La bellezza è di questo mondo, e così la tristezza. La felicità è sempre uno stato transitorio, sorprendente, quasi innaturale.
La tristezza è già nella bellezza.
L'essere umano non può mai essere davvero felice, se non per brevi istanti in cui dimentica chi è e qual è la sua sorte e si fa distrarre da elementi terreni.
L'essere umano è l'unico essere vivente consapevole del suo destino: sa che può soffrire e può morire, sa che soffrirà e morirà: questo rende di fatto impossibile parlare di felicità, salvo gli insignificanti casi sopra detti.
La felicità, se raggiunta, sarebbe uno stato miserevole, poichè presupporrebbe di ignorare la nostra vera natura e il nostro destino, sarebbe dunque falsa, determinata da incoscienza, tanto appagante quanto vacua. Di certo aiuterebbe a vivere meglio, ma per vivere come vivamo noi, e quindi non come una pianta o come un insetto, conoscere è ineludibile, e di conseguenza la felicità ci è preclusa.
Continueremo a cercarla, a vagheggiarla, a rimpiangerla: è nella nostra natura. Ma l'avremo solo per attimi, e a nulla varrà.
Felici non si vive meglio.
Farsene una ragione è già saper vivere meglio.
Ho pensato di darvi un po' di entusiasmo per caricarvi in vista dei festeggiamenti serali.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.
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