei dimagrito In realtà hai preso 3 kg) piace a tutti.
Aiutare fa stare meglio anche chi aiuta.
Spettegolare è bello.
Fare il (finto) moralista aiuta a sentirsi meglio.


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Mauro ed Eva


Se io fossi stato Adamo, se cioè nell’Eden ci fossero stati Eva e Mauro (Eva tutta ignuda yum yum yum sai che salti) di certo non avrei pensato alle mele, ma a ben altri frutti, tipo: l’albicocca! E accessori vari...
Ma al di là di questo (Adamo affetto da s3x addiciton che ciula giorno e notte e ci dà dentro come un cavallo col pepe al kulo, Eva che non può rifiutare anche perché sei l’unico masculo sul pianeta), se io fossi stato Adamo, preciso come sono, quando Eva mi propone di magnare la mela io le avrei detto: scordatelo e tieni le mani a posto, Il signor Dio (padrone di casa) ci ha messo qui in un Paradiso tutti ignudi e felici e se ti azzardi a dar retta a quel verme troppo cresciuto o a toccare il frutteto ti g0nfio di schi@ff0ni.
E la storia del mondo sarebbe cambiata del tutto, con Mauro al posto di quel mollaccione di Adamo: nessun peccato originale (ma de che, aho?), nessun partorirai con dolore, etc.
Riflettete e andate in pace.

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Telenovela di un incontro al super



(È stato veloce ma bello)
[testo imperdibile, non lo dico per vantarmi, sarebbe come promuovere un cocktail ghiacciato nel deserto).

Al super incontro una ricciola nera giovane non alta con mascherina nera (chirurgica). Cappottino lungo spigato, maglia mi sembra nera, pur non essendo vestita da femme fatale né da milf sadomaso ha un atteggiamento serioso del tipo “so tutto io e tu che sei maschio sei solo un verme misero e d3ficiente, un invertebrato buono solo per pulire i c3ssi, striscia ai miei piedi adesso brutto bast@rd0 o ti scortico quella pelle di merd@ che ti ritrovi con una cinghia di cuoio nuova di pacca e ti riduco il kulo a una focaccia rossa come il tuo conto in banca” (che, per dire, io avrei pure accettato, eh). Evidentemente ha colto in me una certa appena accennata sissy attitude, chissà.

Questo (il fatto di avere la mascherina)  le evidenzia ancor di più gli occhi, davvero belli. A momenti ci scontriamo davanti al reparto yogurth ma io mi fermo e con perfetto gesto cavalleresco (son signore) la faccio passare trattenendo il respiro fino all’ipossia pur di apparire slanciato e di liberare il passo dal pancione. Gli yogurth, specie quelli parzialmente scremati, si fanno scappare un risolino, questi secchielli di latte marcio pieno di bifidus. Fine primo tempo. E’ iniziato un amore?

Piano di sopra. La ribecco tre volte per puro caso fra le corsie e me la studio bene, da dietro e di fianco, che occhi mamma mia santissima. E poi quell’atteggiamento un po’ arrogante che per me è tipo il miele per gli orsi. Già mi schifa, lo sento, vorrebbe calpestarmi, le faccio pena, è una domina che ha individuato il suo slave, siamo quindi a buon punto! Ottimo!

Alla cassa, dopo un quarto d’ora, mi giro e lei  è dietro di me che ho una ventina di prodotti, lei tre (3). Ma allora mi segue! Non può essere un caso, l’ho agganciata questa furbetta. (Delirio). Per un maschio accoppiato tenersi in esercizio nelle tecniche di seduzione è basilare (consigliato da 9 medici su 10, e il decimo è un coglionaxxo): se un giorno resti solo e non ti sei mai esercitato per anni, fai la fine di quei gattini domestici che si trovano per strada per la prima volta nella vita e in due ore muoiono.

Allora faccio il galante, come mi è naturale (ci si nasce, raga, lasciate perdere, fareste ridere) proponendole di passare (devo ammettere, lo faccio anche come test, perché se una donna alle 19,40 con tre prodotti in mano rifiuta di passare avanti vuol dire che le stai sulle balle). Sono sposato e c’era pure mia figlia ma, come ho spiegato a lei dopo, essere sposati non vuol dire non poter guardare, apprezzare, scherzare con altre donne (con la cassiera, molto simpatica e sciolta, tutte le sere è un mezzo show a cielo aperto), eventualmente sbavicchiando un poco. E poi questo era un test! Roba scientifica, insomma. Mi sacrifico sempre volentieri per il bene dell’umana specie...

Io dunque mi offro con un beau geste di farli passare avanti, questi occhi acchiappini... E lei rifiuta! Sta gran fia... Dice che non importa. Te possino...
Ma no, non me la prendo, scherzo... anzi: ne apprezzo la superbia. Mi capita a volte che donne rifiutino, son quelle che pensano che ci provi o che sono antimaschi e non tollerano questi gesti cavallereschi (che io, noto provolone, spesso però faccio anche con uomini etc.)
Ma... sorpresa! (Mauro never dies)

Appena ho pagato si fa avanti alla grande, aprendo quegli occhi acchiappamaschi come due fari nella notte e mi chiede di poter usare la mia carta del super (per poter avere sconti sui prodotti, lei non l’ha -che sia antisistema? o l’ha lasciata a casa -o solo svagata?). Ha un modo tutto suo di chiederlo, un po’ paraculo, come se fosse lei a farmi un favore e non io. Siccome se presti la carta a un altro lui si becca gli sconti ma tu i punti, lei non dice: puoi prestarmi la carta?, ma dice, ‘sta furbacchiona: se vuoi puoi usare la tua carta sui miei prodotti! Io accetto, son gentiluomo, è noto, lei sorride, alla fine mi saluta pure. Insomma, ho recuperato dopo il 90’ e da 0-1 son passato a vincere 3-1. 

Che poi questa frase “puoi usare, se vuoi (...), la tua carta sui miei prodotti” ha un che di chiaramente sessuale, è esplicito il riferimento (amore, usa la tua carta dai! proprio qui, e qui, sui miei prodotti... ahhhhhhh).

La rivedrò? Probabilmente mai. E’ stato un amore fugace, ma profondissimo!

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Cutro è colpa nostra


La tragedia di Cutro (decine di morti fra cui moltissimi bambini) non rovina la nostra domenica: ravioli dovevavno essere e ravioli sono stati, chi aveva da fare qualcosa (una giratina fuori porta, una partita a carte, un po’ di s3sso) l’ha fatto, domani sarà un lunedì dei soliti, in attesa del venerdì per chi un lavoro (magari sottopagato) ce l’ha e anche per chi naviga nei quattrini e ciò nonostante si comporta da sanguisiga asociale. Il telegiornale, a chi ancora accende la tv a pranzo, ha cercato di rovinare la giornata ma relativamente, basta ignorare o premere off. Il Mediterraneo è un cimitero, i suoi fondali sono piastrellati da migliaia e migliaia di corpi di innocenti, che in questi anni hanno visto finire i loro miseri giorni in fondo a un mare (il mare nostro) che hanno affrontato su mezzi di fortuna, dopo aver pagato cifre indegne e aver subito torture disumane, per cercare con la forza della disperazione di dare a se stessi e ai loro cari una vita migliore.

La colpa del naufragio di oggi, e di tutti gli altri, non è degli scafisti (persone avide e indegne ci sono sempre state), né della fatalità (chi affronta il mare su mezzi di fortuna va incontro a rischi alti), o per lo meno queste sono solo concause. La colpa è precisamente delle strategie che l’Italia e l’Europa, tranne brevissime eccezioni subito abortite, seguono da decenni quanto al tema delle migrazioni. La colpa è di queste politiche miopi, razziste, egoiste, indegne, @ss@ssine. La colpa è di chi pensa di appartenere a una r@z-z@ superiore, di chi si crede migliore degli altri, di chi erige muri anziché costruire ponti, di chi si chiude in casa proteggendo i suoi aver spesso ottenuti con l’inganno e la truffa, anziché scendere in strada e porgere la mano a chi disperato non ha nulla e fugge dal nulla o dal male. 
E quindi la colpa è di tutti noi, o meglio di chi vota persone indegne a rappresentarci, di chi li rivota anche quando hanno mostrato al mondo che sono solo volgari truffatori e persone dall’anima marcia, di chi anziché raccontare la verità su giornali e in tv offre versioni di comodo per servilismo o dietro compensi o favori, tradendo la sua missione e il popolo; di chi, fra di noi, anche nel suo piccolo, nella sua vita, giorno dopo giorno, si comporta da avido maiale egoista e non da essere umano degno di questo nome.

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Alla fine nessuno ci salverà


L’amicizia è sacra. Più dell’amore. Trovare un amico è trovare un tesoro.
Tutto vero, ma la vera amicizia è rara. Il più delle volte si tratta di ipocrisia e convenienza. O di superficialità scambiata per leggerezza, di perfidia scambiata per sincerità, di malignità scambiata per parere disinteressato. O di invidia, che si maschera per poter controllar meglio cosa fa l’incubo delle nostre notti. O, più banalmente, di rapporti leggeri, inconsistenti, che spesso una delle due parti scambia per amicizia vera. Anche se rara, è lodevole crederci, e continuare a cercarla. Ma si deve sapere che le delusioni non si conteranno, perché il cuore delle persone è gonfio di egoismo, invidia e cattiveria.

Alla fine, è bene saperlo, nessun amico ci salverà. Nessuno ci salverà.
Non è pessimismo, è analisi oggettiva della realtà.
Certo, eccezioni sono sempre possibili, lo ammetto. Ma l’eccezione non invalida una regola: la conferma in pieno.

Alla fine, siamo soli. Nessuno ci salverà se stiamo precipitando. Sicuramente qualcuno ci aiuterà, ma sempre fino a un certo punto, mai oltre. Non vedo persone che sicuramente metteranno davvero in secondo piano la loro vita per un po’, per il tempo che serve, per salvare la tua. Ci sarà sempre un confine oltre il quale ti troverai solo, come eri solo quando sei nato e come lo sarai quando darai l’ultimo respiro. Chi metterebbe a rischio quel che ha, ma davvero, per tirarti su?

Alla fine se ti salvi sarai stato tu a farlo, anche se ti piacerà credere che qualcuno ti ha aiutato. Se ti schianti, sarai stato tu a non avercela fatta.

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venerdì 24 febbraio 2023

Il vero amore





L’amore non deve essere per forza dichiarato, esibito, certificato, pubblicizzato, istituzionalizzato. L’amore esiste lo stesso, anche se chi è amato non lo sa. Anzi, il vero amore è quello non dichiarato, non ricambiato, non vissuto, non consumato. Quello che si gonfia e si gonfia e non trova mai sfogo. Quello che si nutre di briciole fino a scoppiare. E’ quello ossessivo, unilaterale, eccessivo, autodistruttivo: è questo l’amore puro, assoluto. E’ promessa di eterna protezione, anche da lontano; è adorazione incondizionata, è voyeurismo sofferente ma innocente, è promessa che non sarà mai messa alla prova, è una continua sofferenza autoinflitta che ci migliora e ci insegna a resistere ai colpi della vita per quanto possano essere forti. Lei è là, pura e irraggiungibile, splendida e intoccabile, la guardiamo e ci guarda ma non è nostra e non lo sarà mai. La adoriamo ma non l’avremo mai. Chi ama e non ha niente in cambio ama davvero. Può portare alla morte, una passione destina a crescere da sola senza mai sbocciare, o a una vita di teorici rimpianti, ma deve dare a chi la prova la soddisfazione di un sentimento che non ha eguali. Occorre saper sopportare che altri abbiano, con merito o no, quel che noi desideriamo follemente, che altri godano di lei o di lui, che lei o lui nemmeno sospettino di quello che ci devasta,  senza prenderlo come un affronto del destino o una persecuzione su cui annodare il cappio. Non è facile, spesso un amore così ci distrugge: ma resta qualcosa di assoluto, anche se ci porta alla fine. Si muore coperti di gloria, si muore per l’unica cosa per la quale è valsa la pena vivere.

(Img: imgfave on Pinterest)

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lunedì 20 febbraio 2023

Facciamo schifo e non meritiamo nulla di buono




Siamo una società di persone che vivono insieme in grandi palazzi, passeggiano insieme sui marciapiedi, affollano negozi, mezzi di trasporto, teatri, cinema, stadi, uffici pubblici, piazze, bar e ristoranti, guardano gli stessi programmi alla televisione, percorrono insieme arterie stradali e autostradali, condividono passioni e interessi, etc. ma sono e restano sempre sole, drammaticamente sole. Siamo indifferenti gli uni agli altri, quando non chiaramente ostili.
Perché siamo esseri che hanno un insopprimibile bisogno di socialità ma che sono rosi da un egoismo e da un individualismo, da una sete di sangue e da una avidità che sono più forti della spinta a pensare come gruppo e ad agire per il bene di tutti e non solo per il nostro, anche a scapito di quello altrui. Siamo creature nate per fare un gioco di squadra e ci siamo ridotti a giocare sport individuali.
Siamo esseri meschini, chiusi a riccio nella nostra ostrica, senza essere perle, ma solo irrilevanti forme di vita di passaggio su un angolo piccolissimo e sperduto di un universo infinito.
Non meritiamo nulla e non avremo nulla, se non cose futili e fatue.
Quei pochi, forse nati con un difetto congenito, che ci provano; quei pochi che hanno qualcosa di buono dentro, che hanno una vera spinta verso il cielo, che camminano guardando le stelle e che hanno dentro di loro un animo sereno e senza confini, sono davvero pochi e non ce la fanno a cambiare questo mondo meritevole di una fine veloce e brutale.
Img: BestHQWallpapers on Pinterest 

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giovedì 16 febbraio 2023

Persone inferiori


In questo Paese, e ovviamente non solo, l’om0fobia, che è un verme schifoso, abita in moltissime persone, imputridendole. 
Siamo circondati da esseri indegni che, per aver ricevuto una cattiva educazione, avere un basso livello di istruzione, scarsa o nessuna empatia, anima scialba, nessun valore, pochi neuroni, gravi problemi con la sessualità o tutte queste cose insieme, sono razzisti, 0mofobi, f@scisti o tutte queste cose insieme. Ci circondano; in ufficio, al bar, sul bus, sui social, fra i parenti e gli amici. Per strada e nei posti di comando, fra le guardie e i ladri, fra i ricchi e i poveri, fra i cittadini e i campagnoli. Sono persone chiaramente inferiori, che non dovrebbero mai avere la possibilità di gestire la cosa pubblica o svolgere professioni delicate quali l’insegnante; non arrivano al livello di essere umano, e questo non è r@zzismo: è diagnosi. 
Sono indegni di far parte di una comunità. Andrebbero privati dei diritti politici, quanto meno, e anche di qualche altro diritto a valenza sociale.
Non vi sono neppure grandi speranze che una rieducazione possa funzionare: dopo una certa età se sei marcio sei irrecuperabile, la tua umanità, se mai ne hai avuta, è affogata nella pozzanghera puzzolente dei tuoi pregiudizi.
Sono arroganti, di quell’arroganza che si nutre di ignoranza e pregiudizi. Sono autoreferenziali, stucchevoli, sono basici come l’animale più stupid0 della Terra, ma ancor meno degni di rispetto. Sono forme di vita che consumano ossigeno, non so bene a quale titolo: l’ossigeno dovrebbe servire a fare il bene e a produrre pensieri che non emanino fetore, così è assolutamente sprecato.
Ripeto, ne siamo circondati. Alcuni non hanno il coraggio di appalesarsi, perché qualcosa di molto piccolo dentro di loro li avvisa della loro disumana schifezz@; molti invece sì, perché hanno un gran livello di poraccitudine: cioè sono così terra terra che nemmeno riescono a prendere coscienza della loro schifos@ condizione. 

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Alcune cose sul sesso


(Non pochissime, ma tanto oggi vi danno buca quindi potete impiegare dieci minuti a leggere questo imprescindibile testo)

Il sesso è un mondo a parte: se lo fai come se fosse di questo mondo, non funzionerà o almeno non a lungo.
Le regole del mondo non valgono, qui.
E parlare di s3sso è ancor meglio che farlo, per dire...
Fai cose assurde. Nel mondo se usi lo spazzolino di un altro ti schifi; è nulla rispetto a quel che combini col s3sso.
La mente viaggia su un altro registro, e deve: altrimenti non è s3sso, è meccanica riproduttiva eseguita con trasporto, ciulatina con un po’ di sentimento, o anche su&giù coccole free. Non è zum zum ‘ndo cojo cojo ma amplessetto matrimoniale, quello che ha lo stesso colore della tappezzeria del tinello anni ‘70.

La vi0lenz@ è ammessa? Io dico di sì, se ovviamente va bene, in linea teorica, a entrambi. O meglio: dico che non ha senso escluderla del tutto a priori. E dico che deve comunque esserci un margine di mistero e di non conosciuto: se sai già tutto quel che accadrà, forse è meglio vedersi un film. Ecco perché ho scritto “in linea teorica”: dai un consenso di massima, poi si vede dove si va a finire, eh. Un po’ di incertezza mette del sanissimo  pepe. Al kulo? Anche.
Per viol3nz@ non intendo il vizio del consenso: lo preciso per i pignoli che leggono di fretta.
Direi che il limite è: prima del sangu3. Un pochino prima, non proprio a ridosso, eh. E mica sempre: se è giornata. Anche mai, per dire. Questo però è il mio gusto. Se poi due son convinti e vanno oltre, buon divertimento! Io in genere spingo forte ma non arrivo a complicazioni ospedaliere. Ma spingo forte. Altrimenti, come detto, si fa una partitina a ramino e ci divertiamo di più, ok?
Per viol3nz@ intendo non solo quella fisica, anzi. Quella fisica, poi, per modo di dire. Parlo di schiaffi, sculacciate, cinghiate, tiratine di capelli, un moderato bond@ge, forzature minime e medie... financo una spruzzatina di sissy; non parlo di rasoi@t3 o raffiche di mitra. Insomma, fantasia e toys, livello pazzia almeno 3 su 5, non s3sso da ragionieri. Situazioni da asilo, ma sempre con un po’ di pepe, o magari anche più estreme e imbarazzanti, ma nulla che ti impedisca il giorno dopo di essere quello di prima e di fare quel che di solito fai (al limite sarai solo un po’ meno sedentario!). Intendo più quella non fisica, quando parlo di viol3nz@: le parole, gli atteggiamenti. Tutto fa brodo e più roba c’è, mescolata con perizia, più il brodo fa gola. Yup!

Sado e maso, ingredienti eccezionali. E foga. Da invasati. La donna vuol dolcezza, dice. Uhm... può essere. Ma non sempre, fidatevi. E comunque anche la dolcezza deve sorprendere, in modo... violent0! Certo ci vogliono i tipi giusti: non tutti son tagliati per un buon sesso. C’è gente che lo fa come se facesse le addizioni per il giorno dopo (e magari le sbaglia pure), c’è chi lo fa a malincuore, e c’è chi si impressiona se devii un millimetro dal missionario di dieci minuti scarsi. Non parliamo poi di quelli che fa troppo freddo, troppo caldo, ci sentono, ci vedono, mi fai male al fianco, mi spettini, chissà cosa starà pensando di me in questo momento, sarò abbastanza bravo/a, chissà se sto andando bene, oddio che schifo questa cosa che vuol fare: non fate s3sso, giocate a briscola, su.

Il s3sso è un’avventura che deve partire anche a caso e finire non si sa quando: dieci minuti dopo, se sei in ascensore... anche sei ore dopo, se stai più tranquillo. Devi partire senza bagaglio e senza sapere dove arriverai e in quanto tempo: altrimenti ti diverti poco o nulla. Nel s3sso nulla è eccessivo, o quasi. Il mondo è rovesciato: fai quello che sogni e che nel mondo reale non faresti. Devi dar retta ai desideri e ai sogni, stai facendo s3sso, non stai attaccando un bottone al grembiule di scuola! Il s3sso non si chiede. Il s3sso si impone. Il rischio di essere beccati amplifica il successo. Il rischio in generale è afrodisiaco, come il mistero e un po’ di sana paura: non ho detto terror3, calma. La paura quella positiva, che ti mette le ali senza doverti scolare due lattine di caffeina concentrata. In due si fa bene, in tre magari meglio. In quattro o cinque chissà. Di più eviterei, è riunione di condominio fra naturisti. La bisessualità amplia gli orizzonti.

L’umiliazione (attiva e passiva) è un afrodisiaco eccezionale, altro che ostriche, fatemi il piacere: non esiste cibo che possa migliorarti la performance, come non esiste crema che te lo possa allungare, mentre ne esistono invece del tipo che possono complicartela. Nella vita non si umilia nessuno e si soffre se si è umiliati; nel s3sso è uno spasso l’una e l’altra cosa. I giochetti, poi, nel mondo sono stupidate per bambini, nel s3sso sono uno degli ingredienti principali: dottore e paziente, ladro e casalinga, casalinga e idraulico o corriere, cameriera e cliente, serva e padrone (o servo e padrona) etc: sono centinaia.
Si va a caso, senza mappa.

Chi comanda? L’uomo? Un tempo si diceva: comanda chi ha il bigo. Ma se ci stanno più bighi, sul palcoscenico? Comandano i cm? Non direi, anche se si può certamente stabilire come regola, può dare soddisfazioni.
E poi oggi ci sono anche i bighi artificiali: il mondo dei toys è ricco di possibilità, se si ha il bernoccolo giusto.
Io sono per un assetto variabile: si comanda una volta uno e una volta l’altro, si cambia. Con alcuni è impossibile: tocca solo subire. Con altri è impossibile l’opposto: vogliono essere comandati e umiliati sempre.
Per i pignoli preciso che quando parlo di umiliazione parlo di umiliazione nei giochi di s3sso, è categoria ben diversa da quella del mondo reale. Del resto, non tutti gli idraulici ti riparano il tubo e dopo passano a verificare le tubature della padrona di casa, e non tutti i corrieri accettano pagamenti di tipo diverso se non hai da saldare la merce. Nella vita ci sono spesso idraulici e corrieri noiosi e privi di fantasia, c’est la vie.

Parlare è fondamentale: offese libere, parolacce. Ma anche no. L’importante è non escluderle, poi come viene viene. Ci sono giorni adatti a certe cose, e giorni adatti ad altre cose. Ripeto: i bigotti, gli impressionabili, i bloccati, gli schifiltosi, i precisini e quelli senza senso dell’ironia e con un grado di elasticità pari a quello di una talpa conservatrice e ottuagenaria faranno s3sso di qualità scadente. E cercheranno di rovinare il tuo!

Anche chi crede che lo scopo unico del s3sso sia procreare avranno qualche problema. Quello è solo uno degli scopi, tra l’altro aggirabile con un po’ di arguzia. Poi ce ne sono mille altri non meno degni: darsi affetto, amore, conforto, aiuto; sfogare un istinto; divertirsi; tenersi in forma; testare i materassi e giustificare l’acquisto della videocamera e degli specchi e specchietti; completare la tessera punti della farmacia, o del secsi sciop, etc. L’aspetto ludico è prioritario. Quello procreativo è quando ti si buca oppure sbagli l’Ogino-Knaus perché a matematica avevi 4 oppure quando togli dal forno la torta dopo che è bruciata (i tempi di estrazione sono cruciali e, detto fra noi, il coso interrotto non mi ha mai convinto: è padre di milioni di figli). Non voglio sminuire l’aspetto procreativo, belissimo e fondamentale per chi ci tiene a perpetuare questa specie francamente degna di estinzione, ma quelli che per secoli l’hanno fatto coincidere col s3sso: un’idi0zia che genera complessati.

A pagina 777 trovate i sottotitoli per chi è sposato. 

Autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.

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