Non vivo né sopravvivo, attualmente fluttuo in una bolla.
Da qui vi vedo un po’ opachi; è colpa della bolla?
Il tempo da me non scorre più, né vola come faceva prima: semplicemente è immobile, poiché sempre uguale a se stesso; in realtà scorre ma senza più nemmeno darne l’apparenza disperante, e quindi fregandomi ancora più astutamente.
La bolla è più o meno sferica, quindi non ha un inizio o un’entrata né una fine. Non sai come e quando ci sei finito e non sai quando e se ne uscirai e perché e per finire dove: certe domande non te le poni nemmeno più.
Finché stai dentro la bolla guardi quel che è restato fuori e hai lo sguardo sempre un po’ così, fisso e quasi opaco: sarà sempre per via della bolla? Non ti chiedi i grandi perché della vita, come facevi là fuori dopo un lauto pranzo, butttato su divani abbandonati a telecomandi in mano, questa è un’altra vita (...): qui nemmeno senti più il bisogno di capirle certe cose, tanto tu sei nella bolla e loro sono là fuori.
Non ce l’ho scritto in fronte, che sono in una bolla: solo i più acuti lo capiscono, davvero pochi.
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