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domenica 16 aprile 2023

Fatelo ogni tanto un giretto in un discount

Andare al discount ogni tanto vi farebbe capire come sta davvero questo Paese. Al discount lo vedi dalle facce, come sta. E molti spendono dai 5 ai 20 euro, e calibrano ogni prodotto, e per pagare non tirano fuori pezzi da 100.

Lo vedi dalle facce che aria tira. E da come la gente è vestita. Perfino da come si muove: è lenta, impacciata. Dà fastidio, anche perché gli spazi sono stretti. E’ insofferente, ma taciturna. E’ stanca. Senza luce negli occhi.
A capo chino. 
Lo capisci dal silenzio. Nessuna musica di sottofondo, solo qualche annuncio di servizio, e i clienti che non parlano quasi, e se lo fanno bisbigliano.
Anche i bimbi, perlomeno quello sopra i sei anni, sono più tranquilli del normale.
C’è rassegnazione sommessa.
Si devono fare i salti mortali anche per mettere qualcosa sotto i denti, ditemi se è vita. 

Non sei in un grande supermercato, non sei in un tempio del consumismo, in una di quelle grandi cattedrali tutte luci e musica in cui ogni giorno si officia il laido rito del consumo. Sei in un magazzino a caccia di qualcosa per sfamare te e i tuoi figli, in cerca di un paio di scarpe o di una felpa da 9 euro e 99. Non sei spensierato e felice come al centro commerciale, sei stravolto o disperato, e sai già che uscirai insoddisfatto. E a volte compri prosciutto che dal colore pare avere i minuti contati, e pizze surgelate dalle marche mai sentite che prima di infornarle ti fai il segno della croce, e bevande ignote dai nomi ricchi di consonanti, e attrezzi o vestiario che ti chiedi se valga la pena e sai bene che probabilmente non la vale ma il doppio in tasca non ce l’hai sicché se ti serve proprio lo compri, al massimo ti durerà meno... 
Mentre alcuni hanno l’oro anche fra le chiappe, e in bocca, sempre se li ipotizziamo distinguibili con agio.

E’ un Paese alla deriva economica e morale, da decenni. Ci governano buffoni e corrotti, il diritto è un carnevale, il sopruso la regola, il privilegio uno schiaff0 sulla faccia dei molti che sono alla cate -na. 
Nessuno si ribella perché siamo immigrati quindi cittadini di serie B, o vecchi, o malati, o stanchi e disillusi. 
E così non rotolano le te -ste che meriterebbe di rotolare tra rivoli di sangue, e la forbice tra chi vive una vita di lusso e chi marcisce nel fango si allarga ogni giorno di più. 

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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