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lunedì 31 marzo 2025

Noi ci saremo sempre

Sei anni che facciamo discretamente schifo e che ci affossanno quando proviamo a rialzarci. Sei anni che non onoriamo questa maglia unica. Un presidente che ha demolito la società, senza che nessuno fra quelli che avrebbero dovuto intervenisse, e che vi era entrato con la benedizione di sappiamo chi. Una retrocessione. Direzioni di gara indegne. Sfortuna e infortuni a pioggia. Campagne acquisti sballate. Mele marce a pacchetti. Un quasi fallimento. I paletti al mercato. Un cambio di allenatore ogni tre mesi, come i club guidati da ciechi o trafficoni. Adesso i playout o quasi. 2 vittorie in 21 match.
Eppure: quasi 25mila spettatori domenica e uno stadio vestito a festa, come se ci giocassimo lo scudetto.
Noi siamo e siamo sempre stati i migliori, una tifoseria da Champions. Una tifoseria modello in tutto il mondo. Che ha un amore infinito e una pazienza enorme (non infinita).
Noi rimarremo e c’eravamo, voi passate. Noi siamo la Samp, voi forse e, adesso, no.
Volete lasciare un segno decente su questa bandiera o essere ricordati come il punto più schifoso di una storia gloriosa?
Noi ci saremo sempre, Paolo vive in noi, i quattro colori sono più vivi che mai. 

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Di Samp e di calcio, di sport e di vita, di cuore e quattrini



Oggi conta solo la materia, lo spirituale è andato. Lotti anche o solo perché ti pagano, ma poi ti pagano lo stesso, e in misura abominevole, quindi? Certi valori o li hai dentro o un po’ di zeri in fila bastano e avanzano per far evaporare qualsiasi sentimento, specialmente se era già evanescente. Devi lottare per te stesso, per chi viene a vederti, per la città e la regione che rappresenti nel mondo. Perché fare le cose bene è l’unico modo di farle. Perché giocare a calcio non è un lavoro, è un divertimento, e devi ringraziare la buona sorte se puoi lavorare divertendoti e diventando milionario e riverito da tutti, oltre che mitizzato e sognato dai bambini. Ricordate Cerezo: era il primo a divertirsi, con la sfera fra i piedi, e si vedeva, e questo lo faceva automaticamente giocar bene, non solo perché aveva i piedi buoni e una ottima visione delle geometrie di campo, ma perché, divertendosi, aveva la testa leggera, il cuore puro e l’amore nel cuore, l’amore per la vita, per lo sport, per chi viene a vederti e ti sostiene e ti ama a prescindere. Non mi importa se sei un calciatore fenomenale o normale, o anche modesto. Io voglio uomini in campo: appassionati, corretti e pronti a dare l’anima. Il resto non mi interessa. Oggi c’è una discrepanza, un baratro enorme fra, da un lato, la maglia, quel che rappresenta, quel che vale per chi l’ha indossata in passato e per noi che siamo lì a tifare e a cantare, e, dall’altro,  chi la indossa. Salvo eccezioni (poche), è così. E non solo nello sport, non solo nel calcio (ormai sono uno squallido business amorale e per giunta spesso truccato). Più che il pericolo C, grave sportivamente parlando e reale, mi preoccupa e mi demoralizza tutto questo, perché dalla C si risale, da questo baratro morale no. 

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Confermo e rilancio


Faccio notare che dopo 30 minuti ho fotografato la partita e a inizio anno (vedi mio post) la stagione: confermo quello che scrissi, non occorreva essere maghi, solo saper ragionare. Non sono io che sono un genio, è che molti ragionano come orologi senza batteria oppure sono obnubilati dal tifo.

Alla fine, oggi, dopo un match dal risultato eccessivo ma perso giustamente per mano di un Frosinone in forma e determinato ma del tutto normale, credetemi: del tutto normale, per tacer anche dell’autorete e del rigore sbagliato, la squadra e il mister vanno piano piano (come del resto giocano eh) sotto la Sud che con tre o quattro fumogeni segna subito la linea oltre la quale non è desiderabile proseguire. Del resto vi sono match in cui in area entriamo una volta ogni morte di Papa, perchè voler entrarci ora a fine match? Saremmo anche stufi di pianti e scuse, è un film che vediamo da sei anni a dir poco, sempre uguale, e anche il film più bello alla fine diventa noioso, e questo nemmeno era bello, faceva già pena da subito. Bel gesto dello staff, certo, ma al punto in cui siamo apprezziamo giusto la decisione, non altro, meglio stare un po’ a distanza. Altrove, dopo 2 vittorie in 21 match, avrebbero raso al suolo ogni cosa nel giro di km già mesi fa (ho in mente certe piazze…), qui siamo ancora al punto in cui rispettosamente fischiamo al 90’ dopo aver incitato come matti una squadra di zombie per un’ora e mezza. Siamo una piazza civile, certo, ma ho l’impressione che si sia vicini al punto in cui anche il buono, preso per il sedere da ere, decide che è opportuno far qualcosa di meno, dicoamo così, “olimpico”.

E’ ovvio che in campo vanno i giocatori. E, tranne alcune eccezioni, giocano in maniera schifosa: non da giocatori di B e, spiace dirlo, spesso non da uomini. Perché puoi essere scarso (e noi non siamo da C) ma uomo devi esserlo. E devi fare gruppo, non scassarlo (e chi vuole intendere, intenda; e intenda pure chi ha scelto certi elementi buoni solo a far casino e poi ha lanciato accuse vaghe senza far nomi e ha fatto rivoluzioni in corso d’opera). E devi dare tutto, sempre, ovunque.
La mia lamentela non è quella, che so, di uno juventino, che pure ce l’ha su mica poco in questi mesi con giocatori, allenatore e dirigenti. Io non reclamo la mancanza di trofei. Io voglio altro, quello che ho sempre voluto, quello che non può mancare. Il trofeo per noi, per me, per chi vive di sport e non di affari, è opzionale. Altre cose sono essenziali e se mancano è giunta l’ora di farsi sentire. E qui mancano da troppo tempo, oltre ogni umana sopportazione.

E’ ovvio, per proseguire con le banalità, che i giocatori li allena, li gestisce, li valuta, li educa, li forma e li schiera l’allenatore: e siamo al terzo in otto mesi, e chissà che questi “geni” non ne sfornino un quarto in queste ore, il forno è stato acceso a lungo, non escluderei nulla: quando non sai che fare e fai male, finisci per fare tanto, per fare troppo, solo per far vedere che fai qualcosa.
E’ pacifico inoltre che la palla è rotonda ed esistono le autoreti, i pali, le traverse, la fortuna e la sfortuna, etc.
Per continuare, è risaputo che la stagione in cui, attenzione, ci va meglio subiamo sempre almeno 7-8 torti arbitrali clamorosi e inspiegabili, quindi inaccettabili, che ci rubano punti (non ce li sotraggono, ce li rubano).
E’ oggettivo che siamo stati perseguitati dagli infortuni e dalla sfortuna (dieci portieri convocati in otto mesi, di cui cinque impiegati: è record planetario o no?).
E’ evidente che paghiamo ancora i disastri immensi compiuti, nell’indifferenza generale (di chi lo ha messo lì e di chi per dovere avrebbe dovuto vigilare, vero Federazione etc) dal precedente proprietario, il peggiore mai avuto in tanti decenni.
Ma c’è un ma.
Ed è questo: quando tiri le somme di una, anzi due stagioni, queste responsabilità, che restano, sono superate da quelle di chi decide tutto, cioè i dirigenti e la proprietà.

Ebbene, se ci dimentichiamo del piccolo colpo di coda dell’anno scorso, breve e a questo punto direi abbastanza casuale, coi playoff presi all’ultimo e poi buttati subito nel water alla Favorita di fronte a un Palermo che quasi non ci credeva, in queste due stagioni abbiamo sempre lottato per non finire in C. E quest’anno, nel momento in cui scrivo, la probabilità di riuscirci è secondo me del 70%, che è tutto sommato una buona probabilità e forse troppo ottimista.

La dirigenza precedente ha demolito la società, non era incapace, o per lo meno non solo, era molto peggio e qualcosa di “diverso”, e la dirigenza precedente è subentrata a quella ancora precedente grazie all’attenta e avveduta e approfondita e benedetta analisi del soggetto subentrante da parte dei potenti e infallibili “filtri” della stessa, cioè di Garrone. E altro da dire non c’è, sapete tutto.

La dirigenza attuale non è nemmeno paragonabile alla precedente, chi la paragona non ha i neuroni a posto; la precedente può essere definita come aliena al mondo del calcio e ci ha lasciato con mille ombre e mille guai giudiziari (personali) e non. E sono stato basso.
Ma, in questi 22 mesi, questa nuova proprietà, accolta con grande fiducia come siamo usi fare noi a Genova dai quattro colori, questa proprietà e questa dirigenza, hanno dimostrato di non saper gestire una società di calcio. Al momento il giudizio è questo: non sono capaci, non c’è nulla da fare. Lo diventeranno? Non so. Vorrei non lo diventassero a spese nostre, come il meidico che a forza di mandare al creatore qualche paziente impara dagli errori e diventa poi un luminare.

Ad oggi, l’unico merito della nuova proprietà è averci salvato dal fallimento: ma per fare quello basta avere i quattrini. E la volontà di farlo, certo, ma se lo prendi per un investimento alla fine lo fai anche perché ti conviene, non dimentichiamolo: non è che il fondo che ci gestisce tifasse Samp, non mi risulta. O che ci abbia acquistato per perderci, che dite?

La riconoscenza per il salvataggio, enorme, non deve però e non può influire sul giudizio di quel che dopo il salvataggio fai.
La dirigenza si è dimostrata del tutto inesperta e incapace, dalla scelta dei dirigenti, a quella di allenatori e giocatori, per non parlare dell’inspiegabile cambio di tutto lo staff sanitario avvenuto all’inizio. Inesperta anche nella gestione dei rapporti con la squadra, nella gestione dello spogliatoio, nella scelta delle persone (ché i calciatori sono prima di tutto persone), nella gestione dei rapporti con i tifosi, con la stampa. Inesperta in tutto e arrogante nella misura in cui non ha ritenuto di doversi corcondare di persone esperte del settore, né all’inizio né in seguito, tranne Accardi che però è ancora all’inizio della carriera, deve ancora dimostrare quasi tutto nonostante un inizio positivo  e ha comunque sbagliato tantissimo anche lui.
Dirò di più: questa proprietà ha sbagliato talmente tanto che secondo me ha sbagliato anche nello sceglierci come oggetto di investimento: perchè se acquisti la Sampdoria e pensi sia possibile vivacchiare in B sfiorando la C, o gestirla come una bocciofila (con tutto il rispetto), vuol dire che non hai capito nulla fin dall’inizio, non hai capito quale società hai acquistato, di quale storia, di quale livello, di quale ambizione e di quale piazza.

Alla fine, se C sarà, per la gioia del sistema che non ci ha mai tollerato e che ci perseguita con precisione altalenante ma costante da almeno 6-7 anni, e per la gioia puerile dei concittadini complessati e frustrati per i quali provo sincera simpatia, la setssa che si prova con chi proprio non ci arriva, e che almeno vedranno forse pareggiare il loro record negativo della C (nella quale però loro finirino più volte e una, del tutto vergognosamente, non per aver giocato male, ma per aver imbrogliato), ma che restano sempre quelli che da quando la Sampdoria è nata inseguono e non vincono neppure a bocce la domenica mattina, uno potrebbe chiedersi: non sarebbe stato meglio fallire?
Certo, ragionare col senno di poi è esercizio facile. Fallendo, avremmo perso temporaneamente i colori e forse il simbolo e il nome. Avremmo dovuto ripartire dalla D (o, chissà, dalla C per meriti sportivi, anche se dubito perché noi non siamo fra i raccomandati). E quindi, ragionando per ipotesi, saremmo in C come minimo a inizio stagione 2025/6, cioè come ci ritroveremo ora… (o magari chissà avremmo potuto risalire in due anni in B, non so dire). E senza due anni come questi. Non so. Fallire è brutto, ma alla fine è una cosa che ti piomba addosso senza che tu abbia colpe, tu tifoso intendo.

Al di là di queste ipotesi fantasiose e difficili da gestire logicamete, resta il fatto che quando una persona comincia un nuovo lavoro e sa, si accorge di essere inesperto, se prima di farsi le os -sa non si fa aiutare da chi è navigato, si dimostra incapace e arrogante. E ci porterà alla rovina.

Ma per il resto, tutto bene, eh. 

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venerdì 28 marzo 2025

Sopravvivenza e astuzia

Putin è un macellaio. Col quale, da Italiani, è meglio andar d’accordo. La Russia non ha interesse a invadere l’Italia, nessuno, anche se vi vogliono far credere il contrario, questi scemi. Russia e Italia hanno un enorme interesse a dar vita ad accordi reciproci di convivenza e commerciali. Del resto, siamo alleati da decenni con bombaroli e razzisti, possiamo benissimo cambiare strategia e commerciare con Russi e Cinesi, che non saranno migliori, ma è da vedere se sono peggiori, e senza provocarli. Prepararci alla guerra (diciamo al sui -cidio così ci capiamo), come stanno facendo questi babbuini della Ue, non solo è inutile (siamo inferiori e lo saremo sempre da un punto di vista militare), non solo è dannoso (soldi buttati nel water), ma è anche rischioso: perché se un mio vicino accumula ar -mi e dichiara tutti i giorni di voler far la guerra con me o di star accumulando ar -mi pensando a me, io a un certo punto, anche fosse solo per cautelarmi, lo anticipo. Ripeto: Putin è un macellaio, ma lo è anche l’israeliano protetto e aiutato dal nostro governo, quindi anche noi: siamo i volonterosi garzoni della macelleria. E gli Americani, i super poliziotti del mondo, hanno fatto cose orride negli ultimi 80 anni, non di rado con la nostra fattiva collaborazione. Qui non si tratta di valori (i nostri lasciano a desiderare), si tratta di astuzia e sopravvivenza. E per guidarci in questa nebbia abbiamo scelto dei perfetti imbecilli al quadrato. 


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E dai e dai…

Dopo aver abbaiato alle porte del macellaio biondino per anni e anni con la Nato (cit. Papa), adesso cominciamo ad abbaiare con la Ue affermando i giorni pari e i giorni dispari che Putin è una minaccia, che ci attaccherà, che occorre prepararci per bene (il video sul kit 72 ore non è da idioti, magari fossero solo idioti, è da gente irresponsabile, unfit, inadatta a fare anche il paracarro). E a forza di farlo Putin magari qualcosa prima o poi farà, perché non è scemo (meglio i cattivi degli scemi, ricordate: coi primi si può cercare di ragionare, coi secondi è impossibile, e i secondi, a differenza dei primi, fanno anche cose autolesioniste; se poi sono cattivi e scemi, bingo!) e si vorrà cautelare, quando vedrà che il vicino sta alzando steccati e puntando cannoni. Avete votato dei perfetti imbecilli qui e in Europa, ragazzi: siete dei perfetti imbecilli, siete nati stupidi e la tv, internet, una scuola disastrosa fatta coi piedi, famiglie assenti vi hanno fatto crescere rigogliosamente in questa beata stupidità incosciente e arrogante. Vi funziona solo il pisello e la cosetta, e a volte neppure quella, a dirla tutta; il resto son macerie, non capite nulla, avete un vocabolario di 500 parole e se leggete più di due righe vi viene l’ernia al cervello (si fa per dire), siete intellettualmente vegetali e mi scuso con le piante carnivore che articolano azioni meglio di voi e con le piante in genere che sanno pure comunicare. Non tutti siete così, certo, ma la maggior parte, e questo basta per mandare in vacca tutto. 

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