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venerdì 17 agosto 2012

La possibilità di un'isola (Michel Houellebecq)

"Comunque sia, a ogni osservatore imparziale appare chiaro che l'individuo umano non può essere felice, che non è in alcun modo concepito per la felicità, e che il suo solo destino possibile è quello di diffondere l'infelicità attorno a sé rendendo l'esistenza degli altri intollerabile quanto la propria -le sue prime vittime essendo di norma i genitori."

La possibilità di un'isola, di Michel Houellebecq, è un'affascinante ipotesi sul futuro di un'umanità che non ha futuro se non snaturandosi; alla fine vince il fascino della sofferenza sul desiderio di immortalità anche se preferire la vita degli uomini a quella dei neoumani non è riconoscerle un senso, piuttosto l'ineluttabilità. Come ho letto da qualche parte online il minimo che si possa dire della scrittura di M. H. è che rimane come i segni di uno schiaffo preso in pieno volto.

Incipit:
"La mia incarnazione attuale si degrada; non credo che possa durare ancora a lungo. Nella mia prossima incarnazione so che ritroverò il mio compagno, il cagnolino Fox.
Il beneficio della compagnia di un cane dipende dal fatto che è possibile renderlo felice; chiede cose talmente semplici, il suo ego è così limitato. È possibile che in un'epoca anteriore le donne si siano trovate in una situazione analoga – vicina a quella dell'animale domestico. C'era probabilmente una forma di felicità domotica, legata al funzionamento comune, che non riusciamo più a capire; c'era probabilmente il piacere di costituire un organismo funzionale, adeguato, concepito per assolvere una serie discreta di compiti – e tali compiti, ripetendosi, costituivano la serie discreta dei giorni. Tutto ciò è scomparso, insieme alla serie dei compiti; non abbiamo più veramente un obiettivo assegnabile. Le gioie dell'essere umano ci restano insondabili; i suoi dolori, invece, non possono distruggerci; le nostre notti non vibrano più di terrore né di estasi. Però viviamo, attraversiamo la vita, senza gioia e senza mistero, il tempo ci pare breve."

Lo so, molti di voi dopo 5 pagine mollano (con Houellebecq ne bastano 5, spesso: dopotutto vi fa perdere meno tempo di altri, la media è 30). Al contrario di Daniel non avrete un'altra possibilità.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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