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giovedì 29 aprile 2021

Un’altra vita



In un’altra vita sarò un giocatore di calcio, più precisamente ala destra (o come si dice oggi: esterno d’attacco): un giocatore bandiera, generoso affidabile, una furia sulla fascia.
In un’altra giovane padre di cinque figli, quattro femmine e poi un maschio.
E in un’altra scrittore affermato. E professore di liceo. E poi archivista.
In un’altra avrò la pelle scura scura, centrafrica puro, e i capelli rasta.
E in un’altra sarò straricco e mecenate.: una vita a far cose, per me e per gli altri.
In una brutto (per cambiare un po’...).
In una non perderò tempo a frequentare persone vane, le saprò riconoscere subito.
In una abiterò in un paese della campagna inglese, o in Scozia.
In una avrò un amico con cui poter parlare di un libro, con cui potermi vedere almeno una volta a settimana, perchè ogni tanto vedersi è importante: una bevutina, una chiacchierata. Una volta insieme allo stadio, o al cinema, o ad acquistare libri usati.
Si spera, in tutte, la salute.
Che l’amore sarà pure importante, e anche i soldi, ma senza la salute...
Spero di portarmi dietro solo le mie idee, molte delle quali sono top, e la mia visione del mondo, ma non tutti i tratti del mio carattere.
Ma naturalmente sono solo sogni, la vita è una, una brevissima parentesi tra due notti infinite: quella da cui vieni e quella in cui finisci.
Non resterà nulla di noi, tranne il ricordo in qualcuno, ma anche quello presto svanirà (o quel qualcuno o ancor prima il ricordo, inutile farsi illusioni).
La breve parentesi, e bizzarra, che stiamo vivendo, e che chiamiamo vita, ha un senso solo se noi glielo diamo: e darglielo è la cosa più difficile. E se ci dimentichiamo di essere fragilissimi e mortali: ma a questo, in genere, pensa già la nostra natura, che ci fa credere immortali.
Certe cose che vorrei in altre vite mi mancano parecchio, in questa, ahimè. E la cosa peggiore è che molte di esse so già che non potrò averle e quindi mai le avrò. Per fortuna una volta morto non ci penserò più.
A volte ci sembra di aver già visto un luogo, di aver già letto un libro, conosciuto una persona: i famosi déjà vu. Penso siano solo suggestioni, non abbiamo vissuto vite prima di questa, non ne vivremo dopo: sono solo desideri, sogni che abbiamo fatto, paure che abbiamo nascosto: materiale che l’inconscio la notte rimescola con gusto mentre dormiamo.
Alla fine, è inutile avere rimpianti: se vivi, è impossibile evitarli, quindi è sciocco (ma umano) tormentarsi. E’ una prima, la vita, e non abbiamo potuto provare, nè abbiamo potuto fare la generale: direttamente sul palco. 
Appena ci prenderemo gusto, cadremo: e sarà sempre troppo presto.
E se non ce lo prenderemo mai, o lo perderemo, ci sembrerà lentissima la fine. 

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Due pesi e due misure

(Avvertenza: questo post è formato da alcuni paragrafi ricchi di subordinate di diverso tipo e grado, variamente affastellate: se ne sconsiglia la lettura ai deboli di sintassi e alle animucce di parte).

Ricapitolando, il figlio di un noto politico che non ha incarichi pubblici remunerati è colpevole marcio, del reato per il quale è indagato, ancor prima della chiusura delle indagini, di un possibile o probabile rinvio a giudizio e di un processo e, sebbene il presunto reato sia assolutamente, oltre che ancora da provare al di là di ogni ragionevole dubbio, non politico e del tutto slegato dall’attività del genitore, peraltro pure estraneo ai fatti contestati (e per soprammercato garante di un movimento la cui visione politica ha appena partorito misure straordinarie a difesa di certi tipi particolarmente odiosi di violenza, vedi codice rosso) e (forse) compiuto da una persona che non è in politica e mai vi è stata, la questione è usata a fini politici per vergognose campagne di strumentalizzazione o per paragoni idioti al fine di vellicare gli istinti più bestiali dell’elettore italiota medio che ragiona coi piedi e vota con la pancia.

Viceversa, ogni qual volta un papà o una mamma (non un figlio, quindi) che fa politica e ha incarichi pubblici lautamente remunerati coi nostri quattrini, viene indagato, rinviato a giudizio, processato, condannato in primo e secondo grado, magari col corredo di prove abbastanza inoppugnabili quali intercettazioni, e magari è pure recidivo, si tratta invariabilmente di un innocente fino a prova contraria e, qualora la Cassazione (approdo obbligatorio, una delle tante storture italiche) ne confermasse la colpevolezza, di un persguitato politico, di una vittima della stampa giustizialista (termine di cui ignoro il significato) e dei magistrati toghe rosse, antropologicamente diversi dalla razza umana e adusi a indossare calzini sospetti.

Quotidiani di carta (straccia) ed emittenti televisive padronali, che si fanno paladini del più spinto garantismo ogni volta che un politico amico e corrotto viene condannato, al punto da sostenerne la ricandidatura o il ripristino di orribili vitalizi, o da affermare che il consenso politico val più della decisione dei giudici, nel caso di presunti reati politici di avversari solo indagati o ancora da giudicare, e addirittura nel caso dei presunti reati non politici di parenti di politici per hobby, gridano al mostro ed emettono sentenze anticipate, schiumando rabbia e aizzando la folla troglodita dei loro lettori abituali.

Questo è il garantismo prêt-à-porter dei servi sciocchi e degli imbrattacarte a libro paga, che di mestiere o leccano il culo per contratto al padrone editore o volontariamente si fanno servili nei confronti del politico influente al fine di ottenerne o mantenerne la benevolenza.

E’ del tutto probabile che questa mia riflessione irriti chi odia a morte una persona onesta e perbene che grazie al suo sacrificio personale ed economico e al suo intuito ha permesso di incanalare la sacrosanta rabbia sociale di cittadini umiliati da decenni di mala politica in un alveo ribelle ma istituzionale, scongiurando derive violente e fasciste e rendendo possibili per giunta alcuni risultati politici, sociale ed economici importanti e alcune leggi attese da decenni. Tuttavia la cosa mi lascia piuttosto indifferente, perché so di aver espresso un’opinione inattaccabile perché basata su fatti oggettivi e so anche che non tutti fra quelli che criticheranno avranno avuto il dono di aver capito quel che hanno letto e si apprestano a criticare.

Del resto la mia riflessione parte da un caso concreto ma esprime concetti generali che da quello si allontanano, e quindi non è influenzata, né potrebbe, dalla mia personale simpatia umana e stima ultradecennali per il citato padre né dalla mia vaga, forse immotivata, ma presente, antipatia a pelle per il citato figlio.

Preciso infine, sempre allo scopo di evitare noiose rimostranze fuori luogo, che il mio discorso non riguarda un certo video o certe recenti dichiarazioni, su cui ho espresso un chiaro giudizio in altra sede e che comunque, benché girato o espresse da un politico (sebbene per hobby), verte su un tema, come detto, assolutamente estraneo alla politica e, al di là di certe storture e di certe sgangheratezze criticabilissime, rientra nel diritto di espressione di un padre, esattamente come le dichiarazioni genitoriali della parte giudizialmente avversa.

Resta da dire che tutt’altra cosa, di cui non parlo in questa sede appunto perché estranea al tema trattato, è la necessità, spesso disattesa, che un politico, anche solo indagato per reati ancora presunti, di cui però già si subodora la fondatezza grazie a prove inoppugnabili quali intercettazioni o simili, senta il dovere etico di dimettersi, ancora prima di un rinvio a giudizio oppure, condannato per reati particolarmente gravi, senta la necessità di fare questo passo già dopo la condanna in primo grado. In attesa della Cassazione, chi manderebbe il proprio figlio a lezione presso un maestro condannato in primo grado per pedofilia o, solo indagato ma protagonista di intercettazioni illuminanti e incontrovertibili?  Ma qui parliamo di politici sospettati di reati connessi alla politica (es: intascare tangenti) o di parenti sospettati di reati connessi all’attività politica del politico in oggetto o da questa favoriti, non di reati “comuni” forse commessi da parenti dello stesso politico. Una differenza che non tutti sono in grado di capire: del resto, molti neppure capiscono la differenza tra etica e politica e quindi si vedono cadere il mento a terra quando io affermo che in certi casi un politico potrebbe restare in carica anche dopo un rinvio a giudizio (es: presunto reato -politico- non grave, denuncia da parte di avversario politico, mancanza di prove già definibili certe senza un dibattimento) oppure, paradossalmente, essere costretto da ragioni etiche (campa cavallo) a lasciare anche in presenza di una sola indagine (reato politico grave ancora presunto ma col corredo di prove chiare o confessioni o, per dire, atto non illegale o illegale ma prescritto ma eticamente inaccettabile). Sono differenze abissali, ma non avvertibili da tutti.

Il mio post è solo un’istantanea di una dialettica politica vile e meschina e di un sistema dell’informazione ormai quasi del tutto screditato. 

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mercoledì 28 aprile 2021

La Fra compie gli anni


Oggi compie gli anni la Fra, parte di quella mitologica creatura che pascola nei social, metà coppa e metà sorella, nota ai più come “Frarbara”;
e il poeta straccione
le dedica sornione
un breve stornello
à la façon d’Ottonello

—-

FraCoppa e cono
fra fulmine e tuono
qui passano gli anni
e senza far danni
ché il Tempo indulge
ed Ella rifulge.

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Luridi servi



I media, come fetidi avvoltoi col ghigno famelico e la bava alla bocca, girano in tondo da mesi intorno a un’indagine, al fine esclusivo di gettar fango su persone del tutto estranee ai fatti ma che sono scomode assai alla casta meschina e puzzolente che imprigiona il Paese da decenni e che sulla nostra pelle fa i suoi affari puzzolenti e volgari. 
Imbrattacarte senza dignità, trombe del potere senza alcuna credibilità, servi sciocchi e corrotti, scribacchini senza talento e senz’anima al soldo di sporchi maiali, immondi cani coprofagi, facce come il sedere aduse a scodinzolare ai piedi delle tavole dei signori per vivere delle luride briciole dei loro pasti verminosi, traditori del popolo, abietti bugiardi, ignobili cortigiani.
#QuelloParlante 


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Il popolo chiede pane



(poesia dedicata alla vice Mattarella)

Tiene banco la notizia secondo la quale la presidente del Senato, Casellati, seconda carica dello Stato, avrebbe usato l’aereo blu 124 volte in 11 mesi (il suo “collega” Fico solo 3 volte e tutte in uno stesso giorno in cui aveva tre impegni in siti distanti fra loro) per una spesa complessiva a carico nostro di circa 800.000 euro in un anno. Non si tratta di voli illegali (una pessima legge le consente di non giustificare i suoi viaggi), ma di questione etica, quindi ancora più rilevante per un politico.
Fonti di Palazzo Madama hanno spiegato che Casellati ha utilizzato l’aereo blu (secondo il registro di volo anche per andare in vacanza) per evitare il rischio Covid, visto che per ragioni di salute non può fare lunghi viaggi in auto. Il Falcon, il mezzo utilizzato, ha un costo fra i 5000 e i 7000 euro per ora di volo.
E niente, il poeta cittadino, spesso ostaggio di lockdown e zone colorate, ha buttato giù due versi (a costo zero).

Sì, l’ho usato
L’aereo di Stato
Undici volte al mese
Non ti dico le spese
Del resto è tuo il denaro
Cittadino non fare l’avaro
Ogni tre giorni un volo
E Fico tre volte solo
Un milione di soldi buttato
Ma almeno il Covid ho evitato
vengo dal mare son Serbelloni
Date brioches a quei quattro coglioni. 


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martedì 27 aprile 2021

La Lega dell’arroganza


Chi tradisce amici e colleghi, insegue il denaro, calpesta i valori fondanti dello #sport, si attribuisce vittorie rubate, non riconosce le sentenze, mente,  intrallazza, ricatta, attribuisce ad altri le conseguenze della propria incapacità, tratta gli altri con arroganza, si autoelegge fra i migliori del pianeta, sputa sulla tradizione e sulla passione, non rispetta le leggi non ha nulla a che fare con lo sport, esattamente come chi ha venduto partite e ancora gioca in serie A, chi ha truccato campionati e ancora parla in tv. Lo sport deve fare in modo di espellere questi corpi estranei, pericolosi veicoli di infezione, e deve dotarsi di meccanismi tali da impedirne l’ingresso. Ci vogliono inoltre regole precise e vincolanti per tutti, anche per quanto riguarda la gestione finanziaria dei club. Devono essere premiati il merito sportivo, la passione, il rispetto, la correttezza, la sportività. Questo è sport. Il resto è volgare business, spesso illegale e immorale, e comunque fetido.——
Img:
Early Sunday Morning, Edward Hopper, 1930, Whitney Museum New York 

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mercoledì 14 aprile 2021

Il mondo di Aldo



“Il mondo è grigio il mondo è blu”

e Aldo guarda con un lieve sorriso

chi dice che non ce la fa più:

sa come avanzare netto e deciso.


Egli ci osserva da privilegiata posizione

bonario ha sempre per noi un'assoluzione

come prete di una imbattibile religione

che spazza via qualsivoglia disperazione.


E una regina che senza por mano al timone

guida ispirata la nave su rotte buone 

e due piccoli sudditi che vivono a corte

preziose ciliegine su deliziose torte.


Avverto da lontano l'eco di una pace

che è non assenza di passione o di visione

ma è lingua di vivo fuoco sotto la brace;

non incendia: è il segno di una missione.


14 aprile 2021

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) 

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domenica 4 aprile 2021

Restaurazione


Il "governo dei migliori" è solo un governo peggiore del precedente, e non di poco. Alcune nomine sono un brutto passato che ritorna, altre semplicemente vergognose. E' un governo di pura restaurazione.
Non deciderà nulla di essenziale, al di fuori dell'assegnazione dei quattrini. Inoltre è un esecutivo freddo, poco empatico, lontano dalla gente. Quanto a pandemia e vaccinazioni, e non solo, non fa altro che copiare le giuste misure dell'esecutivo di Conte, occasionalmente spacciandole per nuove grazie alla complicità di una stampa serva; la campagna vaccinale era partita benissimo con Arcuri, poi aveva rallentato per mancanza di dosi, esattamente la stessa ragione che la frena adesso, nonostante le roboanti e irreali affermazioni del generale. Salvini fa sempre la stessa parte, con la differenza che adesso protesta contro decisioni che vota; il PD guarda ancora a Renzi dimostrandosi incapace di spiccare il balzo; il Movimento pare avere imboccato una strada nuova e produttiva. Ben che vada, saranno due anni persi lungo il cammino del cambiamento; alla peggio, verrà demolita qualche conquista recente. Da politici compromessi, che sbagliano tutto da decenni, non dobbiamo e non possiamo aspettarci nulla di buono; la serietà e il credito internazione di Draghi, e la presenza dei 5S, non sono sufficienti a garantire alcunché, data la natura del resto della compagine.

 

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giovedì 1 aprile 2021

Non è bastato



A più di tre mesi dall’inizio della campagna vaccinale, in un Paese fra i più sviluppati e ricchi, culla della civiltà, fondatore dell’Unione Europea, io, cittadino 53enne, incensurato (mi vergogno di ammetterlo), mai una denuncia, un sospetto, un’indagine, un processo, una segnalazione, un fermo, un arresto, una multa stradale; una sola lieve insufficienza (in parte scusabile) in circa venti anni di studio utili a me ma non al mio Paese, nessun richiamo e nessuna nota disciplinare in nessun ambito, zero giorni di malattia in ambito lavorativo, un mese di malattia (con ricovero) durante il servizio civile poi recuperato volontariamente al termine dell’anno previsto, nessuno scheletro nell’armadio, tasse sempre pagate, nessun divorzio o peggio divorzio con figli alle spalle, nessun tradimento ad eccezione di quelli subiti, mai una mora o un sollecito, un anno di volontariato al posto dell’inutile servizio militare, buon senso civico, buon spirito critico, empatico e solidale, mai alzato le mani contro un mio simile, utilizzatore modesto del SSN (per fortuna), democratico e antifascista, laico e pacifista, arcobaleno e ambientalista, sportivo e sincero, fornito di etica ancorché non di religione, rispettoso da tredici mesi delle norme antiCovid, ebbene io pensavo di poter avere diritto, come tantissimi anche se forse non tutti, a essere vaccinato e con un vaccino di grande efficacia e non chiacchierato, per esempio con Pfizer, e adesso, non (forse) a settembre o a Natale.
Non dico passando avanti a malati gravi, soggetti fragili, anziani, operatori sanitari, etc. No, esserlo proprio perché tocca a me.
Invece vedo che non è così.
Non pochi farabutti sono responsabili di questa situazione che mi penalizza non poco (per l’assenza di una vaccinazione nel breve-medio periodo e per altre ragioni); e questi non pagheranno mai per le loro colpe. Probabilmente hanno già il vaccino in corpo, in ragione della loro età o della loro professione.
Purtroppo la mia vita non è stata abbastanza meritevole da poter ambire a una cosa così banale come una protezione efficace in tempi ragionevoli contro un virus che ha preso in ostaggio le nostre vite tredici mesi fa e che potrebbe riuscire a darmi una morte del tipo che sempre ho più temuto avendo provato la fame di ossigeno.
Avrei dovuto essere ancora più meritevole, ma non ce l’ho fatta e non so nemmeno se potrei farcela rifacendo il percorso una seconda volta.
Ho talenti inespressi, oppure anche espressi, ma non la capacità di farli fruttare, con tutta evidenza. Lo ammetto, non sono particolarmente adatto a questa realtà in cui vivo, l’ho sempre avvertito. Morirò , quando sarà l’ora, senza lasciar traccia, come tanti, portando con me il mio mondo, noto ai meno. La mortemi spaventerà, mi deluderà, mi angoscerà, ma, devo dire, non riuscirà a sorprendermi del tutto: siamo in rapporti.
Non ho salvato vite, non ho realizzato scoperte scientifiche, costruito opere destinate a rimanere nella storia; non ho tirato su imperi mediatici, industriali o finanziari, non ho creato opere artistiche di qualunque tipo riconosciute come immortali, ho sempre creduto nella pace, nella giustizia, nel rispetto dovuto agli uomini e nella loro totale e indiscutibile uguaglianza, sono stato di parola, ho sempre rispettato la natura ma ho dato al mondo solo una creatura e in tarda età, non ho accresciuto la gloria della mia patria o della mia città all’estero, non ho vinto trofei o medaglie di rilievo, non ho cambiato in peggio o in meglio la vita di nessuno, se non per trascurabili dettagli, ho capito, col tempo, molto della vita e di me stesso ma non tutto e probabilmente non quello che più mi sarebbe servito da vivo, non ho cambiato la storia, non ho dato esempi di particolare grandezza, solo una lunga, coerente, insignificante e noiosa catenella di piccole e giuste azioni quotidiane, economicamente irrilevanti e umanamente trascurabili, quasi invisibili nella loro ripetitiva banalità e accecante pochezza.
Aspetterò. Del resto nessuna vita vale più di una vita, anche se qualcuno ha onorato molto poco la sua e rispettato ancora meno quella degli altri.
Alla fine, non è la peggiore ingiustizia che ho conosciuto o che conoscerò.
Sono comunque contento di avere ancora oggi, dopo più di cinque decenni di vite diverse ed estranee che si sono misteriosamente sommate fra loro senza mescolarsi mai del tutto, la lucidità mentale sufficiente per capire cosa sono, cosa ho fatto e cosa non farò.

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