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giovedì 25 novembre 2021

Al circo di Lilli



Stasera a casa di Lilli non bastavano gli specchi...
Uno spettacolo che Orfei ti spiccia casa.
Il Circo in serata di gala, e tutto gratis!
Una delizia per palati fini, per amanti sfegatati del genere, per cultori del sottobosco politico più paludoso e titillevole.
Ho goduto di questa immensa pochezza preserale ostentata via etere al mondo, assaporandone ogni minima sfumatura, ogni vile dettaglio, dal taglio di capelli sbarazzino da primi film di pieraccioni esibito dal celebre senatore saudita al monte di lauti compensi per speech in inglese di grande spessore ceduti in giro per il mondo in cambio di forzieri pieni d'oro.

Ad officiare lo psichedelico rito una conduttrice non sempre impeccabile ad esser giusti e veri, ma che stasera si è guadagnata un buon due terzi di santità per non averlo sbattuto in strada a pedate all’ennesimo capriccio da sgarbi della scuola primaria, e due giornalisti sospesi fra lo stupore un poco atteso e la gaiezza spensierata e senza freni da spettacolo per bimbi: da un lato il Sommo Direttore, serafico e sardonico, pacato e misurato come una motosega ancora calda appoggiata allo steccato, imperturbabile come una sfinge e ruvido come carta vetrata del dodici, implacabile smerigliatore di infantilismi da menopausa, accusato dei peggiori reati del mondo (ci si meraviglia sia a piede libero, forse ha l’obbligo di firma?), e che le cose peggiori che ha detto su Renzi le ha lette nella mail a Renzi, e l’altro, che un tempo amicchiavo, adesso in forza al giornale padronale vicino ai deliri del renzismo più bieco, ma in questa sede stranamente appuntito contro cotanto pietoso dibattersi in teca dell’agnello fiorentino pronto al sacrificio mediatico.

Un arrampicarsi frenetico e iperattivo lungo le unte pareti di una gabbia trasparente come in preda a convulsioni, col contorno versione deluxe del solito set brilluccicoso di facce, faccine, faccette, ghirigori e ghiribizzi, mossette e sberleffi, frasette a metà, bronci improvvisi e occhiatacce da sotto, sguardi vitrei e somari, giravolte e zigozaghi, saltelli e versetti, divagazioni ciclopiche, fughe mondiali, svicolamenti da guinness, offese e fregnacce, smorfiette e nasi arricciati, occhietti sgranati e sguardi birichini, ripicche e cuoricini, asili mariuccia e musi lunghi, luoghi comuni e triti refrain, inversioni e retromarce, nongiocopiù e gnegné, scivolate riprese al volo prima dello schianto solo rimandato di poco, domande bellamente aggirate, vilipese e ignorate e cambi epocali di argomento (dai soldi del regime arabo ai vaccini, ottima parata in calcio d’angolo di Lilli), esaltazione dell’epoca d’oro renziana “vedi dati Istat” che tutti rimpiangiamo, strilli da verginella per il conto corrente prima esibito urbi et orbi e adesso orrendamente violato da toghe lercie e cattive, lezioni di etica stile Erode insegnante di sostegno, facciate sul muro specialità della casa, figure di cacca more solito, gran vittimismo apocalittico orwelliano (vi entreranno nei conti correnti), citazioni colte a vantare sapienza (Croce, che lei Lilli conoscerà meglio di me), accuse ai magistrati stile delinquentello di arcore (hackeraggio di stato), boria e arroganza a secchiate, pagliacceria assortita di finissimo pregio, sapiente mélange di svenevolezze e frecciatine, analisi puntuale della lorda fedina penale del noto malavitoso internazionale Travaglio, pissipissi baubau sulle indagini sue e dei familiari, elenco dei megamiliardi spillati al Fatto con decine di querele meritevoli di un Freud redivivio, mail rondoline con ipotesi “di scuola” inoltrate chissà perché ad amici di infanzia nonché fidati collaboratori (passi Carrai, e lui ha passato la mail), guanciotte cicciottelle e nervose (per il poco appeal sulle 25-44enni?), mood da bullo e piglio da Fonzie, e mancavano il giubbotto nero e le mai troppo rimpiante slide...: sciock bicousss.

Grazie, grazie agli Dei per avermi regalato questi interminabili e succosi minuti di puro ed estatico godimento mentre l’Italia del pallone, sull’altro canale, marchiata a fuoco sulla fronte come vitello pronto al macello dal suo augurio finale di noto portafortuna (forza Italia!), buttava alle ortiche o quasi con gli svizzeri il prossimo Mondiale, ma, alla fine, senza colpa,  stante il marchio di sfiga impresso in diretta dal talentuoso conferenziere.



autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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