Condivido appieno questa affermazione di IVANO MARESCOTTI
Una curiosità: lei si definisce orgogliosamente comunista. Ma nel 2018 che vuol dire essere comunisti?
Innanzitutto, va precisato che il mio comunismo non ha niente a che vedere con lo stalinismo: l'Unione Sovietica negli anni 30-60 era molto più simile al fascismo* in Italia di quanto si pensi. Oggi, per me, essere comunista significa identificarsi con le lotte dei comunisti italiani nel secolo scorso. Sono cresciuto al suono di “viva il comunismo e la libertà”, due parole mai disgiunte una dall’altra. Significa semplicemente progettare una società anticapitalistica e provare ad organizzare le classi sociali più deboli e subalterne. Per mantenere una utopia necessaria e, per dirla con Luciana Castellina: “per non rinunciare a all’obbiettivo di coniugare libertà con uguaglianza, qualcosa che non è mai riuscito ad alcuna rivoluzione”. (fonte: MicroMega)
* quando parlo di fascismo che è il contrario della democrazia e non del comunismo e parlo esplicitamente di regimi fascisti seppur riverniciati di rosso, gli stolti sorridono.
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