martedì 22 settembre 2015
La vita è illusione
Voi pensate di godere della giusta considerazione presso i vostri colleghi, amici, parenti, conoscenti, superiori. Siete convinti che i vostri sforzi siano apprezzati, i vostri faticosi silenzi notati, il vostro impegno giustamente valutato, i vostri rari errori blandamente analizzati e comunque mai ingiustamente enfatizzati, i vostri slanci oltre l'ostacolo addirittura celebrati, i valori che informano le vostre azioni condivisi. Non è così.
Tuttavia non lo capirete adesso leggendo queste righe: siete troppo stanchi, superficiali, illusi o superbi per potermi credere. Lo capirete, forse, alla prima facciata contro un muro: allora vi sarà tutto chiaro, a posteriori, e penserete: come ho fatto a non capirlo prima? Naturalmente non siete tutti così, ma quasi tutti: c'è anche qualcuno che lo ha capito ben presto e senza bisogno di prendere sberle, così come c'e' anche qualcuno che pensa di saperlo da sempre, anche quando così non è, perchè è paranoico. E infine ci sono pure quelli che non lo capiranno mai, negare l'evidente è spesso la soluzione più confortevole, è una specie di autodifesa.
Voi che adesso mi state leggendo a sopracciglia lievemente inarcate pensate che se questo può valere per molti, o per tanti, di certo non vale per voi, perchè voi valete e siete circondati da persone che sanno riconoscere quanto valete: i fatti parlano per voi, questo pensate. Illusi.
Se solo riusciste a scindere l'opinione che voi avete di voi stessi da quella che gli altri hanno di voi, e soprattutto se solo voi riusciste a scindere l'opinione che gli altri hanno di voi da quella che voi ritenete che gli altri non possano non avere di voi, sareste già quasi salvi: ma è come parlare al vento.
Gli altri vedono quasi solo loro stessi, come del resto voi. Voi esistete nel loro mondo solo in funzione del loro esistere, fateneve una ragione. L'amore e l'amicizia nove volte su dieci sono drogate dalla consuetudine, dalla pigrizia, dalla convenienza, dall'affetto e dal desiderio di non ferire; sei volte su dieci almeno sono comunque sostanzialmente falsi o pesantemente bacati. Non è pessimismo, è realismo. Non fa audience e non rassicura; non vi pettina la coscienza. Vi irrita, vi infastidisce, ed ecco perchè adesso ce l'avete con me: tutto normale. Vi irrita ma è vero. Vi irrita perchè è vero.
Potete comportarvi bene, impegnarvi al massimo, dare tutto e anche di più, riuscire pure a ottenere buoni risultati: avrete fatto solo il vostro dovere, e ci mancherebbe pure. Fate un piccolo errore: vi sarà fatto notare e pesare oltre ogni limite, sembrerà essere l'unica cosa che sia possibile ricordare di voi. Più siete coscienziosi, più sembrate noiosi; più vi impegnate, più sembrate sospetti: quando sbagliate tutti ve lo fanno rimarcare. Se ottenete qualcosa di positivo, chiunque ci sarebbe riuscito; se non centrate l'obiettivo, altri non mancano di far rilevare che davvero non ci sarebbe voluto poi molto, se solo voi aveste fatto e detto etc. Se siete persone di qualità e rendete sempre ad alti livelli, sia sul lavoro che nella vita, ben presto gli altri si abitueranno e noteranno anche i più piccoli cali, nonostante voi partiate da livelli così alti da restare sempre una spanna sopra tutti anche con queste piccole defaillance. Se invece siete distratti, poco affidabili, casinisti, bugiardi e via così', paradossalmente sarete valutati e trattati meglio, alla lunga, perchè è palese che da voi non ci si può aspettare più di tanto e quindi non sarete quasi mai criticati per i vostri limiti e difetti, in alcuni casi clamorosi e insopportabili ma comunque assodati, ma più facilmente lodati per i vostri rari scatti di qualità, che su uno sfondo di mediocrità risalteranno in maniera evidentissima ponendovi per un istante sotto la luce dei riflettori. E' la rivincita del cretino, la legge del mediocre, il regno dell'idiota.
La sindrome del beneficato poi, quella che colpisce chi avete aiutato senza tornaconto e che dopo vi si ritorce contro con un livore ingiustificato e incredibile, tanto più rancoroso quanto più grande è stato il vostro aiuto, è una malattia penosa e davvero fastidiosa. E anche questa non mancherà di disturbarvi, se avete la pessima abitudine di essere tendenzialmente onesti, altruisti e generosi.
L'amico considererà normale il vostro appoggio se si si trova in una situazione difficile, ma vi farà morire di rimorso al vostro primo segno di involontaria e insignificante trascuratezza; l'amore oggi vi ama e vi idealizza oltre ogni limite di decenza, inventandosi in voi qualità delle quali voi non avete mai nemmeno sentito parlare, domani vede in voi solo i terribili difetti (quelli che avete e che prima non venivano notati, ma anche quelli che non avete) e si chiede come è mai possibile che un giorno gli possiate esser piaciuti; i parenti faranno sempre paragoni e condiranno il tutto con illazioni e previsioni menagrame; i superiori si accorgeranno di voi solo quando vi avranno perduto, anzi forse mai. A voi che credete di essere indispensabili (e magari, nel vostro ambito, familiare o lavorativo, lo siete quasi -dico quasi perchè nessuno lo è del tutto, in genere): gli altri nemmeno vi vedono, questa è la norma, rassegnatevi. E appena mollate un attimo, appena scendete di un gradino dal vostro livello di eccellenza, ecco le critiche, i sospetti, l'ingratitudine di chi considera solo gli ultimi cinque minuti e vi mette sotto esame come foste alle prime armi. Quello che avete fatto non conta nulla, se adesso toppate; ecco perchè quando un cretino azzecca la mossa, viene lodato come se per lui fosse la normalità, senza curarsi dei casini che ha fatto in precedenza e di quelli che da domani comincerà a rifare.
Lo so, voi siete superiori a tutte queste miserie. Voi agite bene perchè ci credete, non per veder riconosciuti i vostri indubbi meriti o per ricavarne -orrore!- un bieco tornaconto. Ma sotto sotto fate il bene anche per stare bene e se quello a cui fate del bene non se ne accorge o peggio, finite per stare male; inoltre sapete di valere e vi aspettate, siete sicuri che non possa non notarsi, e invece gli altri nemmeno vi vedono e non appena sembrate (non necessariamente siete) meno utili rischiate di essere messi da parte in un baleno.
Dopotutto, è anche opportuno ricordare che gli altri siamo noi. E che quindi anche molti di noi sono così. E poi, a dirla tutta, parecchi di voi, nemmeno valgono poi così tanto. Forse anch'io, tanto lo so che lo avete appena pensato, quindi vi anticipo. Ma non è questo il punto, spero lo abbiate capito. Smettete di illudervi, è bello come masturbarsi il palato con una morbida crema pasticcera, o come accarezzarsi la gola con morbido cognac, ma porta agli stessi risultati: a spappolarsi il fegato.
Qual è allora la morale o il consiglio? Non pretendo di arrivare a tanto, il mio scopo era solo farvi riflettere sulla vacuità di una delle tante illusioni che tappezzano le pareti della vostra esistenza, non la più grande forse, ma comunque una delle più potenti. Il consiglio non è certo quello di rinunciare agli altri, anche perchè non potremmo: siamo animali sociali, laddove l'uso del termine animali è particolarmente azzeccato. Dobbiamo socializzare, vantarci, millantarci presso terzi, illuderci di contare davvero per altri da noi, dobbiamo amare e odiare, invidiare e solidarizzare, siamo esseri umani dopotutto. E ho detto tutto! Quello che facciamo e diciamo lo facciamo e diciamo anche e soprattutto perché altri lo leggano o lo vedano e pensino ma quanto è bravo questo qua! Solo, sarebbe meglio essere più sgamati, onde evitare epocali delusioni che se, è vero, ci fanno crescere, ci fanno però anche male. Non è bello illuminare con l'improvvisa luce di una tardiva consapevolezza anni e anni di cammino al buio o nella semioscurità: credevamo di camminare in una galleria del Louvre, la luce ci rivela che siamo invece sempre stati in un cunicolo delle fognature.
A parte questo, tutto bene, eh.
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