sabato 29 agosto 2015
Intervista a Ottonello
Abbiamo incontrato Ottonello un pomeriggio di agosto, nella sua villa ai Parioli. Ci ha accolti con cortesia nel triclinio, al quale si accede, passando fra due pilastri imponenti, da una sala stupendamente affrescata; ecco aprirsi allo sguardo un patio ombreggiato che dà su uno stupendo giardino all'italiana. Appena entrati ci saluta affabile mentre pilucca pigramente un grappolo d'uva, affiancato da due seducenti e servizievoli schiave. A un cenno del padrone di casa, ci accomodiamo davanti a lui.
D: Ottonello, fra pochi giorni è il suo compleanno, uno degli ultimi prima di quello non banale del mezzo secolo: ottima occasione per fare un bilancio della sua vita, non pensa?
R: ... (pilucca e scherza mollemente la schiava che docile si presta)
D: Ehm... se le chiedessero di sintetizzare la sua vita con alcune brevi pennellate, come affronterebbe la vergine tela?
R: ... vergine, eh, dice?... (rivolto a Domitilla: passami il vino, cara... ) secondo lei c'e' ancora qualcosa di vergine, in giro? ahahahahahahahaha (breve risata volutamente sguaiata e poi rapido ritorno ad espressione seriosa...) ...rivolto a me con sorriso complice e un po' brillo: vuole favorire un sorso di questo nettare delli castelli? sapesse quant'è bono, va giù come il brodo!
D: Be', sì grazie.
R: Dicevamo, scusi?
D: ... Eh, ehm, sì, le chiedo: i momenti che meglio ricorda in questi quattro decenni abbondanti di vita?
R: Dunque, sono felice che mi abbia fatto questa domanda (si dice così, no?), ricordo verso il settimo mese che mi si era impigliato il cordone ombelicale sotto il braccio sinistro, e questo mi innervosiva parecchio, dato che già ero costretto a muovermi in uno spazio piuttosto umido e angusto, tuttavia...
D: Sì, ma, scusi se la interrompo... pensavo a qualcosa di più recente, insomma, non so, il liceo, i primi amori, le prime affermazioni sul lavoro...
R: Ah, certo, comprendo (a Domitilla: ancora vino, su, presto! non farmi aspettare! versa, versa), certo... be', ricordo che il primo giorno di asilo uscimmo io e mamma sotto un diluvio che...
D: No, ma dico: pensando agli anni dell'adolescenza, che sempre sono centrali nella formazione di uno spirito? O comunque a qualcosa di non così lontano negli anni, insomma!
R: Ah, capisco,... insomma, ieri sera mi sono fatto du' spaghi e una frittatina con quattro amici, poi siamo usciti a rimorchiare, ecco quanto!
D: Ottimo, esauriente, grazie. E invece, le chiedo ora: quali valori ha avuto modo di apprezzare, dopo aver percorso un così lungo cammino di vita ed aver sicuramente conosciuto tante persone diverse?
R: Well... ho sempre apprezzato in un individuo la sobrietà, la caparbietà, la bontà, la malvagità, la...
D: Come, scusi? la malvagità? Può spiegare meglio?
R: Be', sì, sa qual è il punto? Che io apprezzo i valori che finiscono in "tà", e quindi...
D: Ho capito, anzi per niente, ma insomma: c'è anche l'onestà, la generosità...
R: Certo, ma anche la malvagità, ne converrà.
D: Sì, come no, capisco (gocce di sudore mi imperlano la fronte, a un cenno di Ottonello Ludmilla mi si avvicina ancheggiando come una che si sia appena slogata le cosce e con un fazzoletto di seta irachena mi asciuga la fronte guardandomi un po' troppo, questa c'ha due occhioni che stendono proprio, li mortacci sua...)
R: Quindi, dicevamo?...
D: Ah, eh (non riuscendo a distogliere lo sguardo dai due metri di gambe di Ludmilla, al che Ottonello infastidito le fa cenno di andar via)... dunque, qual è stato il giorno più importante, più felice della sua vita?
R: Questa è facile! La so! Nel 1991, il mio primo e per ora unico scudet... (si intravende l'ombra di una gonna dietro alla porta a vetri che separa il triclinio dalla stanze più interne della villa), be', certamente il giorno del mio matrimonio! una data indimenticabile... l'8, il 15.... il 24 di settembre, agosto, penso marzo, forse il 32 alle 5 di sera, comunque in primavera, o al massimo autunno, tardo autunno, in ogni caso era un giorno di festa, adesso non saprei, comunque lo scude..., ehm, le nozze, senza dubbio!
D: Bene, bene, è quello che le nostre lettrici si aspettavano di sentire. Molto bene... e, mi dica: come mai un solo figlio, lei che si dice adori i bambini?
R: Ma saranno cazzi mi... cioè, un solo figlio dice eh? ah, sì, bè, certo, intende di ufficiale eh (fa l'occhiolino, inguardabile l'espressione sgangherata che addobba il suo volto), mah, insomma, le pare questo un mondo che inviti a mettere al mondo povere creature? la violenza, l'egoismo, le guerre, l'inquinamento, e poi non è che ti si può rompere il guantino due volte in una vita no? sarebbe davvero una sfiga da pau.. cioè, il controllo delle nascite è importante, denota l'uomo responsabile. Come diceva quello spot? La prova d'amore la deve dare lui no? ahahahahahah (a momenti si strozza con l'acino, adesso tossisce per cinque minuti, poi Domitilla gli porge un calice di vino e anche due rotondità difficilmente mimetizzabili, non ricordavo schiave così procaci nei film dell'antica Roma)
D: Dunque, Ottonello, non posso non chiederle se rifarebbe tutto quello che ha fatto, insomma, se la sua serenità è a volte rigata da qualche rimpianto (so' poeta eh?)
R: Ma rigata sarà tua sorel... ehm, dunque, mi lasci pensare... be', in verità sì, se ripenso a quella punizione dal limite al settantanovesimo della ripresa, senza dubbio se fossi partito prima l'avrei presa, invece si infilò nel sette e addio coppa... ma ero coperto, e poi sono cose che capitano, se lei gioca a calcio mi capirà
D: Intendevo un rimpianto più bruciante, per quanto una coppa, capisco...
R: Ah, ok, eccone un altro che del calcio nun je frega nulla, va bè... da piccolo volevo fare il papa, sa? mi affascinava la possibilità di sparare sciocchezze sesquipedali vestito da donna e senza che mamma ti tirasse un ceffone perchè te stai a sporgere troppo dalla finestra... poi la concorrenza era forte, e il posto a vita... ho rinunciato e ho aggiunto l'accento e adesso faccio il papà...hahahahaha a parte gli scherzi, tutti a dire che volevano fare il pompiere, ma tutti eh? ma dico io, che è sta mania? se davvero poi tutti l'avessero fatto, adesso avremmo pompieri anche nel letto (... si lo so Domitilla che a te la cosa non dispiacerebbe...), e i piromani sarebbero fottuti, invece poi da grande il pompiere non lo vuol fare nessuno, come le bimbe: da piccole tutte pentolini e padelline, poi da grandi manco un uovo sodo te fanno, ibbola!
D: Ibbola? What is "ibbola"?
R: Si, lasci stare, io ho viaggiato, caro il mio, so le lingue, cosa vuole, a volte penso in inglese mentre parlo in italiano, a volte bestemmio in turco, a volte mi salta fuori il massese... parlo molte lingue, purtroppo tutte insieme e nessuno ci capisce mai un caz..., niente insomma.. eh eh Gradisce ancora del vino?? Belandi quant'è bono eh? Domitilla, vino all'ospite, ma non te chinare troppo eh che gli fai saltare la vena a sto' povero figliolo eh? ahahahahahahahaha (davvero insopportabile questa risata tutta disordinata)
D: Dunque... ancora qualche domanda poi la lasciamo ai suoi ozi romani...
R: Che fa, allude?
D: Eh? cioe'?
R: No, dico, ma come si permette, l'ozio padre dei vizi, eccetera, ma cosa dice? Io sono una persona molto attiva, pensi che spesso l'uva la mangio da solo, quando Domi e Ludmi sono stanche...
D: Sì sì, certo, non intendevo, mi sono espresso male...
R: Uhm...
D: Insomma, il sesso senza amore è sesso o amore?
R: De che????
D: Sì, insomma.... (riprendo a sudare, ma della serva bona non c'è traccia) il sesso senza amore è squallido sesso o è sempre anche amore, un pò?
R: Ah bello, ma tu una donna da quant'è che nun la vedi? è merce che non tratti più? ihihihihi scusa se mi impiccio, ma fai certe domande del belino... comunque, il sesso con l'amore eh? ma dico io, che c'entra l'amore con il sesso??? (la solita ombra dietro la vetrata...) e come no??? il sesso senza amore è brutto, bruttobruttobrutto, certo che de sì, mai fatto sesso se non volevo sposarmela, sono una persona seria eh! (e poi, sottovoce) mai fatto sesso se non volevo ... spassarmela! ehehehehehehehehehe (solita risata da suicidio rituale, e poi sorsone di vinello e palpatina alla Domi)
D: Si dice che lei ami leggere, è vero?
R: Certo che sì, ma per chi mi hai preso? Solo che io già scrivo tanto, non posso pure leggere, ma de che? devo da fare tutto io qua? Comunque io leggo e rileggo!
D: Capisco, non si accontenta di una prima lettura, d'altra parte di un classico ad ogni lettura si scoprono nuove sfaccettature, nuovi scenari...,
R: Ma de che, aho? Leggo e rileggo e rileggo, perchè alla prima non capisco gnente!... ahahahahaha Leggo e bestemmio!
D: Ehhh? perchè??
R: Quando leggo le bollette, sentissi che roba tiro giù...
D: Le bollette, dice... ma i classici? preferisce i classici o i moderni? il romanzo dell'800 o la narrativa degli anni duemila?
R: ma, non saprei... cosa costa meno?
D: Lo sport! ecco cosa!
R: Lo sport costa meno?
D: No, no.... dicevo: lo sport! Adesso la vedo appesantito, ma sicuramente negli anni ruggenti avrà brillato in alcune discipline fra quelle che vanno per la maggiore, ce ne vuole parlare?
R: (bicchiere colmo in mano e sguardo luccicante e opaco) A parte che appesantito ce sarai te, bello de mamma, che voi sape' degli anni urgenti?
D: "anni ruggenti".... quand'era sulla cresta dell'onda... ci parli dello sport praticato....
R: Ma io non sono praticante, i preti me li magnerei tutti, so' magnapreti, le suore invece nun sai cosa je farei, ce ne sta una qui ai Parioli, alta e secca, biondina, mamma mia, che quando la vedo je dico sempre ah bon...
D: Ottonello! per favore! lasci stare le suore... gli sport, dicevamo...
R: Ah sì, be' ho giocato a pallacanestro, pallamano, pallavolo, ma du' palle... poi a calcio, bello questo, annnavo forte, me credi? ero er furmine della fascia, poi mi sono stufato, spesso nella mia vita mi sono stufato, per esempio adesso, ma quando finisce 'sta intervista?
D: Ottonello, siamo alla fine di questa intervist...
R: Ma no? ma di già? ma dai!!!! Che sfiga però! (fiuuu, Giulio Cesare ti ringrazio, 'sto supplizio sta per finire)
D: ... e vorrei chiudere con una domanda di carattere più generale...
R: Ma sì, figliolo bello, c'hai ragione... annamo sul generale, basta parlare di me, sempre di me... parliamo un po' di te: tu, cosa pensi di me? ahahahahahahahahahah (....)
D: Ehm, mah!... dicevo... quali sono secondo lei i mali di questo mondo? Cosa eliminerebbe, se potesse, fra le grandi problematiche che affliggono l'umanità?
R: friggono cosa?
D: "affliggono"
R: ah.... e parla come magni, no? Anvedi questo .... ha fatto du' esami all'università e se crede Zichico... Dunque, a me piacciono i mali dell'umanità...
D: Ehhh???
R: Cioè, volevo dire, mi piacerebbe eliminare (altro bicchierozzo delli Castelli), eliminare l'umanità...
D: Ehhh????????
R: No, i mali, i mali, eliminare i mali dell'umanità. I mali.
D: Ah, ecco, me pareva...
R: Ahò, damme tregua, ah bello.... dunque, eliminarli si diceva, perchè so' tanto brutti questi mali, eeeehhh.. non trova anche lei?
D: Sì, certo, ma quali sono, secondo lei?
R: Senti, ma capìmose... te devo da dire sempre tutto io eh?
D: ?
R: Quali sono... be', la fame nel mondo, la fama nel mondo,
D: ???
R: Aho', guarda che anche essere famosi è due cogli*oni belli eh?
D: Sì, ho capito, ma qui bisognerebbe volare più alto...
R: Volare, dici eh? Ma io piglio sempre il treno, non me fido dei piloti d'aereo, metti che becco un tedesco depresso eh! ihihihihih Comunque.... i mali dici eh? volare alto, eh? (piccolo singhiozzo da rosso delli Castelli)... dunque, i problemi de noi umani...la fame sulla Terra, ma anche sulla Luna o su Marte, se ci fosse la fame pure là, eh, non voglio sembrare razzista...
D: (ma che c'entra, dico io...)
R: ... e poi le guerre, mamma le guerre, quante ce ne sono ancora, e l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e.. del vino (oh, anche il vino conta eh), e il disboscamento (se dice così no?), e poi il fatto che tutti gli anni a luglio vai al super e non si trova più un ventilatore, porca zozza, e poi le rotonde a doppia corsia, la fame nel mondo...
D: gia' detta! già detta!
R: oddio, e che so', squalificato adesso? ahahahahahahahahaghahahha
D: ....
R:... e l'effetto serra, il buco nello zono, e l'indifferenza, ahò, quella è grave, l'indifferenza è una brutta piaga, mo' te spiego perchè, tu ce stai a provà con la gran gnocca del piano de sotto e quella, nahhhh, manco te caga de striscio, fa l'indifferente... è brutta l'indifferenza, sà? Te riga dentro!
D: Ma che c'entra... su Ottonello, si concentri...
R: Ma non m'hai dato le cuffie come da Carlo Conti ahahahahahaha... dunque, il buco nello Zono (è maiuscolo Zono, no?), e poi anche che la sera non se trova mai parcheggio, e che Scai Sport costa troppo!
D: Bene, bene, vedo che ci siamo riusciti eh?....
R: Che credevi aho', mica son scemo! Ho solo bevuto du' sorsetti (Domitilla, versa... versa!)
D: Ok, cari lettori, l'intervista finisce qua, presumo non sia il caso di chiedere a Ottonello da dove viene e dove sta andando, almeno dove sta andando lo si capisce, verso una bella sbornia ehehehe
R: Ah bello, ma ce lo sai che mi stai simpatico 'na cifra? Quanto sei pulitino e smortetto, e datte una svegliata porco cane! e fatti un altro bicchiere, dai: Domitilla, vino al ragazzo... e fatte tocca' un po' dai, che porello questo non vede una gnocca da decenni me pare, eh daiiiii facciamo una bella cena elegante stasera... eh, ce vieni? ce vieni? eh dai, una bella cena elegante, dai! facciamolo!!!!!!
D: ....
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domenica 23 agosto 2015
Le mamme di oggi
Oggi le mamme non sanno più sacrificarsi. I babbi nemmeno ma loro non hanno mai saputo farlo più di tanto. Come tutte le generalizzazioni, anche questa conosce eccezioni, ma centra l'essenza del problema, che poi è il nostro scopo.
Per oggi intendo l'epoca attuale, paragonata a quelle precedenti, in particolare agli anni '50-'70 (un'altra epoca che conosco bene, oltre a questa).
Una volta se decidevi di mettere al mondo un figlio sapevi che la tua vita sarebbe cambiata e la tua vita cambiava effettivamente. Se pensi che questo cambiamento, tirate le somme, dia un totale negativo, perché diavolo fai un figlio? E se lo hai scoperto a tue spese dopo il primo, perché raddoppi o triplichi? Non riesci a controllarlo?
Il totale è positivo, ma il quadro cambia come dal giorno alla notte, e tu non sei preparato a questo, mio caro. Acquistare un condom no, che fa perdere di sensibilità (ma de che?) o che vuol dire che allora lui mi considera una di quelle (neuroni difettati), ma fare un figlio e poi annaspare per dieci anni quello sì, vero? complimenti. Continua con il coito interrotto, equivale grosso modo a un guantino rotto, ne ha messi al mondo più lui che l'ostetrica più instancabile.
Nasce una creatura che ha bisogno di te 24 ore al giorno e di cui ti dovrai occupare massicciamente per i primi vent'anni, tendenzialmente per sempre. Non hai più il tempo libero che avevi prima, se poi lavori fuori casa non ne parliamo. Devi dire addio alla vita di prima fatta tutta di uscite con gli amici, disco, cinema, scampagnate, shopping, notti bianche, raid in moto, concerti e happening, cene e cenette. Certo, qualche volta uscirai, ma dovrai organizzare bene la cosa ed essere pronta ai più imprevedibili imprevisti dell'ultima mezz'ora capaci di far saltare un progetto di giorni; qualche volta potrai lasciare il bimbo ai nonni, o al marito, o a una baby-sitter, ma quel che prima era norma ora diventa eccezione. Conquistare due ore di libertà al giorno adesso è un'impresa, prima era la tua vita.
Non puoi pretendere di portare il bimbo piccolo a teatro, in disco, alla notte bianca o comunque sempre con te: ha le sue esigenze, deve mangiare a una certa ora, fare la cacca, andare a dormire presto, non parliamo poi delle coliche dei primi mesi, delle febbriciattole dei primi anni, dei vomiti in auto, dei capricci che sono sempre in agguato e che a volte durano decine di minuti e per fronteggiare i quali, in pubblico, hai sempre poche armi a disposizione. E delle sue esigenze, che non sono propriamente quella di godersi Ibsen o gli One Direction a 100 decibel o i fuochi d'artificio alle undici della sera in mezzo a una calca immane e immonda.
Ma tu, quando decidi di fare un figlio, devi sapere che la vita è un percorso a fasi e adesso ne comincia un'altra, fatta di gioie e sacrifici prima sconosciuti, ma diversissima da quella precedente tutta ca*zatelle. Una cenetta con le amiche prima era la base, adesso una perla settimanale. Un aiuto da tuo marito e due ore di libertà sono il paradiso, prima un riempitivo fra il nulla e il niente.
Chi ha compreso bene questi concetti? Quasi nessuno, diciamo 1 o 2 persone su 20 ad essere ottimisti.
Oggi le mamme fanno un figlio, o due, o tre, ma non vogliono rinunciare a niente, compreso il mare a palla d'estate o la crociera in capo al mondo. Portano il figlio ovunque, o lo mollano a chiunque (nonni in primis, che sono nonni e non genitori, hanno altre età, e un motivo ci sarà no?). Se lavorano, a maggior ragione, come fanno a rinunciare a qualche occasione sociale? E se lavorano in casa, come si può star sempre ad accudire i figli senza mai potersi divertire un pò? Tenuto conto che i mariti in genere sono poco collaborativi o comunque, se anche lo fossero, lavorano otto ore al giorno quindi la sera sono distrutti come e più delle mamme e poi, in genere, molti non sanno neppure interagire con pargoli sotto gli otto anni, ecco che il quadro si fa completo e ha pure una bella cornice.
Il punto è che se hai un figlio non è che devi murarti viva in casa, certo che no, ma devi prendere atto che tante ca**ate non le puoi più fare. Quel che era consuetudine, adesso diventa conquista; quel che era dovuto e poco goduto, adesso e' sudato e molto apprezzato. Allora, portare il mare al figlio tutti i giorni e per tutto il giorno, specie se e' piccolo, e' assurdo; portarlo alla notte bianca o a vedere i fuochi o sempre in giro di qua e di là, per monti e per mari, anche di notte, non ha senso. Portarlo al ristorante e tenerlo al tavolo per ore e' ridicolo, così come eventualmente rovinarsi la cena e rovinarla ad amici e clienti per via dei suoi ciclopici capricci. Puoi farlo una volta, ma deve trattarsi di una volta.
Parlo dei bimbi piccoli, con particolare riferimento alla fascia 0-2 anni, anche se molte cose che scrivo valgono pure per chi di anni ne ha 3, 4 etc.
Devi cambiare vita: adesso sei mamma (o babbo). La vita ti è cambiata, ma tu spesso sei rimasto sempre il deficientello di prima.
Tutto questo vale anche per gli uomini che sono tutto birrette, calcetto, palestra, motoretta e automobile, Champions League e videogame, brico e giretti, etc: si rientra a casa ad aiutare la moglie e magari a darle un'ora di libera uscita, anche se accudire il figlio dopo un giorno di lavoro e' sicuramente massacrante: ma necessario, dato che lo hai messo al mondo. E comunque bello, aggiungo.
Se vuoi godertela alla grande, non fare un figlio prima dei 35 anni (farlo dopo i 40 ha conseguenze negative di altro tipo), strizzati come un limone, prova tutto e più volte, poi però metti la testa a cassetta, oppure non farlo proprio e così risolviamo la questione alla radice.
Un bambino ha bisogno di prendere aria ma anche se non esce tutti i giorni cresce bene lo stesso, specie se fuori fa freddo o c'e' un sole spaccapelle; ha bisogno di interagire con i suoi simili ma non ha senso portarlo la sera in giro dicendo che così si diverte (sei tu che vuoi divertirti) o mollarlo sempre dai nonni, che spesso finiscono per crescerlo più di quanto non faccia tu. Va bene ogni tanto un po' di tv, altrimenti il genitore finisce dritto alla neuro, ma il ragno non deve avere il tempo di tessera una tela fra il musetto dell'infante e lo schermo del tivi'... Un bambino ha soprattutto bisogno di pace e amore, di un'educazione equilibrata e, ok, di stimoli nuovi, ma non quelli dello shopping del sabato sera o dell'apericena con amiche schiamazzanti e struscio sabatino sesquipedale. Valgono più due ore al parco con gli amichetti, anche ogni due o tre giorni, che tutte le sere passate fra apericena e boiatine adolescenziali. Il bimbo deve dormire molte ore, e non deve coricarsi a mezzanotte, nè svegliarsi alle dieci; ha bisogno di orari regolari e di una vita stimolante ma tranquilla. Il sole ammazzapelle del mare di luglio e agosto fa solo male. Inutile che camuffi per sue esigenze le tue esigenze di ragazzo o di ragazza non cresciuta.
Oggi invece vedi mamme che portano i figli ovunque e non rinunciano a nulla. Si vantano, come a dire: sono in grado di portarlo con me ovunque, riesco a fare tutto, e lui si diverte. Dovrebbero invece vergognarsi: sono incapaci di calarsi nella nuova realtà, che hanno scelto.
Sui babbi mi sono dilungato meno, ma qui il caso e' ancora più disperato, perché se su 100 mamme 95 si occupano tanto del figlio (con tutti gli errori citati, magari), su 100 maschi a occhio ne vedo 20 che si dan da fare, e di questi 4 o 5 che valgono più di una mamma; sugli altri meglio non pronunciarsi: fanno meno errori perché fanno meno.
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venerdì 21 agosto 2015
Sei mesi al gabbio per un ceffone
Il caso del babbo che, esasperato per il torrone che ha messo su il figlio (12 anni) che da un bel po' urla e strepita come un ossesso perchè quel giorno non vuole seguire i genitori ma vuole "uscire da solo", gli molla un ceffone e, intervenuta la polizia su segnalazione di un vicino, si becca una denuncia e rischia sei mesi di galera, è curioso. Dice: c'e' una legge, va rispettata. Giusto, anche se pure quella razziale era una legge, e col cavolo che io l'avrei rispettata, all'epoca. Dice: i figli non vanno sfiorati: giusto. Chi lo dice offra però un'alternativa valida al sano ceffone in casi come questo; astenersi preti o chi ancora non è babbo o illusi o figli minorenni. Dice: lascialo uscire. A 12 anni? E se succede qualcosa? E anche se non succede, ti pare una scelta possibile?
Ora, il ceffone sarebbe da evitare. Ma a i nostri tempi ha mai ucciso qualcuno? No, ha fatto solo del bene. Parlo del ceffone educativo, terapeutico, occasionale, di quello che te lo strappano proprio via dalle mani quel giorno che proprio il capriccio si incacrenisce fino ad arrivare all'ossesso, non delle violenze sistematiche, gratuite, immotivate o esercitate per ogni nonnulla etc: è bene precisare perchè altrimenti qualche genio fra chi mi legge che decide di saltar su lo trovo di sicuro.
Ci si concentra sulle famiglie in cui si commettono violenze fiiche o psicologiche sui figli, e si fa bene, perchè di casi ce ne sono eccome, anche perche' filiare possono quasi tutti,ma bravi genitori lo sono in pochi. Ma non ci si concentra sul 90% delle famiglie restanti: in queste, e' spesso il genitore a subire violenza dai figli.
Certo, in quel caso anzichè il ceffone, se proprio il figlio aveva sbroccato al punto da urlare in modo tale che un vicino si è allarmato (...), occorreva cercare di farlo ragionare e semmai pacatamente minacciare le sanzioni del caso (la via che preferisco: esposizione chiara e ripetuta delle regole, punizione severa in caso di violazione, con spiegazione del motivo, stile arbitro di calcio inglese insomma, e nessuna pietà); ma in certe situazioni occorre trovarcisi.
Curioso come in una società in cui se ti stuprano sul bus a mezzogiorno nessuno fa una piega e, dopo, quando la polizia cerca testimoni, trova solo persone sorde e cieche, trovi un vicino che, sebbene poi tutti ammettano che trattasi di famiglia per bene, quel giorno si fa i cazzettini degli altri e chiama la polizia per un capriccio per quanto drammatico del mocciosetto: a volte la vita è strana.
Dai, diamogli sei mesi di carcere duro!!! Anzi, togliamogli il figlio e diamolo... alla coppia dell'acido!
In Svezia, dal 1979, se ti beccano a dare una carezza educativa al pargolo che a 12 anni pretende di fare il viveur ti staccano la testa sul posto e la consegnano a tua moglie avvolta nel cellophane, quindi in Italia ti va ancora di lusso.
O tempora o mores, diceva quel tale. Leggi tutto...
mercoledì 19 agosto 2015
A un povero cristo che tira su 1000 euro no, alla "coppia dell'acido" sì!
Se io voglio adottare un figlio devo aspettare 2-3 anni. Durante i quali sarò vivisezionato, assieme a mia moglie (se non sono sposato mi scordo di adottare, se poi sono gay: bye bye), saranno esaminati la mia mente, il mio fisico, il mio patrimonio, il mio reddito, la mia casa, presumo la mia famiglia, il mio passato e poi con tutta probabilità non mi sara' concesso di allevare un figlio (figurarsi con uno stipendio solo, con il quale però ne tiro su bene uno mio e potrei tirarne su due). Ma se io decido di fare tre figli e li allevo male, trascurandoli e insegnando loro le cose peggiori, perchè sono un decerebrato e magari anche un malvagio, difficilmente sarò scoperto e bloccato. Quindi posso fare tre figli e rovinarli, ma se ne voglio adottare uno probabilmente non ce la farò, perchè per il bimbo, secondo questo sistema perverso che regola le adozioni, sarà meglio continuare a vivere da solo, magari in un orfanotrofio, piuttosto che con un buon genitore in grado di dargli amore e un futuro e che con uno stipendio ne tira su tre suoi ma, secondo certi soloni azzeccagarbugli, non ce la fa a tirarne su uno non suo.
Se invece sono la "coppia dell'acido", e non mi vogliono dare il figlio che ho partorito, si tratta di un'"ingiustizia colossale". Ma dico io, prima di parlare certa gente collega tutti i fili del cervello o solo quello che porta alla lingua? Questi hanno meritato 14 anni di galera in primo grado (con lo sconto, altrimenti sarebbero stati più di 20), hanno compiuto azioni orribili, turpi, crudeli e perversioni assurde, e vorrebbero poter allevare un figlio! Prima i giudici nemmeno fanno vedere il figlio alla madre che lo ha appena partorito, adesso sì anche se poi con buona probabilità glielo leveranno e lo renderanno adottabile: in questo modo sai che bel trauma ci sarà per il bimbo (e per la madre)? è chiaro che sarebbe stato meglio non farli mai incontrare, in attesa della decisone definitiva; ma la stampa si è scatenata, e cosi' pure i presunti esperti, consulenti, psicologi: stronzate in libertà, perlopiù.
Mi sembra un modo di procedere schizofrenico, un pasticciaccio assurdo.
Occorrebbe lasciar decidere ai giudici, senza fare campagne di stampa basate sulle frottole. E i giudici dovrebbero decidere secondo i fatti e secondo la legge, temperata dal buon senso.
Una persona normale non può adottare perché, magari, guadagna poco rispetto a certi standard insensati... questi invece dovrebbero poter allevare un bambino senza se e senza ma, dopo aver commesso azioni tali che li rendono, se non incapaci di intendere e di volere, di sicuro pericolosi, imprevedibili, crudeli, perversi, probabilmente dalla personalità malata (se si parla di "borderline" ci sarà un motivo, no?).
Dico tutto questo senza essere in possesso di tutti i dettagli che invece i giudici posseggono: mi baso sui fatti noti, già questi bastano per tracciare un quadro coerente.
Scusate, ma si è perso il filo della logica, in questo paese che passa da un'indignazione alla successiva senza mai combinare nulla di buono. Vedo solo gente che apre la bocca e vomita boiate, giornali che definire carta straccia è fare un complimento, esperti che non sanno quel che dicono, giudici tirati per la giacca, parenti scatenati, decisioni contraddittorie.
questo paese potrà salvarsi o no, ma non abbandonerà mai questo perenne stato di indecente confusione e diffusa corruzione morale e materiale. Siamo un tristissimo, penoso, irritante carnevale.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.
giovedì 13 agosto 2015
Droga: sempre la solita solfa
Che poi dare la caccia agli spacciatori di droga assomiglia a combattere la prostituzione, con gli ovvi distinguo. Nel senso che si tratta di tempo e denaro in buona parte sprecati. Pensate solo a quanto ci si accanisce contro chi detiene, consuma o spaccia un po' d'erba: assurdo. Vanno in dieci a stanare il fissato che sul terrazzo si coltiva tre piantine, nemmeno un boss mafioso ha mai visto tante divise tutte insieme. L'alcool, che è al contrario estremamente dannoso, ci viene invece legalmente venduto e lo Stato ci guadagna su (salvo poi svenarsi per curarci dai suoi effetti). Adesso, sull'onda dei casi recenti, si legge di arresti di spacciatori sulle piste da ballo, ma se un adulto vuole comprare droga 1) lo farà 2) faglielo fare. E' adulto. Se è una tdc, tdc resterà e il modo di fare caz*ate lo troverà. Se poi si mette al volante drogato, stroncalo con una durezza mai vista, ma fallo anche con chi si mette al volante bevuto. Oppure proibisci anche fumo, alcool etc. E svuota le carceri di quei numerosi disgraziati che sono dentro per un cicinin di mariagiovanna, quando assassini, stupratori e delinquenti veri sono a fare la bella vita.
Diverso e' invece il discorso di chi spaccia droghe chimiche mortali perchè mal miscelate e di chi spaccia o vende alcool a minorenni: qui la forca sarebbe solo un tantinello eccessiva.
In Italia è sempre così: il pesce piccolo viene massacrato, quelli medi puniti, quelli grossi salvati. Fai la guerra a tutto, col risultato che non ottieni quasi niente; se ti concentrassi sui problemi veri, avresti più possibilità di centrare il bersaglio senza dispedere le forze.
Tu arresti lo stron*o che spaccia sulla pista della disco à la page, ma se lui è lì è perchè il vip vuole la sua roba. Si drogano i minorenni e gli sfigati, parecchi, sempre troppi. Ma si drogano i vip, quasi tutti.
Legalizzare le droghe (o meglio: eliminarne l'illegalità) significherebbe stroncare gli affari della malavita che su questi traffici campa alla grande.
Infine, teniamo i minorenni in casa: cosa diavolo ci fa un sedicenne a ballare in piena notte, magari ubriaco, drogato e fra delinquenti, idioti e sballati di ogni tipo? I genitori sono i primi veri colpevoli. Non ti obbligano a fare un figlio.
Inutile dire che se legalizziamo le droghe il consumo aumenterà, specie tra i giovanissimi: è falso. Chi si vuole drogare trova con facilità quel che cerca già ora, solo che rischia pure di acquistare roba malfatta che lo uccide in mezz'ora o la galera etc.
Nella stragrande maggioranza dei casi chi si droga non lo fa perchè il tabacchino (poniamo) vende la droga (altrimenti la gente si farebbe pure di benzina, che non è male oppure vedremmo l'esselunga o la conad pieni di ubriaconi con la bottiglia in mano), lo fa perchè e' cerebroleso, lo fa ora e lo farebbe con la droga libera, anzi di meno perchè verrebbe meno il fascino della trasgressione. Al tabacchi perlomeno non venderebbero roba mal miscelata: ti spappoleresti il cervello, ma lentamente e per scelta, non per errori di pusher idioti.
Se poi facessimo pure una seria campagna educativa nelle scuole non sarebbe male, ma le scuole cadono a pezzi in questo paese, vuoi parlare di campagne educative quando siano governati da "perfetti e inutili buffoni"?
Insomma, al di là di chi vende miscele mortali o di chi spaccia a minorenni, per il resto io sarei per liberalizzare. La penso così da sempre. Alcuni paesi europei lo faranno fra pochi anni, la direzione è questa. Già oggi una persona, se vuole, puo' spaccarsi il fegato in pochi anni con l'alcool e morire (o morire subito andando in coma etilico) o commettere delitti sotto i fumi dell'alcool, lasciamo che possa farlo anche con la droga, lo farà come lo fa adesso, ma il narcotraffico finisce all'inferno in due secondi e si riduce immensamente pure le microcriminalità di chi è a caccia del necessario per pagarsi la dose.
Quanto a educare i figli a scuola e a casa e a tenerli d'occhio, niente da aggiungere: è evidente che è il solo vero rimedio possibile.
Un adulto è e deve essere libero di uccidersi nel modo che ritiene più carino: una pistolettata, il consumo di droga, tabacco o alcool, il colesterolo, l'abitudine di guardare i talk su rai e mediaset, etc. Se uccide altri a causa dell'effetto di queste sostanze è un criminale, altrimenti solo un suicida. Fare la guerra al vento è inutile. Se invece tocchi un minorenne ti stacco la testa e la uso come pallone da calcio.
Essendo una soluzione lineare, mai provata e ricca di effetti positivi, la snobbiamo: preferiamo l'attuale carnevale dello spaccio, delle cure statali, delle comunità, dei ricchi che acquistano cocaina a fiumi, dei minorenni che muoiono, dei pusher arrestati e subito rilasciati, dell'indignazione finta e tutta italiana che non porta mai a risolvere nessun problema.
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martedì 11 agosto 2015
Non c'è più rispetto
Pochi ormai rispettano il tuo lavoro. Un po' perche' spesso trovi a fare i cannoli gente che non sa nemmeno far bollire una pentola d'acqua o a fare i tetti tizi che al massimo si interessano di tette ed è già tanto. Un pò (molto, anzi) perchè la gente pensa di saper fare tutto e di poter metter bocca ovunque: sanno riparare l'auto e il pc e il frigorifero, sanno dirti e-s-a-t-t-a-m-e-n-t-e qual è il problema e come fare per risolverlo, sbagliano grossolanamente e insistono perche' vogliono aver ragione; naturalmente sanno tutto a parole, ma non sanno farlo in pratica, e vogliono che lo faccia tu, ma nel modo in cui dicono loro e, nemmeno a dirlo, subito, non importa se si tratta di un lavoro lungo, impegnativo o delicato o se siamo sotto ferragosto... appena ti posano l'apparecchio sul banco tu devi già aver capito cosa non va e tendenzialmente averlo già risolto, meglio ancora se a costo zero... ovviamente poi, se anche riesci per fortuna o per buona volontà ad accontentare le richieste piu' assurde, vogliono lo sconto, nemmeno se ne parla di pagare di più per l'urgenza o anche solo il dovuto, non sia mai: ci vuole anche lo sconto, ad aggiungersi alla rottura di scatole. Quando poi si passa dall'assistenza all'acquisto di un prodotto nuovo, c'e' sempre un amico che lo ha trovato a meno, e se proprio hai davanti uno sfigato senza amici eh be' su internet lo fanno cento euro meno, ma incluso il trasporto? sì sì, e l'iva? come no! e te lo portano pure a casa due ragazze in topless con la terza misura (o due maschioni bicipitosi senza maglietta, a scelta). Manco a dirlo: se fai il lavoro troppo in fretta sospettano che tu abbia tirato via, se ci metti troppo (il giusto) si lamentano, pensano che tu li snobbi o che tu sia uno sfaticato, se lo fai davanti a loro quasi non vorrebbero pagarti perchè insomma, dai, cosa ti ci è voluto, dieci minuti e via, poco importa che loro nemmeno in due secoli ci sarebbero arrivati. Il pressapochismo, la mancanza di pazienza, la scortesia, l'assenza di considerazione per l'altro sono cifre distintive di questi tempi: come diceva una celebre canzone di qualche anno fa, non c'è più rispetto. E se manca il rispetto vuol dire che siamo già in discesa. Amico, non hai sempre davanti uno come te, fai attenzione: a volte ti può capitare di interagire con una persona che, sebbene stia dietro un banco di lavoro, è migliore di te: perche' ti devi sempre comportare in modo da rendere evidente a tutti la cosa?
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domenica 9 agosto 2015
A volte ritornano
Ha giocato in 7 squadre, quasi tutte ai massimi livelli. Quasi ovunque ha finito col rovinare tutto con una delle sue. Dal vivo, in quarant'anni, ho visto giocare solo un giocatore col talento piu' puro del suo, ma il suo limite è la sua testa, il suo nemico è lui stesso: ecco perché in carriera ha reso il 40% di quel che avrebbe potuto, uno spreco pazzesco dal punto di vista del talento sportivo. Da tre o quattro anni dice a destra e sinistra di voler tornare a Genova, ha fatto mille dichiarazioni d'amore, per riuscirci ha rifiutato offerte milionarie, restando in attesa. Ora ci è riuscito, accettando un contratto davvero modesto rispetto ai suoi standard. A Genova, che assieme a Roma e Parma è dove ha giocato meglio, anche se da nessuna parte ha fatto cosi' tante scintille come sulla riva giusta del Bisagno. A Genova, l'unico posto che lo ha saputo gestire bene per tre anni, ottenendo in cambio magie uniche (115 presenze totali, 41 gol e non parliamo degli assist). A Genova, l'unico posto dove ha ricevuto una severissima punizione per le sue vaccate: denuncia, processo e sospensione di allenamenti e stipendio per 3 mesi + dimezzamento dello stipendio per i restanti 2 anni e mezzo! -vi ricordate società che hanno deciso di far punire così severamente uno dei suoi figli prediletti? Salvo poi, dopo la condanna, essere ceduto al Milan all'incontrario (la Samp ha pagato per cederlo). Adesso qualcuno ha deciso che val la pena riprovarci. La mia opinione è nota, non la ribadisco. Benvenuto Cassano, ma è la testa che comanda gambe, mani e lingua, non il contrario: era cosi' nel 2010, è così oggi. Se ne prenderà atto, sarà di nuovo Fantantonio e saranno ancora magie. Altrimenti, saranno guai per tutti.
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venerdì 7 agosto 2015
Quo usque tandem abutere, Genoa-&-Inter, patientia nostra?
Giri sui blog e puntualmente becchi l'interista che recrimina o il genoano che festeggia. All'interista vorrei ricordare che se noi siamo andati in Europa e loro no è perche' l'anno scorso abbiamo fatto 1 punto in più: semplice. Al genoano (arrivato 3 punti più su) vorrei ricordare che avevano i conti in disordine (eufemismo) e non avevano fatto domanda nei termini (non credevano di arrivare così in alto? si sono scordati?), semplice pure questo: ci sono due regole, chi non le rispetta è fuori. Poi noi possiamo vincere la coppa a maggio o farci eliminare già al primo turno (da una squadra che sì, lo so, voi avreste battuto anche giocando in 9 contro 11, eh come no, salvo poi svegliarvi sudati): quello che ne facciamo, della qualificazione europea ottenuta meritatamente e regolarmente, sono esattamente cazzettini nostri. I discorsi "se c'eravamo noi..." sono immensamente stupidi, se fatti poi da chi in Europa non va nemmeno a prendere il caffè pure ridicoli. Coi se e i ma nel calcio non fai nulla... anche noi a Torino se,se,se e se si vinceva facile... Voi non c'eravate, per motivi chiari e piani, non per complotti o ingiustizie, noi sì e ce la siamo giocata. Godete in silenzio se potete e se proprio dovete, vedete voi. Gli interisti studino matematica, i genoani, fra un brindisi e l'altro (dal '46 scendono in piazza solo quando perdiamo, altre occasioni del resto non ce ne sono) studino le materie: calendario e bilancio. Poi, per carità, fate come volete, se volete continuare a menare il torrone ok, siete un rumore di fondo fastidioso come il condizionatore dell'ufficio accanto quando tu vuoi riposare la notte. Eccheppalle.
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martedì 4 agosto 2015
Ode a te, mia amata
Oh mia adorata,
mia amatissima,
il filo che mi lega a te e' nato con me e in me sempre vivra'...
ogni partita una festa sara', in ogni angolo della citta', e del cuore...
il risultato che alla fine si leggera', per ogni volta che scenderai in campo per giocare davanti a noi, sara' sempre e solo la cornice di un quadro comunque fantastico come fantastica sei tu, fiore di Liguria.
Questo sei stata sempre per me, terra mia, citta' mia, Doria mia, col tuo nome ho chiamato mia figlia...
Scuola di vita e palestra di divertimento, mi hai regalato anni duri e sofferti ma poetici e molto spesso a lieto fine, e poi uno scudetto immaginifico e spaziale, e decine e decine di serate di coppa indimenticabili in Italia e in giro per l'Europa, luci e colori che mi brillano ancora negli occhi e nel cuore; vittorie, sconfitte, coppe sognate, coppe solo sfiorate e coppe teneramente abbracciate.
Viaggi della speranza, serate di gala e poi ritorni del rimpianto o della gioia ma sempre di immensa felicita'.
Adesso andiamo a Novi Sad per rendere omaggio alle spoglie di un uomo fantastico che non solo ci ha fatto vincere tanto ma soprattutto ci ha fatto crescere come sportivi e come uomini, e che ci ha dimostrato ogni giorno quanto fosse unico prima come uomo e poi come uomo di sport; poi, la sera, proveremo a giocarci le nostre residue possibilità su un prato verde rigato di bianco e, se andra' bene, sara' un qualcosa di unico e, se andra' male, vorra' dire che anche questo viaggio andra' a finire nel nostro album dei ricordi, assieme ad altri viaggi piu' lunghi e piu' gloriosi, e comunque avra' avuto un senso, perche' lo abbiamo fatto insieme... e perche' sempre ha un senso partecipare e giocare e sognare... e forse questa volta ancora piu' di altre, e anche senza allori, dato che rendiamo omaggio a te, indimenticato Vuja.
Per noi, per te, vincere e' bello ma e' molto meno di tutto; e' la ciliegina su una torta comunque sempre molto gustosa, e il gusto lo dai tu.
Noi sappiamo perdere perché sappiamo vincere: a volte le frasi banali sono comunque cosi' vere da dover essere scritte. Nessuna vittoria, per quanto straordinaria, ci ha mai fatto dimenticare chi siamo; nessuna sconfitta ci ha mai piegato.
Chi, vittima di schemi banali e diffusi, ci scherza per una sconfitta, chi parla di "dramma", "disastro" o "rovina" non ha capito che e' come schernire il figlio di un amico perche' ha preso un 5 a scuola. Il figlio e' il figlio, i 5 vanno e vengono, e poi vengono gli 8, quel che conta e' il figlio e cosa ha nel cuore, e non c'e' mai un dramma dove c'e' un amore grande come questo, un amore piu' grande del cielo e che ci fa sempre mettere in gioco, pronti a perdere, pronti a vincere, ma soprattutto pronti a divertirci con te, amatissima.
Avanti Samp, sempre, per le nostre strade poco battute ma cosi' care al nostro cuore, cantando sempre a squarciagola e coi vessilli al vento, con piu' forza quando il cielo si fa nero e coi tamburi cerchiamo di allontanare la tempesta, con piu' gioia quando le nuvole si aprono e il cielo si fa sempre piu' blu, cerchiato.
Noi non tifiamo Samp, noi siamo Samp; non abbiamo scelto di amarti, ti amiamo da sempre; siamo di Genova, siamo liguri, siamo te, siamo quei colori che ci riscaldano il cuore e ci fanno venire i brividi, e tu sei noi.
Qualunque cosa accada ci siamo e ci saremo, e tu ci sarai per noi. Sconfitte, vittorie, gioie, dolori, rimpianti e soddisfazioni, punti persi e punti guadagnati, coppe svanite e coppe acquisite, tutto questo va e viene; il tempo passa; le emozioni che ci hai fatto vivere, quelle, restano, anche quelle che sul momento ci hanno reso un po' tristi oggi ci fanno sorridere di felicità per averci comunque provato, assieme a te.
Si vive di ricordi, si vive di sogni, si vive di amore; non di punti o trofei. Questi sono il sigillo di alcuni ricordi, a volte nemmeno i piu' belli; stanno in sala trofei e ogni tanto e' bellissimo farci un giro; ma la vita e' qua fuori, con indosso questa maglia, con negli occhi questi colori, con una palla che rotola e undici ragazzi che la rincorrono, non importa se ventenni di serie A o dodicenni delle giovanili: la magia e' una.
Vinta una coppa, persa una coppa, nulla cambia nell'intimo nostro, si scende di nuovo in campo e quella magia rivive incessante.
ma non è uno scudetto a far provare questo affetto/
esplode il cuore in petto pure nel torneo cadetto/
Per che squadra tieni? come mio papà/
quei quattro colori orgoglio della mia città/
ovunque lei sarà e non solo in Serie A/
amore per la Samp senza se senza ma/
Yeah uh uh il mio sangue è/
blucerchiato blucerchiato blucerchiato blucerchiato/
yeah uh uh coi miei occhi vedo/
blucerchiato blucerchiato blucerchiato blucerchiato/
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domenica 2 agosto 2015
Il sole scalda la testa. Nella testa ha sede il cervello (non sempre).
Il sole scalda la testa. Nella testa ha sede il cervello (non sempre, a volte sta nel sedere). Se si scalda troppo va in temperatura: non ci sono ventole, a girare sono solo le palle ma non riescono a raffreddare la testa (nemmeno a quelli che ragionano col culo, pare strano ma è cosi, e non parlo per esperienza, ok?). Quando si surriscalda, il cervello si comporta come un pc che si surricalda (pc e cervello funzionano allo stesso modo, attraverso impulsi elettrici): soffre, rallenta, dà i numeri, si spegne. Se si spegne il cervello, o se sbrocca, ecco che la gente fa quel che leggiamo sul giornale: uccide per una precedenza, imbraccia il fucile per un nonnulla, comincia a sparare dal terrazzino, dimentica il figlio in auto, guida come una capra ubriaca, compie azioni insensate: per due minuti di follia ci si rovina la vita per sempre (e quella di qualcun altro). Se un pc si spegne o da' di fuori, al massimo perdi un file, le ultime pagine della tesi, qualche mail o qualche foto; se lo fa il cervello rischi tutto, anche la vita. Considerato poi che molti non hanno propriamente un i7 fra le orecchie, ma al massimo un processorino stupidino con mezzo giga di ram e il dissipatore gia' ostruito di natura dalla polvere della vecchiaia, della scemenza o di tutte e due, a volte non serve neppure un gran caldo per uscire dai quadretti: difatti di tizi che escono dai gangheri ce ne sono pure d'inverno, anche se meno che d'estate, per i motivi detti (il sole frigge i neuroni anche di chi ne ha un po' di piu' e a temperature medie se la cavicchia, passando a volte pure da genio vista la mediocrita' generale.). Rimedi: prendere meno sole in testa, contare fino a 10 prima di agire e poi non agire, mangiare poco, bere meno. Di piu' non si puo' fare: se hai un hardware da schifo, non puoi farti un trapianto di cervello come puoi cambiare il computer; al massimo ti fai una plastichetta, una gonfiatina alle labbra, una tiratina alle rughe, un colpetto alle borse sotto gli occhi: di modo che se finisci sul giornale in cronaca nera tu possa fare una bella figura. Ehi guarda quel tipo che ha sterminato la famiglia perche' non trovava lo zucchero: pero', che figo che era!
Ora voi direte: tutto questo e' coerente e scientificamente attendibile (chi di noi non ha provato sulla sua pelle almeno una volta nella vita come ci si sente quando il neurone fa sciopero o quando le palle mulinano a mille?); ma come spiega il fatto che se uno ragiona col culo il sole c'entra poco, a meno che uno non stia tutto il tempo al mare col sedere en plein air? Vero, qui e' piu' difficile attribuire al sole la colpa di eventuali colpi di testa (testa si fa per dire, in questo caso), ma se ci pensate bene a simili persone serve forse un colpo di sole per compiere insensatezze? Questi qui hanno l'ampiezza cerebrale di un moscerino gia' ai climi temperati; sui 30 gradi non accusano peggioramenti perche' oltre all'idiozia non vi e' nulla; al massimo sudacchiano, e francamente una persona sudaticcia fa gia' un po' schifo, se poi ragiona come un mangianastri a energia solare durante un'eclissi capite bene che il quadro si fa assai sgradevole anche per chi ha lo stomaco forte.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post. Leggi tutto...
sabato 1 agosto 2015
Il Genoa comincia la stagione alla grande!
Una squadra che non ha mai vinto niente in Europa, che vi ha giocato appena 2 volte in 78 anni (!) e che generalmente ad agosto prende schiaffoni in Coppa Italia da chiunque o quasi ha dichiarato una settimana fa che avrebbe sicuramente fatto meglio di noi quest'anno in Europa League.
Anch'io avrei fatto meglio dello 0-4, non ci vuol molto e del senno di poi son piene le fosse, ma questi l'han detto prima della partita! (della mancanza di senno del prima cosa son piene?) e lo hanno detto rispetto a una squadra che negli ultimi 30 anni ha giocato in Europa 13 volte (quasi un anno ogni due), vincendo pure una coppa e giocando altre tre prestigiose finali: mi sembra piu' che assurdo: penoso. L'invidia e' una brutta bestia, unita al complesso di inferiorità configura una patologia mica da ridere. Se ciascuno si facesse i casi suoi?
Siamo quasi eliminati, quindi loro sono quasi al settimo cielo: siamo ancora al primo di agosto e gia' hanno (quasi) un "trofeo" in bacheca...
Se tu guardi gli ultimi 80 anni, le loro uniche vittorie sono le nostre poche débacle. Che storia eh? In pratica facciamo volontariato.
Lo so, ultimanente ho parlato spesso dell'altra squadra di Genova. Piu' di quanto ne abbia parlato nei miei primi 47 anni in verita'. Ma ultimamente hanno toccato vette mai raggiunte di antisportività e assurdità, davvero: anni fa c'era una rivalita' sana, adesso sono incattiviti, bugiardi e antisportivi: aspettano solo che tu perdi per tirar fuori lo champagne (che molto spesso, nell'attesa, ha fatto la muffa). Ce ne faremo una ragione!...
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.