Lo spunto me l'ha dato il padre di 26 anni che ieri, con un gesto fra il gratuito e il bestiale, in preda al solito raptus che spesso fa da alibi ai criminali, ha gettato il figlio di 16 mesi nel Tevere uccidendolo, ma non voglio parlare di lui, non me ne frega nulla di quel tipo, il suo gesto lo ha già definito compiutamente, direi: adesso si tratta di applicargli una pena secondo la legge ingiusta di questo paese e di rinchiuderlo in un carcere degno di un paese incivile tipico sempre di questo paese. Il fatto è che in Italia se vuoi adottare un bimbo salvandolo così da una vita solitaria e infelice ti fanno lo screening peggio che a un delinquente e se non guadagni bene e superi ottomila test (e ovviamente sei sposato, perchè se convivi o sei solo o peggio, mamma mia!, non sei eterosessuale, allora nisba) non te lo affidano, e non si considera che chiunque anche a 14 anni può mettere al mondo un figlio anche se è un delinquente o magari non sa nemmeno gestire le sue mutande. Ma non volevo nemmeno parlare di questo, finchè il papa cattolico abiterà da questa parti non ne usciremo.
Quel che volevo dire riguarda la pena di morte, che non vedo male, con buona pace dei fans di nessuno tocchi caino, su cui già ho scritto (vedi qui). Ma come, salta su il primo, sei di idee liberali e di sinistra e non ti indigni per la pena di morte? Già, forse perchè non ho rinunciato a muovere gli ingranaggi del cervello di tanto in tanto. Per farla breve: in casi come quello sono per la pena di morte. Generalizzando: in tutti i casi in cui il colpevole è certo (per confessione piena e ricca di riscontri oggettivi o per prove inoppugnabili quali filmati, sovrabbondanza di testimonianze coincidenti e dettagliate o simili) e non vi sono attenuanti forti quali legittima difesa o simili, secondo me chi ha ucciso deve essere ucciso. E non dopo 20 anni di galera, ma dopo veloce processo e subito. Escluderei ovviamente i casi di omicidio colposo (ma attenzione: per me chi guida sbronzo e ammazza fa omicidio doloso non colposo). E non si tratta nemmeno di vendicarsi (ma quando mai?) o di pareggiare i conti, perchè chi ha ucciso ha deciso di morire (di fatto condannandosi alla pena capitale), chi viene ucciso non lo ha scelto. E' ora di finirla coi garantismi a tutti i costi che si traducono nel contrario del garantismo. Un delinquente uccide mio figlio per rapinarlo e dopo 15 anni di galera è fuori, è questa una mostruosità, non la pena di morte. Dice: ma chi sei tu, uomo, per decidere di uccidere un altro uomo? Vero. Ma chi sono io, uomo, per decidere che un omosessuale non puo' contrarre matrimonio civile e godere quindi degli stessi diritti degli altri suoi simili, di fatto condannandolo a una vita di infelicità e discriminazione?? E chi sono io, uomo, per effettuare i respingimenti in mare (vedi governo italiano precedente) e di fatto condannare a morte 1500 persone i cui corpi sono adesso sul fondo del Mare Nostrum?. E poi: poichè abbiamo questa facoltà (quello che, poniamo, ha ucciso mio figlio, se ne è avvalso...), allora la usiamo, secondo una legge e una procedura molto rigida, s'intende, non stile far west, perchè chi ha sbagliato è giusto che paghi in maniera adeguata. E, capirete bene, la mia idea è ben diversa da quella che anima la legislazione di vari stati, tra cui molti americani, perchè nel mio caso non decide una giura se ti devono tagliare la testa, sulla base di prove e testimonianza che vengono valutate (con possibilità di errore, dunque), ma si taglia solo se la testa è quella del colpevole: cioò riduce i casi di pena di morte, ma elimina la possibilità di errore. Chi è contrario può restarlo, molti di quelli che lo sono però, di questo sono sicuro, cambierebbero idea nel caso in cui fossero direttamente coinvolti in evenienze simili.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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