Confesso che sorrido sempre un po’ quando, in occasione di un femminicidio (mi adeguo alla maggioranza), sento dire che gli uomini andrebbero educati diversamente. Per non parlare della violenza omofoba, di cui ci scordiamo più volentieri. Mi vengono sempre in mente due o tre cose: 1) perché, adesso sono educati in qualche modo? 2) non è un problema di educazione degli uomini, è un problema ben più generale 3) non andrebbe educato diversamente anche chi uccide un uomo o un bambino, più persone o un animale? E chi ruba o distrugge l’ambiente naturale?
Dire sempre questa frase annoia e, quel che più conta, non risolve nulla. Dà sempre l’idea dell’indignazione automatica, che scatta, fa la sua fiammata, dice le solite cose e poi passa. E tutto resta come prima, perché nessuno fa nulla e perché non son cose che si risolvono in due mesi o in due anni.
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Non penso che gli uomini oggi vengano educati peggio o meglio delle donne. Il punto è che tutti vengono educati poco e male, di sfuggita, da genitori perlopiù inadatti al ruolo e magari a loro volta frutto di educazioni rabberciate, da una scuola che ormai non esiste quasi più sia nella sua funzione formativa che in quella educativa, da una tv e da altri media (i social) che hanno preso il posto di famiglia e scuola e fanno danni ciclopici.
Viviamo in una società in cui regna l’ingiustizia, di tutti i tipi; la disonestà; l’importanza dell’apparire; i valori futili come la fama e il denaro; la cattiveria. Una società in cui ognuno si fa gli affari suoi e cerca di arraffare quanto più può, calpestando gli altri, se necessario. In cui non vi è rispetto per la vita umana in genere (poveri, migranti, malati, vecchi), anzi disprezzo assoluto per persone, animali e cose: perché quindi vi dovrebbe essere rispetto per una donna? Pensate davvero che facendo frequentare un corso di educazione sentimentale di trenta ore ai maschietti di quindici anni il mondo cambierebbe? Non diciamo eresie. In primaria tutti i bambini sono per la pace, per l’ambiente pulito, per la lotta alla fame nel mondo; tutti i bambini sono contro il razzismo e fanno bei disegni e bei temi. Tutti. Poi a quindici o sedici anni cominciano a comportarsi da adulti indegni e molti finiscono per diventare pessimi cittadini, esseri umani indegni, e per votare per partiti e politici indegni e portatori di idee disumane. Come mai?
Punto primo, non cambi il mondo con due misure e in due anni: sono processi complessi e di lungo periodo, incompatibili con la deriva che ci spinge da anni. La scuola è massacrata da decenni, poiché lo scopo è formare operai con salari da fame; la politica è il regno dei corrotti e non pensa al bene comune; la tv (concentrata nelle mani di pochi e al serviio esclusivo degli interessi di questi) non educa né forma , e non informa: sparge falsità e veleno nel cuore dei nostri giovani; non vi sono più esempi positivi, anzi il contrario: oggi fa strada chi peggio agisce. E’ una società malata, come può far crescere individui sani e retti? Giusto per via di qualche eccezione...
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Quindi si stava meglio una volta? Io dico di no. Semplicemente, era diverso. E di certo il mondo, nei secoli passati, non era meno violento o ingiusto. Una volta la donna era schiava del marito, e non vi era la possibilità del divorzio; nel rapporto a due un soggetto era il più forte e aveva più potere, anche sociale, e la cosa non era minimamente in discussione; per non parlare del delitto d’onore, dei matrimoni combinati (che in alcune culture sono la regola anche oggi), delle mille disparità di trattamento. Oggi le donne si stanno prendendo la rivincita e, essendo ahimè anch’esse dei semplici esseri umani, sbagliano quanto e come gli uomini, ma questo non basta a spiegare o a risolvere le cose. E’ solo cambiato un po’ l’equilibrio delle forze, ma l’ignoranza e la cattiveria che una volta informavano i rapporti umani ci sono anche oggi, con la differenza che allora magari schiavizzavi e discriminavi, oggi se non ti garba come vanno le cose uccidi. E’ una reazione diversa, ma sempre bestiale, e frutto sempre di educazioni sbagliate e di individui indegni. Sono cambiate le cose? Sì. Sono migliorate o sono peggiorate? Io non vedo progressi o grandi peggioramenti.
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Quindi non è possibile fare nulla? No, qualcosa si può fare. Come si potrebbe fare qualcosa per impedire che nonostante ogni anno si producano sul nostro pianeta alimenti per 12 miliardi di persone, una fetta considerevole dell’umanità (che in tutto è 8 miliardi) muoia di fame; o per impedire che vi siano guerre, catasfrofi ambientali, ingiustizie. Ma secondo voi si fa qualcosa? Forse sì... E’ abbastanza? Assolutamente no. Cambiano le cose? Ma quando mai? E vorreste cambiare voi le cose educando “meglio” gli uomini? Ma per favore....
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Ci vuole la volontà di cambiare; questa volontà deve essere di molti, se non di tutti, e soprattutto di chi ha in mano le leve del potere; e ci vogliono fatti concreti, e piani coerenti e congrui e di lungo periodo.
Non puoi toccare Caino, giusto? E Caino deve essere rieducato (la pena è rieducativa), e ha diritto a attenuanti, infermità o semi-infermità mentale, sconti di pena. E anche l’ergastolo è disumano, quindi poi, dopo aver ucciso senza motivo una donna, o un uomo, il nostro eroe, condannato a 16 anni, esce dopo averni scontati 9 o 10, e ha un lavoro e una nuova vita. La pena deve avere una funzione rieducativa, certo, ma anche punitiva e deterrente: secondo voi la fine che fanno gli omicidi spaventa qualcuno? L’uomo è una bestia, spesso non uccide anche per paura delle conseguenze, è triste dirlo ma è così. Ma di quali conseguenze parliamo? Ci sono terroristi con decine di morti sulla coscienza che oggi scrivono libri, fanno conferenza, vanno in tv, guadagnano...
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Quindi ci vuole una scuola diversa, che non mandi i sedicenni a morire in fabbrica con l’alternanza scuola-lavoro; che formi in maniera completa e adeguata uomini e cittadini; che premi chi si impegna e penalizzi chi non si impegna; oggi essere bocciati in primaria è impossibile, in secondaria proibitivo; oggi non si danno i voti per non turbare gli alunni; non si comunica la classifica nei tornei sportivi dei piccoli per non istillare la competività (eh???), oggi si tollera tutto, quanto a disciplina, e i maestri sono spesso inadeguati, sempre mal pagati e sempre senza alcun potere, quindi di fatto quasi impossibilitati a svolgere un ruolo fattivo. Una scuola, certo, in cui si insegna più educazione civica e sentimentale e meno altre materie meno importanti o addirittura dannose; in cui vi è più disciplina e rispetto, delle regole e del prossimo. Un mondo diverso, in cui l’onestà e la solidarietà sono incentivate e premiate, e i comportamenti violenti e asociali puniti con ferocia. Un mondo in cui chi ruba soldi pubblici o deturpa l’ambiente e le cose di tutti diventa un emarginato e viene messo all’indice e in cui chi uccide, e non vi è traccia di uno straccio di ragione (ammesso che vi possa essere una ragione -ma in alcuni casi si può intravedere), paga col bene che ha tolto, non con dieci anni di galera quando gli va male. E che galera, poi? Privazione della libertà e rieducazione? No, inferni sulla terra, cinque in cella, soprusi di ogni tipo, scarsa igiene, etc.
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In qualsiasi agglomerato umano (famiglia, associazione, azienda, comunità di vario tipo, società nel suo complesso) se non vi sono uguaglianza, giustizia, rispetto, meritocrazia, empatia, poche regole e chiare e uguali per tutti e punizioni feroci in caso di violazione delle stesse, non vi è futuro.
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Allora quando apprendiamo di un barbaro omicidio o femmincidio, o di guerre insulse, ingiustizia feroci, disuguaglianze sanguinose, dobbiamo fare spallucce? No di certo. Ma questa indignazione a comando che dopo poco sfuma mi ha stufato assai. Nella nostra vita siamo all’altezza dell’indignazione che manifestiamo ogni volta che succede un fattaccio di quelli citati?
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Non basta educare i propri figli ai giusti valori e al rispetto della vita umana, se poi la società in cui crescono è come quella di oggi: è come cercare di svuotare il mare con un secchiello.
Ecco perché dico che non cambierà mai nulla.
Ecco perché quando accadono fatti come quelli di cui si discute in questi giorni non mi stupisco e non mi indigno più: non credo che l’umanità nel suo complesso possa farcela, a salvarsi dai suoi tragici difetti.
Cerco di fare il meglio, certo, in tutto. Ma so che non cambierò il mondo. Non ho più l’età per illudermi.
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