In Italia siamo (siete) così abituati al giornalista leccacul* o direttamente a libro paga del politico o dell’industriale che quando ne salta fuori uno che, bravo e talentuoso ma con idee proprie, critica tutti quelli che a suo dire lo meritano, e loda quelli che ritiene giusto lodare, senza avere datori di lavori o idoli da leccare, viene attaccato, sminuito e di volta in volta etichettato, ma con tutte le etichette, anche quelle fra loro opposte o incompatibili, a dimostrazione del fatto che il difetto è in chi etichetta e non nell’etichettato.
E’ tipico di un popolo che, sacrificati i suoi neuroni sull’altare del tubo catodico spargifango, e devastato da più di vent’anni di berlusconismo-leghismo-renzismo, ha perso lo spirito critico, la memoria storica e spesso è analfabeta, oltre a nutrirsi di pregiudizi ed essere facile preda di tranelli elementari architettati da grandi fratelli di quarta fila.
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