So bene che puoi dare il massimo nell'educazione di un figlio e ritrovarti un Mengele, fare le cose a casaccio e ritrovarti un santo. L'educazione è fondamentale ma il risultato non è garantito, troppi fattori, innati e non, intervengono in questa partita.
Tuttavia nel caso che mi ha ispirato questa riflessione (i due genitori uccisi a colpi d'accetta dal figlio e dall'amico -avrebbero confessato), così come in altri casi simili che lo hanno preceduto, non potendosi parlare di raptus (in contemporanea a tutti e due?) o di fantomatiche sostanze (eri sotto droga anche quando ne parlavi, progettavi e pattuivi compensi?), è evidente che i figli conducevano vite sbagliatissime. Non so dire se per colpa dei genitori o nonostante i loro sforzi, ma se mai nessuno ha ritenuto di dover lanciare un allarme (insegnanti, parenti, amici) vuol dire che dopotutto i figli non erano allevati a pane e nazismo, e quindi davvero capisco molto poco come si possa arrivare a fare quel che hanno fatto, per le ragioni per le quali lo avrebbero fatto, per pochissimi euro per giunta, ammesso che abbia senso valutare il compenso di un crimine. In definitiva trovo la cosa davvero aberrante, disumana, inspiegabile, ma ritengo che la punizione debba essere dura. Il carcere deve recuperare, non imbruttire, è evidente (ma vogliamo parlare della nostre carceri?), ma insomma, quel delitto è un qualcosa che non ha uno straccio di spiegazione, di logica, non è roba umana. E, come detto, per favore non cominciamo con la solita tiritera della droga, del raptus etc: salviamo la dignità, almeno per rispetto dei morti. Qui ci vogliono leggi dure, punizioni certe e severe. Proprio la mancanza di regole ferree nella loro vita li ha condotti su questa china, secondo me; continuare a soprassedere sarebbe diseducativo oltre che sommamente ingiusto.
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venerdì 13 gennaio 2017
Il fatto di non riuscire a spiegarlo non significa che non dobbiamo punirlo
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