Ad inizio stagione i giornalisti che se la danno da sapientoni ma che non sanno nulla e che adesso con allegra stoltezza ci massacrano parlavano di una squadra forte, certo più forte dell'anno prima.
Dopo 23 giornate si deve prendere atto del fatto che i valori tecnici indubbi in qualche caso non erano così indubbi e comunque non sono bastati a creare una squadra forte come quella che pareva possibile: carenze psicologiche, errori di vario tipo ai vari livelli (presidente, ds, allenatori, giocatori), un po' di sfortuna e un po' di fattori esterni hanno determinato la situazione attuale: 24 punti.
Quindi è bene cambiare obiettivo, esattamente come, nel loro contesto, hanno dovuto fare Inter, Fiorentina e Roma: fino a due mesi fa in lotta per il titolo, adesso quasi definitivamente fuori. Occorre prendere atto della realtà e della discrepanza tra legittime attese e andamento effettivo.
Adesso l'obiettivo è fare 40-42 punti, che dovrebbero garantire il mantenimento della categoria (spesso ne sono bastati anche 37 o 38, ma insomma). E non sarà facile. Potrebbero bastare 3 vittorie di fila, per dare un colpo di reni decisivo, ma ora come ora riusciamo a farci sfuggire di mano una partita già vinta in un modo che non lascia presagire giorni facili e filotti di vittorie. Quindi, per quanto incredibile possa sembrare, la corsa è su Carpi, Frosinone e Verona, e questo penso che al momento valga anche per Palermo, Udinese, Genoa, Atalanta; forse per Chievo, Torino, Bologna. Dico incredibile perchè tecnicamente a mio parere non dovremmo aver problemi a mettere almeno 8 squadre dopo di noi; ma la tecnica non è tutto, anzi.
Quindi stasera male perchè dopo il punto perso a Bologna per un rigore fantasia oggi abbiamo buttato nel cesso a 5 secondi dalla fine due punti d'oro: sarebbe bastato tener palla 20 secondi. Ma durante la partita, pur avendo fatto due gol, abbiamo combinato anche diversi pasticci. Tuttavia il Carpi (che al momento ha un gioco migliore del nostro) ha perso, quindi +1 e saldo attuale a +5. Pochi, d'accordo, ma lavoriamoci.
La cosa più difficile in questi casi è la fiducia in se stessi: se l'avessimo, faremmo punti; non facendoli, è sempre più difficile averla. Una dinamica nota.
Per noi lottare per restare in A o per vincere una coppa non fa differenza, concettualmente; non è certo un problema, siamo da bosco e da riviera; per i giocatori che ci rappresentano, le cose sono un po' diverse.
Speriamo che i fattori esterni non ci complichino troppo la vita (sfortuna, infortuni -stasera ben due in difesa!, arbitri che vedono l'impossibile e a volte ignorano il gigantesco); poi starà a noi correggere gli errori nostri, che sono parecchi. A volte, specie quando hai cambiato tanto in corsa come noi, darsi un gioco richiede tempo, proprio quando il tempo scarseggia.
Chi vivrà vedrà. Ne ho viste troppe , nel bene e nel male, per agitarmi più del dovuto.
E poi quei magici colori, francamente, danno allegria, sempre. Anche un'ora dopo essersi suicidati in un modo che ha non tanto dell'incredibile, quanto dell'inspiegabile, direi quasi volontariamente.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.
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