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domenica 30 ottobre 2016

La Prima Repubblica e i suoi eredi

Dando per assodato che i politici sono sempre stati corrotti e più o meno nella stessa misura, e avendo come evidenza che siamo sempre stati governati da male a malissimo perlomeno negli ultimi cinquant'anni, tendo a preferire i politici di un tempo, quelli della vituperata Prima Repubblica, tanto per intenderci: sapevano di commettere azioni turpi, se beccati sul fatto si vergognavano e se ne andavano a casa al primo avviso di garanzia senza accampare scuse o parlare di complotto della magistratura e senza boutade del tipo aspettiamo la Cassazione. Tendo a preferirli, intendo, rispetto a quelli di oggi, che oltre a farsi gli affaracci loro nello stesso modo (se non di più), sono senza limiti morali, senza vergogna, se colti sul fatto non se ne vanno, anzi si cambiano le leggi a misura; sono inoltre, generalmente, incompetenti se non addirittura ignoranti, e alcuni pure stolti. Inoltre, in buona misura non sono nemmeno più eletti, ma nonimati da quattro o cinque burattinai che spesso, sottobanco, agiscono di concerto nonostante le apparenti divisioni che sfruttano a livello mediatico. Una volta, inoltre, i media erano vergognosamnete spartiti fra i principali partiti, il che, sebbene odioso, garantiva una certa pluralità; oggi è tutto in mano a un uomo solo, e se passasse la schiforma al vaglio dei cittadini, la situazione tenderebbe a peggiorare e di molto, grazie anche all'assurda legge elettorale appena varata.
In sintesi, si stava meglio quando si stava peggio, e fra poco potremmo stare pure peggio di cosi'.

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martedì 25 ottobre 2016

Articolo 36 e voucher

Vorrei umilmente sapere come si conciliano l'articolo 36 della nostra Costituzione (la più bella del mondo, a sentirvi fino a pochi mesi fa) con lo strumento di schiavismo modermo altrimenti detto "voucher".
Attendo risposte da chi vorrà farsi carico della questione: i distinti Mattarella, Napolitano, Renzi, Berlusconi, Fornero, etc etc.... La platea a cui rivolgo il mio quesito è vastissima.
----ART 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.---

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Sgamato

La proposta di oggi del M5S di votare subito una legge che tagliando a metà gli stipendi dei parlamentari e ponendo un tetto ai rimborsi spesa (con obbligo di redicontazione trasparente) avrebbe permesso in un amen di risparmiare 61 milioni euro (11 di più del risparmio vantato dai fautori della schiforma costituzionale), osteggiata e posticipata dal PD, dimostra ancora una volta che ai dem non interessa un fico secco spendere meno e che la riforma scritta coi piedi sotto l'egida del duo Boschi- Verdini, che non possiamo definire insigni giuristi né fini costituzionalisti, contiene ben altri motivi di interesse per chi intende accentrare sempre di più il potere nella mani di pochissime persone, sostenute da piccole minoranze di elettori. Come si suol dire, l'astuzia della Lombardi ha sgamato Renzi.


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"Ogni partita una festa sarà"

Anche se adesso, a due giorni di distanza, dopo le dichiarazioni soft e concilianti del dopo partita, Juric e Izzo cominciano a dire che la sconfitta è "immeritata", del derby conservo una buona impressione come genovese e spiego perché. Non che pensi, per finire l'argomento con cui ho iniziato, che il Genoa abbia giocato male, tutt'altro, il punto è che entrambe le squadre hanno sviluppato un gioco discreto, a tratti buono e quindi chi fa più gol vince, se poi chi vince, cioè la Samp-Doria, è anche chi è stata più a lungo davanti e ha costruito più opportunità il discorso fila anche meglio.
Ragionando invece da genovese, a differenza degli anni passati non ci sono stati calcioni in campo (devo dire che è stato spesso il Genoa a metterla sul lato fisico negli ultimi anni, è un dato di fatto), né tensioni, sceneggiate, lamentele, proteste (ad eccezione di un solo episodio poco carino con Muriel a terra ignorato bellamente): entrambe le squadre si sono comportate in maniera ammirevole e sportiva. Poche perdite di tempo, grande agonismo e grande voglia, spettacolo, emozioni. Spettatori esemplari e caldissimi. Scenografie stupende. Un derby che fa sentire un genovese orgoglioso, al di là del punteggio finale. Quando è così è davvero uno dei derby più fantastici del mondo intero. Io, di derby della Lanterna, ne ho visti diversi dal vivo, nella mia vita, anche se non di recente. Allo stadio, a Genova, io vado sempre tranquillo (anche se qualche volta qualcosa di spiacevole è successo, i cretini sono ovunque), perchè davvero a Genova il grado di civiltà è maggiore rispetto a tante altre parti (o meno ridotto, fate voi): di fatto, io sono tranquillo, al Ferraris, non solo al derby intendo. Dopotutto siamo cugini, anche se i bicolori sono un po' fastidiosi perchè si rapportano continuamente a noi e cercano sempre lo scontro, sia pure solo verbale, 12 mesi l'anno, mentre noi ce ne stiamo sempre un po' più per i fatti nostri, sempre parlando in generale, tolti i casi singoli. Questa è anche la ragione per la quale un derby vinto ci rende felicissimi ma non in preda all'orgasmo più sfrenato come capita ai cugini (e spero capiti sempre meno eh eh).
Noto con piacere che Il Secolo XIX, quotidiano ligure secondo me con pochi colori (giusto due), l'altro giorno dopo il 2-1 blucerchiato ha scritto una frase che io penso da sempre e che non avevo però mai letto in occasione dei derby vinti dal Cricket and Football Club: vincere è bello ma non è la sola cosa.

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sabato 22 ottobre 2016

Un clic e ti rubano i soldi dalla sim

D'improvviso incrocia la tua strada di internauta il link a un articolo del tipo "Queste ragazze hanno deciso di non depilarsi" con foto a ragazze scosciate e pelose; oppure tipo "Ecco cosa è successo di imbarazzante a questa ragazza" con foto ammiccante e parziale. Ci clicchi, magari perchè sei scemo, ma essere scemi è un diritto costituzionale (puoi perfino sedere in Parlamento, da scemo, per dire) e finisci in una pagina in cui c'e' una parvenza di articolo con qualche foto, solo che alla terza foto al posto di "prosegui" compare, nello stesso posto di prima, "clicca e acquista" e tu te ne accorgi un secondo dopo aver cliccato, se sei sveglio, oppure mai. Basta quel clic, a volte dato anche inconsapevolmente perchè mentre la pagina web si sta caricando i vari elementi che la compongono si spostano e un clic dato su un link in realtà ne attiva un altro, e subito ti viene attivato un abbonamento (un sms ti avvisa) a 7 euro a settimana a una cosa tipo smart tv o suonerie o altro, ovviamente con pagamento anticipato e immediato della prima rata.
Ora, pensate a quanti nemmeno se ne accorgono, e questi sottrarranno 7 euro ogni 7 giorni a distratti, anziani, etc.

E' una truffa non legalmente, perché le leggi di questo paese burla lo consentono, ma sostanzialmente.
E' inaudito che sia reso possibile attivare un servizio con un semplice clic che, in special modo avendo a che fare con schermi di smartphone di 5 pollici, spesso è del tutto inconsapevole: in qualunque paese civile per attivare un servizio e perfezionare un contratto serve un'autorizzazione espressa (se non addirittura scritta); in questo caso potrebbe essere il dover rispondere SI a un sms di proposta che quel clic attiva. Ma in questo modo i truffatori raccoglierebbero ben pochi spiccioli.

Detto di questi bastardi, passiamo ad altri tre soggetti che, assieme a loro e all'utente scemo o poco attento, completano il pentagono della truffa: lo Stato, l'operatore telefonico e il canale in cui questa truffa è veicolata, in questo caso Facebook.

L' operatore telefonico che permette che un soggetto terzo attivi sulla tua sim un servizio a pagamento senza un tuo consenso espresso e che tosto fornisce al soggetto i tuoi dati e l'accesso al tuo credito è complice e, sebbene la cosa possa essere legale, fa schifo. Poco importa poi che il cortese telefonista del servizio clienti, se chiami subito, ti aiuti e spesso ti rifonda i 7 euro: è la ditta per la quale lavora a fare schifo, non lui, che magari è pure sfruttato. La ditta permette che terzi truffatori gabbino centinaia di persone, e sicuramente avrà un tornaconto economico dalla concessione di questi servizi: di queste centinaia, quei pochi che se ne accorgono e chiamano subito sono rifondati, per espressa disposizione della ditta stessa, ovvio. Poco importa anche il fatto che un cliente, chiamando, possa attivare un blocco per questi servizi: un blocco di questo tipo dovrebbe essere attivato di default e comunque non dovrebbe essere possibile che un operatore, che ha sottoscritto un contratto con te, possa vendere al primo che passa i tuoi dati e consentire a questo di accedere al tuo credito e carpirne cospicue fette settimanalmente.

Lo Stato è complice perchè permette questi giochetti studiati apposta per rubare denaro alle persone.

Facebook è complice perchè spesso questi link truffaldini sono "post consigliati" o "suggeriti" e comunque da un social che elimina per censura la foto di una mamma che allatta ti aspetteresti un controllo severo su quel che uno posta.

Alla fine, tutto questo ti dà conferma di vivere in una società e in un paese che di civile hanno ben poco, lo si nota da tante cose, anche da questi particolari secondari che però hanno un notevole impatto sulla qualità della vita di un popolo di sudditi e che più di altre circostanze ti danno la misura di quanto ciascuno di noi sia in balia del più forte in questa giungla di affaristi senza scupoli, di politici corrotti e di incompetenti al comando.

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giovedì 20 ottobre 2016

Gasperini sei una persecuzione, trova pace per favore

Leggo Gasperini (ex all. Genoa) che parla dei derby passati...
che lui ha fatto sempre alla grande... che con lui il Genoa ha sempre dominato...
che quelli vinti li hanno stra-vinti, dominando alla grande sempre...
che quelli persi li hanno persi di poco e di solito non meritando... (e dopo ogni derby perso aggiungeva sempre per ingiustizie arbitrali)...

Premesso che io mi ricordo solo le sue lamentele (puntuali dopo ogni derby vinto o perso, tipo il torrone durato mesi sul gol super regolare di Gabbiadini) e che Gasperini ha dimostrato più volte di non saper perdere né vincere...

E premesso anche che io dei derby con Gasperini ricordo anche tante scarpate, falli tattici, entratacce (uno su tutti Kristcic, rovinato) e gesti sommamente antisportivi (tipo irridere i nostri tifosi sotto la Sud o non fermare il gioco con un uomo a terra, per cogliere fior da fiore)...

Premesso tutto questo, e detto che poi ognuno la vede a modo suo ma i fatti sono fatti, mi sono quasi fatto convincere da questi ricordi del Gasp... quando per curiosità vado a vedere le statistiche di questi ultimi derby che il Gasp avrebbe dominato... e vedo 4 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte. In pratica, oltre a non essere vero che ha sempre dominato (è capitato in due soli derby, e mi permetto di dire che ci abbiamo messo parecchio del nostro) e ad essere sempre state pretestuose, infondate e antisportive le sue rimostranze post gara, ecco qua: ha vinto il 36% dei derby giocati. Ahahahahahahah.

Fa' una cosa Gasperini, evita di sparare immani cazzate, pensa all'Atalanta (a proposito, 2-1 a Marassi per noi poche settimane fa).

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domenica 16 ottobre 2016

Non è per tutti questo mestiere

Quello che molti non riescono proprio a capire, e non so davvero se il nostro attuale presidente capisca o no, è che per costruire qualcosa, nel calcio, occorre tempo, specialmente quando non sei una società che ha i soldi anche in bocca e può permettersi di acquistare i giocatori più costosi anche per il gusto di toglierli ai rivali e strapagarli con stipendi di milioni e milioni di euro l'anno.

Se non sei una di quelle società che ho appena citato, o se comunque non hai o non vuoi investire grosse somme personali nell'affare calcio, per un progetto, che rispetti il bilancio e che punti sui giovani talenti e sulla loro crescita, occorre una programmazione di almeno due o tre anni, e i primi frutti di solito li cogli dopo uno o anche due anni, non dopo quattro partite. E per frutti non intendo uno scudetto, ma un'identità di gioco, una personalità, e poi, perché no, qualche soddisfazione materiale. Tutto questo richiede la capacità di saper scegliere bene l'allenatore e la pazienza di sopportare periodi bui e sconfitte in serie. Il solito giochetto di prendere un allenatore in cui credi ciecamente e poi farlo fuori dopo qualche sconfitta non ti farà mai ottenere nessun risultato che possa sfidare il passare del tempo.

Questo per dire che noi blucerchiati abbiamo cambiato profondamente la rosa, abbiamo scelto un nuovo allenatore che insegna calcio (e ha pure notevoli qualità umane) ma che ha bisogno di tempo, come è ovvio, per veder realizzato il suo sforzo quotidiano, abbiamo pure commesso qualche errore in campagna acquisti (mancano un difensore centrale e un terzino sinistro che possano permetterci di affrontare inghippi quali infortuni o squalifiche), pertanto non possiamo pretendere a novembre di essere secondi in classifica. Sebbene i nostri otto punti siano bugiardi (se togli tre o quattro errori arbitrali marchiani e un po' di mala sorte ne potremmo avere senza fatica almeno undici o dodici e tutto sarebbe diverso), non ci si deve abbateare se sono venute 4 sconfitte di fila e adesso due pareggini che assomigliano a due brodini dato che hanno sigillato due partite che avremmo potuto e dovuto vincere.

Il percorso è lungo, chi perde fiducia vuol dire che non è tagliato per questo mestiere.
Il nostro modo di fare calcio è nettamente migliore rispetto agli anni scorsi. E' propositivo, elegante. Si basa sul fraseggio, sul pressing alto, su una difesa alta che mette in offside gli avversari, su meccanismi e automatismi che per funzionare bene richiedono assimilazione e quindi tempo. Per ora è un gioco poco cinico, è vero, perchè anche ieri sera abbiamo creato sette o otto palle gol mostruose e ne abbiamo insaccato solo una. E, per ora, i meccanismi difensivi (non della difesa, ma difensivi, sono due cose ben diverse) non girano come dovrebbero (cinque errori da matita rosso in 40' a Pescara sono decisamente troppi). Ma si intravedono ampi margini di crescita. Se Ferrero lascia in pace Giampaolo e sopporta la pressione dei soliti cento o duecento incompetenti che già ora chiedono il cambio del tecnico (a Genova siamo straordinariamente competenti, pazienti e civili, oltre che innamorati persi di quei magici colori, ma duecento imbecilli li abbiamo anche noi eh), entro un annetto o più potremo vedere cose ottime.
Abbiamo giovani di valore e tre o quattro elementi di notevole talento. Occorre solo aver pazienza. Adesso ci aspettano quattro partite non semplici, dobbiamo cercare di non perdere serenità comunque vadano.

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sabato 15 ottobre 2016

Calcio all'italiana

Fra i presidenti di squadre di calcio in Italia ci sono delinquenti, pregiudicati, persone che hanno comprato partite, malavitosi. Gente che ne ha fatto di ogni. Poi viene fatta una legge che dice che chi ha avuto problemi con la giustizia, anche piccoli, non può fare il presidente. Anche se ha già pagato la sua pena. Bene... Ovviamente per i reati commessi da una certa data in poi, quindi fior di delinquenti potranno continuare a fare i presidenti, tutti praticamente, tranne, probabilmente.... Ferrero, che ha patteggiato un annetto per vicende extra calcio e antecedenti al suo ingresso nel calcio. Non me ne frega niente, ma è solo per dire che è una vaccata che protegge i soliti noti. Il fatto è che Ferrero, coi suo mille difetti, ha pure qualche pregio; in particolare: è spontaneo e ha portato una ventata di novità nel calcio. Due colpe enormi in questo ambiente ipocrita, paludato e gestito sottobanco dai soliti figuri.
Naturalmente non si parla mai del fatto che a breve Juve e Fiorentina potrebbero essere accusate di falso in bilancio per non aver accantonato le somme corrispondenti ai risarcimenti di Calciopoli che presto si vedranno costrette a sborsare (la ragione è che truccando i campionati fecero retrocedere il Bologna e altre squadre, ci sono sentenze definitive). Nè si parla del fatto, cui accenna Ziliani oggi, che non sarebbe nemmeno regolare, probabilmente, l'iscrizione al campionato di queste due società. Che dire poi del fatto che si consente da anni a una società di fregiarsi in tutte le occasoni ufficiali di due scudetti che non ha vinto? (Li comprò, nel caso). Avete mai sentito di diffide, multe, penalizzazioni?
Il solito schifo italiota, non dissimile da quello che ha partorio l'immensa vergogna di Calciopoli.

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giovedì 13 ottobre 2016

Telecamere negli asili

Si parla di una legge sulle telecamere negli asili.
La trovo una buffonata, non mi stupisco dunque che sia argomento di discussione politica in queste settimane.
E' la classica risposta sbagliata a un problema reale.
Occorre rendere più severe le selezioni delle maestre e di chi in generale e a vario titolo si occupa di bambini, di anziani e di disabili. Occorre prevedere seri controlli periodici. Occorre punire severamente e in tempi rapidi chi commette questi odiosi reati. Non serve altro.
Non ha senso prevedere le telecamere: si può criminalizzare un'intera categoria per via di una decina di mele marce? Allora se un postino butta le lettere nel fiume, anzichè consegnarle (per esempio per far prima) dobbiamo far pedinare tutti i postini? E se un medico palpeggia le pazienti, mettiamo le telecamere in tutti gli studi medici?
Io non mi stupisco che gli eletti abbiano simili idee. Innanzitutto perchè non sono eletti ma nominati da tre o quattro personaggi del tutto discutibili, e poi perchè anche quando erano eletti non erano certo gli "eletti" fra di noi.
Questo non toglie che considero feccia chiunque picchia o tortura psicologicamente i bambini, ma le telecamere sono una soluzione solo per le menti semplici.


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mercoledì 12 ottobre 2016

In attesa del 4/12

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domenica 9 ottobre 2016

Gustavo, resisti!

Scalfari insiste. Adesso parla di democrazia oligarchica, per giustificare il precedente editoriale in cui diceva che la democrazia, se non è diretta (utopia), è sempre oligarchia.
Permane un errore di fondo: Scalfari chiama oligarchia prima e democrazia oligarchica adesso quella che in realtà è la democrazia rappresentativa. L'oligarchia resta una cosa ben diversa.
Poi, è chiaro: di democrazie rappresentative ne esistono di diversti tipi, vedi la nostra attuale che ormai, nella sostanza, di democratico ha poco e avrà ancora meno se il 4 dicembre vincerà il sì, specie se permarrà questa legge elettorale.
Ma l'oligarchia è un regime totalmente diverso.
Perché insiste?
Perché Zagrebelsky deve avere anche questa spina (dall'amico Eugenio), dopo la tortura renziana?
Gustavo, resisti :-)

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sabato 8 ottobre 2016

La rottamazione

La rottamazione faceva sperare (i gonzi). Quando ne parlò Renzi, sembrava una vera innovazione, la chiave del futuro. Ci ho creduto anch'io, per due ore. E, se per rottamazione intendiamo eliminare le zavorre, i corrotti, i freni di questo paese, e incentivare le parti positive, allora possiamo essere d'accordo. Ma per Renzi rottamare, lo abbiamo capito presto (io subito in verità) vuol dire far fuori chi c'e' ora, non importa se di valore o no, e mettersi lui e altri al posto di questi. Uno Zagrebelsky, agli occhi di Renzi (qui interpreto) è il passato, è da rottamare, perché non vuole cambiare (anche se il cambiamento è in peggio), è vecchio, è un parruccone o un gufo. E invece, a mio opinione, una persona come Zagrebelsky ha un valore immenso per il nostro paese, di persone come Renzi e molti altri suoi collaboratori potremmo fare a meno senza problemi, anzi. Benché non sia normale che un paese debba sperare per il suo futuro nel lavoro di ottanta-novantenni (Papi, Napolitano), senza proporre mai forze nuove (e valide, solo nuove non basta), l'età non c'entra mai, come il sesso.

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Il prof e l'alunno che non ha studiato

Zagrebelsky dice che i nuovi senatori non potranno materialmente svolgere due funzioni diverse (esempio sindaci e senatori), una delle quali, come senatore, ha competenze infinite, fra cui i rapporti con l'Europa, etc. etc. e subito Renzi interviene parlando dei fondi europei mal spesi; il professore dice che ci saranno problemi giuridici nel fatto che un sindaco sarà anche senatore, e subito Renzi interrompe e dice che lui è stato sindaco etc; Zagrebelsky parla di rapporti tra Stato e Regioni nella questione delle grandi opere come discariche o ponti sullo stretto e subito Renzi parte a parlare del punto sullo Stretto. Il professore non sa più che pesci prendere, sta parlando a una persona che non ha gli strumenti per capire quello che lui sta dicendo. Il professore pone questioni costituzionali, sviscera gli aspetti tecnici, esplora le implicazioni giuridiche; Renzi che su questi terreni ne sa quanto io ne so di gemmologia scivola e allora per aggrapparsi svicola: parla dell'attualità, di quello che ha fatto, di quello che non hanno fatto i suoi predecessori etc. Uno parla della riforma della Carta, dei suoi difetti, l'altro parla dell'attualità, fa campagna elettorale, sparge fumo, cerca di far confusione per mascherare la sua agli occhi degli astanti. Il professore dice che un sindaco che dovrà recarsi in Senato non potrà svolgere bene i due lavori e che di certo per fare bene il senatore non basterà andare a Roma una volta al mese; Renzi risponde dicendo che quando era sindaco andava a Roma una volta alla settimana; il professore risponde: ma per occuparsi a Roma della sua città, non per fare tutt'altro e molto di più... ma tanto Renzi non capisce, e ricomincia a parlare, afferma che il sistema che è in discussione c'e' anche in Germania e in tanti altri paesi, il che è falso, e anche Zagrebelsky lo dice. L'articolo 70 è scritto coi piedi, il prof. lo analizza evidenziandone le storture, Renzi dice che è chiarissimo ed uguale a quello degli altri paesi del mondo (falso). E poi lo irride, lo interrompe, lo tratta con aria di superiorità, come se si trattasse di un vecchio col cervello andato o di un parruccone che non vuole progredire e che non è calato nella realtà ma immerso nei suoi polverosi libri; gli attribuisce cose che non ha detto e toni che non ha avuto, lo tratta da professorone fuori dalla realtà. Uno spettacolo pietoso, umiliante più per REnzi secondo me che per il professore, che ha semplicemente trovato un alunoo completamente impreparato; fossi un amico di Renzi avrei spento la tv per non soffrire.

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Marino, Roma, Pd

Quel che Renzi e il Pd fecero a Roma con Marino non ha niente a che fare con la democrazia. Se è giusto dimettersi per un'indagine, allora il PD dovrebbe dimetterne decine, e invece aspetta la Cassazione a babbo morto. Se invece, come dice Orfini (...), è giusto dimettersi perché si governa male (?), allora è il consiglio comunale che nel caso sfiducia il sindaco (eletto dai cittadini), non un partito convocando a forza i consiglieri da un notaio.
La riforma della Costituzionale (illegittima, non condivisa, pericolosa, scritta malissimo) va bocciata appunto perché già adesso la democrazia è violata nella sostanza rispettandone (non sempre) la forma; dopo sarà più facile spadroneggiare.

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giovedì 6 ottobre 2016

Renzi cosa?

Io davvero non capisco come si possa sostenere che Renzi ha vinto il confronto con Zagrebelsky officiante Mentana. Chi lo fa è in malafede o ha simpatie personali per uno dei due contendenti; oppure, terzo caso, non è in grado di capire di quel che si discute (e sono tanti). Io l'ho vista con estrema attenzione per imparare, e la sto riguardando, perché da Zagrebelsky si impara, perché sa. E Zagrebelsky, pur essendo sicuramente poco televisivo e meno mediatico di Renzi, ha studiato molto bene la materia, la insegna, sa spiegarla, ha fatto una prestazione eccezionale. E' stato misurato, preciso, didattico e molto paziente. Renzi ha annaspato dal primo all'ultimo minuto. Ha avuto solo una fortuna: che Zagrebelsky è erudito ma poco scaltro dal punto di vista dei confronti "politici" o "politico-televisivi"; se fosse stato scaltro, avrebbe potuto distruggere Renzi, mettendolo all'angolo diverse volte, invece ha preferito servire la verità più che ridicolizzare un avversario che invece non ha perso occasione per prenderlo bonariamente in giro e disturbarlo, dal basso della sua incompetenza costituzionale. Renzi ha svicolato, ha cambiato argomento, si è arrampicato sugli specchi, ha fatto una pessima figura, ma televisivamente anche chi non sa nulla o ha torto può apparire smart, perché mentire è questione di due secondi, per smentire ci vuole di più; raccontare balle è facile, per smontarle ci vuole tempo; una battutina sciocca fa molto più effetto di un ragionamento fondato.

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Il posto al cinema

Sicuramente chi anni fa ha deciso di introdurre l'assegnazione obbligatoria dei posti al cinema avrà le sue ragioni, che potrebbero anche essere una legge italiana o europea: non lo so e non mi interessa. Trovo la cosa comunque stupida. C'e' chi è un po' sordo e vuole stare qualche fila più avanti; chi soffre gli alti volumi delle sale e vuole stare in fondo; chi preferisce una sedia laterale, chi centrale, etc. Dato che un film costa caro, spesso le sale sono sporche a causa della maleducazione degli spettatori e siamo pure costretti a sorbirci diversi minuti di pubblicità prima della proiezione, direi che farci scegliere il posto mi sembrerebbe il minimo. Non vedo davvero cosa ci sia di sbagliato, inadeguato, antico o pericoloso nel vecchio sistema, quello che è nato con l'uomo: chi prima arriva meglio alloggia, magari senza il vizio di occupare 10 posti con borse e maglie in attesa di fantomatici amici o parenti in ritardo, è ovvio. Se uno vuole un posto particolare, arriva 20 minuti prima; se non gli importa, arriva a filo: semplice, no?
Alle Poste o in situazioni simili il numerino per l'attesa ha un senso eccome: evita bisticci, tanto per dirne una (poco importa poi che il software che gestisce le precedenze segua una logica ingiusta e cretina). Al cinema la cosa del biglietto con fila e sedia non ha senso.
Ripeto: non vedo controindicazioni o effetti collaterali negativi nel vecchio sistema, ce è anche il più giusto: premia chi si muove prima, chi impegna tempo; punisce, si fa per dire, chi arriva sempre in ritardo.
Oggi in una sala di 100 posti capita spesso che le 7 persone presenti debbano stare appiccicate, senza poter scegliere il posto preferito e senza poter appoggiare sulla sedia accanto borsa, cappotto, e altro. Se la sala fosse piena capirei, ma così è assurdo. Senza contare che se ti capita davanti il capellone alto due metri e tu sei alto 1,50 puoi spostarti, col vecchio sistema... Basterebbe vendere i biglietti in numero pari alle sedie libere, per evitare problemi, tanto più che mentre anni fa potevi vedere il film tre volte, ora il biglietto vale per uno spettacolo e basta, quindi se venisse indicato sul biglietto non potrebbero esserci più persone che poltrone e in prima fila a dover stare col collo storto ci finirebbe chi lo merita cioè chi arriva per ultimo.
Purtroppo una delle peculiarità dell'essere umano, oltre a quella di complicare le cose semplici, è quella di modificare (generalmente male) le cose che funzionano, invece di concentrarsi su quel che va a rotoli. Ecco perché siamo messi come siamo.

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(img: www punto torino-news24 punto it)

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mercoledì 5 ottobre 2016

Cafè Society, di Woody Allen

"Che segata... non capisco perchè questo qui faccia un film all'anno". Lo dice il tizio che, con presumibile moglie al seguito, ha appena finito di guardare, sulla poltrona accanto alla mia (7 persone in tutta la sala, ma rigorosamente attaccate l'una all'altra a gruppi per via della demenziale procedura dell'assegnazione dei posti) l'ultimo film di Woody Allen, Cafè Society. Pare sui sessanta, capello bianco, jeans. Aggiunge, rivolto alla moglie: "E' come I love you... " La moglie corregge: "Tutti dicono I love you"... E lui: "ma quello era meglio".

Un film grandioso segna il mio ritorno al cinema dopo tre anni.
Io adoro Allen, ma il talento è oggettivo. Una commedia agile, nostalgica, divertente e amara.  Un piccolo gioiello che affronta alcuni dei temi cari ad Allen nel suo solito modo ironico che fa riflettere, garbato e suadente, carezzevole. Confezionata con cura e maestria Cafè Society è, soprattutto, cinema puro, perché Allen è cinema. Un buon panettiere fa buon pane, Allen fa cinema. Le sue opere hanno garbo, estrema cura degli ambienti e dei costumi, musiche deliziose, testi sublimi e soprattutto i tempi giusti, i tempi del cinema. Allen ha una padronanza del mezzo a tratti sorprendente. Un film all'anno, non tutti grandiosi, ma francamente il peggiore può sempre definirsi "discreto", a mio parere; non tutte le ciambelle riescono col buco, ma quando non fa il buco (accade di rado) Allen fa comunque una ciambella deliziosa. Qui, poi, c'e' pure un bel buco.

Non è necessario che tutti lo amino o lo capiscano. Se non apprezzi una cosa, ciò non vuol dire che la cosa non sia apprezzabile. Il tempo gli darà ragione ancor più di quanto non faccia oggi: in fin dei conti in Europa è molto amato.

E' un uomo mai banale, nei suoi pensieri e nelle sue interviste. Ottimo scrittore, attore solo discreto, è un regista delizioso. Sa fare cinema: sembra poco, è tantissimo.  Non tutti i film che guardiamo sono cinema, anzi: pochissimi. Siccome la qualità è bassa in generale, tendiamo ad accontentarci e ad abbassarre i nostri standard; quando arriva Allen, dobbiamo ritarare gli strumenti.

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martedì 4 ottobre 2016

Le truffe telefoniche e il male minore

Oggi all'ora di pranzo mi chiama una tizia, numero 081-1874****. Dice: "Buongiorno, Eni Gas." E io sono cliente di Eni Gas, perbacco! Ci sarebbe -continua- una riduzione del costo del gas, etc etc, (wow!) per applicarla abbiamo bisogno della conferma di alcuni dati, es, il PDR.

Io dico: e come faccio a sapere che siete Eni Gas davvero?

(Nota: col PDR e i tuoi dati anagrafici i furboni compilano un contratto di cambio fornitore, lo firmano con una sigla fasulla e te lo mettono in quel posto).

La tizia risponde: uhm... allora prenda la bolletta che glielo dico io e vediamo se è così. Io rispondo: non ho la bolletta con me. E penso: ma se me lo dici tu il PDR allora ce l'hai, perchè mi chiedi conferma? La bolletta da cui io lo leggo ce l'hai pure tu, che sei Eni Gas, l'hai emessa tu....

Sono pezzi di merda che truffano le persone, tutto qui. Sai con quanti ci riescono? Anziani, distratti, sprovveduti... che si ritrovano con un fornitore diverso senza aver deciso nulla.

In serata chiamo Eni Gas... concordano con me che chiedere il PDR è strano, loro non lo fanno. E aggiunge, la ragazza: una riduzione comunque c'e' davvero, sul costo del gas. Bene, dico io, sarà applicata allora. No, dice lei, se lei non chiama e la chiede, no. Avete capito il sistema (di merd@)? Comunque domani mi chiameranno gli originali (quelli che non applicano una riduzione se non li chiami tu ma applicano subito l'aumento tariffario indipendentemente dal fatto se li chiami o no) e mi faranno fare la registrazione vocale per accettare la riduzione (mi pare folle); forse in mattinata richiamerà anche quell'altra, la truffatrice che si spaccia per Eni Gas: non aspetto altro.

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lunedì 3 ottobre 2016

Gli 80 di Berlusconi

Silvio Berlusconi compie 80 anni. Io penso di lui quel che pensavo quattro o cinque anni prima che entrasse in politica. Perché io non l'ho scoperto quando è sceso in campo e non mi sono fatto abbindolare dai suoi modi da piazzista, come moltissimi Italiani nel '94 e molti per vent'anni (alcuni ancora oggi!). Ne pensavo male, avendo conosciuto il suo modo di pensare e di agire grazie al calcio, ben prima che si imponesse come "politico". E adesso, dopo tutto quel che è successo, ne penso male, anzi peggio. Quando morirà, mi dispiacerà per il dolore di chi gli avrà voluto bene come padre, fratello etc. (non come politico o imprenditore o affarista), ma non cambierò la mia idea: perché dovrei?
La morte non migliora la tua vita, anche se in questo paese dei morti si parla sempre come se fossero stati tutti santi in vita. Sulle celebrazioni di questi giorni, incluse le autocelebrazioni sulle reti Mediaset, non mi soffermo: non meritano la mia attenzione.

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domenica 2 ottobre 2016

Brodino

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Oggi nessun torto arbitrale, anzi direzione buona (ohibò); campo buono; tempo ottimo; avversari mai pericolosi (molto fallosi), ma mai davvero pericolosi (non ho sofferto un solo istante); gioco discreto anche se non da barcellona, ok; una quindicina di opportunità create in 90' e di queste almeno 7 occasioni da rete chiare. Ciò nonostante sino al 94' 0-1, sull'unico tiro del Palermo (Viviano n.g., per dire). Fortuna che Fernandes ci mette 'na pezza allo scadere, ma insomma: il periodo in cui non ne va una dritta continua, olé. Giochi male, perdi. Giochi bene, perdi (o come oggi strappi un punto, senza anestesia, un secondo prima della fine del mondo). Giochi così così, perdi. Se l'arbitro ha digerito male e sbaglia, sbaglia contro di noi (3 errori decisivi e netti in 7 partite). Se si deve scatenare un diluvio, lo fa sul 2-1 per noi. Se si deve prendere un palo, lo prendiamo noi. Se al primo tiretto gli altri vanno a punto, sarà con noi. Andiamo avanti, periodi così finiscono prima o poi, d'altra parte il maestro è bravo e gli alunni si applicano; gli spettatori sono incredibili come sempre. Il resto verrà, e se non verrà ce ne faremo come sempre una ragione, è nel nostro dna sapercela fare, questa ragione

(img: itrentenni punto com)

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Leggo Scalfari e lo rileggo: avevo letto bene!

Leggo Scalfari stamane su Repubblica e rileggo per essere sicuro: avevo letto bene.
Non contesto il suo giudizio sul confronto Renzi-Zagrebelsky : secondo Scalfari lo ha vinto per 2-0 il premier non eletto.
E' quando passa ad argomentare questa affermazione che la sorpresa si fa grande.

Punto primo, Zagrebelsky ha sbagliato perchè pensa che l'oligarchia sia una cosa diversa dalla democrazia, invece è la democrazia (parla di questa che abbiamo noi, la rappresentativa, esclude quindi quella diretta che Scalfari aborre). Quindi democrazia = oligarchia.
Io ero sempre stato convinto, ma chissà perché, che l'oligarchia fosse qualcos'altro...

(TRECCANI) oligarchìa s. f. – Forma di regime politico in cui il potere è nelle mani di pochi, eminenti per forza economica e sociale: l’o. dei Trenta tiranni nell’antica Atene; anche, il gruppo che detiene il potere in una tale forma di governo. Per estens., gruppo ristretto di persone che esercita, generalmente a proprio vantaggio, un’influenza preponderante o una supremazia in istituzioni, organizzazioni ed enti economici, amministrativi e culturali, e anche l’istituzione, l’organizzazione o l’ente retti in questo modo: il controllo totale dell’industria è ... in mano di un’o. industriale e bancaria abbastanza estesa (Piovene).

Capite bene la mia sorpresa. Su queste fondamenta Scalfari costruisce il suo articolo domenicale, in cui tuttavia mostra la sua notevole erudizione.

Secondo punto: Renzi è un buon premier e addirittura un buon politico europeista. la ragione? Tutta una serie di misure, manovre, decisioni che Renzi non ha mai preso e mai prenderà e che Scalfari elenca bellamente come se Renzi avesse voluto prendere, avesse già preso o avesse davvero intenzione di assumere.

Sarò io che mi son svegliato male, ma in questa riflessione scalfariana domenicale mi pare che ci sia qualcosa che non torna; anzi, tutto.

http://www.repubblica.it/politica/2016/10/02/news/zagrebelsky_renzi_scalfari-148925679/

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sabato 1 ottobre 2016

Aberrante prima ancora che sciocco

Hillary avrebbe certamente potuto ironizzare sui capelli di Trump o sui suoi proclami che grondano razzismo; Trump avrebbe potuto poco sportivamente alludere alle stagiste molto attive sotto la scrivania della stanza ovale ai tempi della presidenza di suo marito: normale schermaglie fra due candidati alla Casa Bianca che si affrontano nel classico dibattito televisivo, colpi più o meno bassi che ci si può anche aspettare.
Ma Renzi, a Otto e mezzo, era il premier, mentre Travaglio era lì come direttore di un giornale, officiante la Gruber: non erano due candidati che devono rendere conto del loro passato e delle loro idee per il futuro ai cittadini, per convincerli a votarli.
E' dunque aberrante quello che Renzi, nell'ambito di una trasmissione comunque infarcita dalle sue squallide o false affermazioni, ha detto ad un certo punto: aberrante, prima ancora che sciocco, fuori luogo e, ovviamente falso.
A Travaglio che gli chiede conto di varie cose, come un giornalista dovrebbe fare e come quasi nessun giornalista fa (crescita economica insoddisfacente, misure economiche inefficaci, riforma scritta coi piedi, etc), Renzi ad un certo punto risponde parlando del calo di vendite del Fatto (dato peraltro falso).
Penso che all'estero un'affermazione del genere non avrebbe fatto ridere solo perché nessuno l'avrebbe capita, nel senso che sarebbe inaudito per un premier a cui vengono mossi dei rilievi controbattere citando i dati di vendita del quotidiano per cui lavora il giornalista che quei rilievi sta muovendo...
Lo stesso imbarazzo abbiamo provato quando Renzi ha detto che fra Italia e Germania Travaglio tifa Germania, alludendo a quel che Travaglio un giorno disse sul fatto che era dai tempi di Bearzot che la nazionale di calcio non lo entusiasmava.
Mi complimento con chi ha studiato Travaglio per poi fornire a Renzi due o tre spunti per attaccarlo in tv, ma ripeto: non sono candidati in competizione, quindi il comportamento di Renzi è stato, prima ancora che sciocco, aberrante. E fuori tema.
Un giornalista fa domande, muove rilievi, critica, evidenzia incongruenze; un politico rende conto del suo operato ai cittadini. Una dinamica banalmente democratica a cui Renzi è poco avvezzo.

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