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martedì 31 ottobre 2023

La guerra infinita

Israele-Palestina, questa roba triste esisteva già prima che nascessi. E’ triste e complessa, e io non ho la capacità di spiegarla bene (leggete Travaglio, lui ce l’ha).
Tuttavia alcune cose sono indiscutibili, alla luce soprattutto degli eventi degli ultimi anni.
1- Netagnau è, come Sputin, un criminale. Sta compiendo crimini di guerra. Mi ha sempre fatto ribrezzo. Perché non viene denunciato e ricercato? Quanti bambini innocenti deve uccidere ancora? Un bambino israeliano ucciso dalla feccia di Hamas quanti bimbi palestinesi vale?
2- Mi fanno schifo Hamas (sono luridi terroristi) e chi in Israele supporta Netagnau. Sono dalla parte dei Palestinesi che non supportano Hamas e degli Israeliani che non supportano Bibi the Killer.
3 - La Shoah non c’entra nulla, chi la tira dentro al discorso è un minchione.
4 - Che Israele abbia il diritto di esistere devo precisarlo? Davvero? Siete così idioti? Ok, ce l’ha. Come tutti. Come i Palestinesi che non supportano i terroristi.
5 - Hamas (feccia e ingiustificabile, autore di orrendi crimini, da eliminare) è stato supportato e aiutato per anni da Netagnau. Eh già...
6 - Qualsiasi nefandezza faccia Hamas (dai terroristi mi aspetto nefandezze) non giustifica nessuna nefandezza fatta da una democrazia quale Israele (da una democrazia non mi aspetto nefandezze).
7 - Nessuno, fra arabi e ebrei, ha mai voluto la pace; quei pochi che ci han provato sono stati uccisi da folli o dal Dio che ogni domenica pregate (più volentieri se d’inverno il prete accende le stufe).
8 - Bombardare un ospedale pieno di malati è folle anche se sotto l’ospedale ci fosse davvero una base di terroristi.
9 - Radere al suolo edifici civili (già abbattuti il 45% di quelli di Gaza) e massacrare 8000 civili per vendicarne 1400 è folle e criminale.
10- Uccidere 8000 persone a caso (perlopiù ragazzi e bimbi) per dare la caccia ai terroristi è criminale.
11 - Esistono diversi rapporti Onu che definiscono “apartheid” quello che Israele ha fatto e fa. Sono d’accordo con questa affermazione anche Francesca Albanese (relatrice Onu sui territori palestinesi occupati dal 2022), Amnesty International, Humans Right Watch, B’Tselem e Yesh Din (due organizzazioni umanitarie israeliane), diversi politici israeliani (Barak, Aloni, Sharid, Ben-Yair, Liel) e poi anche Desmond Tutu (Nobel per la Pace e uno che l’apartheid lo ha combattuto), Motlanthe, Mbete, Kasrils.
12 - Non è genocidio? Non ancora, semmai.  Non è pulizia etnica? Stiamo a vedere...
13 - Invitare i Gazawi a spostarsi a sud per poter bombardare il nord e poi bombardare anche il sud, come spossiamo definirlo?
14 - Israele ha il diritto di difendersi e anche quello di dare la caccia a chi compie crimini contro di esso, ma questo non vuol dire che può commettere abomini e violare le leggi internazionali. 
15 - Una guerra la fa uno Stato contro uno Stato, non contro terroristi luridi che infestano un altro Stato (che peraltro è occupato proprio dallo Stato che fa la guerra).
16 - Come afferma Albanese (ONU), Gaza è un territorio occupato: come altrimenti definire un territorio da cui non puoi uscire e in cui Israele controlla luce a acqua?
17 - La posizione uffiiale dell’Italia (che nemmeno vota una risoluzione che chiede il cessate il fuoco) fa schifo.
18 - Meloni non si azzardi più a offrire il nostro sostegno di popolo italiano a un governo di estrema destra che sta massacrando innocenti. Parli a nome personale. E si rilegga i suoi tweet pro Palestina di qualche tempo fa...
19 - Guteress (segretario generale Onu) ha fatto un discorso equilibrato e giustissimo. Chi lo contesta non sa leggere o è scemo o è in malafede.
20 - Chi in questi 19 punti vede una giustificazione di Hamas è un cretino integrale oppure un disonesto intellettuale conclamato. 

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sabato 28 ottobre 2023

Anche loro sono increduli

ll modo in cui trattate cani e gatti vi qualifica.
A volte come persone violente, perché chi fa del mal3 a un animale è un essere schifoso e può facilmente farne a un essere umano.
Ma molto spesso vi qualifica come idioti, perché trattate i cani e i gatti come persone e questo è segno di malattia.

Trattare bene un animale non vuole dire che un cane è un figlio, né che va trattato come una persona. 
Sono due cose diverse.
La prima è tpica delle persone perbene, che amano gli animali e ne gradiscono la compagnia e l’aiuto.
La seconda è tipica dei disturbati.
E, ahimè, questa seconda categoria è quella prevalente in Italia.
Chissà perché un figlio è sempre un barboncino e mai un ragno peloso largo trenta centimetri o un topo, eh?

Gli stessi cani e gatti non si spiegano questa cosa: li vedi, sono increduli. Non si capacitano del fatto che gli uomini insistano a trattarli come bambini (a volte meglio) né credono al fatto che la loro nerda sia raccolta dai padroni: ma stanno zitti, perché non vogliono rompere questo incantesimo che li fa razza padrona. Qualsiasi alieno dopo poche ore di osservazioni deciderebbe di trattare coi cani e coi gatti per questione inerenti alla Terra...

L’unico inconveniente che hanno cani e gatti, se vogliamo dirla tutta, è quando decidete di castrarli... O quando impedite a due cani che si incontrano per strada di socializzare o impedite al vostro cane, durante la passeggiata (che dovrebbe essere pensata per lui) di annusare dove preferisce, e lo tirate via in malo modo con la catena che siete soliti mettergli al collo. Un cane incontra una cagna e vorrebbe ingropparsela seduta stante, senza tante balle, ma deve rinunciare: non è vita... Per il resto, vivono da re.

Ora dovrei parlare dei milioni di euro che si spendono per i quadrupedi e dei bimbi che muoiono di fame (1 ogni 5 secondi): ma son cose che sotto sotto sapete... Se dovete aiutare un migrante, gli suggerite di tornare a casa; per un cane date via un rene.
Ripeto: questo non è voler bene a un cane. Questo è non essere stato presente il giorno in cui distribuivano i neuroni. 

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martedì 17 ottobre 2023

Non chiedo quel che so di non poter avere

Si sta avvicinando il Natale peggiore della mia vita. 
Sì, ok, c’è l’anno in cui è morto mio padre, ma quello è troppo facile, è fuori gara.
Sì, certo, mi lamento e non penso a chi adesso è in guerra, o all’ospedale, o su una sedia a rotelle, mentre io sono sano e vivo in un Paese che non è in guerra (o perlomeno: in una guerra di tipo tradizionale). Lo so, ma ragionando così, dato che, per quanto tu possa star male, esisterà sempre almeno una persona che sta peggio di te, possiamo chiudere con tutti i discorsi: ha senso?
Eliminate così le minchiate che di solito ti sparano contro quando inizi un discorso di questo tipo, arriviamo al nocciolo dlla questione.
Non posso esserne certo, ma queste sono le aspettative. 
Semplicemente, sarà il punto più basso degli ultimi anni, che a loro volta sono i più bassi di una vita: è dunque facile arrivare alla mia conclusione.
Ci arrivo senza fretta, senza squilli. Gradatamente, ma inesorabilmente, gradino dopo gradino ti accorgi di essere sceso per una scala molto lunga.
Se poi paragono gli ultimi tre anni, per dire, alla media di dieci anni a caso più vecchi anche solo di sei o sette anni fa, il confronto è impietoso. Si tratta di movimenti non impercettibili ma non vistosi, che però esaminati nel medio e nel complesso fanno impressione. Vedi il dislivello tutto insieme e ti rendi conto che non era solo una sensazione.
Di chi è la colpa? Del mondo infame, verrebbe da dire in questi casi. E probabilmente è così. Ma non puoi andare contro il mondo, o contro buona parte del mondo, quindi mi adatterò a dire che è colpa mia, che in questo mondo non so stare, che per questo mondo non son fatto: intima percezione che mi accompagna, a ben vedere, da sempre. E che potrebbe aver contribuito a far andare le cose per il verso sbagliato, certo (diamo il contentino allo psicologo dilettante di turno).
E’ una lenta scivolata. Da lontano sembro fermo: sono declini riservati, che non amano far chiasso. Ma se confronti due punti dopo un intervallo di tempo non minimo, capisci ogni cosa.
Perché non reagisci? Volere è potere. Se pensi di farcela, ce la farai. La vita è nelle tue mani. Sei tu che devi credere in te stesso. 
Di frasi così ne potrei citare almeno quattro volte tanto. Ognuna di esse è vera, quanto è falsa e inutile. Quando scivoli, non serve che qualcuno ti ricordi che se vuoi puoi fermarti, perché altrimenti non staresti scivolando.
Sto chiedendo aiuto con questo post? Francamente: no. Ma non perché sono superbo. Il fatto è che se ti salvi ti salvi da solo e quando affondi affondi e basta. E poi a nessuno importa niente di nessuno, questa è una cosa che molti di voi ancora faticano a capire. Quando dici che non potresti vivere senza una certa persona, non lo stai dicendo o sentendo perché vuoi a lei bene, ma perché pensi agli effetti che la sua scomparsa avrà su di te: sei sgomento non per lei, ma per te, per quanto soffrirai, per come cambierà la tua esistenza.
Gli oggetti che mi circondano (alcuni da una vita, è il caso di dirlo) e che il giorno della fine saluterò per sempre lasciandoli in mani pessime o nelle mani di nessuno (è la stessa cosa, senza di me saranno persi e io senza di loro) da qualche anno sono distanti. Ci guardiamo poco e male. Ci sono cose ferme da anni, progetti abortiti, percorsi ancora alle battute iniziali, idee che ormai si sono perse per strada. E’ tutto fermo, come se si fosse fermato il tempo, che invece si è messo a correre sempre di più.
E quel che si muove va male. A volte per interi giorni non vedo una cosa andare per il verso giusto, anche le più banali. E’ una cosa sconfortante che alla lunga diventa veramente insopportabile. Forse, se incontro solo auto in senso contrario, ho imboccato io il senso vietato...
E’ una sensazione strana: come essere alla deriva su un placido specchio d’acqua e con le mani legate.
I giornali non lo pubblicheranno mai, troppo lungo. Ne faranno un sunto, fatto male. Ma io non vedrò, quindi non soffrirò. Ho trovato una cosa positiva, finalmente.
Nulla ha più lo stesso colore di prima. Il calendario mi si sbriciola fra le dita. Navigo a vista, e con un solo occhio. 
Apparentemente sono quello di dieci anni fa, ma se la torre all’esterno è uguale, dentro manca poco al collasso e la polvere che farà sarà così tanta... Ma poi si poserà e tutto ricomincerà, senza la torre. Succede sempre così.
Presto gli scricchioli si faranno sentire e ne deturperanno un poco anche l’aspetto (sarà quando direte: da lui non me lo sarei aspettato, non è da lui, un tempo non gli sarebbe successo, e amenità simili), fino al botto.
In questi ultimi giri non ho la voglia di perdonare nessuno. Penso sempre male di quelli di cui pensavo male. Non finirò pacificato, sarebbe un’adulterazione. La lenta discesa a un certo punto farà una curva un po’ più stretta dopo la quale non vedi cosa c’è fin quando non l’hai superata.
Perché scrivo tutto questo?
E tu, perché lo leggi?
Torna a fare quello che stavi facendo.
So che non avrai sensi di colpa, tranquillo.
Dimenticami, so che ce la farai.

— autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.

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martedì 10 ottobre 2023

Le consuete pagliacciate

FacciaLibro, il social gestito da Marchino Faccia Triste, quel social tristemente noto per avere un apparato censorio che a fronte di utili milionari costa due euro all’anno e che ragiona come un criceto sfavato e appena uscito da un’operazione al cervello fallita, mi comunica che ha eliminato un mio post di parecchi giorni fa (complimenti per la reattività). Motivo ufficiale: sicurezza informatica. Motivo reale: siete discretamente buffoni.
In quel post invitavo gli amici e non a leggere la poesia di un poeta e, nel caso fosse piaciuta, a votarla, e mettevo il link a un concorso di poesia.
Faccialibro prova a spiegarmi il motivo della decisione, ma lo fa in maniera tale che se avesse scritto in egizio ci avrei capito di più, e non è che io sia proprio venuto giù con la piena.
Velo pietoso taglia XXXL.
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L’apparato censorio di FacciaLibro funziona così. 
Supponiamo che Xyxx sia una parola brutta, indicante una dittatura e una ideologia antiumana che ha verniciato di rosso le pareti del secolo scorso (non la scrivo appunto per evitare che il criceto abbia una polluzione notturna). Se io scrivo “amo Xyxx” sono censurato, giustamente (giustamente si fa per dire, dato che Faccialibro, il social di Marchino Maglie Tutte Uguali e Scuse Tutte Sceme non è la polizia, quindi semmai dovrebbe limitarsi a denunciarmi, se pensa che vi siano gli estremi, dato che vigerebbe ancora l’art. 21, e ovviamente tutte le altre leggi, quelle per esempio che non vengono applicate nei confronti di alcuni governanti con busti annessi). Se io scrivo “considero feccia Xyxx” sono ugualmente censurato, perché ho citato quello parola. Se io scrivo “un mio amico dice che Xyxx è buono, ma lui è idiota al 100%” sono censurato, sempre perché ho scritto quella parola.
Il mio caso, poi, quello del link al concorso, fa ancora più pena.
Vostro Onore, è tutto.
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autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.

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