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mercoledì 10 febbraio 2010

Di Pietro nella bufera

Clamore e indignazione ha sollevato la decisione di Di Pietro di appoggiare il candidato PD per la Campania Enzo De Luca, rinviato a giudizio due volte per truffa allo Stato, associazione a delinquere, concussione e falso. De Magistris contesta fortemente la decisione, Di Pietro la difende parlando in soldoni di "meno peggio" e di abile scelta di realpolitik che consente di ingabbiare De Luca in una serie di condizioni (dimettersi se condannato, per esempio) e di non consegnare nelo stesso tempo la regione a Cosentino e soci. Beppe Grillo (definto tempo fa da De Luca "saltimbanco che dice idiozie") contesta, Marco Travaglio critica con ferocia e come al solito con argomentazioni inoppugnabili. In rete piovono commenti di simpatizzanti dell'IDV delusi o inferociti. Il Fatto Quotidiano (giornale che sempre più si sta imponendo grazie alle sue qualità e che, ricordiamolo, è esente dai finanziamenti pubblici per scelta) critica conn durezza la decisione di Tonino (sebbene qualche superficiale non più avezzo a concetti quali indipendenza, serietà professionale e verità dei fatti, si ostini a considerare il quotidiano un'emanazione dell'IDV).
La mia posizione è questa: non condivido l'appoggio a De Luca. Non penso che poter strappare una regione a chi la mal governerà o cercare di non rompere l'alleanza col PD possa giustificare l'appoggio a un due volte rinviato a giudizio, per quanto si sia innocenti sino a sentenza definitiva (vent'anni o giù di lì per arrivarci): ci sono tante persone capaci e senza macchia, è nostro diritto essere governati da persone competenti e senza pendenze (vero, premier?). Questa decisione, sebbene spiegata con chiarezza da Di Pietro, contrasta con quello che l'IDV ha sostenuto fino a due giorni fa sull'argomento. Ovviamente questo non fa di Di Pietro un mafioso (per via di certi scandaletti montati sul nulla dalla venduta stampa di regime) o non lo equipara a chi d'abitudine mal governa, si fa le leggi su misura, delinque e sfugge ai tribunali, candida pregiudicati, rinviati o condannati: semplicemente, è una scelta che io non condivido, e che gli creerà molti problemi. Se isolata, sarà presto dimenticata, se invece è l'inizio di un cambiamento di rotta allora per l'IDV si prospettano tempi grigi. Diciamo che, su questo punto, sono con De Magistris.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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