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giovedì 1 aprile 2021

Non è bastato



A più di tre mesi dall’inizio della campagna vaccinale, in un Paese fra i più sviluppati e ricchi, culla della civiltà, fondatore dell’Unione Europea, io, cittadino 53enne, incensurato (mi vergogno di ammetterlo), mai una denuncia, un sospetto, un’indagine, un processo, una segnalazione, un fermo, un arresto, una multa stradale; una sola lieve insufficienza (in parte scusabile) in circa venti anni di studio utili a me ma non al mio Paese, nessun richiamo e nessuna nota disciplinare in nessun ambito, zero giorni di malattia in ambito lavorativo, un mese di malattia (con ricovero) durante il servizio civile poi recuperato volontariamente al termine dell’anno previsto, nessuno scheletro nell’armadio, tasse sempre pagate, nessun divorzio o peggio divorzio con figli alle spalle, nessun tradimento ad eccezione di quelli subiti, mai una mora o un sollecito, un anno di volontariato al posto dell’inutile servizio militare, buon senso civico, buon spirito critico, empatico e solidale, mai alzato le mani contro un mio simile, utilizzatore modesto del SSN (per fortuna), democratico e antifascista, laico e pacifista, arcobaleno e ambientalista, sportivo e sincero, fornito di etica ancorché non di religione, rispettoso da tredici mesi delle norme antiCovid, ebbene io pensavo di poter avere diritto, come tantissimi anche se forse non tutti, a essere vaccinato e con un vaccino di grande efficacia e non chiacchierato, per esempio con Pfizer, e adesso, non (forse) a settembre o a Natale.
Non dico passando avanti a malati gravi, soggetti fragili, anziani, operatori sanitari, etc. No, esserlo proprio perché tocca a me.
Invece vedo che non è così.
Non pochi farabutti sono responsabili di questa situazione che mi penalizza non poco (per l’assenza di una vaccinazione nel breve-medio periodo e per altre ragioni); e questi non pagheranno mai per le loro colpe. Probabilmente hanno già il vaccino in corpo, in ragione della loro età o della loro professione.
Purtroppo la mia vita non è stata abbastanza meritevole da poter ambire a una cosa così banale come una protezione efficace in tempi ragionevoli contro un virus che ha preso in ostaggio le nostre vite tredici mesi fa e che potrebbe riuscire a darmi una morte del tipo che sempre ho più temuto avendo provato la fame di ossigeno.
Avrei dovuto essere ancora più meritevole, ma non ce l’ho fatta e non so nemmeno se potrei farcela rifacendo il percorso una seconda volta.
Ho talenti inespressi, oppure anche espressi, ma non la capacità di farli fruttare, con tutta evidenza. Lo ammetto, non sono particolarmente adatto a questa realtà in cui vivo, l’ho sempre avvertito. Morirò , quando sarà l’ora, senza lasciar traccia, come tanti, portando con me il mio mondo, noto ai meno. La mortemi spaventerà, mi deluderà, mi angoscerà, ma, devo dire, non riuscirà a sorprendermi del tutto: siamo in rapporti.
Non ho salvato vite, non ho realizzato scoperte scientifiche, costruito opere destinate a rimanere nella storia; non ho tirato su imperi mediatici, industriali o finanziari, non ho creato opere artistiche di qualunque tipo riconosciute come immortali, ho sempre creduto nella pace, nella giustizia, nel rispetto dovuto agli uomini e nella loro totale e indiscutibile uguaglianza, sono stato di parola, ho sempre rispettato la natura ma ho dato al mondo solo una creatura e in tarda età, non ho accresciuto la gloria della mia patria o della mia città all’estero, non ho vinto trofei o medaglie di rilievo, non ho cambiato in peggio o in meglio la vita di nessuno, se non per trascurabili dettagli, ho capito, col tempo, molto della vita e di me stesso ma non tutto e probabilmente non quello che più mi sarebbe servito da vivo, non ho cambiato la storia, non ho dato esempi di particolare grandezza, solo una lunga, coerente, insignificante e noiosa catenella di piccole e giuste azioni quotidiane, economicamente irrilevanti e umanamente trascurabili, quasi invisibili nella loro ripetitiva banalità e accecante pochezza.
Aspetterò. Del resto nessuna vita vale più di una vita, anche se qualcuno ha onorato molto poco la sua e rispettato ancora meno quella degli altri.
Alla fine, non è la peggiore ingiustizia che ho conosciuto o che conoscerò.
Sono comunque contento di avere ancora oggi, dopo più di cinque decenni di vite diverse ed estranee che si sono misteriosamente sommate fra loro senza mescolarsi mai del tutto, la lucidità mentale sufficiente per capire cosa sono, cosa ho fatto e cosa non farò.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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