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giovedì 28 aprile 2011

Habemus Papam (di Nanni Moretti)

La CEI (Conferenza Episcopale Italiana, i vescovi insomma) lo ha definito un film "superficiale": probabilmente prima ancora di vederlo. Su "Libero" si è scritto di un Moretti "finito": strana idea, specie se espressa da chi non lo ha mai accreditato di un inizio. Vittorio Messori ha detto laconico che non c'e' stata una conversione (?) di Moretti: resta da capire chi se l'aspettasse e perchè. I Papaboys lo hanno coperto di insulti affermando che in ogni caso da Moretti non è mai lecito aspettarsi un'opera d'arte: il secondo giudizio, irreale, toglie ancora più forza al primo. Avvenire ha invitato a boicottarlo: viva la libertà di espressione.

Nanni Moretti non ha risposto per fortuna a questi fini recensori se non con un'innocua battuta e ha fatto bene: sono giudizi un po' sospetti la cui assurdità e scarsa fondatezza non hanno bisogno di essere evidenziate oltre, spesso sono addirittura pre-giudizi. La realtà è che Habemus Papam è davvero un buon film, per certi versi addirittura sorprendente, e di certo non offensivo o superficiale. Il talento di Moretti fa bella mostra di sè e fa a gara con la superba interpretazione di Michel Piccoli: è grande cinema. Ma quel che fa di Habemus Papam un film da ricordare e che vincerà diversi premi è, oltre al finale inaspettato, l'abilità non comune con cui il tragico e il comico sono intrecciati e concorrono, senza mai darsi noia, a tratteggiare una storia che fa sorridere senza perdere la sua forte carica drammatìca. Sembra una miscela alla portata di tutti ma così non è: padroneggiarla senza sbavature riesce solo ai più grandi. La CEI, come sempre arrongantemente arroccata sulle sue indiscutibili posizioni, commette un grande errore: confonde la superficilità con la leggerezza. Capita, a chi è abituato a difendere posizioni più che a giudicare a mente aperta.

Il tono del film è quello di una commedia ma il tema è tragico: un cardinale, appena eletto Papa, non si sente in grado di affrontare questo immane compito e, fra lo stupore degli altri cardinali, ben felici di non essere stati prescelti al suo posto, rinuncia a un incarico che avverte superiore alle sue forze di uomo più adatto ad essere guidato che a guidare. Moretti ci fa vedere un Papa che è soprattutto un uomo, con i suoi limiti, le sua paure, la sua inadeguatezza. Altro che infallibile vicario di Cristo, altro che rappresentante di Dio in terra: Melville sarà stato anche scelto da Dio ma davvero non si sente all'altezza. E così si tira indietro, prende tempo, fugge e si perde per le vie di Roma, mentre la Chiesa e il mondo intero trepidanti aspettano, senza capire cosa sta succedendo e con la curiosità che cresce ad ogni ora.

E' un film che tratta un tema di grande attualità: il peso della responsabilità. In un mondo in cui tutti pensano di poter fare tutto, specialmente quello che non sanno fare, e in cui nessuno si sente mai inadeguato al compito a cui è chiamato, il Papa di Moretti rappresenta una salutare eccezione: avverte il peso del compito assegnatogli e lo sente superiore alle sue forze; quindi, dopo aver riflettuto, umilmente rinuncia.

Una recensione, fra quelle che ho letto dopo aver visto il film, suggerisce l'ipotesi che sia tutto un sogno, da quando Piccoli si apparta per riflettere fino al momento in cui è chiamato ad affacciarsi e comunica la sua scelta al mondo: se così fosse sarebbe per certi versi ancora più sorprendente, poichè si attribuirebbe una valenza decisiva a un percorso onirico.

Un vero artista riesce sempre ad aprirci una prospettiva nuova e Moretti con Habemus Papam lo fa. Ci porta dentro la Chiesa e percorre i sentieri meno battuti, che poi sono spesso i soli in grado di farci scoprire cose nuove. Osserva un mondo chiuso in se stesso e lo raffigura con un tocco lieve, a tratti ingenuamente poetico, mai offensivo. Il film scorre lieve senza intaccare la drammaticità dell'evento, che porterà poi al sorprendente epilogo.

Il film può essere criticato sotto diversi aspetti ma, francamente, il novanta per cento dei giudizi negativi che ho letto sono figli di preoccupanti chiusure mentali più che di fondate analisi tecniche.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stupendo,perfetto!
Persino io andrò al cinema a vederlo :-P

By Giada

mauroarcobaleno ha detto...

cavolo, un visitatore che scrive!!!!! Allora tolgo subito lo specchio, che avevo messo in home puntato su dime per sembrare in due.
Ciao