sabato 16 gennaio 2016
Trave e pagliuzza, vecchia tattica
Loro.
In sei anni subiscono un tentativo di infiltrazione mafiosa o poco più. L'ultimo in un comune che gestiscono ma che è stato sciolto gia' varie volte per mafia, in passato.
Lo respingono.
Quando viene fuori che il sindaco, pur avendolo respinto e pur essendo stato eletto indipendentemente dai presunti voti sporchi, non ha detto tutta la verità, in soli 7 giorni decidono di espellerla. Sono favorevoli ad andare a nuove elezioni. Sono favorevoli a pubblicare tutte le intercettazioni del caso. Pubblicano addirittura gli screenshot degli scambi di chat tra il sindaco e i dirigenti del movimento.
Gli altri.
Non buttano fuori nemmeno i condannati, che continuano gestire la cosa pubblica, figurati gli indagati o i chiaccherati. Hanno decine di comuni sciolti per mafia. Hanno Roma Capitale e ci hanno messo un anno prima di agire. Gliene arrestano o indagano uno o quasi al giorno. Le condanne fioccano. Si oppongono alla diffusione delle intercettazioni (Napolitano le ha fatte bruciare).
Ma, con la gentile collaborazione del 90% dei media, da giorni stanno spargendo merda su loro e ingigantendo un caso piccolo e insignificante se paragonato al marciume che li affossa, e che in questo modo cercano di nascondere. Vecchia tattica: esaltare la pagliuzza del tuo avversario di modo che non si pensi più alla trave che hai nell'occhio dell'etica.
M5S, PD
Io non dico nulla. Ma piuttosto che non votare (sbagliato), se si vuole provare a cambiare, non puoi votare sempre gli stessi o i presunti nuovi che avanzano e che sono uguali o peggio di quelli che volevavo sostituire e rottamare: ti hanno detto mille bugie e si comportano peggio dei precedenti, non esiste differenza tra loro. Devi votare facce nuove, che hanno regole nuove e che, pur facendo errori da inesperienza (anche loro sono uomini ahimé), le applicano con coerenza.
Poi se ti fregheranno pure loro, ok: ma avrai poco da rimproverati. Nell'altro caso avrai da rimproverarti eccome: se ti arriva merda te la sei voluta.
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venerdì 15 gennaio 2016
Capre del mattino
Se lo avessi sottomano gli darei tante di quelle legnate (educative) che sicuramente gli cambierei l'indole.
Parlo del neurone della fretta di quelli che la mattina si alzano tardi, si lavano i denti mentre sorseggiano il caffè, salutano la moglie con un grugnito e indossano due calzini spaiati, prendono l'accendigas in mano anziché le chiavi dell'auto e scambiano la vicina per una nuova fioriera messa lì la sera tardi da qualche condomino intraprendente. E, soprattutto, pensano di poter poi recuperare correndo come capre impazzite sulle strade, rischiando la vita loro (chissene) e degli altri (e qui se permettete mi arrabbio di brutto).
L'unica remora che potrei avere è che se eliminassi o rendessi invalido quel neurone i tizi in questione, poco più che mononeuronici, si troverebbero impossibilitati a svolgere con scioltezza anche le funzioni più modeste del nostro percorso esistenziale quali scaccolarsi con cura in coda al casello o fare zapping ragionato stravaccati in poltrona.
Ti stanno a due millimetri dal paraurti posteriore, roba che se sfiori il freno per un attimo ti ritrovi con un nuovo design sul baule (un bel "trasferello" di imbecille), sfanalano imperiosamente (ma quando devono mettere la freccia pare invece che abbiano una paresi al braccio sinistro), si allargano più volte per tentare il sorpasso o per simularlo al fine di metterti pressione e poi rientrano, scalpitano come capre appunto, con le quali mi scuso per l'infido paragone. Si tratta di decerebrati cheper guadagnare 30 secondi sull'arrivo al lavoro sarebbero disposti a vendere la mamma su ebay, ma che piuttosto che mettere la sveglia 5 minuti prima si farebbero mozzare il braccio destro da un serial killer in pensione, dotato di ascia arrugginita e quindi a rischio tetano.
Naturalmente l'unico effetto che un simile australopiteco poco dotato ha sul mio stile di guida è che se prima andavo a 45-55 laddove il limite è di 50, subito scendo a 49 e metto una goccia di attak sulla lancetta del contachilometri. Se tu sei un bastardo io divento ligio più che mai, se tu metti a rischio la mia vita perchè la sera ti sei addormentato sui porno annunci delle tv private io divento il campione del codice stradale, l'automobilista ideale (non che di solito sia molto lontano da questo standard, comunque).
A costoro, feccia del consesso degli automobilisti e rifiuto organico della società, non andrebbe tolta la patente: andrebbe demolita l'auto sul posto, con cerimonia pubblica e in presenza di fanfara e autorità locali, e inibito l'uso di qualunque mezzo di trasporto per 215 anni, altri pianeti della Via Lattea inclusi, incluso pure il trenino elettrico di Natale del nipotino di cotanto zio. Non meritano di morire, certo che no, sebbene con il loro comportamento rendano più scivolosa la tua strada verso l'inferno e spesso qualcuno riescano a mandarcelo davvero per la loro disgustosa imprudenza. Meritano di essere marchiati a fuoco sulla fronte con la I di imbecille. Si direbbe quasi che l'imbecillità l'abbiano inventata loro: prima non c'era.
Sono indegni di sedere su un qualunque sedile di mezzo in movimento; spesso, con leve e pulsanti, comandano una settantina di cavalli (motore) e ciò è bizzarro trattandosi di veri asini.
Domattina alle 7 si ricomincia.
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venerdì 8 gennaio 2016
Dove acquistare i libri
Se potete non acquistate i libri al supermercato. Ho qualche riserva anche sulle edicole propriamente dette ma qui non mi sbilancio perché, sebbene non mi piaccia la moda del libro allegato alla rivista o quella, di nuovo spuntata fuori, delle "riduzioni", so che le edicole faticano a sbarcare il lunario, quindi dirrei comprateli nelle librerie o nell edicole-librerie: mi pare un giusto compromesso. Eviterei però i libri gadget uniti a settimanali e quotidiani.
In Italia non legge quasi nessuno. Io, negli ultimi anni, ho letto davvero poco, ma ho sempre continuato a comprare libri; leggo poco per via di alcune circostanze comprensibilissime tra cui la nascita di una marmocchia. Ma mediamente ho letto e leggerò molto. Pensate a come si potrebbe incentivare la lettura solo realizzando programmi tv di qualità aventi per argomento la letteratura, specie classica, italiana e straniera. Oggi si parla di libri un po' da Fazio, c'era e non so se ancora c'e' Per un pugno di libri, poi il vuoto. Non considero il politico o comico o tuttologo di turno che va a strombazzare la sua aultima fatica: 8 volte su 10 è robaccia. Non si vuole stimolare alla lettura perchè la qualità richiede sforzi e all'inizio la pazienza di sopportare ascolti non elevati. Inoltre chi legge sa, ragiona e diventa più difficile da gestire e manipolare con le tv e la stampa di regime.
E poi, francamente, il libro non è proprio un prodotto, nel mio modo di vedere le cose.
I supermercati, se non vendono libri, nemmeno se ne accorgono, quindi il mio non è un invito contro, ma pro.
E' un'opinione, anch'io a volte li ho comprati lì, perchè magari avevo fretta, dovevo fare un regalo e ormai il tempo stringeva etc. In tutti i casi in cui non ho fretta, evito.
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martedì 5 gennaio 2016
Storie di tutti gli anni
Tutti gli anni, anzi due volte l'anno, la stessa trita e ritrita e consumatissima e noiosa storia: "è un obiettivo stagionale!"
Pazienza, ci vuole tanta pazienza. Ma quanta ce ne vuole però, eh?
Ma lo sarà per te che lo hai detto, un obiettivo stagionale (senti che enfasi), porca di quella paletta, e che sempre lo dici, e che se lo vinci ci costruisci un'annata intera (sai che fondamenta) e se lo perdi ti lamenti un'anno intero per presunti e inventati torti (cfr. gol del Gabbia, please, che palle che sei, impara ad essere sportivo, se dovessi tirar fuori io le ingiustizie sesquipedali subite in queste partite del tutto particolari ci vorrebbero settimane, penso solo al Matuzalem, al Nappi etc), lo sarà anche per qualcun altro questo obiettivo s-t-a-g-i-o-n-a-l-e (tutti o quasi tutti dei loro e qualcuno un po' così dei nostri), il giorno che lo sarà per me vorrà dire o che sto sragionando di brutto-brutto-brutto o che, essendo magari a fine stagione ed essendo dio-non-voglia sfumati tutti i possibili obiettivi, resta quello e allora sia!!!!!; ma solo in quel particolarissimo caso e poi francamente mi pare la classica situazione da non augurarsi, eh!
Sono sempre tre punti, anche se ammetto che psicologicamente pesano di più, ma una grande squadra (per grande non parlo del fatturato o della posizione in classifica o della sala dei trofei, parlo della mentalità) deve saper prescindere da questi fattori, il più possibile, non dico del tutto (siamo uomini perdinci), ma il più possibile. Poi, chiaro, è meglio vincerlo che perderlo, ca va sans dire, ocorboia! Ma più di questo no, proprio no, decisamente no, assolutissimamente no, non-se-ne-parla-proprio-per-niente-no, sarebbe davvero miserevole ed angusto pensarlo come un obiettivo stagionale, gli obiettivi sono altri (bel gioco, spettacolo, fairplay, divertimento, e poi certamente piazzamenti, qualificazioni, coppe, scudetti, tanto per dire non singole vittorie all'anfield perse nel buio assoluto di un niente prima e di un niente dopo ma dieci anni di gloria come minimo e un nome da difendere oltre Alpi), sarebbe, ripeto, troppo angusto, noi vogliamo spazi aperti e cieli immensi, il cielo è sempre più blu #cerchiato e noi adesso abbiamo pure un aeroplanino per volarci, anche se a dire il vero la fantasia e la gioia mai ci sono mancate, eh già... #derby
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Vi credete sul palco invece siete in cantina
Uno sta su Facebook e ha 300 amici (ho visto gente che ne ha 4000). Poniamo che di questi 300, 40 pubblichino qualcosa tutti i giorni, 40 ogni due giorni, 80 una volta ogni 4, gli altri ogni 7 giorni.
Voi direte: e chi se ne frega? Giusto. Ma io volevo arrivare a un punto ben preciso.
Il punto è che per come è strutturato FB se io pubblico una foto con qualche riga ho più visibilità che se pubblico solo qualche riga, fateci caso: nel primo caso il cervello di FB mi ripesca più volentieri per mettermi davanti ai vostri occhi, quindi se dovete dire una cosa importante allegate una foto, anche del vostro alluce, ma allegate.
E qui arriviamo al nocciolo. Per come funziona 'sta roba, può capitare che io scriva ehi ieri mi sono sbucciato il ginocchio cercando di stare in equilibrio a testa in giù sull'asse del cesso e che questo stato, magari associato a una foto della sbucciatura con tanto di cerotto, venga visto da molti miei amici, che commenteranno ma cosa cazzarola fai idiota etc. Se invece devo dire al mondo che ho scoperto un errore nella famosa E=mc2, e magari non metto foto, oppure la metto, può capitare che mi leggano in quattro gatti e si accorgano che la cosa merita in due.
Quindi se ne potrebbe ricavare che se vi state per suicidare e sotto sotto volete essere fermati non dovete affidare il vostro messaggio a FB: rischiereste per davvero di restarci secchi. E, al contrario, se ieri avete alzato il gomito e vi siete scolati tre quarti di boccia di martini bianco a stomaco semivuoto, pubblicando poi qualche bello scattino in mutande sul social, aspettatevi che lo notino tutti, anche la vostra cattolicissima insegnante delle elementari e il vostro integerrimo e naturalmente astemio datore di lavoro.
Per farla breve: quando uno scrive una cosa e pensa di star parlando al mondo, probabilmente verrà letto da due sfigati semianalfabeti in tutto, di quelli che non saprebbero apprezzare nemmeno sotto tortura la differenza fra Dostoevskij e Volo.
Ma allora cosa ci sto a fare su FB se mi perdo o rischio fortemente di perdermi quel che pensano i miei amici, le foto delle loro imprese, le loro riflessioni suicide del dopocena? Non lo so, ma avete fatto caso alla circostanza per la quale di Belen, anche se la seguite, voi andate spesso a cercare direttamente l'ultimo post sul suo facebook, mentre di Piero il vostro amico no, aspettate che FB ve lo sottoponga alla cortese attenzione nel flusso magmatico di news quotidiano, e se non lo fa, pace all'anima sua?
Tutto questo per dire che se io conosco due o tre tipi brillanti nello scrivere, e due o tre tipe brillanti nello scrivere ma anche nel... porsi, diciamo, e magari con spiccata propensione al selfie testacoronarie, sarò io a tampinarli, andando sul loro diario a vedere cosa combinano, e non aspettero' che Mr. Facebook, a capriccio suo ed in base ad algoritmi astrusi, mi faccia vedere o no quella osservazione intelligente del mio amico talentuoso o quella foto sconvolgente della mia amica a suo modo anche lei talentuosa...
Svegliatevi dunque, altrimenti passate la vita a mettere mi piace alla solita vaccata sulla nutella e vi perdete la quarta della top model al mare o l'acume letterario del secchione ex compagno di scuola.
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sabato 2 gennaio 2016
Il ragno ha preso atto
Questa mattina aprendo l'ombrello ho notato un ragno.
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venerdì 1 gennaio 2016
Tutte le cose quando diventano religioni sono già degenerate
martedì 29 dicembre 2015
Oggetti
Gli oggetti non si stancano, sono capaci di occupare in silenzio anche per anni il posto in cui un giorno li hai messi , ogni tanto ci posi lo sguardo ma senza pensarci, sovrappensiero, e tiri dritto, loro non si offendono...
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Ti ricordi di quando mi hai acquistato? Era un giorno di pioggia, eri felice, avevi appena lasciato Firenze alla volta di Arezzo, pensavi sicuramente a dove mi avresti messo, e di certo non era quassù... O ricordi di quando mi hanno regalato a te? Sì, è stata lei... all'epoca non l'avevi notata, poi sappiamo come è andata, adesso solo parlarne fa male... Io sono qui da almeno vent'anni, mi avrai tolto la polvere cinque volte in tutto questo tempo, meccanicamente, senza notarmi davvero, ho visto più volte nei tuoi occhi il lampo di chi si chiede se è meglio buttarmi o no e poi rinuncia per pigrizia o per scrupolo, non si sa mai, potrebbe essermi utile (sono una lampada), potrei regalarlo... Non mi hai mai usato per lo scopo per il quale sono nato, mi avrai acceso due volte all'inizio giusto per vedere che effetto facevo e se ti avevano regalato una cosa che funzionava o no, hai preferito accantonarmi per riempire un vuoto con la mia espressione forse buffa per te, adesso è il momento di vendicarmi, ti investo coi ricordi che mi porto marchiati addosso e che per te sono come lame affilate e incandescenti che ti attraversano gli occhi e ti bruciano la mente, ti apro davanti il baratro di un tuo passato, uno dei tanti, uno dei possibili, uno di quelli che non è diventato futuro.
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domenica 27 dicembre 2015
I fantastici giorni delle feste
I giorni di festa sono terribili perché è impossibile mantenere le attese che abbiamo in testa, anche quando va tutto bene, figurarsi quando non tutto va bene... Si fanno tante chiacchiere, ma poi sul fondo non resta niente, evapora tutto...
A parte questo, tutto bene, eh.
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giovedì 24 dicembre 2015
Fra poco aprirò i regali
Domani (o stasera) aprirò i vostri regali, e poi vi ringrazierò. Comincerò da quelli più piccoli e con la carta più schifosa, lascerò in fondo quelli dal packaging più sontuoso, chi fa il pitocco sulla carta non può aver buttato più di tanto sul regalo.
Farò aprire a mia figlia i suoi (9 su 10), ma lei non vi ringrazierà. Lo farò io per lei, se non avete obiezioni.
E' il mio 49° Natale, ormai so come si fa. Sono a mio agio. Ho ricevuto pochi regali, perchè vi siete concentrati su mia figlia, e avete fatto bene: quando poi volete un favore andate da lei però (scherzo. ahahaha. avete riso? no? non avete senso dell'umorismo).
Prima di aprire un regalo lo prendo in mano, lo peso, lo odoro, lo scuoto, me lo rigiro fra le mani, lo guardo da vicino e da lontano, mi concentro sulla persona che me lo ha regalato, poi lo apro. Ripiego con cura la carta che poi butterò comunque. Valuto se conservare o meno i fiocchi intergi, che poi butterò comunque.
Se c'e' un biglietto lo leggo dopo aver aperto il pacco e aver visto di cosa si tratta. Ve l'ho detto, ormai sono un professionista della notte di Natale. Io faccio molti regali, tutto l'anno, preferisco farli piuttosto che riceverli, ma voi che non mi avete regalato nulla non avete scuse, pirloni: non potevate saperlo. Se vi ringrazierò con troppo calore, e voi vi chiederete perchè dato che mi avete regalato un libro (brutto) della newton compton da 0,99, sappiate che vi starò prendendo allegramente per il sedere; se vi ringrazierò sommessamente, per il vostro dono immaginifico, sappiate che sarò stato emotivamente sopraffatto dalla vostra munificenza.
Ne aprirò parte stasera, parte domattina, parte domani pomeriggio, sotto tre alberi diversi in tre case diverse; sono come un cane, mi piace provare sempre alberi diversi.
Arrivare a sera sarà un lampo, e sabato già saremo colmi di rimpianti, in attesa di scatenarci per l'arrivo del fantastico 2016, che più del 2015 non dovrebbe avere alcunchè, forse giusto quel giorno per il quale è definito bisestile.
Buone feste a tutti, non esagerate con l'entusiasmo: potrebbe portarvi troppo lontano, e potreste poi non trovare la strada per tornare.
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domenica 20 dicembre 2015
Il verme della mela del calcio in Italia
Per come è strutturato il sistema, il condizionamento psicologico degli arbitri esisterà sempre. E renderà non sereni gli arbitri e non equi gli arbitraggi, falsate le partite, inevitabili le ingiustizie, le polemiche e gli scontri.
Non parlo di corruzione (Calciopoli, Juve, Milan, Lazio, Fiorentina, Reggina, etc, organi federali, arbitri, giornalisti, designatori arbitrali: vi ricordate vero di questo immondo schifo?); parlo di condizionamento. La corruzione c'è, a volte, magari anche per anni; poi viene scoperta, poi magari torna, non so, qui parlo di condizionamento: questo è una cosa diversa e c'è sempre e i suoi effetti possono essere ora notevoli ora nulli (in un Molfetta-Acireale non penso che l'arbitro possa essere sottoposto, in caso di errore in buona fede, allo stesso massacro mediatico al quale viene sottoposto se nega un rigore alla Juve in un Juve-Inter), ma potenzialmente c'e' sempre.
Oggi, la carriera di un arbitro ha ripercussioni grandi o piccole non a seconda di quanto è bravo a fare il suo lavoro in base a valutazioni super partes e professionali operate da funzionari indipendenti; ma a seconda delle decisioni che assume sul campo, in perfetta buona fede, nei confronti delle squadre che arbitra: questo è il verme che guasta la mela da sempre. Non parlo quindi di quelle ripercussioni lecite che sarebbero il punirlo se arbitra male o premiarlo se arbitra bene: questo è lecito. Parlo di ripercussioni del tipo ti punisco se hai scontentato il tal personaggio potente che mi ha chiamato e mi ha messo in grave difficoltà (salti tu perché non voglio saltare io, insomma), non faccio nulla se lo hai nel dubbio favorito massacrando gli avversari che non contano nulla e anche se osano lamentarsi è per me acqua fresca perché non possono farmi del male.
Se un arbitro, onesto e capace, sa che decidendo in un modo o in un altro, e per decidere ha due secondi, a volte uno, a volte anche meno, ne patirà le conseguenze, anche solo inconsciamente la sua decisione non sarà serena e quindi equa. Se in un Samp-Milan io decido di espellere un giocatore del Milan dopo pochi minuti per sospetto fallo da ultimo uomo, il Milan resterà in 10 per 80' e soffrirà, forse perderà: alla fine della partita ci saranno violente lamentele ufficiali e violente lamentele sottocoperta, le prima sparate dai media (che spesso -ecco il verme- appartengono agli stessi proprietari delle squadre scontente...), le seconde fatte arrivare a chi di dovere, che spesso coincide o è colluso con chi si lamenta o da questo addirittura dipende -di nuovo il verme- e che può influire sulla carriera del malcapitato direttore di gara. Quell'arbitro sarà offeso, umiliato, sbertucciato, ricusato, verrà sospeso, non potrà più arbitrare quella squadra per un po', verrà infangato per ore e ore da giornali e tv, incompetenti o prezzolate, verrà offeso dagli stessi dirigenti che quasi mai pagheranno per le loro parole che spesso alimentano anche la violenza di decerebrati sugli spalti, le immagini del presunto errore verranno fatte passare decine di volte sulle principali emittenti, ci saranno anche interrogazioni parlamentari del tal deputato tifoso della tal squadra (è successo decine di volte): un massacro mediatico senza precedenti al quale pochi arbitri possono avere la forza di resistere (e comunque, anche se resisti, dopo due o tre errori di questo tipo ti mandano ad arbitrare nelle serie minori). Figurarsi poi se, poniamo, butti fuori un interista tre giorni dopo che l'allenatore del'Inter (sempre per esempio) ha duramente (e indegnamente) attaccato l'arbitro per presunti torti, dimenticandosi invece di quelle volte (numerose) in cui ha fruito di indebiti vantaggi. Se invece non espelli quel giocatore e, poniamo, così facendo, danneggi l'altra squadra (in questo caso la Samp, ma potrebbe essere l'Udinese, il Lecce, il Chievo, il Palermo, il Genoa), anche solo inconsciamente sai che non rischi nulla (come sarebbe giusto che fosse sempre); al massimo il presidente della Samp, o del Chievo, che di solito incassano con signorilità -ai tempi di Mantovani, poi, alla Samp mai si sarebbero permessi di dire alcunché e mai lo hanno fatto, anche di fronte ad ingiustizie pazzesche) sì, si possono lamentare, quelle due volte l'anno, ma le loro dichiarazioni verranno non enfatizzate dai media e non potranno avere ripercussioni nei palazzi del potere (come sarebbe giusto che fosse sempre) perché i presidentini di queste squadrette sfigate non sono imprenditori ricchissimi e influenti, ex-premier, grandi capitani di industria, politici o amici di politici, figuri corrotti e marci, etc, non posseggono giornali e tv, etc. e quindi questi presidentini di squadre che nemmeno dovrebbero stare in serie A (Lotito dixit) possono sbraitare quanto vogliono: è evidente che non sanno perdere, no? E poi, cosa diavolo vogliono? Hanno per caso vinto dieci o venti scudetti e decine di coppe?
Questo verme rende l'arbitro condizionabile e condizionato, non sereno, quindi iniquo e pasticcione, parafulmine perfetto. Fino a quando l'organo che forma e designa gli arbitri non sarà totalmente e veramente indipendente dal sistema di potere del calcio succederà questo. Io sono un arbitro onesto e psicologicamente forte e quindi posso anche dare un rigore all'Udinese contro la Juve (magari un rigore che costa lo scudetto alla Juve?), se per me ne esistono gli estremi; ma se so che sarò massacrato nel caso in cui in buona fede ho visto male e le immagini mostrino che c'era rigore solo all'80%, e sarò invece ignorato nel caso in cui non lo assegno e poi le immagini mostrino che c'era, è ovvio che anche inconsciamente, in quella frazione di secondo, deciderò di non darlo. Deciderò dunque quasi sempre, quando arbitro le squadre potenti (non ho detto forti ma potenti, cioè quelle ancora oggi guidate da dirigenti che ai tempi di Calciopoli -pochi anni fa- compravano allegramente le partite o quelle guidate da dirigenti che difendono l'operato di quei malfattori che all'epoca sporcavano lo sport con le loro mani sozze) di assegnare un rigore alla quadra potente anche se forse è rigore ma non ne sono certissimo (per evitare guai) e di negarlo alla squadra senza santi in paradisi, a meno che non sia solare... di espellere il giocatore del club titolato solo se fa cose così evidenti che non espellerlo sarebbe darsi del deficiente da solo, e di tollerare negli altri casi, "interpretando" il regolamento... nel caso invece del giocatorino della squadrina, applicherò il regolamento alla lettera, onde non avere noie: potrò sempre dire nel primo caso che ho interpretato la norma, come è giusto fare, e la volta dopo, nel secondo caso, che ho applicato la norma, come è giusto fare! Se sono un arbitro bravo, lo farò inconsciamente (si decide in un decimo di secondo, e gli arbitri sono uomini); se sono un coniglio, consapevolmente, ma cambia poco: il condizionamento c'è, il verme si mangia la mela.
Ecco perché a volte si vedono giocatori di squadre potenti accerchiare l'arbitro dopo una decisione sgradita, urlargli in faccia, spintonarlo, mandarlo a quel paese platealmente, senza che a ciò seguano espulsioni; e poi si vede che se un giocatorino di una squadrina perde la pazienza per una decisione lunare dell'arbitro e protesta, tosto viene espulso, perché il regolamento parla chiaro... Le partite non le orienti assegnando un rigore per un fallo commesso dieci metri fuori area, saresti scemo... quelli sono favori che i potenti non vogliono perché hanno scritto sopra in maiuscolo che sono favori... le partite le orienti sentendo un'offesa o facendo finta di non sentirla; applicando alla cieca una norma o interpretandola estensivamente e con buon senso; graziando il difensore titolato che spacca la gamba all'avversario con un'entrata da codice penale e espellendo il giocatorino della squadrina che magari osa obiettare alla tua decisione sacra e inviolabile perché vede a terra il suo compagno a destra e la sua gamba a sinistra; oppure compensando, altra manovra infetta. Perché, restando ad esempi recenti, a Roma in Lazio-Samp Candreva può contestare in maniera veemente la decisione di un guardalinee, prenderlo per un braccio!!!, tirargli la palla addosso!!! senza venire espulso, ammonito o richiamato verbalmente? E perché Zukanovic, sbagliando, protesta (in bosniaco) e viene ammonito, ri-protesta (in bosniaco) e viene espulso? L'arbitro (poliglotta?) qui ha deciso di sentire tutto, altre volte non si accorge di essere mandato a fanculo da giocatori che gli sono accanto. Condizionamento, conscio (poche volte) o inconscio (molte volte): il verme.
Chi tifa da sempre Juve, Milan, Inter etc non potrà capire fino in fondo quello che ho scritto, ma purtroppo, non solo per lui ma per tutti noi, quel che ho scritto è vero, io lo vedo accadere da quando seguo il calcio (42 anni bastano?), e se non bastasse ci sono centinaia di fatti a sostegno, anche tralasciando quelli clamorosi di Calciopoli nei quali non si parla, come detto, di condizionamento ma di corruzione: due cose molto diverse, anche se dagli effetti simili.
Io, per formazione umana e sportiva, sono portato a rispettare l'avversario anche quando picchia come un fabbro ed è onesto come un truffatore seriale; a rispettare il direttore di gara anche quando assume decisioni a me sfavorevoli e anche quando queste decisioni sono palesemente ingiuste e persecutorie; ad accettare il sacro verdetto del campo; non ho il culto della vittoria, figurarsi poi quello della vittoria ad ogni costo (vero, Agnelli?); gioco perchè è divertente, punto a vincere ma onestamente, e se vinco sono contento, se non vinco va tutto bene lo stesso, perché la sconfitta è una delle tre opzioni possibili e proprio il fatto di poter perdere rende bello vincere. Questo atteggiamento mentale non mi impedisce però di far notare come io abbia perso nel 1992 una Coppa dei Campioni per una punizione fantasiosa decretata al minuto 112' di una partita giocata pure meglio del Barcellona (nel 2012 Koeman disse: "Forse quel fallo non c’era"), almeno uno scudetto, due Supercoppe e uno spareggio Uefa per decisioni scellerate di arbitri o per cambi di regolamento in corsa, durante l'anno, e di essere retrocesso anni fa a causa di un rigore inventato a pochi minuti dalla fine da un arbitro che anni dopo ammise che il fallo non c'era. Perché sono sportivo, ma non stupido. E non scrivo tutto questo perché tifo per una squadrina senza potenti al comando, perché la penserei così anche se tifassi Milan: mi fa schifo essere favorito per fattori extracalcio. Il fatto di essere tifoso Samp non mi spinge dunque a scrivere queste cose, che sono vere a prescindere e scandalose in ogni caso; influenza invece il mio modo di pensare su vittoria e sconfitta, quello sì, e ne sono fiero.
Certo, riformando il sistema ed uccidendo il verme, o conservando meglio le mele (non lo faranno mai, nessun re pone da solo la sua testa sulla ghigliottina), potranno sempre esserci casi di arbitri scemi, o venduti, o che hanno simpatie e antipatie e permettono ad esse di influire sulle loro decisioni, o un ego smisurato, o due occhi difettati, ma al di là degli scemi o di quelli con ego smisurato e vista ai minimi, che dovrebbero essere fermati da chi li valuta, e dei corrotti che dovrebbero essere ingabbiati, gli altri casi potremmo tollerali: cose umane perfette non ne esistono, l'arbitro è una figura essenziale per poter giocare, e come un centravanti sbaglia un gol a porta vuota anche lui può sbagliare, e deve avere il diritto di farlo senza però che il suo sbaglio, se colpisce una big, ne danneggi la carriera infinitamente di più che nel caso in cui il suo errore in buona fede massacri una piccolina e sfigatella squadra di una città di provincia con 50mila abitanti. Riformando il sistema non avremmo arbitraggi perfetti e assenza di decisioni corrette (e nemmeno lo vorrei), il condizionamento però non ci sarebbe più, perlomeno potrebbe essere episodico, eventuale, eccezionale, non sistematico come oggi.
Se trovi un verme in una mela ogni tanto, sai che ci può stare; se nel cesto hanno tutte il verme, e l'80% son comunque immangiabili, butti il cesto.
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lunedì 14 dicembre 2015
Sappiamo perdere
Stasera dopo 4 sconfitte consecutive (e, quel che conta, 3 giocando davvero male) e dopo un cambio di guida tecnica che ha bisogno di tempo per essere assimilato, si va a Lazio, squadra anch'essa in difficoltà, squadra che, come noi, sta rendendo molto meno del suo effettivo valore. Partita ostica, ma se non giochi lo sono tutte. Come finirà? Vinciamo? Pareggiamo? Perdiamo? Mah, speriamo di sviluppare un gioco convincente e di ritrovare la prestazione, il risultato poi è nel grembo degli dei. Una cosa è certa: comunque finirà, anche se sarà tempesta, basterà buttare un occhio sull'arcobaleno dei nostri colori per ritrovare il sereno dentro di noi. Fede incrollabile. Veniamo dal niente, abbiamo avuto il tantissimo e sfiorato il tutto, siamo dunque pronti a qualsiasi cosa, nelle vene abbiamo solo sangue blucerchiato. Sappiamo perdere, lo sappiamo fare molto bene, ed è questo che ci ha insegnato a vincere e a saper vincere; l'unico modo per non perdere mai è non giocare (o giocare sporco), e noi invece vogliamo giocare, è così divertente!
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sabato 12 dicembre 2015
Uomini e donne, sessualmente due mondi diversi
Come mai il Creatore, nella sua infinita lungimiranza, o il Caso, nel suo comunque non idiota modus operandi, ha progettato dinamiche sessuali così diverse fra uomini e donne? Tutto ha un senso, anche la zanzara bastarda che ti punge sei volte in una notte, e perfino quei politici che hanno portato il presepe a Rozzano, o quelli che brindarono in Parlamento con spumante e mortadella, quindi deve esserci anche qui, magari è più difficile da capire per noi limitati umani.
Noi uomini siamo capaci di espletare l'atto in 5 minuti netti, includendo il tempo necessario per svestirsi e poi ricomporsi. E, credeteci, anche dopo tempi così interessanti da poter far invidia ai 100 mt olimpici, siamo soddisfatti. La donna, in 5 minuti, non è nemmeno uscita dal bagno in cui, appena sentita l'aria che tira (non tira solo l'aria comunque in quei frangenti), si è tosto infilata. La donna, se potesse dar sempre corpo ai suoi sogni adolescenziali, vorrebbe allestire a dovere la camera in cui si consumerà il fatto: candele profumate, incensi, luce soffusa, morbidi cuscini e drappi color pastello, letto a baldacchino, falpalà come se piovesse (anzi: falpalà e falpaqua), roba da fiaba orientale che appena entri ti prende il mal di testa, non respiri, non vedi dove metti i piedi e ti sembra di essere a una veglia funebre. La donna non fa sesso, non fa nemmeno l'amore; la donna fa l'amore con la pura idea dell'amore. I preliminari poi, se fosse lei a poter decidere, dovrebbero durare ore, così a lungo che più volte uno potrebbe dimenticarsi nel frattempo per quale scopo li sta facendo (lo so, non ho scelto il termine più adatto). La donna vuole una favola lunga e carezzevole, un sogno ad occhi aperti, un viaggio all inclusive nel regno delle fate e delle case di marzapane, e questa aspirazione del tutto legittima contrasta lievemente con la prassi maschile universalmente nota come "una botta e via". Non voglio generalizzare: a volte becchi uomini che te la menano per ore tanto che nel frattempo sbrighi i lavori di casa, aggiorni l'agenda, telefoni alle amiche e lui sta ancora lì ad operare in caverna con elmetto e faro, così come puoi incrociare donne che in tre minuti ti spremono come un limone a un pranzo di lavoro a base di pesce. Ma l'andazzo, nella generalità dei casi, è quello che ho descritto. Tutto quello che ho detto deve essere tenuto in grande considerazione da uomini e donne, al fine di evitare inutili arrabbiature. Certo, ci si può venire incontro, si può fare una volta quattro salti in padella e la volta dopo una session di otto ore (guardate che Sting mentiva), ma l'importante è capire che è la natura ad averci fatti così, e rimedio non c'è. La logica, nel sesso, non ha accesso, infatti non è affatto detto che, come verrebbe da pensare, questa dinamica si applichi anche ai casi differenti da quello dell'eterosessualità: non è che due uomini fanno sempre sesso in tre secondi e due lesbiche o dodici ore o niente... qui entrano in gioco altre dinamiche ancora, che per il momento preferiamo non indagare.
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giovedì 26 novembre 2015
4 - Mia moglie mi tradisce
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giovedì 19 novembre 2015
Fateci il favore...
Se levi Cristo in croce dall'aula si rivoltano come serpenti col bruciore di stomaco; non rinuncerebbero mai al presepe. La messa è un must, e il matrimonio in Duomo; Bergoglio è un grande e cambierà la Chiesa (quella che fino a ieri vi andava benone così) e il Giubileo non me lo perdo. Poi però festeggiano Halloween e discriminano omosessuali e trans; disprezzano gli zingari, non tollerano romeni e albanesi, chiamano gender e demonizzano favole che invitano alla tolleranza e a imparare la diversità che ci rende più ricchi, inseguono potere e denaro, mal educano i figli e pensano solo a se stessi.
Vogliono affermare la loro presunta identità di fronte all'Isis senza tener conto che queste son bestie che ammazzano cattolici, musulmani, ebrei, atei, buddisti, animisti, agnostici. Sono i cattolici di oggi, quelli che ha ragione il Papa ma il sesso prima del matrimonio si può, il sesso senza fine procreativo si può, il venerdì sera a prostitute si può, tradire il marito si può, gli stranieri ci rubano il lavoro, gli immigrati ci portano le malattie, aiutiamoli a casa loro, bombardiamo i barconi, la Bibbia va interpretata, la Chiesa deve modernizzarsi e quindi io sono cattolico ma faccio quello che voglio e prendo la pillola del giorno dopo o il profilattico del giorno stesso, ché non sono queste le cose che contano.
Fateci il favore... Io di cattolici ne vedo pochissimi, non che sia un male... ma a sentire voi lo siete tutti ahahaha. Meno parole e più fatti, se proprio credete in quelle cose. Come fate, comunque, davvero non so. Un Dio che pensa 'ste robe, state tranquilli, esiste solo nei vostri sogni. Un Dio che ha detto quel che i preti hanno tradotto in dogmi esiste solo nei vostri deliri. Siate umani, potrebbe già bastare, altro che fedeli. Fedeli a cosa, poi? Se la vostra vita è la negazione di quei principi in cui fate finta di credere?
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lunedì 16 novembre 2015
Porgi cosa?
L'invito a non rispondere alla violenza con la violenza è certamente bello e condivisibile. Se il mondo fosse abitato da persone come me che, se non attaccate, non attaccano, e che non impostano la loro esistenza sulla sopraffazione, sull'invidia e sulla sete di denaro, potere e sesso, sarebbe pure applicabile.
Ma il mondo non è questo. Ci sono persone, e sono tante, che vivono solo se esprimono violenza e che non si accontentano mai di quel che hanno e che, se non hanno, a tutti i costi vogliono avere.
Se una persona uccidesse tuo fratello, vorresti che il colpevole fosse arrestato e punito o no?
Ribadito che ciò che oggi germoglia è anche frutto di quanto di malvagio l'Occidente ha fatto e fa (guerre immotivate, vendita di armi, appoggio a feroci dittatori, e prima ancora colonialismo e sfruttamento), non vedo tuttavia ampi margini di dialogo con le bestie immonde che fanno quel che abbiamo sotto gli occhi quasi ogni giorno in svariate parti del mondo.
In questo contesto mi pare normale che i caccia francesi si siano alzati in volo. Non giusto, non bello: normale.
Ribadito che di bestie immonde ce ne sono pure tante fra gli Occidentali, porgere l'altra guancia è stupendo ma sterile.
E' l'umanità, ci si può fare ben poco: se studi la storia, te ne accorgi.
Quel che siamo, lo eravamo, e lo saremo.
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sabato 14 novembre 2015
Terrorismo di ieri e di oggi
Io tante cose me le chiedo, vedi strage di Bologna, di Piazza Fontana, etc. Il terrorismo c'e' sempre stato, morire una mattina d'estate aspettando il treno a Bologna in cosa è diverso dal morire una sera in una pizzeria di Parigi per mano dell'Is?
Quindi è giusto avere paura adesso, ma come allora, anche se allora era una lotta interna al nostro paese e di matrice politica, oggi parliamo di uno scontro totale di civiltà. Lo stesso grado di paura che si ha quando vedi che non attaccano più solo i luoghi simbolici (se vai a una partita con 80mila persone al rischio teorico ci pensi) ma anche i luoghi normali (se vai in pizzeria pensi che il rischio maggiore sia mangiare una pizza infame). Tuttavia se vuoi distruggere una civiltà certamente seminare terrore fa il tuo gioco, ma mai quanto colpirla al cuore. Che senso ha distruggere una famiglia che sta in un ristorante? E che magari nemmeno è cattolica? Può essere perfino dell'Islam... Dovresti prendertela semmai con chi ha il potere e ha preso una decisione che tu reputi errata (legittimo) e meritevole di vendetta sanguinaria (sei idiota). Se tu, BR, nei '70, pensi che il Parlamento vada rovesciato in maniera diversa da quella che passa per le urne, nella tua follia omicida perchè uccidi ignari e innocenti passeggeri? Quello che voglio dire, e mi riferisco non all'IS di oggi ma agli anni di piombo nostrani, è che se esiste un gruppo che vuole sovvertire lo Stato, al di là di qualche colpo mirante a creare terrore, alla fine se la prende con lo Stato, non con i passeggeri di un treno. Questo mi è sempre sembrato non spiegabile. O meglio: spiegabilissimo, se pensi che chi mette la bomba lo vuol fare non per sovvertire l'ordine, ma per creare instabilità e disordine, funzionali a un suo piano preciso di uomo di Stato che sta tradendo lo Stato e che magari vuole che si crei un clima funzionale ai suoi intenti. Voglio dire, mi sembra che anni di indagini e processi abbiano detto la loro sulle responsabilità di uomini e apparati dello Stato, servizi deviati, etc. Tornando all'oggi, sull'IS, invece, che dire? Ha senso dire che guerre come quella che da più di dieci anni stiamo facendo in Afghanistan senza, si badi bene, una sola valida ragione sono la causa di questo cancro odierno? Può averlo, come no. Ha senso dire come fanno oggi certi politici nostrani che dobbiamo andar là e fare un macello? Bah. E allora ha torto chi dice che la violenza porta sempre violenza e non la si combatte con altra violenza? Non saprei davvero. E' difficile dare una lettura non equivoca dell'attuale. Di certo, c'è che come specie ci piace molto massacrarci per i motivi più idioti, ammesso che ne possa esistere uno non idiota.
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martedì 10 novembre 2015
domenica 8 novembre 2015
CRAZIA 2015 (versione DEMO)
Oggi ho scaricato la versione DEMO di un nuovo gioco, CRAZIA 2015. Molto divertente, ho cercato di acquistare la versione full ma non si trova, sembra che esista solo questa.
Funziona così: al centro di una grandissimo agglomerato urbano definito CAPITALE ci sono due palazzoni in cui ogni giorno entrano ed escono sui tre-quattrocento "personaggetti", tutti o quasi tutti con giacca e cravatta, generalmente accompagnati da altri ometti che in genere hanno una o due borse in mano o a tracolla. Alcuni hanno un seguito più numeroso, composto da omaccioni più grandi e robusti che seguono o precedono a distanza i nostri personaggi; generalmente questi ometti più grossi hanno auricolari e sguardi torvi, se non occhiali da sole. Spesso questi personaggetti arrivano a bordo di auto nere, blu o grigie definite rigorosamente AUTO BLU, munite di lampeggianti altrettanto blu. I personaggetti camminano spediti, sembra sempre che abbiano un gran bel daffare, se qualcuno dei passanti rivolge loro la parola tirano dritti a muso in su, se qualcuno urla qualcosa loro fan spallucce, se ricevono applausi un timido sorriso compare sui loro volti tirati di uomini impegnati; se è un giornalista a rivolgere domande, scappano, fanno orecchie da mercante, svicolano, a meno che non si tratti del pennivendolo leccaculo personale, una figura di cui il gioco CRAZIA è davvero pieno, nel settore denominato GIORNALETTISMO. Trascorrono ore in questi palazzoni, seduti su scranni di pelle a sonnecchiare, a bisticciare, a scrivere, a parlare con chissà chi al cellulare, a sfogliare tablet, a far soste alla buvette (la zona in cui consumano qualcosa di commestibile), a leggere discorsi scritti da altri, a schiamazzare, fischiare e tirare cose in aria quando a parlare è uno di quelli vestito con colori diversi da quello col quale vestono loro. Eh sì, perché entrati nei palazzoni i personaggetti indossano divise di colori diversi, e si siedono in settori diversi delle aule di discussione; salvo decidere, quando ritengono opportuno farlo, di cambiare in un amen casacca e settore: nel gioco questa opzione è definita COMPRAVENDITA.
In questo gioco ci sono anche una decina di emittenti televisive, use a diffondere per l'etere falsità costruite ad arte e scempiaggini estemporanee e tutte controllate da questi ometti o dai loro capi o dai loro amici: se ne servono per influenzare il POPOLO BUE, l'altro grande protagonista di questo gioco di ruolo, quello che alla fine potremmo definire il vero protagonista del gioco. Queste stazioncine televisive pubblicizzano fino alla noia le posizioni che gli ometti più potenti condividono, demonizzando quelle che non approvano e gli ometti che le sostengono, cercando di addormentare il cervello dei telespettatori con programmazioni insulse e per imbecilli, che cercano di solleticare gli istinti più bestiali del suddito, per giunta strapiene di spot pubblicitari idioti pagati a prezzo d'oro da imprenditori amici: in questo modo addomesticano gli elettori e li spingono a porre la fatidica X sul simbolo del gruppo al quale, in quel preciso istante, appartengono ogni volta in cui nel gioco ci sono le ELEZIONI, uno degli eventi più rilevanti del game in questione.
Esiste anche un'applicazione chiamata INTERNET, che sarebbe più utile al fine di raccogliere informazioni, ma il POPOLO pare non sapere come fare per usarla in modo produttivo, e del resto i personaggetti fanno in modo di renderla poco fruibile, sicché il divano la sera la fa da padrone e i cervelli, che in CRAZIA figurano tra le opzioni, si spengono subito. Quasi ogni sera, dopo cena, i più famosi tra questi personaggetti si recano negli studi di queste tv per accapigliarsi un po' lì in diretta, su temi di attualità: ne risultano dibattiti faziosi e caciare inverosimili che divertono e disgustano chi vi assiste, generando però una specie di invincibile dipendenza dal tubo catodico. Nei giorni successivi i principali giornali e le principali rviste parlano di quel che è accaduto in tv il giorno prima ignorando i fatti e le notizie del mondo; se proprio devono accennare a queste, danno più spazio ai commenti di questo o quel personaggio all'evento X piuttosto che all'evento X in se stesso e a cercare di metterne in luce cause, conseguenze e modalità.
Il capo di questi personaggetti è un signore, definito all'inglese PREMIER, che si è scelto da solo per ricoprire questo ruolo cruciale del gioco e che, assieme ad altri tre o quattro capi bastone, ha scelto tra il POPOLO i partecipanti alle sedute che si tengono nei due palazzoni. Ruoli minori sono quelli definiti come MAGISTRATI (definiti anche come TOGHE ROSSE, e INTELLETTUALI, i primi ridotti a controfigure da leggi sempre più pensate ad uso e consumo di chi intende violarle, i secondi costretti da una atavica mancanza di PALLE ad accodarsi al potente di turno, in questo simili alla CHIESA DI ROMA (disponibile come upgrade ma credetemi davvero essenziale per poter godere appieno dell'esperienza di CRAZIA 2015) che da una posizione defilata informa di sè tutti i gangli della società. Se avete ancora i vecchi giochi imperniati sulla obsoleta contrapposizione DESTRA - SINISTRA è ora di mettervi al passo coi tempi e provare la fantasmagorica esperienza di questo nuovo game sociale; qui destra e sinistra coincidono e rendono il plot ancora più intricato!
Vi consiglio di acquistarlo, affrettatevi. Quel che vi ho detto è nulla.
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martedì 3 novembre 2015
domenica 1 novembre 2015
1 - Io amo il prossimo
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lunedì 26 ottobre 2015
Citazioni un po' di parte
Lo sapete, su FB certe citazioni girano in tondo e ogni tot ti ricapitano sul muso, è normale. Se sono belle, è comprensibile che molti le condividano, anche più volte, o che le condividano persone da poco online che magari pensano di averle scoperte per prime. Se sono brutte, lo capisco meno ma lo accetto.
Prendiamone una che negli ultimi mesi mi vedo sfilare davanti una volta a settimana come minimo.
"L'età più bella per una donna, inizia quando smette di aspettarsi che la felicità arrivi da un uomo o dal di fuori. Quando ha rispetto di sé e non baratta la sua dignità con niente al mondo. Anche a costo di restare sola." Helen Hunt. O simili.
Il fatto che uno abbia rispetto di sè è auspicabile. Che non baratti la sua dignità con niente al mondo (quindi neanche con 12 milioni di euro puliti e in contanti ed esentasse, meglio essere chiari, "niente" ha questo significato) è ammirevole. E se una persona capisce che la felicità difficilmente può arrivare dal di fuori, ha sicuramente fatto un bel passo in avanti nella conoscenza di se stesso e nella comprensione delle cose del mondo.
Non capisco il passo riferito all'uomo, inteso come essere umano maschio. Intanto perchè fa fuori dal discorso le donne lesbiche che semmai si aspettano la felicità da una donna, ma passi. E' che non vedo perchè una simile frase non possa valere per un uomo.
Il femminismo è una gran bella cosa, mi piace. Ma è inutile far finta che in giro ci siano solo uomini schifosi, perchè anche di donne non è che girino solo modellini perfettini. Siamo esseri umani, questo dice già tutto. E' sbagliato puntare tutte le fiches su un altro, di qualunque sesso sia dei vari esistenti, perchè comunque le basi della felicità devi costruirtele dentro di te, senza stupidi e presunti revanscismi di sesso. Ci sono uomini mammoni, incapaci di assumersi una responsabilità che sia una, bugiardi traditori, etc? Verissimo. Ci sono anche donne che fanno leva solo sul fisico, mentono e puntano ai soldi. C'e' di tutto, là fuori, e non mi pare che un sesso possa far lezione all'altro.
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mercoledì 21 ottobre 2015
Affrettatevi, ultimi pezzi in offerta
(nota preliminare per chi ci crede -io no-, che toccarsi conviene: tieni una mano libera)
Servizio funebre completo di cremazione 1800 euro. Morire oggi conviene, non è più come una volta che spesso si diceva devo stare attento a non morire perché non posso permettermelo! Un tempo un funerale non da barbone ti portava via, oltre che te, anche 8-10 milioni fra corone, manifesti, bara etc... Oggi 1800 euro e via, ti riducono pure in polvere, quel che eri e ritornerai, insomma. Forse dire che morire convenga può essere eccessivo, ma insomma: morire mi costa meno che il dentista, o meno che quindici giorni in vacanza nel sud est asiatico che poi dopo due giorni sempre le stesse cose che palle: quasi quasi.. :-) Di certo, morire costa meno che vivere... se non fosse che schiatti, ci si potrebbe fare un pensierino, per il bilancio sarebbe tutta salute. Sia chiaro, io vorrei campare fino a 119 anni in perfetta salute, ma il nostro occhio da consumatori di fronte a un'offerta interessante luccica pavlovianamente, poi è chiaro si fanno due conti e si capisce che l'offerta è ottima ma magari è meglio posticipare un pochetto, che tanto, come si dice in questi casi, offerte ce ne saranno sempre...
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martedì 20 ottobre 2015
Se ti entro in casa di notte non mi aspetto caffè e pasticcini
Se uno sconosciuto entra nell'appartamento di Piero in piena notte e Piero, nell'oscurità, credendo che quello che l'intruso impugna sia un'arma, o comunque non credendo nulla ma essendo molto spaventato, spara con una pistola legalmente detenuta, ditemi voi dove la logica soffre, il punto esatto in cui soffre, le precise coordinate in cui entra in sofferenza, premesso che a nessuno fa piacere uccidere, a nessuna persona onesta e civile, diciamo.
Perchè si detiene legalmente una pistola? Per esporla in vetrina?
Certo, logica vorrebbe che tu sparassi alle gambe, ma nel buio e credendo di essere a tua volta sotto tiro, quel che succede, succede.
Se io entro in casa d'altri forzando la porta e magari di notte (ma di giorno non cambia nulla, diciamo che di notte cade pure la scusa puerile tipo "ho trovato aperto e mi sono permesso..."), sono preparato a tutto: a rubare e uscirne illeso, ma anche a finire al camposanto.
Io la vedo così.
Poi se nessuno detenesse un'arma a questo mondo e i delinquenti fossero severamente puniti e ingabbiati, e non a piede libero e sostanzialmente impuniti, sarei ancora più soddisfatto, ma questa is another story.
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domenica 11 ottobre 2015
Vatican Out
Caso del monsignor Charamsa che, alla viglia del Sinodo, si dichiara omosessuale e fidanzato, e viene spogliato di tutti gli incarichi e sottoposto ad attacchi assortiti. Ci sono due aspetti della questione su cui mi soffermo.
Primo aspetto. Leggo su Facebook e altrove interessanti post il cui succo cerchero' di riassumere: non è rilevante il fatto che sia gay, per noi cattolici, ma il fatto che sia un non cattolico o un cattivo cattolico, che sia insomma un cattivo prete, perché ha una relazione; fosse con una donna sarebbe grave allo stesso modo, la Chiesa non è omofoba. Palle: i divorziati per voi sono prassi, anche i pluri, un gay e' come il fumo negli occhi. Che sia un cattivo prete è certo; ma dal mio punto di vista non è un difetto. E' ovvio che se violi il celibato vai contro una delle regole della Chiesa; se poi stai con un uomo, ohibò: quindi come prete non ci siamo. Ma vogliamo parlare delle centinaia che fanno lo stesso e non lo dicono? Sono cattivi preti e persone ipocrite. Inoltre negare che la Chiesa sia omofoba è stupido ed inutile.
Non penso che dichiarandosi Charamsa volesse dire ehi, sono il prete migliore del mondo! Nè che volesse tener nascosta la sua relazione... Semplicemente non ce l'ha più fatta a subire la disumana cortina omofobica che permea quell'ambiente.
Quindi, con buona pace dei cattolici che siccome pensano che il loro Dio vieti ai preti di amare e ai gay pure, un prete che ama è da "licenziare" e un gay che ama da discriminare (a meno che non sia casto e non cerchi Dio, insomma a meno che non ammetta di essere in un errore in cui non è), il punto qui non è "Charamsa è un prete da 4 o da 9"?, ma il punto è che la Chiesa è omofoba e ancora oggi condiziona la politica, di fatto rendendo questo paese la barzelletta dei diritti civili fra quelli avanzati.
Secondo aspetto. Pochi giorni dopo il coming out esce su "Chi" un bel servizietto con Charamsa che nemmeno un partecipante del GF. Aria da piacione, orologione in bella mostra, sorrisone, lisciato e profumato. Foto fatte presumibilmente ante coming out. Tutti a dire: operazione mediatica! Poi va pure dalla D'Urso... adesso lo aspettiamo ad Amici col giubbino tipo Renzie.
In effetti c'e' puzza di. E non giova al suo sincero scoramento da discriminato. Ed in effetti non mi è piaciuta la cosa.
Ma cerchiamo di esser chiari: il fatto che voglia intraprendere una nuova carriera (di fatto, l'hanno licenziato) o che voglia acquisire notorietà, per quanto criticabile e un po' meschino, non inficia quel che ha detto. Avrebbe potuto dirlo meglio, ma la sostanza è salva. Anche se girando per simili programmi e giornali finirà per esporsi alla classica banalizzazione del tutto.
Quindi critichiamolo pure per "Chi", e anche tanto. Ma ricordiamoci che la Chiesa è omofoba, e che la cortina di cui sopra esiste e fa schifo.
Diciamo che ha trovato il modo sbagliato per dire cose giuste.
Ma chi non sbaglia, e spesso nella sostanza anziché nella forma? Tipo il Papa che vieta il preservativo in epoca di Aids o incoraggia l'omofoba del Kentucky al quarto marito e convinta di essere "in missione per conto di Dio"?
Dai, su, relax e buona Messa.
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sabato 10 ottobre 2015
Marino, sai che ti dico? Fai una giravolta!
Anche se sarebbe logico fare un’indagine prima di emettere giudizi e sebbene sia forte il sospetto che l’inciampo sulla carta di credito sia stato provocato da qualcuno a lui vicino per imperizia o dolo,
Però qui stiamo licenziando un bravo architetto mentre la casa sta crollando solo perché ha fatto una telefonata da casa nostra senza chiedere il permesso. Quindi ci ripenso: essendo Roma in mano alla mafia, e il PD un partito di destra inaffidabile, incompetente e zeppo di gente che ha problemi grossi con la giustizia, altro che scontrini per 200 euro, Marino, con un bel coup de theatre, dovrebbe non confermare le dimissioni, restare a fare il suo lavoro e dire nelle sedi opportune tutto quello che sa su Mafia Capitale, PD etc.
Lo so, chi sbaglia paga, ma oggi non paga nessuno, e abbiamo plurindagati e processati che continuano da anni a gestire la cosa pubblica o addirittura a riscrivere, stuprandola, la nostra bellissima Carta, modificata a colpi di maggioranza da un governo sostenuto da un Parlamento di nominati illegittimo.
Se splende il sole, puoi levare la polvere dal comò, ma se infuria uno tsunami puoi anche ignorare la polvere e concentrarti su quello che può salvarti la casa (senza casa difficile tu possa spolverare gli arredi): poi, se ti salvi, potrai sempre sterminare gli acari con calma e far pagare a Marino i suoi possibili errori.
In situazioni di emergenza, possiamo chiudere un occhio su alcune irregolarità, e di certo non ha titolo per ergersi a paladino di moralità chi continua a sostenete perfetti farabutti.
Quindi invito Marino a "fregarli" tutti e a restare: in fin dei conti a Roma negli ultimi due anni la situazione, benché sia sempre in cancrena, è migliorata. Stiamo buttando via questa inversione di tendenza. D'altra parte se vai a toccare certi poteri è normale che facciano di tutto per farti fuori.
Vai avanti, Ignazio, magari facendoti un pocoletto più astuto. Ci sarà tempo e modo per farti restituire i soldi della cena con tua moglie ed eventualmente punirti per l'irregolarità se davvero da te commessa, magari a Roma liberata e civile però, non ora che infuria la tempesta...
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martedì 6 ottobre 2015
Aggiorniamoci
Un terzo dopo lunga telefonata peripatetica (pare di lavoro) dice "ok, aggiorniamoci". Siamo software in cerca di update? Pagine web in attesa di refresh? Agende in attesa di nuovi impegni? O disperati al baretto? Poi si avvicina al banco dicendo a mezza voce "suca suca". Beve il suo caffè. Dice un'altra cosa al titolare che forse annuisce o forse sta solo tremando regalando illusioni di condivisione ad avventori su di giri (dopotutto siamo in happy hour!) Ora esce dal bagno un tipo oversize che, adesso mi accorgo, c'era entrato almeno 20 minuti fa. O non trovava la carta o adesso presumo sia necessaria una bonifica radicale del servizio igienico. Il suca suca paga e se ne va. Calzoni, camicia, cintura e scarpe nere. Presumo anche mutande (non pare tipo da boxer). Capelli pure. Sui 50. Arie da figo. L'oversize paga l'estathe di prima: è così potente? Oggi una tipa in macchina sull'aurelia mostrava il dito medio a tutti, non penso volesse condividere il vanto per un nuovo anello. Incredibile quanti giochino al lotto e alle slot e poi facciano ricariche da 5 euro. Se ci fosse da 2 farebbero quella. Un tipo ricciolino 25 nota sullo schermo un vecchio successo dei Pink Floyd e il barman ne parla come se qualche decennio fa li avesse lanciati lui; il ricciolino annuisce sognante "è un pezzo del '75...", lui che nel '75 a occhio sbavava in culla. Ora pago ed esco; il barman mi saluterà al solito modo.
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sabato 3 ottobre 2015
Bombolette spray e ambulanze
Quante cose penso e poi dico: possibile non siano mai venute in mente a nessuno fra quelli che possono deciderle? Esempio recente la bomboletta di spray per gli arbitri di calcio: lo dico da anni, nisba. Quest'anno hanno deciso, due lire e hai risolto bene un problema serio (parlando di sport): prima sulle punizioni era un circo equestre, e conveniva far fallo, fuori area: adesso ci si pensa. Altro esempio: ambulanze.
Non ha nessun senso che un'ambulanza attivi i lampeggianti senza sirena: è cool, ma pure stupido. Se c'e' una legge che lo prescrive, è da cambiare. La sirena e i lampeggianti dovrebbero sempre essere attivati insieme e solo nei casi in cui è prevista la sirena (che, detto fra noi, sono troppi: di notte in un vialone a che serve la sirena? Basterebbero abbaglianti e lampeggianti, se passasse la modifica che ora spiego). La ragione è che a volte non sentiamo la sirena fino a quando non abbiamo l'ambulanza a 50 metri, o perchè abbiamo la radio accesa o perchè tira vento contrario, e questo è rischioso; allo stesso modo, quando vedi a 500 metri i lampeggianti accesi, non sai mai se c'e' anche la sirena o no. Non ha senso.
Se fossero attivati insieme, di notte molte volte la sirena (che disturba anziani, bambini, malati e insonni) non servirebbe; di giorno non avresti mai dubbi: appena vedi, anche in lontananza, un lampeggiante di autoambulanza, ti attivi per lasciarla passare, senza chiederti se la sirena c'e' e non la senti ancora o se proprio non c'e'.
Sul fatto poi che troppi desiderano guidare un'ambulanza, quando invece è un compito delicato, rischioso e ingrato, mi soffermerò un'altra volta. E sui controlli che secondo me latitano, nel mondo del volontariato.
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