Nei periodi difficili si fanno sogni brutti, disturbanti, molesti, dannosi.
Non quanto ti capita una tragedia o la tua vita affronta un momento critico o impegnativo: durante non succede quasi mai di fare brutti sogni, semmai si dorme male o non si dorme, in quel caso i sogni si fanno nei mesi e negli anni a venire (la morte di un parente, per esempio, o banalmente l’esame di maturità: quelle notti le dormivi o le passavi a studiare, o le dormivi male e poco, ma i sogni sopra son venuti anni dopo e ci sono tuttora; come il ricordo dei defunti, anche se l’esame è certamente poca cosa se paragonata a un decesso, sebbene sia non poco impattante).
Nei periodi difficili invece, quelli in cui ti infili come in un imbuto che piano piano si stringe, i sogni nascono e crescono e rendono il sonno inquieto, poco ristoratore, e i risvegli allucinanti o opachi: la realtà fatica, la mattina, a cacciarne via la venefica ombra che vorrebbe allungarsi anche su parte della veglia.
In questi sogni accadono le cose più spiacevoli, quelle che inconsciamente o consapevolmente hai sempre temuto. Saltano fuori amici e parenti che non vedi da anni, situazioni passate, a volte stravolte, il tutto in una miscela impazzita ma, illogicamente, logica.
In questi periodi in cui la vita è dura, il presente carico di ansia e i pensieri sul futuro insopportabili, anche il sonno ti viene a mancare, il sonno che riposa e ristora, che rigenera.
Non hai tregua né di notte né di giorno, anche se di giorno spesso le incombenze quotidiane o la multiforme realtà ti distolgono almeno parzialmente da alcuni pensieri fissi.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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