D: Un politico chiaccherato, intercettato o peggio indagato, avvisato, etc. dovrebbe dimettersi?
R: No. Perchè altrimenti io denuncio senza ragione il mio avversario e così lo faccio fuori; quando emergerà la sua
estraneità ai fatti contestati, sarà per lui troppo tardi. Chi è pieno di soldi e di avvocati può permettersi di denunciare al solo scopo di zittire o eliminare una persona fastidiosa (la richiesta di una legge bavaglio sui blog mira anche a questo: intimidire per zittire).
D: Quando dovrebbe dimettersi un politico, allora? Dopo la condanna in primo grado? Dopo quella in Cassazione?
R: Molto prima, e precisamente nel momento in cui viene rinviato a giudizio. A quel punto vi sono dei magistrati e dei giudici che hanno valutato che vi sono prove sufficienti per istruire un processo. Prove che, ovviamente, dovranno essere valutate nel processo, come è normale che sia. La collettività non può farsi governare per anni da un sospetto ladro o mafioso o corruttore, la politica non è un obbligo, è un servizio, è un onere, non deve essere un onore. Chi è rinviato si dimette, affronta il processo, se è innocente e viene assolto tornerà a fare politica
D: Potrebbe dirci cosa intende per "fare politica"?
R: Fare politica = mettere se stessi e le proprie competenze al servizio della collettività per un periodo di tempo limitato, fornendo continuo e puntuale riscontro di quel che si fa e si spende (meglio ancora se si conservano le ricevute delle spese private).
D: Ma la presunzione di innocenza?
R: Nessuno la discute. Ma un maestro elementare rinviato a giudizio per pedofilia non insegnerà a mio figlio per altri due anni in attesa del processo. Noi presumiamo sia innocente fino al terzo grado di giudizio, ma nel frattempo deve lasciare il suo posto. Appunto perchè non è stato semplicemente accusato, ma è stato "rinviato". Non è vittima di una possibile calunnia, ma è oggetto di un'indagine e ha prove a carico ritenute sufficienti per approfondire la questione nelle sedi opportune. Se invece venisse prosciolto, tutto come prima, senza danni per nessuno.
D: Vi sono eccezioni a quanto detto?
R: Eccome, ce n'e' una enorme. Se, anche in assenza o prima di un rinvio a giudizio, emergono in qualsiasi modo prove inoppugnabili che il politico è coinvolto (es: intercettazioni, confessione, filmati, ricevute, rifiuto di fornire documenti richiesti, etc) o che ha avuto condotte sia pure legali ma incompatibili con la sua carica (tipo farsi pagare le vacanze da una persona con cui ha rapporti in qualità di nostro rappresentante o non aver conservato le ricevute, oppure frequentare escort e minorenni in sedi istituzionali e magari aver partecipato al Family Day o aver mentito anche una sola volta e su un solo irrilevante particolare) il politico deve dimettersi subito, cioè comportarsi come se fosse stato gia' rinviato a giudizio. Non tutto quel che è legale è eticamente consentito a chi ci rappresenta e rappresenta le istituzioni.
D: Come definirebbe un politico che, rinviato a giudizio o, sebbene neppure indagato, palesemente coinvolto afferma: "sono innocente e lo dimostrerò"? Una simile affermazione può bastare per restare in carica?
R: E' una battuta? Il problema è che i politici di oggi, salvo rare eccezioni, vedono la politica come un'occasione per far soldi, per far carriera, per sistemare amici e parenti, per avere potere e per poterlo esercitare. Se la politica fosse quel che dovrebbe essere, cioè un servizio pubblico che non ti arricchisce anzi il contrario, e che tu fai per senso civico, non ci sarebbe la fila per entrare nel grande circo del magna magna.
D: In quello che afferma ha voluto riferirsi a qualche caso concreto?
R: Assolutamente no, tanto più che la realtà di questi anni ne è così piena, di casi che potrebbero adattarsi a quel che ho detto, che sarebbe difficile dire a chi mi sarei potuto riferire.
D: In conclusione?
R: Questa classe dirigente è marcia fino all'osso. E' composta per la stragrande maggioranza da individui incapaci, corrotti, pregiudicati, che hanno le cariche che hanno generalmente perchè amici, schiavi, collaboratori o escort dei potenti, che da decenni agiscono nel loro esclusivo interesse facendo strame di questo paese sull'orlo del burrone. Hanno tirato la corda troppo a lungo e presto saranno travolti dalla loro stessa miope ingordigia;, speriamo solo che il modo in cui ciò avverrà non sia troppo traumatico o violento.
D: Andra' a votare?
R: Sebbene nelle attuali circostanze non votare potrebbe essere visto come un segnale di dissaffezione legittimo, ritengo che votare sia un dovere, che sia l'esercizio di un diritto per ottenere il quale tanto sangue è stato versato. Poi è chiaro che lo spettacolo è desolante e le alternative penose. Tuttavia penso che, anche in questa situazione che tanto ci affligge, ci sia modo per effettuare una scelta coraggiosa, nuova, in grado di dare democraticamente uno scossone a questo status quo invivibile.
Grazie a Mauroarcobaleno per aver risposto alle nostre domande. E buona Costituzione a tutti.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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