Ogni volta che una donna viene uccisa da un uomo si parla della necessita' di nuove leggi. Francamente, non capisco. Si tratta di un omicidio, la legge c'e'; semmai occorrerebbe aumentare le pene (pena di morte in caso di prove certe, per esempio), ridurre patteggiamenti, attenuanti, sconti e sconticini, prescrizioni e buone condotte, ma di nuove leggi non si sente l'esigenza. Chiedere nuove leggi quando ne esistono di inapplicate o quando basterebbe inasprire le pene e' da parolai. Se proprio dobbiamo far qualcosa, modifichiamo l'assurda legislazione vigente che nel 95 per cento dei casi, in caso di divorzio, assegna casa e figli alla mamma e condanna il padre a vivere sotto un ponte con quel poco che gli resta dello stipendio e potendo vedere i suoi figli col contagocce: una legge che provoca i deliri (non scusabili) di chi uccide e che è semplicemente inumana. Tornando invece ai casi di omicidio classici (l'uomo lasciato che massacra l'ex ragazza, ma anche il delinquente che ti uccide per la borsetta), direi che basterebbe giustiziare il colpevole, quando abbiamo prove certe (flagranza, confessione, video): un taglio rapido e netto et voilà, les jeux sont faits.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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