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venerdì 5 dicembre 2008

Ho detto ma non volevo dire quel che ho detto

Oggi su "Il Secolo XIX" un lettore, F. Cabildon, scrive che le parole del Vaticano sui gay sono state "male interpretate, se non manipolate", e spiega perche': la Chiesa non e' contraria a depenalizzare l'omosessualita', solo teme che si arrivi a permettere le adozioni ai gay e a considerare reato esprimere un'opinione negativa sull'omosessualita'.
Il primo punto e' inconsistente: anche se fosse, a) il rifiuto delle adozioni per i gay e' opinione di una confessione religiosa e non necessariamente di uno stato laico e democratico; b) decidere, per questa ragione, di non condannare con durezza chi arresta, condanna, tortura e uccide uomini e donne solo perche' omosessuali, e' miope e criminale. Sul secondo punto direi che sarebbe invece estremamente giusto punire chi, in un discorso pubblico, discrimina una persona in base a ragioni etniche, sessuali o altro (come avrebbe fatto il famoso pastore protestante svedese nella sua omelia).
Che solo possa esistere o essere esisitito uno Stato che considera reato essere omosessuali e' aberrante. Al di la' di questo, la storia e' sempre quella: il Vaticano o il politico di turno dicono una cosa insostenibile o come in questo caso disumana poi, quando attaccati, affermano che sono stati male interpretati, prendendosi gioco, di fatto, di noi cittadini.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


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