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sabato 30 ottobre 2010

Su Cassano


Affaire Cassano. Leggo che la colpa della Sampdoria sarebbe stata quella di aver trattato Cassano come un figlio e non come un giocatore. Trovo questa frase davvero assurda e tipica di un giornalismo da strapazzo che non sa nulla di Sampdoria. Io ritengo infatti che questo fattore (cioè l'attenzione all'uomo prima che al campione di calcio), assieme a tanti altri così rari nel mondo dello sport, sia stato e sia la forza della Samp e il fattore che ha permesso di recuperare un Cassano che alcuni anni fa era calcisticamente finito e umanamente mal avviato, grazie anche, si capisce, all'aiuto di Cassano stesso che, ad un certo punto della sua triste parabola discendente, ha deciso di farsi aiutare e si è impegnato molto in questo percorso di redenzione. All'epoca non lo cercava più nessuno ed il Real Madrid voleva cederlo a tutti i costi, al punto che la Samp riuscì molto abilmente a portarlo a Genova a costo zero e facendosi pure pagare parte dell'ingaggio dal Real stesso: un capolavoro finanziario e una scelta coraggiosa ma anche affascinante. La Samp lo ha colmato d'affetto fin da subito, clamorosamente e sulla fiducia: per i tifosi, per la dirigenza, per l'ambiente il passato di Cassano non contava, c'era un ragazzo di grande talento, buono, sincero, generoso che aveva voglia di dare una raddrizzata alla sua vita e alla sua carriera e che aveva tanto bisogno d'amore, di fiducia e di umana comprensione. E a Genova ha trovato tanto amore, quello incondizionato dei tifosi e poi quello di Carolina.

In questi anni è cambiato parecchio, è tornato all'onore del mondo, ha giocato stagioni mirabili, ha deliziato i tifosi blucerchiati con la sua classe discontinua ma cristallina e ha riconquistato la Nazionale. Ha anche fatto qualche piccola "cassanata", come poteva essere altrimenti? Le prime gli sono state perdonate (cosa che nelle altre squadre mai nessuno aveva fatto), perchè erano veniali, perchè comunque l'uomo vale ed era radicalmente cambiato e anche perchè il perdono può far parte di un percorso di rieducazione, le altre gli sono costate qualche giusta punizione, perchè alla Samp ci sono alcune regole e valgono per tutti. A Genova sponda blucerchiata l'ambiente è da sempre fantastico: tifosi passionali e comprensivi, la giusta pressione, città affabile ma riservata, dirigenza seria e competente, possibilità di puntare in alto senza fare follie: chi non si ambienta a Genova, calcisticamente parlando, ha qualche problema, credetemi: è l'ambiente ideale per dare il massimo.

Tutto bene, dunque. Fino a quando Cassano, è notizia di pochi giorni fa, ha deciso di smettere di aiutarsi ed è tornato ad agire senza la mediazione del cervello, così, d'istinto: quell'istinto che in campo gli consente di effettuare giocate pazzesche ma che nella vita lo ha fregato più di una volta, tarpandone le ali di talento mancato. Io so bene chi è Garrone e so bene chi è Cassano: la loro vita passata parla chiaramente per l'uno e per l'altro. Mi piacciono entrambi. Ma non vi è dubbio, sempre che non mi si dimostri che Garrone è diventato pazzo, che Cassano abbia fatto in questi giorni un errore enorme, forse decisivo. Puoi trovare aiuto dall'esterno, nella vita (e a Genova Cassano di aiuto ne ha ricevuto tantissimo, come mai nella sua carriera, e disinteressato), ma se non ti aiuti o smetti di farlo sul più bello fallirai, questo è certo. Un vero peccato, la Samp ha comunque fatto un miracolo in questi anni, con l'aiuto di Cassano; poi Cassano ha smesso di collaborare e quando chi aiuti non vuole farsi più aiutare, allora davvero non c'e' più nulla da fare. Nei prossimi giorni ne leggerete delle belle, sui giornali di proprietà dei grandi club che hanno tutto l'interesse a mestare nel torbido per portarsi a casa Cassano, d'altra parte di Samp in genere se ne parla solo per cercare di destabilizzarla; sappiate che la maggior parte saranno palle e che comunque, se la dirigenza della Samp ha scelto di fare una certa cosa, di sicuro si tratta di un'azione motivata e ragionata. Tutto il resto sono chiacchere inutili.

Quanto a me, io ero contrario all'acquisto di Cassano, proprio per via del suo modo di comportarsi, così poco sampdoriano, e rivendico questa mia posizione, impopolare fino a due giorni fa. Riconosco tuttavia che se la storia si fermasse qui la Sampdoria chiuderebbe comunque in positivo la vicenda, dato che in questi anni ha dimostrato al mondo di essere capace di fare quello che nessuno prima era riuscito a fare e ha ottenuto in cambio un bel contributo sul campo da parte del genio barese, e quindi, alla luce di questo, so bene che la mia iniziale ostilità potrebbe sembrare sbagliata. Sono d'accordo, Cassano ha dato tanto alla Samp e la Samp a Cassano e alla fine acquistarne le prestazioni sportive è stato un affare, tuttavia vedo anche confermata, ancora una volta, la mia impressione iniziale: raramente sbaglio nel giudicare una persona. Non puoi cambiare la testa di un trentenne, i miracoli non sono alla portata di noi mortali; puoi solo mitigarne le intemperanze, smussarne le spigolosità, educarlo e guidarlo, ma alla fine, se non ti segue, la partita è persa. Come con un figlio, dopotutto.

Se la storia finisce qua, la Samp va avanti, come è sempre andata avanti, anche dopo eventi ben peggiori, con tutto il rispetto (la morte di Mantovani, per esempio): conta la maglia, non chi la indossa, e soprattutto conta chi la indossa con rispetto. Ma Cassano finisce qua, sportivamente. Questa è la mia previsione; fondata, statene certi. D'altra parte ognuno ha il diritto di essere ingrato e anche quello di buttarsi via. In questi anni abbiamo conosciuto un ragazzo sincero, spontaneo, buono e generoso, che ci ha piacevolmente sorpreso per queste sue qualità umane. Dal punto di vista calcistico sapevamo già che era immenso e tale si è spesso dimostrato. Ma abbiamo anche avuto la conferma che aveva un problema e che, sia pure mitigato, questo problema lo ha tuttora.

L’attore Corrado Tedeschi (tifoso sampdoriano), osserva: "Cassano è un talento enorme, smisurato. Lui ha dato tanto alla Sampdoria ma la Sampdoria ha dato tanto a lui, lo ha preso quando nessuno lo voleva. E lui non dovrebbe mai dimenticarselo. Da tifoso non ho dubbi, sto col presidente. Ma scherziamo? Il rispetto è una cosa che non si può tralasciare. Per una questione come questa si può anche interrompere un amore, non ci sono margini di fronte a una mancanza di questo tipo. E poi è la maglia che i tifosi amano. Quella rimane, i giocatori passano".

Senza rancore, dunque, caro Antonio, anzi con amore. Quell'amore che però senza rispetto non può esistere e che a volte porta due persone a prendere strade diverse. Perchè la Sampdoria viene prima di tutto, anche di Garrone, e anche di te. Chi non si comporta da sampdoriano, è fuori.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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