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venerdì 9 ottobre 2009

Obama, il Nobel e il Dalai Lama

Obama è piaciuto fin da subito a questo blog. Tanto è vero che il primo post fu per lui, appena eletto presidente USA. Obama è la svolta. Obama è il rettilineo che si apre d'improvviso davanti agli occhi dopo una serie infinita di brutte curve in cui più di una volta abbiamo rischiato di uscire di strada. Obama è saggezza ed equilibrio, giustizia e garanzia. Obama è un uomo che è una speranza. Cambierà il mondo, o almeno ci proverà sul serio. In questo senso penso che vada letto il Nobel per la pace appena assegnatoli a sorpresa: le sue intenzioni e le sue dichiarazioni sono state finora da Nobel, le sue azioni lo saranno. Un Nobel certamente meritato, anche se davvero prematuro. In Italia, ahimè, uomini così sono merce introvabile: la nostra società è vecchia (d'età e di idee) e senza prospettive, corrotta e ingiusta, con tante paure e nessuna speranza; non sa rinnovarsi, andando avanti così ha perso in partenza. Obama è il futuro, ma Obama, sebbene possa fare molto anche per noi, ce l'hanno loro, è bene non scordarlo.

Come ricordiamo che fino ad oggi tutto quel che ha fatto ci è piaciuto, così diciamo che vi è un'eccezione. Rifiutare l'incontro col Dalai Lama (altro Nobel per la pace) non in assoluto, ma in questa fase, al solo scopo di non irritare il potere cinese alla vigilia dell'importante summit di novembre, non è stata una scelta felicissima. Lo incontrerà a dicembre, è vero, e adesso lo ha comunque incontrato una figura di prestigio del suo entourage, tuttavia è stata una scelta inelegante. Vero è che Obama preferisce trattare le questioni rilevanti (come quella del Tibet) senza clamori e dietro le quinte: irritare la Cina sarebbe servito a poco, anzi avrebbe danneggiato la sua azione. Insomma, Obama è stato pragmatico e realista. Forse ha ragione lui, il tempo lo dirà. Per adesso notiamo lo stridore di una scelta che nel breve fa discutere anche se forse nel medio-lungo periodo potrebbe portare vantaggi alla sua nobile causa. Continuiamo a vigilare e a giudicare quel che fa, invidiandolo a chi ce l'ha.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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