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giovedì 21 luglio 2011

E non è nemmeno nostro padre

Se io, poniamo, corrompo un giudice per vincere una causa e, poniamo, appropriarmi indebitamente di un preziosissimo bene altrui sul quale poi costruisco le mie immense fortune, e se una sentenza passata in giudicato riconosce chiaramente che ciò è accaduto e dice anche per opera di chi è accadauto, nell'interesse di chi e a danno di chi, dite che è normale aspettarsi, dopo venti anni!, che una sentenza stabilisca un risarcimento danni adeguato a carico di chi ha commesso il fatto e a vantaggio di chi ha subito il danno? Davvero stupida l'arroganza con cui i personaggi coinvolti, i loro dipendenti e i loro familiari, affermano con voce stridula trattarsi di risarcimento ingiusto che non sarà versato. Inaccettabile arroganza di persone fuori dalla realtà, di individui che si credono padroni del mondo e non comuni cittadini e che per di più sono gravati da infiniti guai giudiziari che avrebbero già dovuto imporne l'allontanamento da ogni carica pubblica e l'assoggettamento a regolare giudizio processuale, dato che il voto degli elettori non pone nessuno al di sopra della legge. Non so se in me vince l'indignazione o lo schifo. Di cosa parlo, chiedete? Ma di un caso assolutamente inventato ed ipotetico, ovvio... E due giorni dopo lei era ancora arrabbiata. Sai quanto ce ne importa, se non ti passa l'arrabbiatura. Pensa alla nostra, e non è nemmeno nostro padre.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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