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domenica 22 marzo 2009

Franco Battiato, Live in Theatre 09, Livorno

Di Franco Battiato si può dire molto, ma difficilmente sarà qualcosa che non è già stato detto: accade sempre quando si ha a che fare con artisti di lungo corso che occupano con merito la scena da decenni e che però, per vivacità intellettuale e freschezza culturale, dimostrano di avere ancora parecchio da dire. Forse il complimento migliore che possiamo fargli dopo aver assistito al concerto di venerdì sera 20 marzo al Teatro Goldoni di Livorno è che lo spettatore vorrebbe davvero che Battiato non finisse mai di cantare, anche dopo due ore e più di show.

Musicista, cantante, autore di testi, musiche, balletti e opere liriche, scrittore, studioso, editore, pittore, regista: sono solo alcune delle forme in cui il suo talento ha trovato espressione nel corso degli anni e, sebbene sia soprattutto la sua produzione musicale quella che gli ha dato il successo di massa, non bisogna dimenticare che in qualsiasi campo Battiato abbia deciso a un certo punto di cimentarsi non è mai stato banale ma ha sempre saputo portare la freschezza e la purezza della sua ispirazione, oltre alla modestia del neofita.

Ragazzotto spiantato e in cerca di una strada all'inizio degli anni '60, Battiato non è mai sceso a compromessi: ha sempre fatto quel che sentiva di dover fare, e pazienza se nei '70 faceva avanguardia pura e scriveva musica che quasi nessuno era in grado di capire. Non ha mai svoltato per inseguire un facile successo e, quando lo ha finalmente incontrato, non ha mai rinnegato il suo passato: Battiato è sempre rimasto fedele a se stesso, semplicemente ha seguito il suo personalissimo cammino artistico che lo ha portato negli anni ad attraversare molteplici stili e forme d'espressione: siamo noi che a un certo punto lo abbiamo incrociato e gli abbiamo dato l'ebbrezza di un riconoscimento meritato.

Artista poliedrico e talentuoso, dunque, autore di numerosi pezzi entrati a far parte della storia musicale italiana e non solo, vincitore nel 1979 del Premio Stockhausen di musica contemporanea, e' stato il primo cantante di musica leggera a tenere un concerto nello stato pontificio e il primo musicista occidentale a esibirsi in Iraq, nel 1992, sotto il regime di Saddam Hussein. Ma anche uomo colto, coerente, dalla grande curiosità intellettuale e dalla non comune apertura mentale, votato costantemente alla ricerca: per Battiato le culture diverse dalla nostra sono imperdibili occasioni di conoscenza e di arricchimento della propria anima e non minacce di fronte alle quali chiudersi a riccio nel guscio di un occidentalismo fine a se stesso. Alla storia guarda come a una tavola da decifrare per coglierne segreti e non come a un passato ammuffito e privo di significati; sa che nella sua stessa ricerca molti uomini prima di lui, in epoche lontane, hanno raggiunto risultati sorprendenti e quelli vuole raggiungere, far suoi, superare, come uomo prima ancora che come artista. Molteplici sono sempre stati i suoi interessi, che davvero spaziano in tutti i campi, e molteplici, come detto, i frutti della sua ispirazione.

Venerdì sera a Livorno, seguendo una scaletta davvero ben congegnata, ha dato l'ennesimo saggio della sua bravura musicale, cogliendo fior da fiore, con una leggerezza che solo una consolidata maestria sa darti, da una produzione musicale sterminata, variegata, di rara profondità e bellezza. Le sue canzoni non accusano minimamente i segni del tempo e anche a distanza di anni e dopo decine di ascolti sono in grado di dirti qualcosa di nuovo: tutto questo accade solo ai classici.

Ogni suo concerto, insomma, non è mai solo commemorativo ma nasconde in sé anche i chiari segni di indifferibili ed imminenti sviluppi futuri: quando abbiamo la fortuna di ascoltarlo sentiamo che in noi il piacere di quello che finora ci ha dato fa a gara con la dolce attesa di quel che ci darà in futuro.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


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