Mentre Merkel, Obama e Hollande, in quelle fatidiche quattro ore notturne, annaspavano paurosamente, non sapendo se buttare dalla torre Erdogan o i golpisti, e rilasciavano dichiarazioni timide, del tipo: privilegiare governi eletti democraticamente (una frase che non impegna troppo nel caso in cui la mattina dopo ti trovassi a dover parlare col golpista di fresca nomina), e mentre la Mogherini invitava genericamente le parti in causa a non agitarsi troppo (?), l'Italia come sempre adottava la sua solita tattica vincente: attendere in silenzio "l'evolversi" delle cose, per poi applaudire il vincitore. Come ha detto oggi Padellaro: faccia da sfinge vediamo chi vince. La mattina dopo Gentiloni si è congratulato con Erdogan. Secondo me Erdogan se la lega al dito, per quanto riguarda Francia, Germania, Usa e Ue. Per quanto riguarda l'Italia no, noi siam fatti così, lo sanno tutti. Quanto avrei voluto vedere la mattina dopo Renzi plaudere al nuovo regime dei militari! (d'altra parte al-Sisi è venuto su così, e noi lo trattiamo da sempre con i massimi riguardi -sebbene non abbia mai collaborato su Regeni- e sappiamo anche perché; come sempre noi andiamo dove ci porta il vento, o il dollaro insomma).
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