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lunedì 2 settembre 2019

Rose o rovi?

Avere avuto un passato con qualche difficoltà o segnato da esperienze negative con alcune persone (chi non le ha avute?) non autorizza e non giustifica la durezza nei rapporti coi nostri simili, specialmente quando essa è la norma, è eccessiva e informa di sè il nostro essere sociale.

Certamente, il nostro DNA e l'ambiente in cui siamo cresciuti, le esperienze fatte e l'educazione ricevuta sono i fattori che determinano il nostro carattere, ma una persona matura ed equilibrata dovrebbe riuscire in ogni caso a comportarsi in maniera socialmente apprezzabile e corretta, al di là del carattere, altrimenti si tratta solo di alibi troppo facili costruiti apposta per potersi comportarsi secondo gli umori della Luna, senza l'impegno che la convivenza sociale richiede a ciascuno di noi. Non sto idolatrando l'ipocrisia, ma valutando per quel che merita il saper vivere.

Non penso neppure che il principio per cui se una persona è ostica da conquistare o è particolarmente dura nel suo modo di relazionarsi agli altri questo voglia necessariamente significare che è una persona migliore, penso anzi che la durezza non motivata sia un ostacolo e denoti sempre un problema.
Può anche accadere che sia così, cioè nulla vieta che una persona con un passato difficile sia una persona valida e lo sia anche per questo (quel che non mi uccide mi rende più forte), ma farne una regola è piuttosto assurdo.

Non è necessario maltrattare i nostri simili senza ragioni plausibili o lasciare segni su un’altra persona per dimostrare che si è persone vere o migliori.

La durezza (non motivata o eccessiva) ferisce, distrugge e non costruisce, non consola, non avvicina. Non ha senso alcuno. Non è garanzia di alcunché. Non ha cittadinanza in un mondo umano fatto di rapporti umani.

Questo non vuol dire che non si debba reagire a violenze altrui, ma sempre se indispensabile e rispettando il criterio della proporzionalità tra offesa e risposta.

È più difficile opporre dolcezza, è più facile essere duri.

Nulla comunque impedisce di esserlo, è legittimo entro certi limiti; è bene tuttavia sapere che difficilmente piantando semi in terreni brulli si otterrano frutti sani e abbondanti.

(img: pixabay)

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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