Da quando, domenica pomeriggio, Beppe Grillo ha annunciato con una mossa a sorpresa di volersi candidare alla guida del PD, è successo il finimondo. Il comico divenuto capopopolo e blogger fra i più seguiti al mondo, colui che, fattosi leader degli internauti stufi di questa politica ormai morta e sepolta e incapace di rispondere ai bisogni dei cittadini, è già riuscito nell'impresa di far eleggere, alle ultime elezioni, un bel po' di consiglieri comunali, ha seminato il panico tra i maggiorenti PD e ha provocato, da parte delle marionette di questo teatrino politico che giorno dopo giorno ci allietano con le loro panzane ripiene di aria fritta, una serie di dichiarazioni delle quali, in buona parte, avremmo fatto volentieri a meno. Mentre Grillo sta cercando in queste ore di farsi rilasciare la tessera del partito, e i dirigenti del partito stanno cercando in tutti i modi di impedirglielo, vediamo di mettere un primo punto fermo, senza far sconti a nessuno come d'abitudine.
Da più parti si è detto, o fatto sottilmente capire con un sorriso beffardo sotto i baffi, che se un comico si candida a guida del PD vuol dire che si è toccato il fondo. Questi fini analisti che, non potendo controbattere efficacemente nel merito preferiscono affidarsi ad estemporanei e inconsistenti attacchi personali, non hanno chiaro il fatto che attualmente, in politica, di comici ce ne sono parecchi e, di questi, molti non riescono neppure a farci ridere, nonostante siano profumatamente pagati.
A differenza di Beppe Grillo, che perlomeno faceva il comico di professione e otteneva un discreto successo, questi comici travestiti da politici non hanno un programma politico chiaro e all'altezza o, se lo hanno, nella generalità dei casi farebbero meglio a buttarlo in un cassonetto dell'immondizia. Sanno solo fare vuote promesse che poi non manterranno e vivacchiare a spese nostre accapigliandosi su questioni irrilevanti come galline isteriche, avvitandosi in sterili conflitti ideologici quando sempre più italiani non riescono ad arrivare alla terza settimana. Inoltre, a differenza di Grillo che si vuole sottoporre al giudizio della base, by-passando i paludati giochi che sottostanno a primarie che sanno tanto di pro forma, questi politici che trattano il partito come una proprietà privata non sono stati eletti da nessuno, occupano le poltrone del potere da decenni e hanno sul loro curriculum tante di quelle disfatte e di quegli errori da poter andare tranquillamente a nascondersi per sempre in un angolo buio; sono fuori dal mondo e costituzionalmente incapaci di capire i cambiamenti in corso nella società di oggi; molti di loro, come detto, sono già stati messi alla prova, hanno avuto la loro occasione, a volte anche più di una, e l'hanno fallita senza appello; sono lontani dai problemi delle persone; litigiosi e inconcludenti, bravi solo a erigere steccati e promuovere scissioni anziché fare sintesi e seguire una linea d'azione coerente; non hanno capacità né umiltà; non sanno neppure fare opposizione come si deve, impegnati come sono a rivaleggiare fra di loro per una sterile leadership interna; non conoscono, salvo rare eccezioni, le nuove tecnologie e la rete, che non usano per comunicare con gli elettori, non hanno la minima idea delle sfide impegnative che il futuro ci sta ponendo, pensano solo a spartirsi la torta con i soliti vecchi triti giochetti di potere.
Beppe Grillo avrà pure tutti i difetti di questo mondo, come sento dire, sicuramente è incappato un paio di volte in bufale che poteva tranquillamente evitarsi con un po' più di avvedutezza (ma è un comico, no?, non un professionista della politica), è inaccessibile o quasi anche da parte di chi lo segue e vorrebbe condividerne gli umori più da vicino e quindi deve migliorare da questo punto di vista, spesso usa l'accetta anziché il bisturi, ma è una persona che ha una chiara visione delle cose e ama andare dritto al punto senza giri di parole. Soprattutto, è un comune cittadino non iscritto a nessun partito e ha un programma politico innovativo e coerente, presentato e discusso in rete con gli elettori nel corso di diverse settimane e quindi successivamente corretto e rifinito sulla base delle loro indicazioni, presentato già a Prodi tre anni fa; un programma chiaro e sensato che chi non è in grado di capire preferisce ignorare e che tocca alcuni fra i temi più urgenti e importanti per la nostra democrazia: il Parlamento pulito, la legge sul conflitto d'interessi, l'acqua pubblica, il no al nucleare e lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, il massimo di due legislature per i parlamentari, wi-fi gratuito, l'informazione libera, con il ritiro delle concessioni televisive di Stato ad ogni soggetto politico, ecc. Un programma che probabilmente andrebbe un po' rimpolpato per includervi anche temi non ancora affrontati o solo sfiorati dalla furia grillesca ma che già così com'è ha ampio respiro e indubbia qualità.
Beppe Grillo ha dunque tutti i diritti di chiedere e di ottenere la tessera del PD e di presentarsi alle primarie: saranno gli elettori del PD a valutare la credibilità della persona e la serietà delle proposte. Né vale l'obiezione secondo cui non si può rilasciare la tessera a un soggetto che ha spesso e volentieri attaccato duramente il partito al quale ora progetta di iscriversi: è proprio perchè vuole cambiare le cose che Grillo cerca di farsi eleggere, se le cose gli stessero bene così come sono probabilmente sarebbe ancora a fare il comico. Questo è almeno quello che dice e non vedo perchè non si dovrebbe credergli, fino a prova contraria. Crediamo quotidianamente a menzogne spudorate, non vedo perchè non dovremmo dare fiducia a Grillo. Il rifiuto dei dirigenti PD di concedergli la tessera sarà anche legale, a norma di regolamento, ma è una mossa politica sbagliatissima, un'idiozia spaziale, una macchia indelebile per un partito che si pregia di definirsi "democratico" e aperto al rinnovamento e che invece non perde occasione per dimostrare la sua vera natura di formazione ammuffita e bloccata; inoltre è la palese dimostrazione che Grillo fa paura, per la sua abitudine di dire le cose come stanno senza riguardi, per la chiarezza e la forza dirompente delle sue proposte, per il gran numero di voti che è in grado di muovere e dunque di sottrarre ai dinosauri che stanno facendo resistenza e perchè la sua candidatura butterebbe all'aria i giochi in pratica già fatti di queste primarie che a ben vedere appaiono a molti osservatori come abbastanza inutili.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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