Alle parole di Battiato si e' levato un vero e proprio coro di voci indignate e offese: non si offende il Parlamento! Neppure se quello della passata legislatura ha mostrato ben poca dignità (basterebbe il voto su Ruby per definirlo quantomeno indegno, per non parlare dei cambi di casacca per salvare questo e quello, dei voti salva indagati, delle fette di mortadella, del mi ci pulisco il culo con la bandiera, delle leggi ad personam e di quelle palesemente anticostituzionali o addirittura inumane, dei curricula fin troppo chiari di molti nominati non eletti, delle ruberie e degli sprechi). Ma da una settimana deve essere entrata in vigore una legge secondo la quale se offendi un'istituzione devi dimetterti; prima infatti non si era mai visto nulla del genere e dire che c'erano figuri che parlavano della magistratura come del cancro della democrazia, del Parlamento come di un organo inutile, della Costituzione come di un qualcosa da cambiare perche' vecchia, sbagliata e scritta da comunisti, degli elettori di sinistra come di coglioni... Si è preferito fingere che quelle di Battiato fossero dichiarazioni sessiste (ma quando mai?) o riferite a questo parlamento (assurdo). Insomma la verità non si puo' dire, o perlomeno non si puo' dire in modo chiaro, se sei in politica (infatti quando parla un politico non lo capisci mai). Penso che francamente a Battiato non venga tolto nulla; la Sicilia perde invece molto. Ma si sa, in Italia siamo bravissimi a indignarci per le parole (vere anche se forti), meno bravi a indignarci per i fatti a cui quelle parole si riferiscono, tutti veri. La troiaggine maschile e femminile non ha portato a indignazioni, scandali o dimissioni; il parlarne sì. Del resto Battiato ha spesso fatto affermazioni di questo tenore, essendo un uomo abituato a pensare e parlare liberamente, una qualità che vale molto di piu' di un incarico di governo in questo paese in piena putrefazione morale.
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sabato 30 marzo 2013
Per Franco Battiato
domenica 24 marzo 2013
Gite aziendali con l'imputato
Alla ridicola e patetica manifestazione organizzata da e per Berlusconi (un cittadino degno di questo nome puo' scendere in piazza contro la magistratura e la Costituzione e al fianco di un bugiardo plurindagato plurimputato e condannato?) hanno preso parte anche decine e decine di attori (reclutati a tot euro l'uno e spese pagate da un'apposita agenzia, leggo). E tutti gli altri avevano comunque la trasferta pagata dal partito. Queste non sono manifestazioni, sono gite aziendali. Gia' le idee propugnate in simili consessi sono una bestemmia, ora si apprende che neppure per passione ci si va, ma solo se spesati o addirittura reclutati per recitare (naturalmente qualche appassionato che ci andrebbe pure gratis c'e', sia chiaro). Non che avessi dubbi. Quanto a Napolitano, il cui monito pro Berlusconi sembra abbia "convinto" certa magistratura a rinviare ogni decisione su Papi a dopo le consultazioni, non vedo l'ora che se ne vada: non puo' rappresentarmi degnamente uno che ha firmato diverse leggi vergogna e che non rivela il contenuto delle sue telefonate, tanto per dirne due. E' tempo di cambiare aria nelle stanze del nostro bucherellato Paese.
PS: sarei curioso di capire come hanno fatto a prendere il 29% dei voti se non riescono nemmeno a portare in piazza mille persone senza pagarle.
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sabato 23 marzo 2013
Grasso e Travaglio
Se Grasso, presidente del Senato fresco fresco, ritiene che Travaglio abbia detto menzogne (ma quando mai?), puo' querelarlo: e' un suo diritto (lo sapra', dato che fa il magistrato?). Travaglio dice queste cose da tempo, di querele da parte di Grasso non se ne sono ancora viste: una curiosa coincidenza, nevvero?. Se Grasso ritiene di dovergli rispondere faccia a faccia, puo' accettare l'invito di Santoro: la rettifica si fa laddove è stato detto quel che va (?) rettificato. Altrimenti si astenga dal fare telefonate fuori luogo a Servizio Pubblico o dal pretendere confronti immediati in trasmissioni a sua scelta; si occupi del Senato e del Paese. L'altra sera ha mostrato tutta la sua inesperienza, speriamo non sia grande come e' apparsa. Quanto a Travaglio, di gran lunga il nostro miglior giornalista (anche se eccellere in questo panorama non richiederebbe sforzi immensi), si occupa del suo lavoro, che consiste essenzialmente e semplicemente nel raccontarci i fatti. Quanto infine all'osservazione secondo cui Grasso sarebbe meglio di Schifani (sai la scoperta), questo non toglie che Grasso e' lontano dalla migliore opzione disponibile per il Senato. se vengono proposte solo scelte non desiderabili, astenersi dallo scegliere puo' essere piu' coerente di scegliere il meno peggio (capito, "stelline" dissidenti?): è chi propone che deve alzare l'asticella, non è chi vota che deve abbassare i suoi standard, altrimenti non se ne esce.
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domenica 17 marzo 2013
Papa Francesco
C'e' un nuovo Papa, Bergoglio. E' argentino: finalmente un extraeuropeo. E' umile, sembra. Sorride. Non bada molto all'etichetta. Pare un tipo semplice, che va al sodo. Diretto e chiaro. Usa parole nuove. Fa facce nuove. Ha scelto un nome ottimo. Andava in bus. Ha detto "buonasera", forse la parola migliore che io ricordi di un Papa da decenni.
Ma qualche ombra nel passato sembra avercela pure lui, si vedra' se sono ombre o dicerie.
E poi: ok, è umile, ma gli omosessuali? Le donne? L'ingerenza negli affari degli altri (Italia)? I pedofili? La necessita' di dare un po' piu' retta a Cristo e meno alle invenzioni umane? Il caso Orlandi?
Insomma, aspettiamo.
Ben arrivato, ma non dimentichiamoci che e' pur sempre un papa, cioe' il capo di una chiesa omofoba, sessuofoba, colpevole di crimini e bestialita' lunghe secoli. Una chiesa che predica poverta' e vive nel lusso più sfrenato. Una chiesa che segue molto di rado le parole di Gesu'. Una chiesa che non ha mai fatto mancare il suo appoggio al potere, indipendentemente da quanto puzzasse. Una chiesa che se trova un pedofilo insabbia il caso e trasferisce il colpevole. Tanto per dirne alcune.
Chi vivra' vedra'.
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domenica 3 marzo 2013
L'analisi e' semplice
Dunque... un quarto circa degli Italiani se ne frega di come vanno e andranno le cose, tanto che preferisce restare a casa il giorno delle votazioni. Votare e' un diritto-dovere, tuttavia vedo che questa norma non viene applicata; ci si affida al buon senso civico e alla responsabilita' delle persone, qualita' piuttosto carenti (altrimenti non saremmo dove siamo oggi). Un quinto vota per una persona che sarebbe gia' in galera da anni se non si fosse fatta eleggere facendo leva anche sullo strepitoso conflitto di interessi di cui e' titolare e, una volta eletto, non avesse fatto in modo di modificare le leggi a suo favore allo scopo di evitare condanne e galera. Un altro quinto vota per individui che tutte le volte che hanno avuto la possibilita' di rimettere il paese sui giusti binari di legalita' e di serieta' hanno miseramente fallito, per complicita' morale con la persona di cui sopra e/o per assoluta incapacita'. Un altro quinto ha deciso di votare persone nuove, che non hanno mai governato, che non hanno mai stretto accordi alla luce del sole o sottobanco con la persona di cui sopra, che non hanno conti in sospeso con la giustizia, che rappresentano certamente una scelta rischiosa ma che hanno assunto alcuni importanti impegni inerenti la loro carica. Che forse deluderanno, ma che ancora non hanno mai deluso. Di conseguenza un quarto di persone non e' affidabile, un'altra fetta dimostra di avere qualita' civiche infime, un altra fetta di mancare di coraggio o di non aver capito quasi nulla di come vanno le cose, un ultimo quarto di essere disperato o speranzoso o tutte e due le cose insieme.
Come sempre, abbiamo il governo che ci meritiamo, avete il governo che vi meritate.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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