Ieri ho portato a casa l'opera di Cecilia Scutti che ho acquistato una decina di giorni fa dopo averla vista esposta, il 19 aprile, in un piccolo ristorante-pizzeria di Pietrasanta, LU (La Corte). Si intitola "In mezzo al tempo". L'autrice, trentenne toscana, che non conoscevo, e' da anni illustratrice di libri per ragazzi; ha lavorato per diverse case editrici; ha partecipato ad alcune esposizioni: questo e' quello che ho saputo. Nel locale in questione (fateci un passo, per mangiare e per osservare le pareti) sono esposte alcune sue opere, quella mi ha colpito subito e mi sono informato. Il suo manager mi ha contattato per soddisfare la mia curiosita'. Dopo una prima fase di scambio di informazioni (io mi informavo sull'autrice e sull'opera, lei e il suo manager su di me!) e dopo averci pensato su ho deciso di accettare i termini e con soddisfazione penso reciproca l'affare e' andato in porto. Il tutto si e' svolto in maniera lineare.
Cosa rappresenta il quadro, qual e' il suo messaggio? Cosi' come l'artista stessa avrebbe difficolta' a rispondere a una tale domanda, cosi' io posso solo dire che mi ha subito dato qualcosa, per me ha un senso innegabile, crea in me una situazione che ho riconosciuto e che reputo significativa. Questo al di la' della tecnica davvero intrigante e del colpo d'insieme di tutto rispetto se apprezzato a una distanza di almeno tre metri. Adesso e' nel mio salotto, cadra' sotto i miei occhi piu' volte al giorno, e probabilmente l'artista oggi si sente come privata di un figlio, ma e' normale. Un figlio che pero' prosegue la sua vita, anche se in un altro ambiente, che poi questo era il suo destino, a ben vedere. Non pubblico la foto dell'opera perche', sebbene sia adesso nella mia disponibilita', non so se l'artista apprezzerebbe. Presto comunque sara' online un sito web a lei dedicato, segnatevi il nome.
L'esborso e' stato abbastanza impegnativo, tuttavia penso che ne valesse la pena: come disse quel tale, nulla e' piu' necessario del superfluo (intendendo per superfluo tutto quello che eccede cio' che e' in grado di mantenerci in vita da un punto di vista materiale), e acquistare e portarsi a casa una sensazione non e' cosa da poco. D'altra parte prezzare l'arte e' assurdo e impossibile, anche se lo si deve fare; l'arte si puo' solo ap-prezzare. Il passaggio di mano aveva pero' necessita' di essere accompagnato da una quantificazione economica e cosi' e' stato, ma e' evidente che un libro, un quadro, un film non hanno valore in se', apposta perche' lo hanno infinito. Come fai a dare un valore a un quadro di Antonio Ligabue, tipo La notte dei corvi? E, d'altra parte, il disegno di tuo figlia che ritrae il suo papa' non vale per te forse di piu', sebbene sia meglio non dirlo ai collezionisti delle opere di Ligabue? Sta in questo l'assurdita' del dover valutare una creazione artistica, e' come cercare di dare forma definitiva al fango, o come cercare di fermare l'acqua del mare con uno scolapasta. A ben vedere, il denaro e' creatura di Satana!
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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mercoledì 8 maggio 2013
In Mezzo Al Tempo
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