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venerdì 3 luglio 2009

Una semplice cena fra amici

(aggiornato 05/07/2009)

I due giudici della Corte che ad ottobre dovrà decidere se il lodo Alfano è costituzionale o no hanno passato un'allegra serata
a cena con l'uomo che quel lodo ha voluto e che grazie a quel lodo si sta salvando dai suoi innumerevoli guai con la giustizia. Nessuna norma lo proibisce e difatti i due giudici non ci pensano nemmeno a mollare la poltrona: non capiscono di aver messo se stessi e la Corte in una posizione insostenibile, proprio non si rendono conto di aver compiuto un atto gravissimo da un punto di vista politico e istituzionale, assolutamente inopportuno, contrario al codice deontologico. La lettera di difesa scritta da Mazzella è piena della retorica che siamo abituati a sentire da Berlusconi, sembra di ascoltare il resoconto di un suo comizio, è forse questo l'aspetto più inquietante. Saranno anche due giudici della Corte Costituzionale ma il loro profilo in questi giorni è meno che mediocre e chiunque può capire che hanno torto marcio, chiunque tranne loro e i fanatici "pro Papi".

Berlusconi e soci strillano come aquile, a sentire che da più parti ci si indigna per questa vergognosa cena; Mazzella scrive: "caro Silvio, siamo oggetto di barbarie" e "a casa mia invito chi voglio"; Napolitano (omonimo del Presidente della Repubblica) addirittura afferma, riuscendo non si sa come a restare serio: "Siamo vittime di un tentativo di intimidazione": non si sa se definire certe frasi più inconsistenti o più volgari. Politici di destra cavalcavo l'ipotesi dell'intimidazione nei confronti della Corte; la faccia tosta di certi figuri è ormai proverbiale. Ma, dico io, se avessero beccato D'Alema a cena a casa di Mazzella, da destra si sarebbero levate accuse infamanti o avrebbero fatto spallucce? Non avrebbero forse urlato alle toghe rosse, alle sentenze a orologeria, non avrebbero affermato a volume altissimo da tutte le tv del pianeta che per ciò stesso la decisione di ottobre della Corte sarebbe stata comunque priva di legittimità? Certe persone hanno la faccia ormai indistinguibile da altre parti anatomiche meno nobili.

Berlusconi ha sempre sostenuto che la sentenza di primo grado che ha condannato l'avvocato Mills per essere stato da lui corrotto (600 mila euro per testimoniare il falso in alcuni processi che riguardavano il premier) è da ritenersi priva di valore perchè nel collegio giudicante (tre giudici) vi era Nicoletta Gandus, che Berlusconi tentò invano di ricusare e la cui unica colpa, badate bene, sarebbe quella di aver preso parte, come cittadina, a qualche iniziativa di Magistratura democratica contro qualcuna delle sedicenti "riforme della giustizia" del Polo. Questo semplice fatto renderebbe la Gandus, nell'ottica distorta di Berlusconi, una toga rossa e quindi priva della necessaria obiettività di giudizio nel decidere su di lui al processo Mills; al contrario, cenare con due giudici della Corte che fra due mesi giudicherà sul tuo futuro processuale viene considerato come una bazzecola. L'ipocrisia e la falsità sono la seconda pelle di molti figuri che ci governano. E la stampa, rare eccezioni a parte, è un semplice scendiletto del potere.

Un qualunque giudice, se ha cenato con il denunciante, deve astenersi dalla causa, lo stabilisce un preciso articolo del codice di procedura. Due giudici della Corte Costituzionale, invece, per i quali il principio di terzietà dovrebbe valere ancora di più proprio perchè chiamati per il loro ruolo a decidere su questioni di primaria e cruciale importanza, potranno decidere, a ottobre, se respingere o meno il lodo voluto dal loro amico e ospite (e che per lui è una vera e propria ancora di salvezza), senza che questo possa far nascere alcun sospetto in noi. Questi due ci hanno preso per scemi; saranno giudici, ma ben poco avveduti. Non c'è una norma che lo proibisce, è vero. Ma ormai, qui, non c'è più nemmeno il senso del dovere, il rispetto delle istituzioni, l'osservanza delle più elementari regole deontologiche, il pudore di comprendere che l'hai fatta grossa e te ne devi andare con la coda fra le gambe: no, si preferisce arroccarsi sulla poltrona vaneggiando di complotti e di intimidazioni. Ormai sono tutti risucchiati da una spirale perversa di autoreferenzialità e di spregio del decoro e delle convenienze; tutti quelli che occupano un posto di potere pensano di essere per ciò stesso al di sopra della legge, intoccabili, al di sopra dei sospetti, non criticabili, inamovibili, semidei. Quando cadranno al suolo si faranno parecchio male, tale è l'altezza a cui li ha portati il loro ego.

E' interessante a tal proposito la lapidaria ma saustiva opinione del valido Massimo Fini (La Voce del Ribelle):
Se negli anni Cinquanta si fosse chiesto a qualcuno, se un giudice può andare a cena o avere contatti personali con un proprio imputato o comunque con una persona la cui posizione giuridica dipende dalle sue decisioni, chiunque, fosse stato anche il macellaio di sotto, avrebbe risposto: no.
La questione è così evidente che diventa quasi difficile spiegarla. Come se si dovesse spiegare il punto. Il punto è un punto e basta. È una questione elementare che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.
(Massimo Fini)

Per anni il premier ha tuonato contro i magistrati cattivi, antropoligicamente diversi dalla razza umana, cancro e metastasi della democrazia, persone che vivono per far del male, toghe rosse, comunisti complottisti; ha salutato ogni indagine, ogni rinvio a giudizio, ogni processo e ogni condanna contro di lui con queste trite e tristi litanie. Ora scopriamo che non tutti i giudici sono cattivi e mangia bambini, ve ne sono pure di rispettabili. sono quelli di cui Berlusconi è intimo amico, e che magari cucinano davvero bene.

Il sistema di disvalori di questa classe dirigente che sta portando l'Italia al degrado morale e culturale più profondo,e il mostruoso conflitto di interessi che avvolge Berlusconi sono ormai un ganglio inestricabile che inquina ogni singolo aspetto della vita democratica di questo paese che ormai, democratico, non è più.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


2 commenti:

Anna ha detto...

DOVREBBERO VERGOGNARSI: CORROTTI BUFFONI LADRI HANNO MERCANTEGGIATO L'ONORE A CENA CON UNO INDAGATO PER ANNI(TRA LE ALTRE COSE) PER LA STRAGE DI CAPACI... LORO CHE SONO GIUDICI... UNA VIOLAZIONE DI TUTTI I PRINCIPI COSTITUZIONALI, LEGALI, MORALI! VERGOGNA!

mauroarcobaleno ha detto...

a sentir loro, si offendono pure per i sospetti: il mondo alla rovescia! :-), anzi :-|