Gli oggetti non si stancano, sono capaci di occupare in silenzio anche per anni il posto in cui un giorno li hai messi , ogni tanto ci posi lo sguardo ma senza pensarci, sovrappensiero, e tiri dritto, loro non si offendono...
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Ti ricordi di quando mi hai acquistato? Era un giorno di pioggia, eri felice, avevi appena lasciato Firenze alla volta di Arezzo, pensavi sicuramente a dove mi avresti messo, e di certo non era quassù... O ricordi di quando mi hanno regalato a te? Sì, è stata lei... all'epoca non l'avevi notata, poi sappiamo come è andata, adesso solo parlarne fa male... Io sono qui da almeno vent'anni, mi avrai tolto la polvere cinque volte in tutto questo tempo, meccanicamente, senza notarmi davvero, ho visto più volte nei tuoi occhi il lampo di chi si chiede se è meglio buttarmi o no e poi rinuncia per pigrizia o per scrupolo, non si sa mai, potrebbe essermi utile (sono una lampada), potrei regalarlo... Non mi hai mai usato per lo scopo per il quale sono nato, mi avrai acceso due volte all'inizio giusto per vedere che effetto facevo e se ti avevano regalato una cosa che funzionava o no, hai preferito accantonarmi per riempire un vuoto con la mia espressione forse buffa per te, adesso è il momento di vendicarmi, ti investo coi ricordi che mi porto marchiati addosso e che per te sono come lame affilate e incandescenti che ti attraversano gli occhi e ti bruciano la mente, ti apro davanti il baratro di un tuo passato, uno dei tanti, uno dei possibili, uno di quelli che non è diventato futuro.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.
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